Ciao,
oggi vi presentiamo una fotografa newyorkese, che è stata lungamente ignorata e sottovalutata per gran parte della sua carriera.
New York è il suo soggetto preferito, si focalizza su ciò che accade per strada, con un’attenzione particolare a chi vive per strada, mettendo in evidenza le contraddizioni e le ambiguità della metropoli.
Purtroppo nel 2019 è mancata.
Se non la conoscevate, fateci avere la vostra opinione.
Anna
Crowds watch skaters on the ice rink at the Rockefeller Center, New York City, 1972. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) 7664-6/ 6A 82-year-old Phyllis Bodyn feeds her two flocks of pigeons on Riverside Drive, Upper West Side, New York City, 1986. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) 8320/ 16A A couple lean against a shop shutter in Midtown Manhattan, New York City, 1979. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Shorty the clown, of the Clyde Beatty-Cole Bros. Circus, 1971. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Two elephants in the Clyde Beatty-Cole Bros. Circus show, USA, 1971. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Two residents of Resurrection City, a three thousand person tent city on the Washington Mall set up as part of the Poor People’s Campaign protest, Washington DC, May 1968. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Residents from New York City set up camp at Resurrection City, a three thousand person tent city on the Washington Mall set up as part of the Poor People’s Campaign protest, Washington DC, May 1968. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Brenda, a young resident of Resurrection City, a three thousand person tent city on the Washington Mall set up as part of the Poor People’s Campaign protest, Washington DC, May 1968. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Fishermen wait at the shore in their boats, Ireland, circa 1974. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A farmer takes his sheep to fair day in Drumkeerin, County Leitrim, Ireland, 1973. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) John Doherty plays the violin in his rented room above a pub, Donegal, County Donegal, Ireland, circa 1974. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A man enjoys a pint of Guinness in a bar in Drumkeeran, County Leitrim, Ireland, circa 1974. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Four friends pose for a picture in Listowel, County Kerry, Ireland, circa 1974. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A dog crouches down to defecate into a drain, Greenwich Village, New York, 1986. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) An accordion player with a canine accompanist on the Dingle Peninsula, County Kerry, Ireland, 1988. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A dog sits on the pavement while a man writes a slogan about economic reform in chalk on the road, University Place, Greenwich Village, New York, 1978. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A Doberman Pinscher leaps toward the camera in Greenwich Village, New York, 1984. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Two firefighter’s from the FDNY embrace after a ‘five-alarm fire’, New York City, 1976. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) A firefighter carries a rescued cat wrapped in a sheet, New York City, 1973. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Children play with a leaking fire hose in the South Bronx, New York City, 1976. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) NYPD Police officers stop and search a car in Midtown Manhattan, New York City, 1979. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Officers of the NYPD 9th Precinct recover stolen goods in Alphabet City, New York City, 1978. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) ‘Rocky’, an officer of the NYPD 9th Precinct on the Lower East Side, New York City, 1978. (Photo by Jill Freedman/Getty Images) Officers of the NYPD 9th Precinct cast an amused glance at an eccentric passer-by on 2nd Avenue, East Village, New York City, 1978. (Photo by Jill Freedman/Getty Images)
©Jill Friedman
Jill Freedman era ebrea e nacque nel quartiere di Squirrel Hill a Pittsburgh nel 1939 da un venditore ambulante e da un’infermiera.
A sette anni trova in soffitta dei vecchi numeri della rivista Life: non ha mai visto nulla del genere, è sconvolta ed emozionata, ma i genitori bruciano tutte le copie per non turbarla.
Tuttavia questo gesto non serve a molto perché la bambina non dimentica.
Nel 1961, Freedman si è laureata in sociologia presso l’Università di Pittsburgh. Ha riscoperto la fotografia solo casualmente, sperimentando con la fotocamera di un amico.
Dopo il college, la Freedman è andata in Israele, dove ha lavorato in un kibbutz. Ha finito i soldi e ha cantato per guadagnarsi da vivere; ha continuato a cantare a Parigi e in un varietà televisivo a Londra.
La Freedman è arrivata a New York City nel 1964, ha lavorato nella pubblicità e come copywriter. Come fotografa, è stata autodidatta, influenzata da André Kertész, idolatrando W. Eugene Smith, ma aiutata principalmente dal suo barboncino Fang: “Quando camminavo per strada con Fang vedevo tutto, sentivo tutto. Aveva un grande istinto. Mi ha insegnato a guardare, perché non si perdeva mai nulla”.
Dopo aver saputo dell’assassinio di Martin Luther King, la Freedman lasciò il suo lavoro e andò a Washington, DC. Ha vissuto a Resurrection City, una baraccopoli gestita dalla Poor People’s Campaign nel Washington Mall nel 1968, e lì ha fotografato. Le fotografie della serie furono pubblicate all’epoca su Life e raccolte nel suo primo libro, Old News: Resurrection City.
La Freedman ha poi vissuto in una Volkswagen kombi, seguendo il Clyde Beatty-Cole Brothers Circus. Per due mesi, ha fotografato “due spettacoli al giorno e uno ogni domenica. Sette settimane di una notte” e si è spostata attraverso New York, Massachusetts, New Jersey, Rhode Island, New Hampshire, Vermont, Pennsylvania e Ohio. Il suo intento era di fotografare gli artisti come persone.
Il lavoro è stato pubblicato come libro, Circus Days, nel 1975.
La Freedman ha fotografato l’allora squallida area della 42nd Street e la scena artistica di Studio 54 e SoHo.
Nel 1975, la Freedman iniziò a fotografare i vigili del fuoco ad Harlem e nel Bronx. Ci sono voluti due anni; viveva con i vigili del fuoco, dormiva nell’auto del capo e sul pavimento. Ne risultò un libro, Firehouse, pubblicato nel 1977 – secondo una recensione un libro “imperfetto … da riproduzione scadente e layout inetto”.
Alcuni dei vigili del fuoco erano stati precedentemente poliziotti e suggerirono che la Freedman potesse fotografare il lavoro della polizia. Lei non amava la polizia, ma pensava che tra loro dovevano esserci buoni poliziotti. Per la sua serie Street Cops (1978-1981), ha accompagnato la polizia in una zona di New York City tra cui Alphabet City e Times Square, trascorrendo del tempo con quelli che sembravano buoni poliziotti. Il lavoro ha portato al libro Street Cops.
Negli anni Settanta, la Freedman è stata brevemente associata a Magnum Photos, ma non ne è diventata membro. Voleva raccontare storie tramite la fotografia, ma voleva anche evitare i compromessi richiesti per ottenere commissioni; e quindi ha preferito rimanere indipendente. Aveva difficoltà a guadagnarsi da vivere, ma vendeva stampe in uno stand allestito fuori dall’edificio del Whitney Museum. Nel 1983, il critico del New York Times Andy Grunberg ha riconosciuto la sua fotografia di strada in bianco e nero a New York, assimilandola con Lee Friedlander, Fred R. Conrad, Bruce Davidson, Roy DeCarava, Bill Cunningham, Sara Krulwich e Rudy Burckhardt.
Nel 1988, Freedman ha scoperto di essere malata. Le spese mediche significavano che doveva lasciare il suo appartamento sopra la Sullivan Street Playhouse; nel 1991 si è trasferita a Miami Beach; lì era insoddisfatta ma riusciva leggere molto. A volte ha lavorato per il Miami Herald. È anche riuscita a pubblicare un fotolibro di cani che è stato elogiato per “[sfidare] le immagini cliché” della fotografia di cani. Ha anche pubblicato il secondo di due libri fotografici d’Irlanda, uno che secondo Publishers Weekly “cattura con amore gli aspetti duraturi della tradizione irlandese”.
Intorno al 2003, la Freedman è tornata a New York. Era scioccata e rattristata dalla ripulitura della città durante la sua assenza: “Quando ho visto che avevano trasformato la 42esima Strada in Disneyland, … sono rimasta lì e ho pianto”.
Durante la prima parte della sua carriera, Freedman è stata affascinata dal processo della stampa fotografica. Scattava Kodak Tri-X e amava usare un obiettivo da 35 mm e luce disponibile, e stampare su carta Agfa Portriga Rapid. Alla fine del 2016, non aveva né una camera oscura né ne sntiva la mancanza. Ha sottolineato che la fotocamera, sia essa cinematografica o digitale, è solo uno strumento. Quando le è stato chiesto in un’altra occasione, ha citato Elliott Erwitt per non essere noioso e per aver tentato di fare un lavoro eccellente; le questioni tecniche e persino i posteri non dovrebbero essere una preoccupazione
Freedman è stata uno dei 13 fotografi ripresi a fotografare New York in Everybody Street, un film del 2013 di Cheryl Dunn. Insieme a Richard Kalvar, Alex Webb, Rebecca Norris Webb, Maggie Steber e Matt Stuart, è stata ospite del Miami Street Photography Festival 2016 allo HistoryMiami Museum durante la settimana di Art Basel.
Il 9 ottobre 2019, la Freedman è morta in una struttura di cura a Manhattan.
Fonte: libera traduzione da Wikipedia
Questo è il sito dove trovate tutti i suoi lavori, e qua trovate un articolo apparso sul NYT in occasione della sua morte.
Tutte le immagini sono coperte da copyright ©Jill Friedman
Sono capitato per caso sul vostro siyo.Vedere le foto di questa fotografa a me sconosciuta mi ha molto colpito .Mi hanno fatto precipitare in un mondo cosi’ diverso da quello fotografico attuale che vediamo su instagram o su altri siti fotografici ( 500 px ad esempio ) .Le foto della Freedman mi hanno suscitato delle emozioni e curiosita’ ( che fine avra fatto il bevitore felice o che futuro avranno avuto quei quattro bambini fotograti abbracciati.).Le foto che velocemente osserviamo su instagramm e soci non mi hanno mai provocato simili reazioni.
Grazie .
Maurizio
Buongiorno, ma che belle parole, grazie mille per aver condivisoe sue impressioni! Buona giornata
Sara Munari
Molto interessante, immagini che riescono a documentare un periodo storico in modo suggestivo e affascinante. Una street nel vero senso della parola e una grande fotografa che ha saputo cogliere il drammatico e il divertente in immagini veramente uniche. Complimenti per l’articolo e grazie per avermela fatta conoscere.
Grazie a te che ci segui! Buonanotte
Molto interessante, immagini che riescono a documentare un periodo storico in modo suggestivo e affascinante. Una street nel vero senso della parola e una grande fotografa che ha saputo cogliere il drammatico e il divertente in immagini veramente uniche. Complimenti per l’articolo e grazie per avermela fatta conoscere.