Clarissa Bonet, raccontare lo spazio urbano

Ricerca di Ylenia Bonacina

Clarissa Bonet, nata in Florida nel 1986, è un’artista di Chicago che attraverso la sua arte esplora le complessità dello spazio urbano sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico determinato dal contesto. I suoi studi si concentrano sulla fotografia dapprima presso la University of Central Florida per poi conseguire un Master of Fine Arts alla Columbia College Chicago.

Clarissa Bonet

“The urban space is striking. Its tall and mysterious buildings, crowds of anonymous people, the endless sea of concrete; these things constantly intrigue me.”[1]

Nei progetti City Space e Stray Light Clarissa Bonet indaga lo spazio urbano e le città con modalità tra di loro differenti.

In City space (dal 2011 al 2016) la fotografa con il sapiente uso di pieni e vuoti, luci ed ombre e concentrandosi sull’interazione degli individui con l’architettura trasforma la realtà in un palcoscenico di occasioni quotidiane. La luce, le ombre nere e profonde ed il colore diventano qui strategie funzionali visive per descrivere la città in cui si trova e gli stati d’animo provocati.[2] Mentre è nel centro di Chicago la fotografa osserva e prende nota delle interazioni casuali tra sconosciuti inizialmente fotografando questi incontri con il suo iPhone in modo da avere un appunto visivo della scena a cui ha appena assistito. In un secondo momento Clarissa Bonet ricostruisce questi attimi casuali impostando con cura e minuziosità la posizione, l’illuminazione e i modelli per ricreare la scena che si era appuntata. L’impressione che ne deriva è un mondo urbano confuso in cui gli individui navigano in modo anonimo e solitario.[3]

In Stray Light Clarissa Bonet indaga con la sua macchina fotografica il paesaggio urbano notturno. La visione poetica che si coglie è data dallo svanire nell’oscurità delle costruzioni architettoniche e dall’emergere luminoso delle finestre illuminate in varie tonalità di colore. In alcune immagini determinanti nella lettura visiva sono i dettagli che si colgono all’interno di questi buchi luminosi in altre, questi punti di luce contribuiscono a creare un ammasso geometrico ed astratto. Ogni finestra diventa quindi un qualcosa di sconosciuto e misterioso.[4]

“Carefully constructing each image from multiple photographs, I reform the urban landscape in my own vision—one that seeks to reconstruct the heavens in its absence above the cityscape. Light emanating from each window references a world unknown, evoking a sense of mystery and awe.”[5]

Il lavoro di Bonet è stato esposto all’Archivio Bauhaus di Berlino, al Museo di Fotografia Contemporanea, alla Fondazione Dorothy Donnelley, alla Fondazione Aperture, alla Fondazione Magenta e alla Galleria Catherine Edelman.

Il suo lavoro è stato pubblicato su The Guardian, The Wall Street Journal, CNN Photo, Chicago Magazine, Harpers Bizarre, Juxtapoz, Aint-Bad, The Eye of Photography, Photo District News e molte altre pubblicazioni sia a livello nazionale che internazionale.

Le fotografie di Bonet si trovano nelle collezioni permanenti del Museum of Contemporary Photography, del Museum of Art dell’Università del Michigan, del Southeast Museum of Photography, dell’Haggerty Museum of Art, dell’University Club Chicago e della JPMorgan Chase Art Collection.[6]

IMMAGINI CITY SPACE PRESE DA http://www.clarissabonet.com/cityspace

IMMAGINI STRAY LIGHT PRESE DA http://www.clarissabonet.com/straylight

SITOGRAFIA

https://www.dodho.com

https://www.collater.al

https://www.mocp.org

https://www.lensculture.com

http://www.clarissabonet.com


[1] https://www.dodho.com/city-space-by-clarissa-bonet/

[2] https://www.collater.al/city-space-il-progetto-fotografico-di-clarissa-bonet/

[3] https://www.mocp.org/collection/mpp/bonet_clarissa.php

[4] https://www.mocp.org/collection/mpp/bonet_clarissa.php

[5] https://www.lensculture.com/articles/clarissa-bonet-stray-light-imaging-the-nocturnal-urban-landscape

[6] http://www.clarissabonet.com/read-me

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