Lewis Baltz, minimalismo in bianco e nero. Da conoscere.

Ciao,

oggi vi presento Lewis Baltz, un fotografo americano, tra i partecipanti alla mostra della New Topographics, organizzata nel 1975 da W.Jenkins a New York. Allo stesso evento parteciparono Stephen Shore, Robert Adams, Henry Wessel, i coniugi Becher, Nixon e altri.

Mi ha colpito da subito per i suoi bianchi e neri rigorosi e le linee pulite e i suoi soggetti in apparenza poco significativi. Cercava la bellezza nel vuoto. Putroppo ci ha lasciato  un paio di anni fa.

Voi che ne pensate?

Ciao

Anna

 

Lewis Baltz (12 Settembre 1945 – 22 Novembre 2014) è stato un artista visuale e fotografo, che divenne una figura importante nel movimento New Topographics della seconda metà degli anni 70. Il suo laovro è stato pubblicato in diversi libri, presentato in numerose mostre ed esibito in Musei quali il Museum of Modern Art, Parigi, il Museum of Contemporary Art, Helsinki, il San Francisco Museum of Modern Art e The Whitney Museum of American Art, New York. Ha scritto per molti giornali e contribuito regolarmente a L’Architecture d’Aujourd’hui.

Nato a Newport Beach, California, Baltz ha conseguito un BFA  (Bachelor of Arts ndt) in Fine Arts al San Francisco Art Institute nel 1969 e ha ottenuto un Master in Fine Arts alla Claremont Graduate School. Ha ricevuto diverse borse di studio e premi, tra cui borse di studio dal National Endowment For the Arts (1973, 1977), dal John Simon Guggenheim Memorial Fellowship (1977), dal US-UK Bicentennial Exchange Fellowship (1980) e dal Charles Brett Memorial Award (1991). Nel 2002 Baltz divenne professore di Fotografia alla European Graduate School di Saas-Fee, Svizzera. Ha vissuto gli utlimi anni tra Parigi e Venezia.

Il suo lavoro si focalizzò nella ricerca della bellezza nella desolazione e distruzione. Le immagini di Baltz descrivono l’architettura del paesaggio umano: uffici, fabbriche e parcheggi. Le sue fotografie sono il riflesso del controllo, del potere e dell’influenza da e sugli esseri umani. Le sue fotografie minimalistiche nella trilogia Ronde de Nuit, Docile Bodies e Politics of Bacteria raffigurano il vuoto. Nel 1974 catturò l’anonimità e le relazioni tra abitazione, insediamento e anonimità nel lavoro The New Industrial Parks near Irvine, California (1974).

Baltz si trasferì in Europa nella seconda metà degli anni 80 e cominciò ad utilizzare grandi stampe a colori. Pubblicò diversi libri delle sue opere, tra cui Geschichten von Verlangen und Macht, con Slavica Perkovic (Scalo, 1986). Altre serie fotografiche, tra cui Sites of Technology (1989–92), raffigurano  gli interni freddi e immacolati delle industrie hi-tech e dei centri di ricerca governativi, principalmente in Francia e Giappone.

I suoi libri e le sue mostre, il suo “lavoro topografico”, come ad esempio The New Industrial Parks, Nevada, San Quentin Point, Candlestick Point (84 fotografie che documentano uno spazio pubblico vicino al Candlestick park, rovinato da detriti naturali e dall’intervento umano), mostrano la crisi della tecnologia e definiscono l’obiettività e il ruolo dell’artista nelle fotografie.

Nel 1995, la storia Deaths in Newport  fu prodotta in forma di libro e CD-ROM. Baltz produsse anche diversi video.
Baltz è morto il 22 novembre 2014, all’età di 69 anni, a seguito di una lunga malattia.

Fonte: libera traduzione da Wikipedia

Lewis Baltz (September 12, 1945 – November 22, 2014) was a visual artist and photographer who became an important figure in the New Topographics movement of the late 1970s. His work has been published in a number of books, presented in numerous exhibitions, and appeared in museums such as the Museum of Modern Art, Paris, Museum of Contemporary Art, Helsinki, San Francisco Museum of Modern Art and The Whitney Museum of American Art, New York. He wrote for many journals, and contributed regularly to L’Architecture d’Aujourd’hui.

Born in Newport Beach, California, Baltz graduated with a BFA in Fine Arts from San Francisco Art Institute in 1969 and held a Master of Fine Arts degree from Claremont Graduate School. He received several scholarships and awards including a scholarship from the National Endowment For the Arts (1973, 1977), the John Simon Guggenheim Memorial Fellowship (1977),US-UK Bicentennial Exchange Fellowship (1980) and Charles Brett Memorial Award (1991). In 2002 Baltz became a Professor for Photography at the European Graduate School in Saas-Fee, Switzerland. He lived his last years between Paris and Venice.

His work is focused on searching for beauty in desolation and destruction. Baltz’s images describe the architecture of the human landscape: offices, factories and parking lots. His pictures are the reflection of control, power, and influenced by and over human beings. His minimalistic photographs in the trilogy Ronde de Nuit, Docile Bodies, and Politics of Bacteria, picture the void of the other. In 1974 he captured the anonymity and the relationships between inhabitation, settlement and anonymity in The New Industrial Parks near Irvine, California (1974).

Baltz moved to Europe in the late 1980s and started to use large colored prints. He published several books of his work including Geschichten von Verlangen und Macht, with Slavica Perkovic (Scalo, 1986). Other photographic series, including Sites of Technology (1989–92), depict the clinical, pristine interiors of hi-tech industries and government research centres, principally in France and Japan.

His books and exhibitions, his “topographic work”, such as The New Industrial Parks, Nevada, San Quentin Point, Candlestick Point (84 photographs documenting a public space near Candlestick Park, ruined by natural detritus and human intervention), expose the crisis of technology and define both objectivity and the role of the artist in photographs.

In 1995, the story Deaths in Newport was produced as a book and CD-ROM. Baltz also produced a number of video works.

Baltz died on November 22, 2014 at the age of 69 following a long illness.

Source: Wikipedia

7 pensieri su “Lewis Baltz, minimalismo in bianco e nero. Da conoscere.

  1. Che spettacolo! E che coraggio fotografare senza quasi mai indulgere a estetismi ma attento esclusivamente al messaggio che sempre giunge forte e chiaro. In qualche caso, come nella seconda parte del gruppo di foto, l’autore mi sembra quasi sbalordito, anzi, stranito, da quanto l’umanità possa guastare l’ambiente che ci circonda. Eppure riesce a tirar fuori una algida bellezza dai suoi scatti per altro verso disperati.


  2. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsL’assenza di spettacolarizzazione e/o sovrastrutture concettualistiche pongono il lavoro di questo fotografo nel vederlo tra i grandi della fotografia. La poetica estetica, semplice e ridotta a pochi elementi pongono sempre domande sul significato della fotografia. Ritengo, personalmente, che rimanere semplici in fotografia non è cosa semplice. Comunque, grazie per la segnalazione di questo fotografo che non conoscevo per ignoranza. Un opportunità sempre valida che rende sempre più vera la fotografia stessa. Quindi faccio i complimenti all’autore e chi lo valorizza.
    Cordialità.
    Antonello DI GENNARO | professional photographer

  3. Pingback: Intervista a Marina Ballo Charmet. Tra passione e fotografia - ilSole24ORE

  4. Pingback: Marina Ballo Charmet: bisogna fare i conti con gli scarti degli sguardi - ilSole24ORE

Dicci cosa ne pensi...