La guerra totale. Il secondo conflitto mondiale.

15 FEBBRAIO – 27 GIUGNO 2020

A MILANO PRESSO LA CASA DI VETRO

PER IL PROGETTO:

HISTORY & PHOTOGRAPHY

LA STORIA RACCONTATA DALLA FOTOGRAFIA

A 75 ANNI DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

LA GUERRA TOTALE

1939 – 1945: IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE NELLE PIÙ

BELLE E ICONICHE FOTOGRAFIE DEGLI ARCHIVI DI STATO AMERICANI

In anteprima nazionale, in occasione del 75° della fine della Seconda Guerra Mondiale, a la Casa di Vetro di Milano apre al pubblico il 15 febbraio 2020 dalle 15.30 alle 19.30 l’esposizione “La Guerra Totale. Il Secondo Conflitto Mondiale nelle più belle e iconiche fotografie degli Archivi di Stato americani”.

In programma fino al 27 giugno 2020, la mostra racconta la storia del più devastante conflitto che l’uomo abbia mai conosciuto attraverso le fotografie più suggestive, famose e rappresentative degli Archivi di Stato americani – National Archives and Records Administration, Library of Congress, United States Holocaust Memorial Museum, US Navy, US Marines Corp, US Army, e altri. L’iniziativa fa parte di History & Photography (www.history-and-photography.com), un progetto rivolto al grande pubblico e a scuole e università. Le immagini sono visibili via web sia ai professori per fare lezione in classe che ai privati per l’home vision –  due nuovi servizi che rendono il progetto H&P all’avanguardia in Italia.

Un soldato americano soccorre un suo compagno colpito dalle schegge di una bomba, 8 agosto 1943, Sicilia
Autore sconosciuto o non fornito © U.S. National Archives and Records Administration

LA MOSTRA

In occasione del 75° della fine della Seconda Guerra Mondiale – avvenuta ufficialmente il 1° maggio in Italia, l’8 maggio in Europa e il 2 settembre nel Pacifico – il 15 febbraio 2020 a la Casa di Vetro di Milano apre al pubblico dalle 15.30 in anteprima nazionale l’esposizione “La Guerra Totale. Il Secondo Conflitto Mondiale nelle più belle e iconiche fotografie degli Archivi di Stato americani”. In programma fino al 27 giugno 2020, la mostra, corredata di testi di approfondimento per ciascuna immagine, racconta la storia del più devastante conflitto che l’uomo abbia mai conosciuto attraverso le fotografie più suggestive, rappresentative e famose dei National Archives and Records Administration e della Library of Congress, che a loro volta conservano immagini provenienti dalle collezioni della US Navy, dell’US Marines Corp, dell’US Army e altri.  

Composta di circa 60 immagini, l’esposizione ripercorre infatti tutti i principali eventi del Secondo Conflitto Mondiale sui fronti europei, nord africani e del Pacifico: la politica espansionistica nazista e il feroce attacco giapponese alla Cina, l’invasione tedesca della Francia e i bombardamenti sulla Gran Bretagna, il bombardamento giapponese a sorpresa di Pearl Harbor e l’invasione della Russia, la guerra in Nord Africa e la riconquista degli Alleati isola per isola nell’Oceano Pacifico, i campi di sterminio e la riduzione in schiavitù di milioni di Europei per sostituire nelle fabbriche i Tedeschi al fronte, la guerra in Italia e il D-Day, i movimenti partigiani e le punizioni ai collaborazionisti, la sconfitta dei Tedeschi e le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la caccia ai gerarchi nazisti e la resa del Giappone. Nello stesso tempo l’esposizione, nel testo introduttivo, racconta il clima politico che ha portato alla tolleranza del nazifascismo da parte delle democrazie occidentali in funzione antisovietica e invita a una riflessione sul perché ricordare i tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale e su quali questioni etiche il Conflitto abbia sollevato alle quali ancora oggi non è stata data una risposta definitiva e/o univoca – a partire, per esempio, dai limiti che una democrazia deve porsi partendo dalla constatazione che Hitler è asceso al potere anche attraverso libere elezioni (per quanto condizionate politicamente ad arte dagli stessi nazisti).

Curata da Alessandro Luigi Perna (www.alessandroluigiperna.com) e prodotta da Eff&Ci – Facciamo Cose (www.effeci-facciamocose.com), la mostra fa parte del progetto History & Photography (www.history-and-photography.com) che ha per obiettivo raccontare la Storia con la Fotografia (e la Storia della Fotografia) valorizzando gli archivi storici fotografici nazionali e internazionali, sia pubblici che privati. Rivolta al grande pubblico e a scuole e università, le immagini sono visibili via web (anche una volta terminata l’esposizione) sia ai professori per fare lezione in classe in autonomia che ai privati per l’home vision –  due nuovi servizi che rendono il progetto H&P all’avanguardia in Italia (vedi più avanti i relativi approfondimenti).

RAI SCUOLA: “UN UNICUM IN ITALIA” – L’INNOVATIVA OFFERTA WEB PER SCUOLE E UNIVERSITÀ

A scuole e università il progetto History & Photography propone visite guidate, foto-proiezioni dal vivo (sia presso la sede espositiva che negli spazi scolastici) e l’innovativa possibilità offerta ai docenti di tutta Italia (per esempio a chi è impossibilitato a visitare l’esposizione con i propri allievi) di utilizzare via web in classe le foto in mostra per fare lezione (sia mentre è in corso che una volta terminata) visionandole in slide show sulle lavagne digitali. Le modalità di accesso alle immagini prevedono l’utilizzo di un link riservato e di una password a tempo – una soluzione inedita per rendere concreto il concetto di scuola digitale e connessa. Per i suoi contenuti e i suoi aspetti innovativi in campo educational Rai Scuola ha definito il progetto History & Photography “un unicum in Italia (e forse nel mondo)” – http://www.raiscuola.rai.it/gallery-refresh/i-have-a-dream-la-lotta-per-i-diritti-civili-degli-afroamericani-dalla-segregazione-razziale-a-martin-luther-king/1616/0/default.aspx.

LA NOVITÀ: ANCHE I PRIVATI POSSONO “VISITARE” LA MOSTRA VIA WEB

Una nuova modalità di fruizione della fotografia e delle esibizioni fotografiche offerta dalla tecnologia digitale: la mostra è “visitabile” via internet anche per i privati. È infatti possibile, per chi non può raggiungere la Casa di Vetro di Milano, visionare la selezione di immagini sugli schermi di casa propria (smart tv, computer, etc.) in forma di fotogallery in slideshow manuale pagando un fee. La fotografia entra così nelle case del grande pubblico e diventa spettacolo culturale di intrattenimento quotidiano – come il cinema, la radio o la televisione – di cui godere da soli o in compagnia. Con le stesse modalità è possibile anche vedere alcune delle precedenti mostre realizzate per il progetto H&P.

Donne al lavoro nell’industria bellica americana, 1940 – 1945, acciaieria di Gary Works, Gary, Indiana, USA
Autore sconosciuto o non fornito © courtesy U.S. National Archives and Records Administration

HISTORY & PHOTOGRAPHY

La fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone tre obiettivi principali. Il primo è quello di realizzare e promuovere esposizioni che raccontino la Storia contemporanea con la Fotografia (e che raccontino anche la Storia della Fotografia). Il secondo è quello di riscoprire e rendere fruibili al grande pubblico e ai più giovani i tantissimi archivi fotografici storici – italiani e stranieri, pubblici e privati – esaltando sia la funzione narrativa e documentale delle immagini che il loro valore estetico. Il terzo è quello di supportare digitalmente l’insegnamento in Scuole e Università con foto-proiezioni di immagini storiche strutturate in percorsi di circa 50-70 immagini, offerti sia dal vivo che tramite connessione web (da utilizzare direttamente in classe in slide show dai professori durante le lezioni in completa autonomia), proponendo così a studenti e docenti lo strumento della fotografia, e il punto di vista del fotoreportage in particolare, per approfondire la Storia delle società contemporanee. Le immagini sono spesso dotate di testi di approfondimento che affrontano i diversi argomenti storici con un taglio giornalistico e documentaristico.

IL CURATORE

Alessandro Luigi Perna è un giornalista pubblicista, un consulente (editoria, fotografia, eventi, comunicazione, ufficio stampa) e un curatore e organizzatore di iniziative con la fotografia sia contemporanea che storica, sia rivolte al grande pubblico che a scuole e università. È specializzato inoltre nella valorizzazione e promozione di archivi di fotografi, agenzie, case editrici, musei, aziende. Fornisce servizi di consulenza a fotografi (progettualità, comunicazione, cura e organizzazione) e gallerie espositive (direzione artistica, organizzazione, gestione spazi, comunicazione). In curriculum ha moltissimi articoli di fotografia, numerose interviste a grandi fotografi internazionali, alcuni volumi fotografici, decine di mostre realizzate con enti pubblici e privati, la cura o co-cura di tre festival. È stato infatti co-ideatore e co-curatore delle prime tre edizioni di Memorandum – Festival della Fotografia Storica di Biella e Torino, co-curatore della sezione fotografica del festival Urbana di Biella e ideatore, curatore e co-produttore di All you need is photography! Unlimited Edition Photo Festival di Milano.

Ha curato mostre in Triennale, Fondazione Stelline di Milano, Casa dei Tre Oci di Venezia, Museo di Arte Contemporanea di Lucca, Museo delle Scienze di Torino, etc. Ha realizzato mostre o foto-proiezioni con gli archivi fotografici di Fiat, Alenia, Pirelli, Olivetti, Unione Industriali Torino, L’Europeo – RCS, Touring Club, Società Geografica Italiana, Museo del Risorgimento di Torino, Musei Civici di Pavia, Università degli Studi di Torino – Museo della Facoltà di Antropologia, Museo del Calcio di Coverciano, etc. E con numerosi archivi internazionali publici e privati tra cui, tra gli altri, quelli dei Musei di Londra, degli US National Archives, della Library of Congress, della US Navy, del US Marine Corp, del Ministerio de Educación, Cultura y Deporte di Madrid, etc.

Ha curato esposizioni di numerosi fotografi, viventi e non, tra cui Michel Comte, Cesare Colombo, Romano Cagnoni, Giovanni Porzio, Giancolombo, Frank Hurley, Gianfranco Moroldo, Santi Visalli, Guido Alberto Rossi, Roberto Polillo, Nicola Ughi, Antonella Sacconi, etc. Ha promosso, supervisionato e coordinato mostre di: Werner Bischof (Magnum), Magnum (collettiva), Bruno Barbey (Magnum), Herman Leonard, Pino Ninfa, etc. Dal 2011 con il progetto History & Photography, realizzato in partnership con Eff&Ci – Facciamo Cose di Federica Candela, racconta la Storia della Fotografia e del mondo contemporaneo sia al grande pubblico che ai ragazzi delle scuole con mostre e foto-proiezioni.

EFF&CI – FACCIAMO COSE fornisce servizi a chi opera nella cultura e nel sociale come enti pubblici e associazioni e propone agli artisti dal supporto alle loro esigenze espositive fino alla progettazione, cura, allestimento, esposizione e promozione delle loro mostre. Nel corso di questi anni ha organizzato presso “la Casa di Vetro” di Milano diverse iniziative espositive – personali e collettive di fotografia, pittura e scultura, di artisti italiani e stranieri. Nell’ambito del progetto History & Photography ha prodotto numerose mostre di fotografia storica.

Ufficiale americano e partigiano francese si accovacciano dietro un’auto durante un combattimento in strada in una città
Estate, 1944, Francia, autore sconosciuto o non fornito © courtesy U.S. National Archives and Records Administration

INFORMAZIONI

Apertura al pubblico:

15 febbraio 2020

dalle 15:30 alle 19:30 (ultimo ingresso alle 19:00)

Periodo di esposizione:

15 febbraio – 27 giugno 2020

Giorni e orari:

Lunedì, mercoledì, venerdì, sabato dalle 15:30 alle 19:30 (ultimo ingresso alle 19:00)

Martedì dalle 15.30 alle 22.00 (ultimo ingresso alle 21:30)

Giovedì e domenica chiuso

Scuole e università:

È possibile per scuole e università accedere alla mostra non solo nel consueto orario ma anche al mattino su appuntamento con possibilità di visite guidate e/o foto-proiezioni commentate dal curatore della mostra.

Le foto-proiezioni commentate sono proposte anche presso gli spazi di scuole e università.

È inoltre possibile per i professori utilizzare via web in autonomia le immagini della mostra (anche a esposizione terminata). Preventivi su richiesta.

Biglietti di ingresso:

Ingresso – € 5,00 (valido per tutta la durata della mostra presentando la ricevuta)

Visite guidate (minimo 4 persone): € 10,00 / € 8,00 per studenti

Foto-proiezioni commentate (minimo 10 persone): € 15,00 / € 10,00 per studenti

Home Vision:

€ 12,50 (fotogallery on line)

Come arrivare

  • MM3 – fermata piazzale Lodi + filobus 91 direzione Lotto o 92 direzione Bovisa FN
  • Passante ferroviario – fermata Porta Vittoria
  • Filobus 90/91, 93 – fermata viale Molise
  • Filobus 92 – fermata via Costanza Arconati
  • Tram 12 – fermata piazzale Martini
  • Autobus 66 – fermata piazzale Martini
  • Autobus 84 – fermata via Maestri Campionesi

Sede dell’esposizione:

la Casa di Vetro

via Luisa Sanfelice, 3

20137 Milano

Info per il pubblico:

Tel. 02.55.01.95.65

www.lacasadivetro.com

www.history-and-photography.com

www.effeci-facciamocose.com

Qui il link alla mostra su Facebook

Un evento da non perdere: arriva “Be the be body be boom – EST-WEST”!

E’ un piacere e un privilegio per me invitare voi tutti alla prima presentazione del nuovo libro della serie “Be the be body be boom” di Sara, chiaramente parlo di Sara Munari, eh! 😉 .

La presentazione avverrà nella sede di Bottega Immagine, a Milano in via  C. Farini, 60  il 22 novembre alle ore 18,30. Continua a leggere

Araki Amore

Araki Amore – Galleria Carla Sozzani

di Gianluca 

Sono stato a visitare la mostra di Nobuyoshi Araki, dal titolo “Araki Amore”, allestita presso la Galleria Carla Sozzani – in Corso Como 10 a Milano – a cura di Filippo Maggia.

Araki mi ha sempre affascinato come artista fotografo per i sui scatti controversi. Riesce a mettere in relazione dolcezza femminile, erotismo (mai volgare) e tensione che scucita in me ansia.
Vita e morte spesso si intrecciano.

Esplora il mondo misterioso femminile, dal quale è profondamente attratto, attraverso l’obiettivo e ce lo rende visibile quasi come fossero scatti “still-life”.

Nello spazio sono esposte circa 80 opere, molte delle quali realizzate nell’ultimo biennio dove la figura femminile è meno presente ma rappresentata attraverso studiate composizioni di fiori, giocattoli e mostri; un video-documentario girato durante una sessione di nudo con la danzatrice Kaori e numerose polaroid che sono degli assemblaggi tra cieli, corpi nudi e interventi di pittura.

Pubblico alcune foto dell’esposizione

Vi consiglio di andare a vedere la mostra di Araki, visibile fino al 26 marzo 2017.
Ingresso libero!

Di Nobuyoshi Araki ne abbiamo già parlato in questi articoli:

 

Non perdetevi il Festival della Fotografia Etica di Lodi

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L’8 ottobre apre la settima edizione del Festival della Fotografia Etica di Lodi, uno degli appuntamenti più attesi per gli amanti della fotografia documentaria e sociale.

In un’intervista agli organizzatori vi avevamo già introdotto al festival e alle novità che vi aspettano in quiesta edizione. La trovate qua.

Il programma è, come di consueto, ricchissimo e prevede dibattiti, incontri, workshop, letture portfolio, videoproiezioni e numerosi altri eventi.

Il programma completo lo trovate qua.

Le numerose mostre sono suddivise in cinque spazi tematici.

Spazio Tematico: Le vite degli altri

Include le mostre The Klu Klux Klan di Peter Van Agtmael, Suburbia di Arnau Bach,  Days of Nights – Nights of Days  di Elena Chernyshova ,  Mitakuye Oyasin di Aaron Huey .

Spazio Approfondimento

The Embrace

Howie and Laurel Borowick embrace in the bedroom of their home. In their thirty-four year marriage, they never could have imagined being diagnosed with stage-4 cancer at the same time. Chappaqua, New York. March 2013.

con la mostra Life in Death di Nancy Borowick

Uno sguardo sul mondo

Include le mostre: Mark Peterson – Political Theatre, Paolo Woods – Gabriele Galimberti – The Heavens, annual report,  André Liohn – Revogo, Magnus Wennman – Where the children sleep

Spazio World.Report Award | Documenting Humanity 2016

 

 

 

Include le mostre dei vincitori delle varie sezioni del Premio World.Report Award:

Master Award – William Daniels – C.A.R

Spot Light Award –  Francesco Comello – Isle of Salvation

Short Story Award – Sadegh Souri – Waiting Girls

European Photographer Award | Spain 2016 – Javier Arcenillas – Latidoamerica

 

Spazio ONG

 

Include le mostre di UNICEF Lebanon – The Factory Boy, Greenpeace – To the last drop e Survival International – Custodi della foresta

Spazio Premio Voglino 2015

Include le mostre del Premio Miglior Portfolio con Laura Liverani – Ainu Neonan Ainu e

del Premio Giovane Talento con  Karim El Maktafi – Pobeda

 

Ci vediamo lì!

Anna

Mostre per ottobre

Ciao! Con ottobre riparte alla grande la stagione delle mostre fotografiche. Di seguito ve ne proponiamo alcune. C’è solo l’imbarazzo della scelta!

Ricordate di dare sempre un’occhiata alla pagina dedicata, dove troverete tutte le mostre in corso, sempre aggiornata.

E se siete al corrente di qualche mostra che magari ci è sfuggita, segnalatecela pure!

Anna

W. Eugene Smith. Usate la verità come pregiudizio

 

Dove: CMC – Centro Culturale di Milano, Largo Corsia dei Servi 4, Milano

Quando: 24 settembre – 4 dicembre 2016

II modo più efficace per essere un buon giornalista è cercare di essere il miglior artista possibile.
W. Eugene Smith

Dal 24 settembre al 4 dicembre 2016, il Centro Culturale di Milano inaugura la sua nuova sede nel cuore della città, in Largo Corsia dei Servi 4, con una mostra dedicata a W. Eugene Smith (1918-1978), uno dei più grandi maestri della fotografia di reportage.

L’esposizione, ideata da Camillo Fornasieri, direttore del CMC, curata da Enrica Viganò, con il patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano, presenta 60 original print in grado di ripercorrere la carriera del fotografo americano, attraverso i suoi cicli più famosi, realizzati tra il 1945 e il 1978, provenienti dalla collezione privata di H. Christopher Luce di New York.

La rassegna documenta i “saggi fotografici” di Eugene Smith, ovvero i suoi reportage di racconto sociale o di denuncia, nei quali ha abbracciato i periodi della depressione, della guerra, della ricchezza del dopoguerra e quello della disillusione, dalle fotografie scattate sui teatri della seconda guerra mondiale, dalle battaglie nel Pacifico fino a Okinawa, dove venne gravemente ferito, alla serie del Country Doctor (1948), commissionatagli dalla rivista Life, che racconta la vita quotidiana del dottor Ernest Ceriani, un medico di campagna nella cittadina di Kremmling a ovest di Denver.

Il percorso continua con le serie Nurse Midwife (La levatrice)del 1951, in cui segue le vicende di Maude Callen, una levatrice di colore, per testimoniare le difficoltà nell’esercitare il suo lavoro nel profondo sud degli Stati Uniti e, al contempo, per approfondire temi connessi alla discriminazione razziale.

Nel 1951, Life pubblica il suo reportage condotto in Spagna, a Deleitosa, un piccolo centro contadino di non più di 2.300 abitanti, sull’altipiano occidentale dell’Estremadura. “Cercherò di conoscere a fondo un villaggio spagnolo – aveva dichiarato Eugene Smith – per descrivere la povertà e la paura provocate dal regime di Franco. Spero di realizzare il migliore reportage della mia carriera”. Quello che risultò fu un quadro di una società rurale arcaica, in preda a gravi difficoltà economiche dovute al pesante regime franchista.

Non mancheranno le fotografie di A Man of Mercy (Un uomo di carità) dedicate al lavoro e alla comunità di Albert Schweitzer nell’Africa Equatoriale Francese, o il ritratto panoramico e singolare della città di Pittsburgh del 1955-58.
Chiudono idealmente la rassegna, gli scatti su Minamata (1972-75), la città giapponese devastata dall’inquinamento di mercurio che la Chisso Corporation versava nelle acque dei pescatori e che portava gli abitanti a soffrire di una terribile malattia nervosa – Minamata illness – che prese il nome proprio da quello della città. In mostra si troverà la fotografia più famosa di questo ciclo, definita la Pietà del Ventesimo Secolo, che raffigura la bambina Tomoko mentre fa il bagno tra le braccia della madre.

I visitatori potranno cogliere la freschezza delle original print di Smith, da lui stampate, di cui molte firmate e unite ai passe-partout, originali anch’essi e annotati con commenti dall’autore e, al tempo stesso, comprendere l’arte e la ricerca iconografica del “metodo di Smith”, vero mago della camera oscura.

I temi dei suoi reportage, lo stile della la sua vita, i suoi appunti sul campo, saranno al centro di una serie di incontri con fotoreporter e giornalisti quali Mario Calabresi, Massimo Bernardini, Franco Pagetti, Paolo Pellegrin, che s’interrogheranno sulla funzione dell’immagine e dell’informazione, della libertà e della verità dell’arte e sul linguaggio dei media oggi. Previste visite guidate per le scuole a cura di Opera d’Arte.

Accompagna la mostra un catalogo (Admira edizione), nono volume della collana I Quaderni del CMC.
Il nuovo spazio di cultura e teatro del CMC – Centro Culturale di Milano ridona alla città, grazie alla collaborazione di Fondazione Cariplo, il palazzo firmato dallo Studio Caccia Dominioni in Largo Corsia dei Servi, a fianco della chiesa di San Vito al Pasquirolo. Il nuovo spazio, insieme alla riqualificazione urbana della piazza voluta dal Comune di Milano, farà da volano alla rinascita di un’area degradata nel cuore della città a pochi passi dal Duomo e di un edificio storico, abbandonato da tempo.
Per questa nuova apertura CBA Designing brands with heart, importante realtà internazionale con sede a Milano e 11 uffici distribuiti in tutto il mondo, ha ideato una nuova immagine e identity brand per lo storico Centro Culturale di Milano che festeggia così i 35 anni di attività.

Qui i dettagli

Sarah Moon – Qui e ora. Ici et maintenant

La mostra Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant, curata da Carla Sozzani in occasione del premio annuale di Mercanteinfiera, e grazie al Comune di Parma, inaugura la nuova sede per la fotografia a parma a Palazzetto Eucherio Sanvitale.

“Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant” racconta un incontro d’autore, inatteso e intenso con gli affreschi rinascimentali e le sculture di Palazzetto Eucherio Sanvitale nel Parco Ducale di Parma e apre un dialogo inedito con la fotografia contemporanea.

Sarah Moon, artista francese tra le maggiori fotografe contemporanee, da molti anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo. Il titolo “Qui e Ora – Içi et Maintenant” è stato scelto da Sarah Moon per aprire un dialogo tra le sue opere e palazzetto Eucherio Sanvitale a Parma.

L’amicizia e l’affinità tra Sarah Moon e Carla Sozzani risalgono alla fine degli anni Settanta quando iniziano a collaborare insieme per Vogue Italia e poi Elle Italia.La prima mostra alla Galleria Carla Sozzani è nel 1996, “120 fotografie” curata dal Centre National de la Photographie di Parigi, a cui è seguita la mostra ” Fotografie” nel 2002 e infine la mostra “fil rouge” nel 2006.

L’alfabeto segreto della Moon rimanda alla sfera dell’emotività, dell’intimo, e mette in scena una realtà immaginaria, filtrata dal ricordo e dall’inconscio. Il suo linguaggio antinarrativo evoca momenti, sensazioni, coincidenze e bellezza.

Le visioni di Sarah Moon spesso schiudono un universo magico di immagini poetiche. Di lei si sa poco. Raramente parla di sé, nascosta dietro il suo eterno berretto che sembra proteggerne la timidezza fragile e delicata. Come dice lei stessa, le sue immagini parlano di lei. Le sue fotografie sono così misteriose, così cariche di tensione drammatica e tuttavia riservate, che sembrano un intero mondo visto attraverso uno spiraglio luminoso.

“Sin dall’inizio ho sempre voluto sfuggire al linguaggio codificato del glamour. Quello che cercavo era più intimo, erano le quinte ad interessarmi, un diaframma sospeso prima che il gesto si compia, un movimento al rallentatore…come quello delle donne che si allontanano di spalle” – scrive Sarah Moon nel libro Coincidences, pubblicato da Delpire nel 2001.

 A Parma, presso il Palazzetto Eucherio San Vitale (Parco Ducale) – dal 16 settembre al 15 ottobre 2016.

Altre info qua

Qua trovate un approfondimento su Sarah Moon

Helmut Newton – Fotografie

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Il progetto della mostra Helmut Newton – Fotografie (White Women / Sleepless Nights / Big Nudes), curata da Matthias Harder e Denis Curti, nasce per volontà di June Newton, vedova del fotografo, e raccoglie le immagini dei primi tre libri di Newton pubblicati tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, da cui deriva il titolo della mostra e l’allestimento articolato i tre sezioni. I tre libri sono fondamentali per capire la fotografia di Newton, che li ha progettati personalmente, selezionando le immagini fotografiche e la loro impaginazione.

Il percorso espositivo permetterà di conoscere un Helmut Newton più profondo e se vogliamo più segreto rispetto a quanto già diffuso: infatti, se l’opera del grande fotografo è sempre stata ampiamente pubblicata e con enorme successo su tutte le riviste di moda, non sempre la selezione effettuata dalle redazioni corrispondeva ed esprimeva compiutamente il pensiero dell’artista.

L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini, permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare.

Obiettivo della mostra è mettere a nudo qual è la storia che l’artista vuole raccontare al suo pubblico.

Sottoporticato di Palazzo Ducale – Genova

dal 14 settembre 2016 al 22 gennaio 2017

Tutte le info qua

Alex Webb – La Calle, Photographs from Mexico

La Calle brings together more than thirty years of photography from the streets of Mexico by Alex Webb, spanning from 1975 to 2007. Whether in black and white or color, Webb’s richly layered and complex compositions touch on multiple genres. As Geoff Dyer writes, “Wherever he goes, Webb always ends up in a Bermuda shaped triangle where the distinctions between photo journalism, documentary, and art blur and disappear.” Webb’s ability to distill gesture, light, and cultural tensions into single, beguiling frames results in evocative images that convey a sense of mystery, irony, and humor.

Following an initial trip in the mid-1970s, Webb returned frequently to Mexico, working intensely on the U.S.–Mexico border and into southern Mexico throughout the 1980s and ’90s, inspired by what poet Octavio Paz calls “Mexicanism—delight in decorations, carelessness and pomp, negligence, passion, and reserve.” La Calle presents a commemoration of the Mexican street as a sociopolitical bellwether—albeit one that has undergone significant transformation since Webb’s first trips to the country.

Aperture Gallery New York – September 08 – October 26, 2016

All info here

Avevamo già approfondito la conoscenza con Alex Webb  qua e con le sue foto messicane in questo articolo

SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS

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Dal 16 settembre al 16 ottobre 2016, Sony espone allo Spazio Tadini di Milano le fotografie vincitrici e finaliste del più grande concorso fotografico al mondo.
È la prima volta che la prestigiosa mostra promossa dalla World Photography Organisation arriva in Italia.

In esposizione, tra gli altri, i 3 italiani vincitori della categoria Professionisti, Marcello Bonfanti (Ritratto), Alberto Alicata(Fotografia in posa) e Francesco Amorosino (Natura Morta), il vincitore del National Award, Christian Massari e la vincitrice della categoria Panorama dello Youth Award, Anais Stupka Milano, 12 luglio.

Per la prima volta in Italia la mostra del prestigioso Sony World Photography Awards, il più grande concorso fotografico al mondo. Sony porta a Milano, allo Spazio Tadini, la migliore selezione delle opere vincitrici e finaliste dell’edizione 2016 per offrire anche agli italiani amanti della fotografia la possibilità di vedere dal vivo questo campione dell’arte internazionale.

Con l’esposizione di una selezione dei lavori dei vincitori e finalisti delle diverse categorie, tra cui le opere di nove fotografi professionisti italiani1, la mostra celebra le immagini più belle dell’edizione 2016 dei Sony World Photography Awards, scattate sia da fotografi professionisti sia da talenti emergenti.

Altre info qua

IN PRIMA LINEA. Donne fotoreporter in luoghi di guerra

Quattordici donne “armate” solo della loro macchina fotografica, in prima linea nei punti caldi del mondo dove ci sono guerre, conflitti e drammi umani e sociali. Con coraggio, sensibilità e professionalità ci aiutano a capire, a non dimenticare, a fermarci a pensare.
Palazzo Madama presenta, dal 7 ottobre al 13 novembre 2016, In prima linea. Donne fotoreporter in luoghi di guerra. Una mostra costituita da 70 immagini scattate da 14 giovani donne fotoreporter che lavorano per le maggiori testate internazionali e che provengono da diverse nazioni: Italia, Egitto, Usa, Croazia, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Spagna.
Linda Dorigo, Virginie Nguyen Hoang, Jodi Hilton, Andreja Restek, Annabell Van den Berghe, Laurence Geai, Capucine Granier-Deferre, Diana Zeyneb Alhindawi, Matilde Gattoni, Shelly Kittleson, Maysun, Alison Baskerville, Monique Jaques, Camille Lepage si muovono coraggiosamente in atroci e rischiosi campi di battaglia per documentare e denunciare quella “terza guerra mondiale” che è in corso in molte parti del mondo.
Nella mostra ciascuna delle fotografe presenta 5 foto emblematiche del proprio lavoro e della propria capacità di catturare non solo un’azione, ma anche un’emozione, testimoniando e denunciando con le immagini le violenze perpetrate sui popoli e le persone più deboli e indifese.
Le 70 fotografie in mostra sono emblematiche nella durezza dei loro contenuti. A colori e in bianco e nero, scattate con macchine digitali o ancora con la pellicola, quasi a testimoniare senza filtri ciò che accade davanti all’obiettivo, le immagini reportage sono esse stesse “articoli” scritti con la fotocamera che non hanno bisogno di parole, se non una sintetica didascalia che precisa il dove e il quando, per raccontare “la” storia.
Nata da un’idea di Andreja Restek, la rassegna – curata con la giornalista Stefanella Campana e con Maria Paola Ruffino, conservatore di Palazzo Madama – è ospitata nella Corte medievale, con allestimento a cura dell’architetto Diego Giachello.

Altre info qua

Giovanni Gastel – The 40 Years Exhibition

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dal 23 settembre al 13 novembre 2016 – Milano Palazzo della Ragione

La mostra sarà articolata in quattro sezioni dedicate ciascuna a un decennio di attività artistica del fotografo, sviluppando da un lato la sua vita professionale e dall’altro il mood di quegli anni, al fine di comprendere e connotare maggiormente i singoli scatti seguendo l’evoluzione professionale dell’artista.

Con il Patrocinio del Comune di Milano
Curatore: Germano Celant
Allestimenti: Arch. Piero Lissoni

Non ha bisogno di grandi presentazioni. E’ un’icona della fotografia Italiana e internazionale.
Un’origine importante in una delle famiglie più antiche e storiche, nipote del grande regista Luchino Visconti, cresce in un contesto permeato d’arte e di grandi personaggi della scena internazionale.
Vive tra Milano e Parigi, l’affermazione del made in Italy in cui si delinea il suo stile inconfondibile: poeticamente ironico ma sempre permeato, come nell’arte, dal gusto per una composizione equilibrata.
Nel 2002, nell’ambito della manifestazione La Kore Oscar della Moda, riceve l’Oscar per la fotografia.
Molte le mostre: Milano, Venezia, New York, Parigi e i libri pubblicati anche di poesia, l’altra passione dell’artista, che continua tuttora a lavorare nel suo studio milanese.
E’ membro permanente del Museo Polaroid di Chicago e dal 2013 è Presidente dell’Associazione Fotografi Professionisti.

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Hai dato alla vergine un cuore nuovo – Giulia Bianchi

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Il 17 gennaio 1998, giorno del suo 48° compleanno, Janice Sevre-Duszynska decise di presentarsi per la cerimonia di ordinazione presso la cattedrale di Lexington in Kentucky. «Ero seduta con tutti i candidati al sacerdozio», ha ricordato, «mi alzai in piedi, buttai il mio cappotto a terra, e iniziai a camminare verso il Vescovo. “Sono chiamata dallo Spirito Santo al sacerdozio. Lo chiedo per me e per tutte le donne”, a cui lui ha risposto: “torni al suo posto!” Invece mi prostrai nella navata con un giglio tigre tra le mani. Le persone intorno a me agirono come se io fossi pazza. Speravo che alcuni dei miei amici avrebbero mostrato solidarietà. Invece non successe niente in quel momento. Non erano pronti.»
Per tutta la sua vita, Janice ha parlato apertamente della sua vocazione al sacerdozio con tutti quelli che conosceva. Alle persone che le suggerivano di entrare in convento, lei rispondeva di non essere d’accordo perché le suore sono laiche a servizio della Chiesa, senza nessuna autorevolezza spirituale, non possono predicare e non possono consacrare l’Eucaristia.

Nell’estate del 2002, sette donne cattoliche (da Austria, Germania e Stati Uniti) sono state illecitamente ordinate sacerdote, su una nave da crociera sul Danubio. Poco dopo, tre donne sono state ordinate vescovi in gran segreto, in modo che potessero continuare le ordinazioni femminili senza interferenze da parte del Vaticano. Da allora, molte cerimonie analoghe sono state tenute da RCWP, un gruppo di suffragette che svolgono disobbedienza religiosa a favore dell’ordinazione delle donne. Oggi, il movimento conta più di 215 donne sacerdote e 10 vescovi in tutto il mondo.

Il Vaticano ritiene che l’ordinazione femminile sia un grave reato, chiunque partecipi incorre in una scomunica automatica. Per questo crimine, i dipendenti della Chiesa cattolica perdono il proprio lavoro, le pensione, il sostegno. La gravità del peccato per tentata ordinazione di una donna è secondo la Chiesa allo stesso livello del crimine di pedofilia da parte di sacerdoti.
Nonostante questo, la maggior parte di queste donne non vogliono lasciare la Chiesa, ma trasformarla, attraverso un modello che è molto preoccupante per il Vaticano: la spiritualità femminista è radicata nella uguaglianza e inclusione, intrinsecamente non gerarchica, e onora collaborazione e compassione versus il potere.
Le donne prete non creano un nuovo culto, ma raccolgono tutte quelle persone che non si sentono accolte dalla Chiesa ufficiale. La maggior parte di loro sono donne mature, molte sono ex suore, missionarie e teologhe. Lavorano nella giustizia sociale, nei movimenti ecologici, in organizzazioni non-profit.

Questo è un momento storico cruciale nella storia della religione cattolica che sempre piú sembra oggi un modello obsoleto, lontano dalle esigenze e realtà spirituali dell’individuo. In questo momento sembrano decidersi le sorti della Chiesa: l’istituzione corrente potrebbe scomparire divenendo il culto di alcuni conservatori, oppure trasformarsi profondamente nelle sue forme amministrativa e religiosa.
Al centro di questi dibattiti e queste possibilità, sembra giorcarsi la battaglia per un sacerdozio rinnovato che includa anche le donne.

La Chiesa Romano Cattolica si distingue per aver lottato accanitamente contro il femminismo e contro l’ordinazione delle donne nell’ultimo secolo. La Santa Sede è uno degli ultimi governi al mondo (insieme a Yemen, Haiti e Qatar) ad essere governato esclusivamente da persone di sesso maschile. Così, è venuto come una sorprendente apertura storico in cui il 12 maggio 2016, Papa Francesco ha promesso di fronte a una platea di 900 suore che avrebbe aperto una commissione per studiare il diaconato femminile (il primo passo per essere ordinati) agli albori del cristianesimo e la possibilità di applicarlo oggi.

Giulia Bianchi ha lavorato su questo progetto dal 2012 incontrando più di 70 donne prete negli Stati Uniti e in Colombia, fotografandole e intervistandole.
Attualmente sta documentando questa storia in Europa e in Sud Africa.
Giulia sta creando un documentario web http://www.donneprete.org e creando un libro. Essi presenteranno fotografie, interviste, disegni, documenti d’archivio, saggi teologici e di femminismo, diventando un punto di riferimento per questo argomento.

BIO
Giulia Bianchi è una fotografa interessata ai temi della spiritualità e del femminismo. Da quattro anni lavora ad un progetto sul sacerdozio femminile proibito nella chiesa cattolica.
Ha insegnato documentaristica all’ICP di New York, a Londra, e a Camera Torino. Ha lavorato come fotografa indipendente con National Geographic, TIME, The Guardian, Espresso, etc. ed esposto il suo lavoro internazionalmente.

Fonderia 20.9 – Verona

dal 17 settembre al 16 ottobre 2016

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L’ALTRO SGUARDO – Fotografe italiane 1965-2015

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La mostra, a cura di Raffaella Perna, propone una selezione di più di centocinquanta fotografie e libri fotografici provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, concepita e costituita con lo scopo di favorire la conoscenza e la valorizzazione delle più significative interpreti nel panorama fotografico italiano dalla metà degli anni Sessanta a oggi. La collezione – unica nel suo genere in Italia – è composta da opere realizzate da circa cinquanta autrici appartenenti a generazioni diverse: dai lavori pionieristici di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Paola Mattioli, Marialba Russo, sino alle ultime sperimentazioni condotte tra gli anni Novanta e il 2015 da Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Paola Di Bello, Luisa Lambri, Raffaella Mariniello, Marzia Migliora, Moira Ricci, Alessandra Spranzi e numerose altre.

È la prima mostra nata dalla partnership tra la Triennale di Milano e il MuFoCo – Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, una collaborazione che produrrà anche l’esposizione dedicata a Federico Patellani, La guerra è finita. Nasce la Repubblica. Milano 1945-1946, a cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi, dal 17 Settembre 2016 al 15 Gennaio 2017, presso il Museo di Fotografia Contemporanea, dove è conservato l’intero archivio fotografico del grande fotoreporter.

In Italia l’ingresso massiccio di fotografe, fotoreporter e artiste nel circuito culturale risale agli anni Sessanta: in questo momento l’accesso delle donne al sistema dell’arte e del fotogiornalismo – ambiti rimasti a lungo appannaggio quasi esclusivo di presenze maschili – è favorita dai repentini cambiamenti sociali e dalle lotte femministe. Grazie anche alle conquiste di quella generazione oggi fotografe e artiste hanno acquisito posizioni di primo piano nella scena culturale del nostro Paese e in quella internazionale: il loro lavoro è presente in musei, gallerie, festival, riviste e pubblicazioni specializzate, in Italia e all’estero. Nonostante la decisa inversione di rotta, la storia e il lavoro di molte fotografe è ancora da riscoprire, promuovere e valorizzare: le opere della Collezione Donata Pizzi testimoniano momenti significativi della storia della fotografia italiana dell’ultimo cinquantennio; da esse affiorano i mutamenti concettuali, estetici e tecnologici che hanno caratterizzato la fotografia nel nostro Paese. La centralità del corpo e delle sue trasformazioni, la necessità di dare voce a istanze personali e al vissuto quotidiano e familiare, il rapporto tra la memoria privata e quella collettiva sono i temi nevralgici che emergono dalla collezione e legano tra loro immagini appartenenti a vari decenni e generi, dalle foto di reportage a quelle più spiccatamente sperimentali.

Nella mostra sarà esposta anche l’installazione Parlando con voi tratta dal libro omonimo di Giovanna Chiti e Lucia Covi (Danilo Montanari Editore), e prodotta su idea di Giovanni Gastel da AFIP International – Associazione Fotografi Professionisti e Metamorphosi Editrice.
L’installazione multimediale, costituita da trenta schermi ognuno dei quali con un’intervista esclusiva a una fotografa e una sequenza di sue opere e pubblicazioni consente al visitatore di conoscere e approfondire le vite di professioniste e artiste, le loro esperienze di donne originali e coraggiose.

A corredo dell’esposizione verrà pubblicato un catalogo, italiano-inglese (Silvana Editoriale), con testi di Federica Muzzarelli, Raffaella Perna, un’intervista a Donata Pizzi e schede biografiche di Mariachiara Di Trapani.

In mostra sono esposte fotografie di: Paola Agosti, Martina Bacigalupo, Marina Ballo Charmet, Liliana Barchiesi, Letizia Battaglia, Tomaso Binga (Bianca Menna) Giovanna Borgese, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Lisetta Carmi, Gea Casolaro, Elisabetta Catalano, Carla Cerati, Augusta Conchiglia, Paola De Pietri, Agnese De Donato, Paola Di Bello, Rä di Martino, Anna Di Prospero, Bruna Esposito, Eva Frapiccini, Simona Ghizzoni, Bruna Ginammi, Elena Givone, Nicole Gravier, “Gruppo del mercoledì” (Bundi Alberti, Diane Bond, Mercedes Cuman, Adriana Monti, Paola Mattioli, Silvia Truppi), Adelita Husni-Bey, Luisa Lambri, Lisa Magri, Lucia Marcucci, Raffaela Mariniello, Allegra Martin, Paola Mattioli, Malena Mazza, Libera Mazzoleni, Marzia Migliora, Verita Monselles, Maria Mulas, Brigitte Niedermair, Cristina Omenetto, Michela Palermo, Lina Pallotta, Luisa Rabbia, Moira Ricci, Sara Rossi, Marialba Russo, Chiara Samugheo, Shobha, Alessandra Spranzi.

5 Ottobre 2016 – 8 Gennaio 2017 – La Triennale di Milano

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Sara Munari

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Sara Munari, Bucharest

 

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Via Quarenghi, 50 – 24122 Bergamo (interno cortile)

 Nome della mostra:

Be the bee body be boom (Bidibibodibibu)

Inaugurazione

15 Ottobre 2016 alle ore 18,30

Durata dell’esposizione

Dal 16 ottobre al 5 novembre 2016

Orari di apertura

Giovedì e venerdì : 16,00 19,30

Sabato e domenica: 10,00 – 12,30  16,00 – 19,30

Per chi lo volesse, in galleria saranno messi in vendita i libri di Sara Munari, tra cui Bidibibodibibu.

Note dell’autrice

Per Be the bee body be boom (bidibibodibibu) mi sono ispirata sia alle favole del folklore dell’Est Europa, sia alle leggende urbane che soffiano su questi territori. Un incontro tra sacro e profano, suoni sordi che ‘dialogano’ tra di loro permettendomi di interpretare la voce degli spiriti dei luoghi. Ogni immagine è una piccola storia indipendente che tenta di esprimere rituali, bugie, malinconia e segreti. L’Est Europa offre uno scenario ai miei occhi impermeabile, un pianeta in cui è difficile camminare leggeri, il fascino spettrale da cui è avvolta, dove convivono tristezza, bellezza e stravaganza: un grottesco simulacro della condizione umana. A est, in molti dei paesi che ho visitato, non ho trovato atmosfere particolarmente familiari, in tutti questi luoghi ho percepito una forte collisione tra passato, spesso preponderante, e presente. Sono anni che viaggio a est, forse il mio sguardo è visionario e legato al mondo dei giovani, a quella che presuppongo possa essere la loro immaginazione.

Anno esecuzione 2008-2015

Biografia

Sara Munari nasce a Milano nel 72. Vive e lavora a Lecco. Studia fotografia all’Isfav di Padova dove si diploma come fotografa professionista. Apre, nel 2001, LA STAZIONE FOTOGRAFICA, Studio e galleria per esposizioni fotografiche e corsi, nel quale svolge la sua attività di fotografa. Docente di Storia della fotografia e di Comunicazione Visiva presso ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA di Milano. Dal 2005 al 2008 è direttore artistico di LECCOIMMAGIFESTIVAL per il quale organizza mostre di grandi autori della fotografia Italiana e giovani autori di tutta Europa. Organizza workshop con autori di rilievo nel panorama nazionale. Espone in Italia ed Europa presso gallerie, Festival e musei d’arte contemporanea. Fa da giurata e lettrice portfolio in Premi e Festival Nazionali. Ottiene premi e riconoscimenti a livello internazionale. Non ha più voglia di partecipare a Premi, per ora. Si diverte con la fotografia, la ama e la rispetta.

Eolo Perfido – Tokyoites

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I Tokyoites – come gli stranieri chiamano gli abitanti di Tokyo – danno l’impressione di andare sempre di fretta. Veloci come chi sa sempre dove andare, vivono le soste imposte da un semaforo o da uno spostamento in metro con gli occhi puntati sul loro smartphone.
Come racconta Perfido “La mia prima volta a Tokyo, da ragazzo, fu un viaggio senza macchina fotografica. Me ne innamorai. In bilico tra passato e futuro, tradizione e innovazione, Tokyo, da quella prima volta è sempre stata al centro delle mie curiosità intellettuali.
Credo che la mia attrazione per il Giappone sottenda in parte alle classiche leggi degli opposti che si attraggono, ed in parte alle meravigliose contaminazioni mediatiche che hanno caratterizzato la mia vita, ed in seguito la mia professione, a partire dagli anni 80 in poi.”

A Tokyo convivono persone, stili di vita, quartieri così diversi e in contrasto tra loro che diventa subito chiaro che non si tratta di una sola città ma di tante piccole città diverse, in continuo movimento, in continua mutazione.
L’occhio del Gaijin – parola giapponese che significa “persona esterna al Giappone” – aiuta però a riconoscere dei tratti talmente comuni a gran parte dei Tokyoites che il loro manifestarsi nei luoghi pubblici sono diventati lo spunto intorno al quale ho costruito il mio lavoro di fotografia di strada.
Capaci di isolarsi contro una parete per rispondere ad un messaggio o consultare una mappa, riescono a definire una convezione quasi materica di spazio personale. Il contrasto tra un’altissima densità di popolazione e l’isolamento di ogni singolo individuo è palpabile.
In una città come Tokyo quello che potrebbe sembrare un limite, diventa spesso una virtù, necessaria alla civile sopravvivenza. Non solo imposizione culturale ma adattamento che permette la convivenza armonica di oltre 16 milioni di persone.
Senza sosta i cittadini si spostano per le strade e le stazioni, ordinati e silenziosi, sincronizzati come in una danza, evitando di scontrarsi e di darsi disturbo nel contatto.

Leica Store Milano – Via Mengoni, 4
Dal 20 settembre 2016 al 5 novembre 2016

Ri-creazioni – Mario Cresci

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Ri-creazioni scaturisce dall’incontro tra Mario Cresci e le immagini conservate nell’Archivio Fotografico di Eni, un patrimonio di alto valore storico e artistico, capace di offrire uno spaccato di tutto il XX secolo, così come con alcuni fra i materiali più recenti e innovativi sviluppati dalla stessa azienda. Un ampio percorso di approfondimento all’interno del complesso universo creativo di Cresci, tra le sue tecniche, le sue intuizioni e le sue invenzioni, tra passato, presente e futuro.

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Poesia del reale – Toni Nicolini

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Proprio nella scelta della fotografia narrativa o di “reportage” sta anche, per Toni e per altri suoi colleghi, il tentativo di piegarsi a seguire con implacabile “freddezza” la grande commedia del mondo.

Cesare Colombo

Giovedì 15 settembre alle 18.30 inaugura a Forma Meravigli (Milano) la mostra Poesia del reale. Fotografie di Toni Nicolini. L’esposizione è promossa e organizzata da CRAF. Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia. Sarà visitabile fino al 23 ottobre 2016. Forma Meravigli è un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano e Contrasto.

Poesia del reale è la prima grande mostra retrospettiva che presenta l’opera di Toni Nicolini, interprete sensibile della realtà italiana, uno dei più raffinati fotografi del nostro Paese, scomparso nel 2012. Le sue fotografie, realizzate dagli anni Sessanta ai Duemila, testimoniano uno sguardo attento e partecipe al nostro tempo e ai mutamenti della società. Il libro, e il volume che l’accompagna pubblicato da Contrasto e curato da Giovanna Calvenzi e Walter Liva, sono il frutto di un lungo lavoro sul suo archivio di immagini, realizzato da Cesare Colombo e Walter Liva. A Forma Meravigli sarà esposta una selezione ampia e accurata delle immagini che Nicolini ha realizzato in cinquanta anni di carriera.

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Identità Negate:

Lingering ghosts – Sam Ivin  |  Foibe – Sharon Ritossa

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Che cosa significa essere un richiedente asilo nel Regno Unito? È questo il punto di partenza della ricerca di Sam Ivin, iniziata in un centro di prima accoglienza a Cardiff, in Galles, e poi continuata in tutta l’Inghilterra.

Il risultato è una serie di 28 ritratti, cui gli occhi sono stati raschiati via manualmente dall’autore: una volta arrivati nel Regno Unito, questi migranti si trovano a vivere in una sorta di limbo, costretti ad attendere notizie della loro richiesta di asilo per mesi o addirittura anni. Diventano dei lingering ghosts, delle ombre sospese.

Graffiare i volti di questi 28 migranti è un modo per tramettere in maniera immediata l’idea della perdita di sé, la confusione che li attanaglia mentre aspettano di conoscere il loro destino.

Quello di Ivin è uno sguardo contemplativo, distante dai riflettori dei media. I suoi ritratti gettano luce su una questione spesso taciuta: l’emergenza dei richiedenti asilo. Nonostante siano presentate prive di occhi, queste persone hanno una loro identità e in loro riconosciamo madri, padri, figlie e figli: esseri umani.

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Foibe. Il Carso è un territorio brullo e roccioso dell’altipiano triestino, sloveno e croato dove si registra una forte concentrazione di cavità geologiche: grotte o pozzi modellati da fiumi sotterranei che scavando nella terra per millenni hanno scolpito la roccia calcarea dando vita a dei profondi inghiottitoi, chiamati foibe.

Dopo la Seconda Guerra mondiale, le foibe presenti lungo tutta la zona carsica vennero utilizzate come fosse comuni per occultare i corpi di italiani, croati sloveni e tedeschi uccisi per motivi politici.

Ancora oggi la storia di questi profondi abissi resta oscura, contestata e spesso negata, e le foibe continuano a celare dei segreti. Sono anche difficili da individuare sul territorio perché, di fatto, manca una mappatura completa.

Questo progetto fotografico intende riflettere su quanto la conformazione geologica di un’area geografica possa incidere sulle sue vicende storiche e sociali. È un tentativo di far entrare lo spettatore in contatto con il territorio, sottolineando che le foibe sono prima di tutto un prodotto della natura e un tratto caratteristico di una certa zona.

Il viaggio alla ricerca di queste cavità naturali è stato fatto con l’aiuto di speleologi locali che hanno messo a disposizione le loro competenze e i loro strumenti di esplorazione.

Galleria del Cembalo – Roma dal 15/09/2016 l 26/11/2016

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Anna

Concorsi e premi in scadenza a ottobre

Come consuetudine pubblichiamo l’elenco dei bandi e premi internazionali in scadenza nel mese di ottobre.


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MSPF Street Photography

Scadenza:  1 ottobre 2016
Premi:  Fotocamera Leica Q e mostra
Fee:  $20 per immagine (1 gratis ogni 5)

Invia le tue migliori immagini di Street Photography per avere la possibilità di vincere una nuova Leica Q e di esporre le tue foto durante Art Basel Miami, uno dei più grandi e più prestigiosi raduni d’arte di tutto il mondo.
Ogni anno MSPF mostra il meglio della fotografia di strada contemporanea di tutto il mondo, selezionata da una giuria più qualificata nel settore, in un sistema a due livelli.

Link miamistreetphotographyfestival.org


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Emerging Photographer

Scadenza:  3 ottobre 2016
Premi:  Pubblicazione, promozione online e gift card
Fee:  $20 per una serie di foto (3-10 immagini)

Sono aperte le iscrizioni per l’edizione Winter 2016 di Emerging Photographer, vetrina per promettenti fotografi con circa cinque anni o meno di esperienza professionale.
Emerging Photographer è un magazine basato sulle presentazioni. La rivista viene distribuita a influenti creativi che ricercano nuovi talenti e a foto festival come il Photoville (Brooklyn), Month of Photography Los Angeles, Photo LA, Filter Festival (Chicago), 4×5 Photo Fest (San Antonio) e PDN.

Link emergingphotographer.com

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Alla scoperta del Giappone, Felice Beato.

ALLA SCOPERTA DEL GIAPPONE

Felice Beato e la scuola fotografica di Yokohama 1860-1910

Per mia fortuna sono riuscito a vedere in tempo la mostra sul Giappone di Felice Beato, installata presso la Fondazione Luciana Matalon di Milano, terminata lo scorso 30 giugno.

L’esposizione era composta da 110 fotografie originali d’epoca, oltre a tre preziosi album con copertine in lacca, madreperla e avorio, provenienti dalle collezioni del Museo di Storia della Fotografia, Fratelli Alinari di Firenze.

In ogni stanza e corridoio della Fondazione vi erano fotografie del Giappone – suddivise per tema – raffiguranti panorami, vedute cittadine, ritratti e scene di vita, tutte colorate a mano e di una straordinaria qualità.

Felice Beato fu un pioniere delle tecniche di colorazione a mano delle fotografie. Combinò lo stile della fotografia europea con le raffinate tecniche giapponesi dell’acquerello e della xilografia.

Alcune immagini della mostra

Vedere dal “vivo” queste foto del XIX secolo stampe all’albumina e dipinte a mano, è stato per me qualcosa di magico. I panorami Giapponesi colorati sono delicati e naturali e i suoi ritratti davvero travolgenti.

Oggi mi sento un po’ più “ricco” e per chi si fosse perso questa mostra, vi consiglio di dare un’occhiata alle foto di Felice Beato direttamente dal sito Archivi Alinari a questo link
www.alinariarchives.it
Dal sito si possono inoltre acquistare stampe e libri dell’autore.

Metto il link a Wikipedia per chi desidera sapere di più su Felice Beato wiki/Felice_Beato

Gianluca M.