Peter Lindbergh è un autore riconosciuto in tutto il mondo e ha segnato la storia della moda e della fotografia.
Negli anni Ottanta contribuisce a “costruire” il fenomeno delle top model scattando alcuni dei ritratti più forti della propria carriera con soggetti come: Nadja Auermann, tra le più amate delle sue muse, Naomi Campbell e Kate Moss, Julianne Moore e Meghan Markle.
Peter Lindbergh ha lavorato per le più importanti riviste di moda e per riviste di caratura internazionale, Nel corso degli anni i suoi lavori sono apparsi su prestigiosi magazine come Vogue, Harper’s Bazaar, New Yorker, Vanity Fair, W Magazine, Allure, Rolling Stone.
Assistente del fotografo tedesco Hans Lux, ha subito successo per il suo linguaggio e la sua interpretazione della moda distanti dalle tendenze dell’epoca.
Del suo lavoro e di sé dice: “Quando si crea qualcosa: un dipinto, un poema, una fotografia, la creatività viene da un’idea, da una sensazione, da un’emozione o dalla combinazione di idee, sensazioni ed emozioni che, in un qualche modo, ‘rinascono’ dalle nostre esperienze e prospettive. La creatività è il desiderio di esprimersi”.
Lindbergh è legato all’espressionismo tedesco del cinema e delle arti figurative e tenta quindi di parlare del mondo contemporaneo mostrandone incertezze e angosce.
La copertina di Vogue di gennaio 1990 è una delle più celebri e vi sono ritratte in bianco e nero, tutte le top model più famose di quel periodo, Cindy Crawford, Naomi Campbell, Tatjana Patitz, Christy Turlington e Linda Evangelista.

Il suo stile si riconosce per il realismo e per una veridicità simile al reportage.
Come abbiamo detto, il suo lavoro è ispirato al cinema tedesco della sua infanzia e ai paesaggi industriali di Duisburg, dov’è nato.
Sicuramente è valutato come uno dei fotografi di moda più influenti del XXI secolo.
Uno dei calendari Pirelli più celebrati è quello scattato da lui nel 2017.
Qui la sua storia completa, pubblicata dalla sua fondazione
Qui alcuni dei suoi ritratti più interessanti
Ciao
Sara
