Erwin Olaf, sensibilità, umorismo e narrativa surreale

Nato nel 1959 a Hilversum (Paesi Bassi), Erwin Olaf è un vero genio della moderna fotografia di ritratto: mischia il reportage con la foto realizzata in studio e il ritratto posato.

E’ un artista interdisciplinare perché lavora anche nel campo del video e dell’installazione.

Vive e lavora ad Amsterdam, dagli inizi degli anni 80, in uno studio fotografico ricavato da una vecchia chiesa sconsacrata.

Dopo aver studiato alla Utrecht School for Journalism, è emerso sulla scena artistica internazionale quando la sua serie Chessmen ha vinto il premio Young European Photographer of the Year nel 1988.

I suoi lavori affrontano questioni come il sesso, il desiderio, la bellezza, la violenza e la libertà e rivelano l’attrito di una realtà imperfetta nascosta sotto una facciata perfettamente curata.

©Erwin Olaf Keyhole 2011-2013

La scena preferita da Erwin Olaf è la dimensione privata: l’interno delle case, gli sguardi e le atmosfere spesso ispirate ai film anni Cinquanta, in cui fa muovere i protagonisti delle sue creazioni ( stage photography ).

Con sensibilità, umorismo e distanza brechtiana, Olaf ci attira nella sua narrativa surreale e filmica, pur mantenendo la distanza dell’osservatore critico. “È bello rinchiudere le persone in un mondo molto formale in cui tutto è quasi perfetto e poi rompere qualcosa. Poi hai il tuo dramma”, dice l’artista.

Nelle sue fotografie si passa dalla pornografia alla moda, attraverso la storia dell’arte, dalla controcultura al pop, per giungere a film di artisti come David Lynch e Brian De Palma.

I suoi lavori sono in realtà radiografie destabilizzanti dell’immaginario mediatico contemporaneo. Nonostante la diversità e frammentarietà di contenuti, è riconoscibile uno stile unico, che fa da filo conduttore, caratterizzato dalla provocazione, dalla fantasía, l’erotismo, la satira e l’umorismo.

Al fotografo olandese sono state dedicate importanti mostre personali allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Groninger Museum in Olanda, al Frankfurter Kunsteverein e al Ludwig Museum in Germania, al Paris Photo, alla Flatland Gallery di Utrecht, alla Wessel O’Connor di New York e all’Espacio Minimo di Madrid.

Un approccio audace e talvolta controverso ha fatto guadagnare all’artista una serie di prestigiose collaborazioni, da Vogue e Louis Vuitton, allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Ha lavorato come ritrattista ufficiale per la famiglia reale olandese nel 2017 e nel 2013 ha vinto l’incarico di ridisegnare le monete in euro olandesi, in circolazione dal 2014.

©Erwin Olaf – Rain

È stato premiato come Fotografo dell’anno agli International Color Awards 2006 e come Artista olandese dell’anno 2007 dalla rivista Kunstbeeld, oltre ad aver vinto il prestigioso Premio Johannes Vermeer dei Paesi Bassi. Ulteriori riconoscimenti internazionali includono il Leone d’argento al Festival dei leoni di Cannes per la pubblicità e un Lucie Award dagli Stati Uniti per l’intera sua opera.

SITOGRAFIA:

https://www.erwinolaf.com/biography

https://fotografiaartistica.it/erwin-olaf-il-desiderio-di-disinibizione/

Il post ha solo scopo didattico e divulgativo, le immagini sono di proprietà dell’autore e non verranno usate per scopi commerciali.

Articolo di Rossella Mele

Gildardo Gallo, la moda interpretata

Buongiorno a tutti, oggi vi presento questo autore, che vive e lavora in Italia da molto tempo.

Il suo lavoro mi è sembrato molto interessante. Vi allego anche il sito nel caso vi possa interessare GILDARDO GALLO.

Gildardo di occupa di fotografia di moda ha lavorato per marchi come Armani, Ferragamo, Patrizia Pepe, Ilaria Nistri, Masnada, e pubblicato su Marie Claire, Harper’s Bazaar, Vogue, Vanity Fair, Kult, New on the Catwalk, Moda etc.,

Applica alla fotografia di moda una visione molto personale. Spero vi piaccia! Buona giornata

Sara

STREGHE E INCANTESIMI

Streghe

La cosiddetta «caccia alle streghe», è una delle pagine più buie della storia europea tra il quindicesimo e il diciottesimo secolo.

È impossibile calcolare con esattezza quante furono le sue vittime.

Gli studi accademici più rigorosi, stimano che i processi per stregoneria siano stati almeno novantamila e quarantacinquemila i condannati a morte, di cui otto su dieci erano donne.

L’accusa più diffusa era quella di praticare, oltre alla magia nera, svariate attività sataniche e soprattutto quella di aver stretto un patto col diavolo che conferiva loro il potere di eseguire malefici.

Del resto le quotidiane cronache di violenza sulle donne narrano che, nonostante gli innegabili progressi compiuti sul terreno della parità dei diritti di genere, l’altra metà del cielo viene ancora perseguitata non appena prova a scavalcare i confini della tradizionale triade famiglia, maternità, coppia.

Nel progetto “Streghe e incantesimi” ho voluto rendere omaggio alle donne vissute in periodi di pieno oscurantismo: per questo lavoro mi sono ispirato a figure femminili riprese da dipinti famosi, traendo ispirazione per le luci da pitture dal XV al XVII secolo; a questa serie di 10 ritratti ho affiancato 10 fotografie di fiori , dall’intrigante titolo “Incantesimi”.

Incantesimi

Da queste sofisticate  immagini di fiori sprigiona tutta la magia che solo la figura femminile può trasmettere: l’ imprevedibilità, il movimento, il colore, la gioia, la libertà ma sopratutto la vita!

Realizzate con fiori posti sott’acqua e mescolati con inchiostri colorati sprigionano sensazioni di fluidità e vivacità, contribuendo  a bilanciare la sobrietà ed l’oscurantismo dei ritratti delle streghe.

Ogni strega ha un suo incantesimo abbinato cromaticamente, ma la loro lettura può anche essere indipendente.

EROI INVISIBILI

 Viviamo in un periodo di frenesia, dove i valori umani non solo stanno cambiando ma tanti ne sono stati addirittura dimenticati, a causa soprattutto dei ritmi troppo veloci a cui è sottoposta  la nostra vita che ci richiede compromessi talvolta inimmaginabili.

Gli eroi invisibili siamo tutti noi, gente che porta con sé i dolori di una lotta quotidiana contro tutto un sistema che stravolge  la nostra percezione della realtà: la serie “Eroi Invisibili” ritrae soggetti rigorosamente ad occhi chiusi, mettendo in evidenza quel momento di interiorizzazione necessario per scoprire davvero quali sono i nostri veri bisogni, lasciando da parte il materialismo come ‘dio contemporaneo’ e riportando la coscienza alla nostra  essenza di essere umani.

“Eroi Invisibili, sono uomini e donne che non possiedono niente di superomistico, hanno solo bisogno di modelli esteriori per ammirarsi ad occhi chiusi.

La levigatezza della fotografia di Gildardo Gallo parla soprattutto di questo: della volontà di affermazione che si situa alla base di tutte le nevrosi irrisolte. Gildardo è capace di una regia sapiente, che non lascia niente all’improvvisazione e tuttavia non pecca del tedio dell’accademismo: il fuoco è concentrato sui profili taglienti dei volti.

I fondali neutri e le ambientazioni consapevolmente filmiche (da ‘apocalypse now’ a’blade runner’), dichiarano la propria accessorialità nel momento stesso in cui emergono sotto la luce dei riflettori. L’umanità che si presta ad invisibili eroismi è, alla fine, davvero sola sulla faccia della terra.” (Pietro Gaglianò).

Biografia

Sono nato nel Messico nel 1970, mi sono formato professionalmente come disegnatore grafico, in seguito ho conosciuto la fotografia e devo dire che è stato amore al primo “Click”. Agli inizi degli anni ‘90 mi sono trasferito a Città del Messico per studiare fotografia alla scuola Activa de Fotografia, una scuola orientata verso la fotografia creativa e documentaristica più che commerciale.

Nel tempo e dopo aver esperimentato diversi generi fotografici, ho capito che il mio vero interesse era la fotografia onirica e che altro potevo fare, sono un sognatore!!

Sono venuto in Italia alla fine degli anni 90 e Nel 2003 ho fondato  ZONA-X, Spazio dedicato allo sviluppo creativo della immagine. 

Sempre attento al comportamento umano ed al suo aspetto psicologico, fin dall’inizio del mio percorso nel campo della fotografia, mi sono interessato alla ritrattistica curioso di osservare come le persone si comportino davanti  all’obbiettivo (o meglio, come ci comportiamo quando siamo osservati). affascinato della psicología del essere umano, delle sue psicosi e sopratutto della grande forza che l’uomo ha per superare i drami della vita, nei suoi progetti ne parla con un linguagio che unisci spesso le psicosis al senso estetico traendo cosi un modo rafinato per parlare di temi di una gran profondita e non semplici d’abordare.

Avrei anche la pretesa di raccontarmi e di riconoscermi attraverso il mio lavoro,  costruendo scene che rappresentino in qualche modo  alcuni momenti di storia vissuta: i miei progetti onirici parlano sempre dell’uomo, delle sue paure, dei suoi dolori e soprattutto dei suoi conflitti interiori.

per visitare il sito dell’autore vai qui

Tutte le immagini sono di GILDARDO GALLO, non riproducibili o vendibili.

Storia di una fotografia. Dovima con gli elefanti di Richard Avedon

Dovima with Elephants, 1955. © 2016 The Richard Avedon Foundation

Buongiorno, oggi vi propongo questa immagine! Buona lettura, Sara

Dovima con gli elefanti è una famigerata fotografia di moda scattata a Parigi nell’agosto del 1955 da Richard Avedon.

Perché collocare una modella che indossa un abito Dior tra una coppia di elefanti da? Il contrasto è sorprendente e suggerisce qualcosa che rimanda a “La bella e la bestia”.

La modella risponde a tutti i canoni di giovinezza ed eleganza, la fotografia risulta davvero molto raffinata .

Scattata nell’agosto del 1955 a Parigi è servita a mostrare quella che allora era l’ultima collezione di Christian Dior.

 Avedon sceglie una delle modelle più pagate di Vogue, Dovima – (nata Dorothy Virginia Margaret Juba, il nome da modella è dato dalle iniziali dei suoi tre nomi).

L’abito funge da punto focale della foto mentre e si dissolve sullo sfondo ed è stato il ​​primo design per Dior del diciannovenne Yves Saint Laurent.

Le catene intorno ai piedi degli elefanti suggeriscono l’idea di una vita ristretta. Avedon tornerà spesso a questa concetto. La sua serie di ritratti del 1976, per esempio, termina con il progressivo invecchiamento di suo padre fino a quando sembra essere assorbito (il padre) dalla luce che lo circonda.

Allo stesso modo, anche il suo più grande lavoro, The American West (ripreso in cinque anni nei primi anni ’80 e pubblicato nel 1985), è una collezione di ritratti che ben espone tutta  la varietà di danni a cui il corpo umano è soggetto mentre la vita viene vissuta.

Avedon ha lavorato in fotografia in aree diverse, ma rimane più conosciuto per le sue fotografie di moda. Fino a Dovima con Elefanti praticamente tutte le foto di moda erano state realizzate in studio, il suo impatto fu tale, che negli anni seguenti la maggior parte della fotografia di moda fu scattata con una modalità più libera, non legata alla fotografia di studio.

Dovima con gli elefanti è apparsa originariamente in una storia di 14 pagine sulle moda di Parigi, pubblicata nel numero di settembre 1955 di Harper ‘Bazar (dove Avedon è stato fotografo dello staff dal 1946 al 1965).

Dovima raggiunse lo stato di supermodella, prima ancora che il termine divenisse di uso comune, in quanto considerata la modella più pagata dell’epoca. Nel 1957 fece anche un cameo nel film Cenerentola a Parigi prodotto dalla Paramount.

Morì per un epatocarcinoma il 3 maggio 1990 all’età di sessantadue anni. Dopo la sua morte, Richard Avedon disse “Dovima era una delle ultime grandi, eleganti ed aristocratiche bellezze… la bellezza più notevole e non convenzionale del suo tempo.”

Peter Lindbergh, documentario sul suo lavoro.


Peter Lindbergh è un autore riconosciuto in tutto il mondo e ha segnato la storia della moda e della fotografia.
Negli anni Ottanta contribuisce a “costruire” il fenomeno delle top model scattando alcuni dei ritratti più forti della propria carriera con soggetti come: Nadja Auermann, tra le più amate delle sue muse, Naomi Campbell e Kate Moss, Julianne Moore e Meghan Markle.
Peter Lindbergh ha lavorato per le più importanti riviste di moda e per riviste di caratura internazionale, Nel corso degli anni i suoi lavori sono apparsi su prestigiosi magazine come Vogue, Harper’s Bazaar, New Yorker, Vanity Fair, W Magazine, Allure, Rolling Stone.
Assistente del fotografo tedesco Hans Lux, ha subito successo per il suo linguaggio e la sua interpretazione della moda distanti dalle tendenze dell’epoca.
Del suo lavoro e di sé dice: “Quando si crea qualcosa: un dipinto, un poema, una fotografia, la creatività viene da un’idea, da una sensazione, da un’emozione o dalla combinazione di idee, sensazioni ed emozioni che, in un qualche modo, ‘rinascono’ dalle nostre esperienze e prospettive. La creatività è il desiderio di esprimersi”.
Lindbergh è legato all’espressionismo tedesco del cinema e delle arti figurative e tenta quindi di parlare del mondo contemporaneo mostrandone incertezze e angosce.
La copertina di Vogue di gennaio 1990 è una delle più celebri e vi sono ritratte in bianco e nero, tutte le top model più famose di quel periodo, Cindy Crawford, Naomi Campbell, Tatjana Patitz, Christy Turlington e Linda Evangelista.

La copertina di Vogue di gennaio 1990 (Fonte Instagram @britishvogue)

Il suo stile si riconosce per il realismo e per una veridicità simile al reportage.

Come abbiamo detto, il suo lavoro è ispirato al cinema tedesco della sua infanzia e ai paesaggi industriali di Duisburg, dov’è nato.

Sicuramente è valutato come uno dei fotografi di moda più influenti del XXI secolo.

Uno  dei calendari Pirelli più celebrati è quello scattato da lui nel 2017.

Qui la sua storia completa, pubblicata dalla sua fondazione

Qui alcuni dei suoi ritratti più interessanti

Ciao

Sara

Sabisha Friedberg & Jessica Stam for Vogue Italy, Paris, France. Fotografia di Peter Lindbergh

Mario Testino, tutto su di lui!

Il fotografo peruviano Mario Testino è noto in tutto il mondo per i suoi ritratti di alcuni personaggi famosi: dalla famiglia reale a Kate Moss, Naomi Campbell e Madonna. Dopo aver realizzato campagne per Burberry, Gucci, Dolce & Gabbana e Versace, è sempre più richiesto. La redattrice del British Vogue, Alexandra Shulman ha affermato, Portraits, che il lavoro di Testino ti fa sembrare molto meglio di quanto tu possa immaginare, anche nei tuoi sogni più sfrenati!”.

Testino è nato nel 1954 a Lima, in Perù.
Si trasferisce a Londra nel 1976 per iniziare la sua carriera nella fotografia. Vive in un appartamento dentro un ospedale abbandonato vicino a Trafalgar Square e si guadagna da vivere scattando su giovani modelle (per £ 25, compresi trucco e parrucco).
Il suo lavoro è apparso per la prima volta su Vogue nel 1983 e
da allora ha ottenuto innumerevoli copertine per la rivista sulle testate di tutto il mondo.
Nel 1997, Testino viene incaricato di fotografare la principessa Diana
per la sua famosa copertina di Vanity Fair. Questo non solo ha lanciato la sua carriera a livello internazionale, ma ha anche fatto iniziare
una relazione di lunga durata tra lui e la famiglia reale.
Nel 2002, la National Portrait Gallery ha ospitato la sua mostra Ritratti per i quali ha battuto il record in termini di frequenze.
A un ballo di beneficenza nel 2008, una sessione fotografica con il fotografo è stata messa all’asta per £ 1,26 milioni.
Nel 2010 gli è stato conferito il “Gran Onore al merito della Croce in Perù” il riconoscimento più alto, nel suo paese natale.
Ha scattato le fotografie ufficiali del fidanzamento di William e Kate Middleton.
Nel 2011, ha fotografato il matrimonio di Kate Moss con Jamie Hince.
Più tardi durante lo stesso anno, ha ricevuto l’ Honorary Fellowship of the Royal Photographic Society, a Londra durante la Settimana della moda.
È ambasciatore di Save the Children e, a luglio 2012, ha lanciato un’organizzazione culturale senza fini di lucro a Lima, Perù, per promuovere e mettere in mostra il lavoro di artisti peruviani.
Nel 2013, ha fotografato Cara Delevingne per la campagna di Body Tender di Burberry.

Tutte le fotografie sono di Mario Testino, riprodotte qui a scopo divulgativo.

Qui le accuse per molestie sessuali: https://www.repubblica.it/esteri/2018/01/14/news/molestie_testino_vogue-186474374/

Ciao Sara

Sai chi è il fotografo più ricco del mondo?

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Terry Richardson, 52 Anni, di New York, è purtroppo, il fotografo più pagato al mondo.

Fotografo di moda e non solo. Terry Richardson ha fotografato tutti, da Barack Obama (nel 2012) a Rihanna, la sua carriera inizia negli anni ’90. Viene riconosciuto soprattutto per il suo stile provocatorio. Campagne pubblicitarie censurate per i contenuti a sfondo sessuale e per la violenza delle immagini. Accuse da parte di modelle secondo le quali il fotografo avrebbe abusato della sua posizione per approfittarsi delle giovani donne.

Una bella personcina.

La sua fotografia mi stanca, sembra trasgressiva, sembra provocatoria, sembra tutto…

Boh, rimane il fatto che, in un anno, tra il 2016 ed il 2017, ha guadagnato 75 milioni di dollari, chiaramente, non solo con la fotografia.

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Grazie a questa, però e a suo padre (Bob Richardson, bravo fotografo di moda) il ragazzaccio americano ha un patrimonio personale netto di 215 Milioni di dollari.

Chissà se è felice!

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La sua fortuna finanziaria è cresciuta anche grazie investimenti azionari e partecipazioni immobiliari.

Non contento possiede diversi ristoranti a Washington, una squadra di calcio, un suo marchio di vodka, Un profumo, una linea di abbigliamento “Seduction” (come altrimenti?)

Ha preso immagini dei personaggi più famosi :

Madonna, Kate Moss, Sharon Stone, Leonardo DiCaprio, Macaulay Culkin, Tom Ford, Eva Riccobono, Mickey Rourke, P!nk, Amy Winehouse, Marc Jacobs, Lil’ Kim, Nicolas Cage, Catherine Deneuve, Lenny Kravitz, Jessica Alba, Jared Leto, Lana Del Rey, Lady Gaga, Britney Spears, Miley Cyrus e Rihanna.

Che simpaticone!

Ciao

Sara

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