Mostre per agosto

Ciao,

vi segnaliamo bellissime mostre anche per il mese di agosto, magari tra un tuffo e l’altro riuscite a farci un giro.

E qua trovate tutte le mostre che vi abbiamo segnalato, sempre aggiornato.

Buone vacanze

Anna

Media Hora. Fotografie di Pablo Balbontin Arenas

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenta la nuova mostra in Project Room dedicata alla serie fotografica “Media Hora” di Pablo Balbontin Arenas.La serie “Media Hora” illustra le case di appuntamento spagnole con un occhio diverso, durante il giorno, quando sono chiuse al pubblico e quasi impercettibili, mimetizzate nell’ambiente urbano, e la luce forte svela ogni dettaglio di quei luoghi. Uno dei tratti caratteristici della ricerca fotografica di Pablo Balbontin è, infatti, proprio il tema dell’apparenza visiva che nasconde le realtà drammatiche: “media hora” è il tempo minimo che i clienti possono contrattare con le prostitute nelle case chiuse di Spagna, tempo stabilito dai proprietari e non dalle donne. Il nostro occhio – spiega il fotografo Pablo Balbontin Arenas – scopre un paesaggio diverso, di cuori rotti, di palme di plastica, di camere di sicurezza nascoste, dettagli che di notte le luci al neon nascondono, illudendo i clienti di entrare in paradiso, paradiso artificiale che occulta l’inferno nel quale vivono le donne che sono obbligate a prostituirsi dalla mafia della tratta di persone. Donne recluse, senza documenti, che per riconquistare la propria libertà devono pagare i debiti economici contratti con l’organizzazione criminale che le ha portate in Europa. La superficialità ci circonda, manchiamo dello spirito critico tanto necessario per ribellarci alle menzogne delle apparenze ed agli abusi nascosti che in esse si perpetrano.La serie “Media Hora” è un esercizio di responsabilità, di comprensione di una verità quasi invisibile, ovvero, dell’abuso di donne provenienti da paesi in via di sviluppo, rinchiuse tra le mura in ambienti kitsch e volgari che nascondono tristezza e dolore.L’invisibilità è la chiave di lettura, il fil rouge che lega le immagini di questa collezione fotografica di edifici disomogenei per caratteristiche, ma accomunati da una funzione cosi drammatica e socialmente rilevante.

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Project Room –  Torino

14 giugno – 26 agosto 2018

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Silver lake drake – Alex Prager

Silver Lake Drive is a major new exhibition marking the first mid-career survey of American photographer and filmmaker, Alex Prager (b.1979).

Tracing Prager’s remarkably rich career over the last ten years and taking place over two gallery floors, the exhibition encompasses over 40 photographs including her trademark, large-scale Technicolor photographs alongside her complete film works.

Prager’s distinctive works cross the worlds of art, fashion, photography and film, exposing the human melodrama and dark unsettling undercurrents that are threaded through her subject matter. Referencing the aesthetic principals of mid twentieth century Hollywood cinema and fashion photography, as well as such photographers as William Eggleston, Diane Arbus and Cindy Sherman, each of her images is packed with a multitude of emotional layers and narrative possibilities.

Her early photographs were predominantly shot on sets in Los Angeles, with carefully staged scenes further heightened by hyper-styled costumes, makeup, lighting and the use of a richly saturated colour palette, lending the images a particular dramatic intensity.

In her celebrated Crowd series, each figure is presented in sharp focus drawing attention to individual characters and stories and hinting at interior lives, separate from outward appearances. Prager often depicts spaces where people find themselves, sometimes unwillingly, in close proximity to others: streets, beaches, airport lounges, theatres. Favouring an aeriel perspective, she purposefully pushes the viewer into a position of surveillance, offering an optimal viewpoint to observe the characters in her frames. Occasionally, a single figure – usually a blond ingénue that seems lifted out of a Hitchcock film, or Douglas Sirk melodrama – looks directly up at the camera revealing the theatricality of the set-up.

The female figure functions as a central protagonist in Prager’s tableaux and is singled out for attention through composition, camera angle and costume.   The women in her frames are often shot in extreme close-up to capture exaggerated emotion, wear highly styled and codified clothes and sport elaborate, improbable hairstyles.

Similarly, in her films, (which draw upon Film Noir, as well as the work of Maya Deren and Alain Resnais), women take centre stage in open-ended narratives, portraying a range of sharply contrasting emotional states – often with the camera trained in extreme close-up on their faces.  Her first film, ‘Despair’ starred Bryce Dallas Howard, while her second short ‘La Petite Mort’ (2012) starred French actress Judith Godreche, with narration from Gary Oldman. Prager sees these immersive film installations as “full-sensory versions” of her photographs; an attempt “to show the before, now and after of one of [her] images.”

In her most recent project, she departs from her usual Los Angeles territory for a different type of stage and setting, choosing instead The Opera Bastille in Paris, where she captures the various stages of performance of a prima ballerina – a role performed by Emilie Cozette. The tension between the ballerina and the audience is traced throughout the film, from pre-performance nerves, preparation and ritual, audience anticipation, of excitement and anxiety of the performance right through to the final curtain. The film also carries a beautifully arranged Stravinsky score by Radiohead producer Nigel Godrich.

This comprehensive exhibition presents over 40 photographs and her complete filmic oeuvre, all of which capture the banal and the fantastic, the everyday and the theatrical in Prager’s heightened reality.

Silver Lake Drive is curated by Nathalie Herschdorfer and is produced in collaboration with the Museum of Fine Arts Le Locle

15 Jun – 14 Oct 2018 – The photographers’ Gallery – London

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Le mostre di Cortona on the Move

Anche quest’anno il festival di Cortona on The Move, offre numerose mostre di altissimo livello.

Tra quelle a mio parere più interessanti, segnalo The Island of the Colorblind di Sanne De Wilde, As it may be di Bieke Depoortere, The Red Road Project di Carlotta Cardana e #instagrampier di Pierfrancesco Celada, ma naturalmente ognuno avrà i suoi preferiti. Fateci un giro e fateci sapere.

Qua trovate il programma completo del festival che prevede anche numerose altre iniziative legate alla fotografia.

Dal 12 luglio al 30 settembre – Cortona (AR)

Sylvia Plachy. When Will it Be Tomorrow

Mostra retrospettiva di circa 120 stampe della fotografa americana di origini ungheresi Sylvia Plachy, prodotta dal Robert Capa Contemporary Photography Center, Budapest, Ungheria, con il supporto dell’Accademia d’Ungheria in Roma. La mostra è a cura di Gabriella Csizek.
La mostra  presenta sessant’anni di lavoro della fotografa, dal 1958 al 2018, fa parte di FOTOLEGGENDO il festival di fotografia che quest’anno è alla sua XIV edizione. Comunicando i vari livelli d’emozione che accompagnano l’inevitabilità dell’attesa con compassione e senso dell’umorismo, Sylvia conduce lo spettatore in un viaggio attraverso la sua capacità unica di creare immagini in cui percepisce ciò che sta accadendo e attraverso il suo obiettivo disegna un mondo su carta che prende vita e racconta storie senza parole.

Sylvia Plachy è nata a Budapest durante la seconda guerra mondiale. In fuga dall’Ungheria con i suoi genitori dopo la Rivoluzione del 1956, ha vissuto a New York per la maggior parte della sua vita adulta. Fotografa pluripremiata, le sue fotografie fanno parte di numerose collezioni e musei privati, come il MoMA di New York, il Minneapolis Institute of Art, il San Francisco Museum of Modern Art, l’Houston Museum of Fine Arts, l’High Museum di Atlanta e la Bibliotheque nationale de France. È conosciuta a New York per i suoi 30 anni di lavoro come fotografa per il Village Voice. La sua rubrica settimanale, UNGUIDED TOUR, è diventata il titolo del suo primo libro, che ha vinto l’Infinity Award di ICP nel 1990.  Tra gli altri premi ricevuti: il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship, una borsa di studio CAPS, il Dr.-Erich-Salomon-Preis per il fotogiornalismo e il Lucie Award. Ha avuto una personale al Whitney Museum at Phillip Morris, al Queens Museum, al Boca Raton Museum of Art e al Minneapolis Institute of Art, e presso gallerie di Berlino, Parigi, Budapest, Berlino, Manchester, Atlanta, Lubiana, Tokyo, Cluj-Napoca, Charlottesville, Los Angeles e New York. Ha pubblicato servizi e saggi fotografici su riviste e giornali di tutto il mondo, tra cui Vogue, The New York Times, Metropolis Magazine e The New Yorker. Tra i libri pubblicati: Unguided Tour, Red Light, Out of the Corner of My Eye, Goings on About Town, Signs & Relics e Self Portrait with Cows Going Home. Sylvia è sposata con Elliot Brody, insegnante di storia in pensione ed è la madre dell’attore Adrien Brody.

23/06 – 02/09/2018 – Museo di Roma in Trastevere – Roma

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Lost in time

Autori in mostra

Cristiano Antognotti, Sandro Baliani, Marco Antonio Brambilla, Roberto Conte, Gualtiero Costi, Roberto Diodati, Michele Greco, Marco Orazi, Pietromassimo Pasqui, Valeria Spiga, GianMaria Sacco

Il progetto Lost in Time, selezionato dalla curatrice Paola Riccardi per il sesto appuntamento della rassegna fotografica triennale Altri Mondi, è una collettiva coordinata da Michele Greco. I fotografi in mostra sono tutti membri, assieme allo stesso Greco, del progetto LostItaly.it, che ha come obiettivo di creare una sorta di memoria collettiva attraverso un archivio di immagini di luoghi abbandonati, scattate dagli stessi fotografi ma anche con notizie storiche e fotografiche. Lost in Time illustra il concetto di orizzonte-tempo: spazi che, una volta lasciati dall’uomo diventano qualcos’altro; nell’abbandono si afferma violenta una nuova identità dei luoghi che porta in sé la dimensione del tempo e della memoria e che si riconnette alla matrice originaria. L’avventura di LostinItaly è nata più di dieci anni fa, quando un piccolo gruppo di fotografi dilettanti decise di riunirsi in un forum per condividere una grande passione diffusa all’epoca più all’estero che in Italia: i luoghi abbandonati. Da allora l’attività fotografica di questo gruppo si è affiancata al recupero delle informazioni storiche di un mondo che sta pian piano sparendo e le cui tracce sopravvivono soltanto nelle nobili macerie dimenticate da tutti: hanno iniziato così a scoprire, esplorare e raccontare fabbriche, manicomi, ospedali e ville dimenticate da tutti. La mostra, interamente progettata da LostItaly, è già stata esposta presso: Biblioteca Vilfredo Pareto di Tor Vergata a Roma, BiblioteCaNova Isolotto di Firenze, Biblioteca Elsa Morante di Ostia-Roma.

DAL 13 LUGLIO AL 02 AGOSTO – Cascina Martesana – MI

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“ARGENTICA”

Mostra fotografica personale di Antonio Biagiotti
Pinacoteca Dinamica organizza la mostra “Argentica” fotografie di Antonio Biagiotti.
Paesaggio e architettura si alternano davanti il banco ottico di Antonio Biagiotti che ci presenta una fotografia analogica paziente ed estremamente curata. Stampe di grande formato accoglieranno i visitatori e li porteranno nei luoghi che il fotografo a voluto raccontarci, seguendo gli insegnamenti tecnici lasciati in eredità al mondo intero da maestri come Ansel Adams. Un’esperienza da non perdere.

Dal 18  al 27 Agosto 2018 – Pinacoteca dinamica – Monacilioni (CB)

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