Sam Contis (nata nel 1982 in Pittsburgh, PA) è una fotografa statunitense, vive e lavora in Oakland, CA.
“I think the darkness at the periphery of the work also comes from a desire to acknowledge a certain brutality inherent to the history of the western landscape, and to the struggle for survival within it.”
Sam Cortis




In questo lavoro, libro d’artista, dal nome “Deep Spring”, l’autrice lavora sull’identità della cultura americana, cultura costruita prevalentemente tramite le proiezioni cinematografiche e le fotografie di un tempo, trattando l’archetipo dei cowboy, dialogando con il concetto di mascolinità.
Ci troviamo nel Deep Springs College.
Il college prende il nome dalla valle in cui si trova, nell’alto deserto a est della Sierra, al confine tra California e Nevada, una valle isolata.
Il fondatore da lavoro a giovani uomini con un intento educativo oltre che la gestione effettiva del ranch che comprende 155 acri di terreno e la gestione di un allevamento di 200 bovini come progetto di lavoro comune.
Gli elementi che l’autrice ci presenta sono molteplici e sicuramente intrisi di questo dualismo tra la durezza e crudeltà del lavoro che svolgono mista a sensibilità e dolcezza dei ragazzi.
Sicuramente quello che colpisce maggiormente è la forza del legame che si crea fra questi giovani uomini in formazione, un legame di fratellanza e solidarietà che si oppone alla visione storica di uomini non curanti degli altri e di sé stessi, duri e rudi.
Immersi in paesaggi che si perdono a vista d’occhio per quanto sconfinati, la grandezza del deserto, danno loro modo di porre attenzione al proprio mondo interiore, portando sè stessi giorno dopo giorno a scoprire chi sono, i propri limiti e ad apprendere che esistono visioni diverse dalla proprie.
E’ interessante notare come la fotografa ci porta dentro alla storia tramite fotografie che riprendono pezzi di realtà molto ravvicinata, es. braccia, mezzi busti…
spesso i soggetti diventano non soggetti, grazie al fatto che viene celato il loro volto, quindi assumono un concetto più universale e come un quadro sguardo dopo sguardo intenti a capire il soggetto del nostro scatto, entriamo nell’intimità della situazione rappresentata e nello sguardo che la fotografa ci ha prestato con la sua presenza nella scena.
Grazie a queste fotografie di dettagli di corpi e non solo, paesaggio e soggetto si fondono sino a organizzare una nuova e unica forma, un nuovo senso, l’occidente spesso è rappresentato come un luogo dove poter sperimentare nuovi modi di essere, in questo caso corpi maschili vengono messi in dialogo a paesaggi che di solito erano associati a corpi femminili.


Durante la storia, scatto dopo scatto, ci imbattiamo inoltre in foto d’archivio, foto che nonostante siano state scattate in passato (intorno agli anni 1917) in quello stesso college, possiedono un linguaggio moderno e dialogano perfettamente con gli scatti dell’autrice, rinforzando il dialogo tra passato e presente.
Sitografia
https://www.samcontis.com/Recent-Work
https://klausgallery.com/artist/sam-contis/slide/
https://www.moma.org/artists/68380
https://www.moma.org/collection/works/222497?artist_id=68380&page=1&sov_referrer=artist
Articolo di Eric De Marchi
Bel progetto davvero