Buongiorno a tutti/e abbiamo organizzato una presentazione delle vincitrici del Premio Nazionale Musa per fotografe 2023. La serata sarà online! Speriamo di vedervi numerosi/e!
6 Dicembre 2023 ore 20,30
Per conoscere le vincitrici e i progetti vincenti iscriviti e segui la serata!
Invia una email a info@musafotografia.it
Prima classificata settore ricerca e progetto personale:
Serena Radicioli con il progetto: Non sei più tornato
Un progetto molto personale, un viaggio profondo e intimo, un’esplorazione delle sfumature della vita e delle emozioni che legano l’autrice alla vita del padre che una sera non rientra a casa… Con un linguaggio estremamente contemporaneo, Serena ci racconta uno spaccato emozionalmente sconvolgente della sua vita.
Prima classificata settore reportage
Maria Teresa Brambilla con il progetto: From the alps. Women
Il progetto ha conquistato la giuria per la sua linearità nel linguaggio classico del reportage, la sua importanza culturale e la sua potenziale ispirazione. Un progetto positivo, ben strutturato e approfondito nel tempo di realizzazione.
Prima classificata settore ritratto e fotografia di scena
Francesca Dusini con il progetto: Švejk
Eccellente scelta di piccoli momenti scattati durante gli spazi tra uno spettacolo e l’altro, le prove, il backstage, con un tocco di ironia e un linguaggio non usuale per il genere della fotografia di spettacolo.
Per sottolineare l’alta qualità dei progetti e il talento delle autrici la Giuria ha deciso di assegnare una
Menzione d’onore
Chiara Innocenti con il progetto: Meraviglie presenta
Una meraviglia dopo l’altra le immagini di Chiara Innocenti che ci racconta il cambiamento del circo e delle abitudini di chi lo vive e lo crea anche con nuove tecnologie digitali senza perdere la poesia del tempo passato
Grazie ai partner, agli sponsor, allo stampatore, alla giuria, alla curatrice Alessia Locatelli e a Grazia Dell’Oro della casa editrice Emuse, ai festival che ospitano le mostre, a chi ci aiuta a diffondere il Premio in tutte le modalità possibili e alle partecipanti tutte.
Vi aspettiamo il 6 Dicembre!
Ciao a tutti Musa fotografia
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Quando si parla di “instagrammabilità”, si parla di un’estetica precisa che ormai ricopre uno spazio importante per chi si occupa di immagine e di cultura visuale. La modalità con cui sono proposte le fotografie su questo social si ripetono all’infinito e rispondono a un copione ormai sfruttatissimo. Le fotografie di viaggio, i ritratti, gli autoritratti, gli oggetti, si somigliano tutti, tanto da trasformarsi in cataloghi inquietanti delle “cose del mondo”.
Si definisce Instagram Face un ritratto, generalmente di donna, che risponda a criteri precisi come labbra piene, sopracciglia spesse ma perfette, zigomi alti, occhi grandi, naso piccolo, seno abbondante, vita stretta, fianchi e sedere pieni, eccetera. Un ideale falso che condiziona soprattutto i giovani, ancor più delle vecchie pubblicità di modelle sui giornali (proprio perché moltiplicato esponenzialmente). I paesaggi sono tutti simili, che si tratti di viaggi in Alaska o in Perù, i colori sono saturi, le composizioni perfette, i cieli artefatti e la lettura dei particolari molto evidenziata, nonostante si sappia bene che esponendo per le luci, o per le ombre, questo non possa avvenire se non con un sandwich di fotografie differenti dello stesso soggetto, dalla stessa posizione. La descrizione che ho appena fornito potrebbe essere applicata a centinaia di immagini, che rispondono tutte a questi canoni. Sono nati addirittura profili che, per far notare la differenza, mostrano le fotografie prima e dopo l’utilizzo di filtri appositi e applicazioni che, con un click, perfezionano l’immagine. Il fenomeno è talmente diffuso che, purtroppo, anche chi ha velleità autoriali segue percorsi simili. Nascono in continuazione profili appartenenti a generi fotografici differenti (street photography, ritratto, reportage, autoritratto) in cui, sebbene i soggetti siano diversi, le modalità estetiche, non esclusivamente a seguito di ritocco fotografico, sono tutte uguali, come se l’impatto dell’immagine potesse sostituirne il contenuto. Tutto prodotto e riprodotto in serie e inserito in pagine che, anch’esse, devono sottostare all’insieme, a una logica estetica che faccia guadagnare like, non solo al singolo scatto ma alla costruzione visiva della pagina stessa. Mi sono a lungo chiesta quando sarebbe terminata questa proposta rosa e azzurrina, fatta di cappuccini schiumosi, wonder women e bambini perfetti.
Ultimamente sembra però che lo stile instagrammabile stia perdendo di forza. Strano a dirsi, ma le prime persone che hanno cambiato rotta sono gli influencer e non i fotografi. Da loro è nata questa modalità visiva – che ha poi influenzato tutta la fotografia, anche quella finita nei musei e nelle gallerie – e proprio da loro è stata messa in discussione. Le immagini sembrano essere più sobrie, spontanee, meno artefatte. I colori preponderanti sono più sbiaditi e realistici, le foto più sgranate e meno curate nel ritocco. La “consapevolezza del sé”, soprattutto se nata e cresciuta attraverso le immagini, finalmente si scontra con una perfezione impossibile da raggiungere e quindi inutile da cercare a ogni costo; l’ossessione del racconto edulcorato, di qualsiasi momento, ha forse portato a un ragionamento più maturo, sul quale è bene riflettere, anche da fotografi, nel caso in cui la propria crescita autoriale si sia basata esclusivamente sull’impatto estetico e sulla cura delle pagine Instagram. Spero che questo sia l’inizio di un processo che accosti all’immagine contenuti più densi e un maggiore interesse per un messaggio specifico, legato alla pubblicazione su questo e su tutti gli altri social.
Da Troppa fotografia, poca fotografia | Riflessioni sui linguaggi contemporanei di Sara Munari
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Buongiorno, CI SCUSIAMO per l’inconveniente, Simone Cerio, per un piccolo intoppo legato alla salute, non potrà essere presente alla presentazione del suo libro che viene rinviata a data da destinarsi. Simone terrà un corso sulla fotografia documentaria presso Musa fotografia, anch’esso rinviato per lo stesso motivo. Grazie per la comprensione, baci, ciao!
Buongiorno a tutti! Ecco i corsi in partenza a Novembre! Buona giornata
Sara.
Visual Storytelling, incontro con te stesso
Questo corso si propone come obiettivo di indicare quali siano le modalità della narrazione fotografica, dalla ideazione del progetto, alla sua concretizzazione. Sara Munari, fotografa riconosciuta a livello internazionale, vi accompagnerà in questo viaggio volto a capire, sulla base degli argomenti proposti, come costruire una storia coinvolgente e unica. Il corso si rivolge ad amatori e professionisti che vogliono approfondire le conoscenze di struttura e editing di un progetto fotografico, pensato ed esteso. Il percorso prevede la realizzazione di un progetto personale che verrà strutturato e finito entro la fine delle lezioni. Lo scopo è di progettare un lavoro finito che si basi sulle attitudini e capacità dell’alunno. Sono previsti esercizi in interni ed esterni che possano stimolare e indicare nuove vie da seguire, in termini di linguaggio fotografico. Verrà spiegato come pensare, progettare, svolgere, organizzare e presentare un progetto fotografico compiuto, imparando a portare le conoscenze tecniche a favore della visione personale per un racconto fotografico articolato che possa sfociare addirittura in un libro. Verranno affrontati argomenti anche sul photoediting più professionale e le modalità per seguire un percorso corretto, a livello autoriale.
L’espressione “fotografia vernacolare” è nata tra accademici e curatori, aprendosi poi a un utilizzo più ampio. L’idea della fotografia vernacolare fu anticipata già negli anni Sessanta da John Szarkowski, direttore della fotografia del Museum of Modern Art di New York dal 1962 al 1991. Szarkowski propose infatti di attribuire validità a quella che chiamava “fotografia funzionale” accanto al più consueto riconoscimento legato alla fotografia d’arte. L’idea era in anticipo sui tempi e non ottenne molto successo. A Szarkowski si deve “l’invenzione” di Jacques-Henri Lartigue, che all’età di sessant’anni, nel 1963, consacrò il suo passaggio dallo status di dilettante a quello di artista nell’ambito della mostra al Museum of Modern Art di New York.
JACQUES-HENRI LARTIGUE (1894-1986) | Suzanne Lenglen, Nizza 1921 | Stampa alla gelatina d’argento, stampata verso il 1970, carta semiopaca a doppio peso. La tennista francese Suzanne Lenglen ha dominato tutte le competizioni del suo tempo, vincendo 25 titoli del Grande Slam tra il 1919 e il 1926. Il suo outfit, disegnato appositamente per Wimbledon, mostrava per la prima volta una sportiva con le braccia scoperte e con una gonna lunga solo fino al ginocchio.
Il direttore lo propose come un talento passato inosservato, presentandolo come un “vero primitivo”, un dilettante che non aveva “né tradizione né formazione”. Da questa vicenda, vediamo come l’analisi critica e la legittimazione varino a seconda del contesto in cui vengono presentate le opere, in base a chi decide di mostrarle e come. Nel 2000, lo storico dell’arte Geoffrey Batchen ha usato l’espressione “fotografia vernacolare” per riferirsi a ciò che resta fuori dalla storia della fotografia: le fotografie ordinarie, della gente comune (dal 1839 a oggi), le fotografie che riguardano la famiglia, la casa e il cuore; raramente i musei e le gallerie d’arte. Per Batchen, la fotografia vernacolare può anche essere affrontata da autori/fotografi professionisti. Con ciò, il suo intento era quello di attribuire un valore artistico anche a questo tipo di immagini, evitando di distinguerle da quelle che potremmo definire “fotografie d’arte”. L’espressione “fotografia vernacolare” serve anche a porre l’accento sui contesti sociali che nella maggior parte dei casi non rivendicano alcun valore estetico o artistico, ma semplicemente riprendono aspetti ancora parzialmente trascurati della storia sociale della fotografia. Volendo prendere in considerazione un possibile uso artistico della fotografia social, non possiamo non analizzare questa immensa quantità di immagini che costituisce un archivio infinito di spunti e di usi da parte di autori e fotografi che, per realizzare i propri progetti, attingono a fotografie pescate in internet. Basti pensare a Joachim Schmid, che si è appropriato di fotografie anonime, trovate nei mercatini, in archivi, per strada, utilizzandole nel suo lavoro Bilder von der Straße (1982 – 2012).
Joachim Schmid – No 217 Los Angeles March 1994 from Pictures from the Street 1982-2012
Altre immagini “rubate” in rete sono finite nel suo Other People’s Photographs (2008-2011), per quanto riproposte con modalità narrative differenti per attribuire un significato diverso al proprio progetto. Ho utilizzato il termine “rubate” in maniera volutamente impropria, visto che le immagini sono ancora esattamente nel medesimo luogo da cui sono state prelevate, ovvero internet. Forse sarebbe meglio dire che queste immagini sono prese “in affido” dagli artisti che le utilizzano. Un altro esempio in questo senso è rappresentato da Erik Kessels, che in Useful Photography (la rivista che dirige dall’inizio del secolo) ricontestualizza immagini anonime utilizzate in manuali di istruzioni, cataloghi e libri di testo, mentre in Almost Every Picture induce a una riflessione sul modo in cui usiamo la fotografia nella vita quotidiana, nonché sulla natura ossessiva e ripetitiva delle fotografie che scattiamo. Dal punto di vista dell’uso sociologico, questi lavori costituiscono un archivio meraviglioso sulla rappresentazione di se stessi e del rapporto con gli altri.
Erik-Kessels – Almost every picture -Friends-esposto a Duesseldorf- Fotografia di B.Babic
Se proviamo, infine, ad analizzare queste fotografie per provare a decodificare il costituirsi di un immaginario collettivo, esse sicuramente offrono un’idea più precisa di cosa sia oggi la cultura visuale, con una specificità molto più rilevante di quella messa in atto dalle poche fotografie considerate “artistiche” e “consapevoli” scattate anche da autori riconosciuti.
Da Troppa fotografia, poca fotografia | Riflessioni sui linguaggi contemporanei di Sara Munari
Buongiorno, ecco tutti i premi on scadenza a Settembre! Ci scusiamo se qualcosa come i link, non dovessero essere attivi ma scriviamo questo articolo da molto lontano ed è possibile che qualcosa vada storto.
Ciao Annalisa Melas
ND AWARDS 2023
L’acclamato ND AWARDS è un crogiolo di alcune delle anime più eccezionali e talentuose del mondo nel campo della fotografia, dove riconoscimento, prestigio e pubblicità vengono istantaneamente guadagnati dal progetto vincitore. Questo è un invito aperto. Unisciti a noi e partecipa al concorso!
Gli ultimi due anni sono stati un’evidente testimonianza del successo di ND AWARDS nel suo percorso per diventare uno dei concorsi professionali più ambiti tra i fotografi. Il nostro marchio di fabbrica è un approccio moderno alla fotografia abbinato al rispetto della tradizione. Nello spirito di reciprocità, a ND AWARDS, i nostri partecipanti sono il centro del concorso poiché questo organismo premiante non può esistere senza i suoi partecipanti. Questi ultimi sono altrettanto importanti per noi quanto noi lo siamo per loro. Allo stesso modo, illuminiamo il percorso verso lo sviluppo mentre continuiamo a scoprire, ispirare e scoprire la promozione delle tracce per i migliori artisti.
La nostra missione è scoprire il talento migliore, promuoverlo e diffonderlo, perché viviamo e respiriamo la fotografia, perché conosciamo la fatica, il lavoro e la passione dietro ogni immagine, il bisogno di trovare e catturare la bellezza, di trovare un momento unico, per interpretare la realtà che ci circonda. Della volontà che serve per raccontare una storia attraverso un reportage, e per decifrare la verità che in essa si nasconde.
Per noi la fotografia è luce, vita, emozione, comunicazione, sfida, ma è anche un atto puramente introspettivo che ci costringe a mettere in discussione il nostro modo di vedere il mondo, il nostro modo di guardare la realtà, impregnando ogni fotografia di un po’ di noi stessi.
La nostra edizione cartacea è stata pensata come uno strumento promozionale, uno strumento per presentare il proprio lavoro al mondo e dargli la spinta di cui ha bisogno. Di natura esclusivamente professionale, è distribuito alle principali gallerie, agenzie, festival e professionisti del settore per garantire che le tue immagini siano viste direttamente dalle persone giuste e in tempi record.
Il paesaggio, grandioso o personale, è stato un soggetto fotografico sin dall’inizio e ha svolto un ruolo importante nell’affermazione della fotografia come mezzo artistico. All’inizio, sia nella storia che nell’esperienza della maggior parte dei fotografi, il paesaggio era uno dei soggetti più accessibili e familiari disponibili.
Il Centro SE è alla ricerca di immagini del paesaggio, che si tratti di grandi panorami o di trattamenti più personali e intimi. Cerchiamo fotografi che possano lasciare il segno con i loro paesaggi, coinvolgerci e farci venire voglia di esplorare. Processi in bianco e nero o a colori, analogici, digitali o antichi, i fotografi di tutti i livelli e luoghi sono i benvenuti.
La fotografia in bianco e nero prospera ancora oggi, nonostante l’emergere della fotografia a colori nel 1890. Dai neri profondi, ai grigi nostalgici ai bianchi brillanti, il genere si affida alla forma, alle linee e alla forma per raccontare la storia. Poiché le sfumature di grigio continuano a ispirare gli artisti della fotografia, stiamo cercando di onorare l’arte in questa mostra collettiva.
Il Concorso Internazionale di Fotografia 212, organizzato nell’ambito di 212 Photography Istanbul che si svolgerà dal 5 al 15 ottobre 2023, mira a scoprire fotografi con background diversi in tutto il mondo e ad aprire lo spazio per riunire esperienze diverse. Il concorso attende le candidature di fotografi dilettanti e professionisti di tutte le età interessati all’arte della fotografia fino al 10 settembre 2023.
Dal 2018, il Concorso Internazionale di Fotografia 212 presenta le opere selezionate dei 10 finalisti con una mostra speciale durante il periodo del festival; oltre ad un premio di 5.000 euro assegnato al primo classificato. Fin dal primo anno di concorso contribuisce ad aumentare la visibilità dei vincitori del concorso e dei premiati dalla giuria; facilita la loro presenza sulla stampa locale e internazionale.
La mostra d’arte e le performance organizzate dalla Bristol Art Gallery e dall’Unconventional Computing Lab UWE Bristol.
La protocognizione si riferisce alla capacità delle creature e delle sostanze non viventi senza sistema nervoso di acquisire informazioni, riconoscere spazi stimolatori, accumulare conoscenza e sviluppare saggezza. Comprende vari processi come la percezione, la mappatura delle decisioni, l’apprendimento, il ragionamento, il credere e persino l’esibizione di stati emotivi attraverso substrati chimici e fisici.
Artisti, scienziati, musicisti e ingegneri sono incoraggiati a presentare il proprio lavoro, esplorando come substrati apparentemente non intelligenti o addirittura non viventi dimostrino una notevole capacità di raccogliere in modo sensato e mirato informazioni sull’ambiente circostante, analizzare queste informazioni contemporaneamente e prendere decisioni basate su sull’analisi.
NUDE GEOGRAPHIES – AN INTERNATIONAL JURIED PHOTOGRAPHY EXHIBITION
La forma nuda è stata rappresentata nell’arte nel corso della storia, dall’epoca classica all’Illuminismo e all’era moderna. La figura nuda nell’arte occidentale, in particolare nella fotografia, ha espresso ideali di bellezza femminile e maschile insieme ad altre qualità umane tra cui la vita, l’energia e una serie di complicate emozioni umane.
La Praxis Gallery cerca la presentazione di opere fotografiche che esplorino il nudo in uno qualsiasi dei suoi vari stili, inclusi studi di figura, nudi ambientali e nudi impliciti, solo per citare alcune delle numerose iterazioni di questo genere. Sono ammessi tutti i tipi di acquisizione, i generi, i processi di post-produzione fotografica e digitale in bianco e nero e a colori, tradizionali e non tradizionali.
INTERNATIONAL WEDDING PHOTOGRAPHER OF THE YEAR AWARDS 2023
Gli International Wedding Photographer of the Year Awards sono orgogliosi di annunciare che il settimo premio è ora aperto a tutti i fotografi professionisti e amatoriali di matrimoni e fughe d’amore di tutto il mondo. Con l’aiuto dei nostri 6 giudici esperti premiamo l’eccellenza nel fotografo di matrimoni e promuoviamo questi successi attraverso i nostri ampi canali mediatici.
Art Talent Fair rientra nel progetto voluto dalla “Moho Art Gallery” dedicato ai talenti emergenti nel prestigioso contesto delle fiere dedicate all’arte contemporanea.
Il premio “Art Talent Fair” è riservato ad opere di valore fino a 5.000 euro.
Un’importante opportunità riservata ai migliori talenti internazionali dell’arte contemporanea.
Il premio è rivolto ad artisti professionisti e dilettanti, grafici, pittori, fotografi, ecc. provenienti da tutto il mondo.
Ai TOKYO INTERNATIONAL FOTO AWARDS riconosciamo, onoriamo e mettiamo in contatto fotografi di talento provenienti da tutto il mondo con un nuovo pubblico e nuovi occhi nei circoli creativi di Tokyo, in Giappone. Il concorso è aperto a tutti e invitiamo fotografi da tutto il mondo a presentare i loro lavori.
Cerchiamo immagini che mostrino atti di gentilezza e cura da tutto il mondo. Esistono anche categorie di premi speciali, anche per il lavoro senza scopo di lucro!
La scienza dimostra che l’esposizione a immagini di gentilezza può aiutare le persone a essere più gentili, più felici, più grate e ottimiste. Envision Kindness, un’organizzazione senza fini di lucro, ispira la gentilezza negli altri raccogliendo e condividendo immagini di gentilezza, compassione, gioia e amore con il mondo. Sappiamo che funziona: le persone sono più felici, più calme, più grate e più generose.
Le persone in tutto il mondo hanno bisogno di un modo per sentirsi più felici e più connesse agli altri. Per essere più gentile con gli altri. La tua fotografia potrebbe farlo.
Blue Koi Gallery ti invita a partecipare al concorso artistico Wild and Tamed Animals, una celebrazione delle creature nelle loro forme selvagge e addomesticate. Questo concorso incoraggia gli artisti a catturare l’essenza della fauna selvatica nei loro habitat naturali o a ritrarre la profonda connessione tra gli esseri umani e i loro compagni addomesticati. Aperto a tutti gli artisti, indipendentemente dal luogo in cui si trovano, e i partecipanti devono avere almeno 18 anni. Si consiglia di presentare domanda con vari mezzi e livelli di competenza fino alla scadenza del 30 settembre 2023.
Sesta edizione per Grenze Arsenali Fotografici, il festival internazionale di fotografia organizzato in collaborazione con Assessorato alla Cultura – Turismo – Spettacolo – Rapporti con l’UNESCO del Comune di Verona e l’Università Pontificia IUSVE
Più giorni e più sedi tra cui il Bastione delle Maddalene per il Festival Internazionale di Fotografia Grenze che si svolgerà nel quartiere di Veronetta.
La formula è quella collaudata negli anni: forte vocazione internazionale, presenza degli artisti da tutto il mondo, mostre, formazione, laboratori, workshop e collaborazioni con le associazioni del territorio locale e nazionale.
Più giorni rispetto all’edizione precedente perché alcune sedi espositive saranno coinvolte in Art Verona con mostre inaugurate in ottobre ed esposte fino alla fine del mese.
Tema dell’edizione che inaugura il 7 settembre è Staunen: meraviglia. I progetti esposti sono stati selezionati per raccontare le sfumature dello stupore davanti a quell’inatteso che non si può comprendere o dire. Lo stupore è apertura all’altro, è deviazione dallo sguardo comune sulle cose, è gioia della novità ma anche trauma e angoscia davanti all’ignoto.
La curatela e la direzione artistica del festival sono di Simone Azzoni, docente universitario e critico d’arte, e Francesca Marra, fotografa e docente, affiancati da un team giovane e dinamico di studiosi, studenti e appassionati di fotografia.
Gli autori
EXHIBITION
Mostre
Anche per l’edizione 2023 si ripropone il respiro internazionale che ha contraddistinto il festival nelle precedenti edizioni, con mostre di fotografi nazionali e internazionali provenienti da Australia, Stati Uniti, Grecia, Cuba, Kosovo, Spagna, Serbia, Belgio e naturalmente Italia
Per la main section:
Da “Il Miracolo degli occhi”. Progetto didattico con i ragazzi delle enclave serbe in Kosovo e Metohija, a cura di Monika Bulaj
Francesco Comello | L’isola della salvezza
Anna Maria Antoinette D’Addario | Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light
BLACK7EVEN | Manifesto, opera NFT
Manuel Almenares | NIÑOS CUBANOS
Mitar Simikič | Mila
Glòria Giménez Carrillo | TRANSLITERALITAT
Caterina Morigi | Sea Bones
Per la sezione OFF a cura di Sara Munari e Lisangela Perigozzo presso Il Lazzaretto e con la collaborazione dell’Associazione Amici del Lazzaretto di Verona
Alicia Lehmann The Hammer of Witches
Anna Sempreboni Feeling Blue
Chiara Innocenti MERAVIGLIE PRESENTA
Francesco Capasso Oltre i miei occhi
Roman Kosh Gold
Pola Rader Monotown
Milda Vyšniauskaitė Boys
Le sedi
Tradizione e novità nella scelta delle diverse location che ospiteranno le mostre dell’edizione 2023.
Al Bastione delle Maddalene di Vicolo Madonnina12è esposta la sezione principale
Le mostre di Charles H. Traub – Dolce Via Nova – e di Benedetta Sanrocco – CHOCOLATE & DIRTY CLOTHES del Premio Musa nato in collaborazione con l’omonima scuola milanese, saranno esposti presso Grenze | Galleria d’Arte Contemporanea, in collaborazione con Isolo17, in via XX Settembre.
In Fonderia Fonderia 20.9 ci sarà ASPETTATIVE TRADITE di Chiara Bandino, Gloria Pasotti, Nicolò Lucchi, Arielle Bonne Année
Il Lazzaretto di Verona ospita la sezione OFF mentre Lo Spazio Veronetta propone W O W uàu progetto di Jessica Noy Laufer, Chiara Fogliatti e Ginevra Gadioli
Quattro le nuove sedi:
Le Serre Comunali si aprono al pubblico proponendo tra limoni e sempreverdi due progetti: Ottantuno di Isacco Emiliani e Capre o Pecore di Kevin Horan
Il Teatro Nuovo in occasione della rassegna Theatre Art Verona, espone Teatro e fotografia una antologica di Enrico Fedrigoli
Porta Vescovo che accoglierà lo spazio dedicato al libro di fotografia e alcuni incontri con gli autori.
Infine, inaugurato in maggio Il Meccanico, nuovo spazio espositivo del Festival in Via San Vitale 2b, espone in settembre una scelta dalla collezione dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, il progetto di Petros Efstathiadis ESCAPE PODS e in ottobre, in collaborazione con Art Verona: Laure Winants con Albedo, Isacco Emiliani e la sua ultima ricognizione artica Climate Change e Elodie Cavallaro con Mère
Eventi
BOOK CORNERCONFERENCE
Per tutta la durata del festival la programmazione si allarga con eventi, conferenze, workshop e laboratori.
Presso Porta Vescovo dal 7 al 17 settembre sarà allestito un Book Corner con prodotti editoriali curati e scelti da: Limond, Magazzini Fotografici, Lazy Dog Press e Yogurt Magazine – Paper Room, che poi verrà collocato presso Il Meccanico fino alla fine di ottobre.
8 settembre
Porta Vescovo alle ore 17
Presentazione libro: A MIA MADRE di Yvonne De Rosa Roberto Nicolucci Editore. Testo di Simone Maria Azzoni Progetto Grafico di Luigi Cecconi di Yogurt Agency
Galleria d’Arte Contemporanea alle ore 18.30 Talk con Erik Kessels e Yvonne De Rosa
9 settembre
Aula Magna Santa Marta – Silos ore 10 Talk conclusivo di Tank2 Sviluppare l’immaginario
Lo stupore del trauma Con Riccardo Panattoni e Federico Leoni dell’Università di Verona – Dipartimento Scienze Umane; Padre Benedetto, Giovanni Cocco, Federica Troisi dell’Associazione Amici di Dečani (Kosovo); Dušan Milić regista; Ettore Napione (UNESCO); Giusi Pasqualini di Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri. Tank è promosso dal Centro Internazionale Scavi Scaligeri – Comune di Verona e Grenze–Arsenali Fotografici in collaborazione con l’Università di Verona–Contemporanea
OPENING e Tour con artisti e curatori dalle 15–22:
ore 15 Il Meccanico
ore 16 Galleria d’Arte Contemporanea
ore 17 Fonderia 20.9
ore 18 Bastione delle Maddalene
Workshop incontri laboratori
Workshop: “Sul Paesaggio” 9 e 10 settembre con Alessandro Mallamaci
Il Festival è sostenuto dal Comune di Verona, dallo IUSVE, dalla Fondazione Zanotto e
Fimauto.
Fondamentale e unica nel panorama la rete di paternariati e collaborazioni che coinvolgono enti e associazioni, istituti e realtà internazionali quali:
Ufficio Unesco e Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri del Comune di Verona
Università di Verona–Contemporanea
Art Verona
Belgrado Photo Month
OFF Bratislava
Magazzini Fotografici (Napoli)
Musa Fotografia
Spazio Via Mazzini 43 (Sassuolo)
PerAspera Festival (Bologna)
Media Partner: ClickMagazine, ArtDoc. Photography Magazine e Heraldo, 3BMeteo