Buongiorno, ecco come si incornicia per benino una fotografia! Per gallerie e mostre di ogni tipo.
Quello che vi mostro è frutto della mie esperienza, non esistono regole ferree.
Non starò a dire che la fotografia va stampata professionalmente, con pigmenti adatti o, se lavorare in camera oscura, seguendo bene tutti i passaggi che renderanno l’immagine duratura nel tempo.
Passe-partout ‹pas partù›, non è una chiave che apre tutte le porte, non solo, bensì un foglio di cartone, o altro, tagliato in modo da costituire un margine più o meno ampio fra una stampa e la cornice. Il passepartout dovrebbe essere di cartoncino acid free con taglio 45° . I passepartout hanno colori differenti e possono essere di colore bianco naturale, crema o nero, grigio in base al soggetto delle foto. La foto viene fissata poi al passepartout tramite degli adesivi appositi, anch’essi acid free, come scotch di carta (ne esiste in commercio una tipologia apposita che evita ingiallimento e intaccamento della fotografia).

Il passpartout può anche essere richiudibile per bloccare ancora meglio le immagini, questo si usa per le letture portfolio e per la presentazione di immagini non incorniciate.

La fotografia dovrebbe risultare così, a questo punto.
La parte dove incollare la fotografia può essere a filo con il bordo del passpatorut, come nel caso sotto, oppure si può lasciare un bordo/cornice bianco, dipende dal lavoro che stiamo proponendo.
Quindi:
1) Mettete la foto sul tavolo, guardando il soggetto
2) Incorniciate stando attenti ai profili la fotografia
3) Posizionare due pezzettini di scotch di carta per bloccare l’immagine nella posizione desiderata
4) Stando attenti che la foto non si muova, giratela sul retro
5) Posizionare lo scotch di carta sul profilo dell’immagine stando attenti a tendere bene tutto, per non avere ondulature.

Prima fase terminata. Se le immagini vi servono per una letturea portfolio o per la conservazione personale, riponetele in una scatola, possibilmente anch’essa acid-free.

Elenco materiale necessario
1) Passepartout
2) Scotch di carta acid free
3) Scatola da archiviazione acid-free
Se invece la fotografia va in mostra, dovrete farvi fare o acquistare cornici adatte alle vostre immagini. Personalmente mi fanno schifo le cornici e cerco sempre soluzioni diverse (le trovo con difficoltà) . Ricordate comunque che la cornice diventa parte della fotografia, racconta parte della storia, attenzione nella scelta che operate!

Una volta bloccata bene l’immagine col passepartout, tra vetro (se c’è e pulito in precedenza accuratamente) e piano di compensato leggero o cartone pesante, abbassate con cautela le linguette in metallo che reggeranno la fotografia (se lo fate 200 volte vi rimangono in mano le linguette, non dite che non ve lo avevo detto!)
Ora, io aggiungo una copertura ulteriore alla cornice, sul retro, per evitare che sporco e polvere arrivino sulla fotografia. Un foglio di carta di alta grammatura che incollo con biadesivo, acid free, al perimetro della cornice.


Certificato di autenticità della fotografia
Per tutelare la paternità della tua fotografia non basta firmare sul retro l’immagine.
Dare garanzia al collezionista che sta acquistando una tua opera, è fondamentale.
La Dichiarazione di Autenticità Fotografica
L’autenticità di un’opera è certificata dall’autore mediante il rilascio di una dichiarazione certificato in forma cartacea, consegnata direttamente o affissa sul retro dell’immagine direttamente. Questa dichiarazione è regolamentata dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (in Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004) che dice:
Art. 64 – Attestati di autenticità e di provenienza:
Chiunque esercita l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica … ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza; ovvero, in mancanza, di rilasciare … una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell’opera o dell’oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi.
Un documento completo e dettagliato va redatto così:
AUTORE E TITOLO DELL’OPERA
TIPO DI SUPPORTO
DIMENSIONE (base e altezza in centimetri)
TECNICA E MATERIALI DI STAMPA (con indicazione di carta e inchiostri)
DATA E LUOGO DI REALIZZAZIONE
TIRATURA. Questo è un punto importante soprattutto se l’opera non è unica e riprodotta in più copie. Indicate che la foto è la numero X di tot copie che abbiamo intenzione di stampare.
PRESENTAZIONE DELL’OPERA. (Io non la metto mai!)
TIMBRO GALLERIA
FIRMA AUTORE E GALLERISTA

In qualche caso, il numero degli esemplari prodotti può essere seguito da P.A., Prova d’Artista o Prova d’Autore. La Prova d’Artista è, in genere, una (o più) copia stampata della fotografia che non rientra nel conteggio della tiratura, ma rimane all’autore, senza che possa essere venduta.
Siete pronti per le gallerie, buona continuazione, ciao
Sara
Le foto stampate su carta baritata possono essere montate in un modo che a me piace molto, si incollano da bagnate su un telaio in legno non dissimile da quello di una tela, la carta da bagnata è più lunga che da asciutta, incollando e i bordi con il vinavil, la colla seccherà ben prima che la carta si asciughi tenendo saldamente ancorati i bordi al telaio, intanto la carta asciugando perderà la lunghezza guadagnata da bagnata e si tenderà come una pelle sul tamburo, questo procedimento oltre ad evitare la fastidiosa tendenZa ad imbarcarsi aumenterà anche l’incisione Dell’immagine rendendo la foto al suo meglio.una volta fatto questo si può incorniciare come meglio si crede, personalmente mi piace lasciarla così, si adatta bene al mio gusto ed alle immagini che ho prodotto.parlo di immagini in bianco e nero, stampate artigianalmente in camera oscura.
Maria, a me risulta e son quasi certa che la colla vinilica non vada affatto bene, rovinando l’immagine nel tempo. Non credo sia un buon metodo per la conservazione. Ciao
Ciao,
i tuoi contributi sono sempre opportuni e utili.
“…ma dove si firma una fotografia davanti o dietro? Sul passepartout o sulla stampa? A penna o a matita?”
Possono sembrare cose scontate e banali, ma non è così.
Queste informazioni sono nozioni che spesso tutti danno per scontato siano risapute, ma in effetti c’è in proposito, a volte, molta confusione.
Molti autori, nell’incertezza di fare brutta figura, non chiedono, continuando a fare in modo non conforme o scorretto. E’ utilissimo divulgare il “come si fa”.
Sapere come presentare un proprio lavoro fotografico è cosa importante e può fare una differenza. Non sono aspetti soltanto formali. Aderire a queste norme diventa fondamentale e utile.
Poi, come sempre, alle regole possono esserci delle deroghe: Mario Giacomelli firmava le sue fotografie all’ interno dell’ immagine e a penna; una volta mi è capitato di visitare una mostra nella quale alcune fotografie, per scelta dell’autore, erano esposte per terra senza cornice e passepartout. Nulla contro su tutto questo, ma avere consapevolezza delle regole è “cosa buona e giusta”, poi si può anche trasgredire.
Marco
Ciao, dietro ed esistono penne apposta. Non con la bic! Comunque ai tempi di Giacomelli, non si attenevano tutti a queste regole. Oggi, i collezionisti e galleristi pretendono consapevolezza. Buona serata