La seconda guerra mondiale era finita e i soldati tornavano a casa il 14 agosto 1945.
L’atmosfera era euforica.
George Mendonsa, un marinaio, baciò uno infermiera, Greta Zimmer Friedman , i due non si conoscevano.
Il luogo è Times Square, a New york.
Il momento è stato catturato da Alfred Eisenstaedt.
La fotografia si intitolerà “il bacio del marinaio” e simboleggia la fine della seconda guerra mondiale.
Il 27 agosto 1945 la fotografia in bianco e nero divenne la copertina della rivista LIFE. Fu scattata alle 17 e 51 minuti del il 14 agosto 1945 dal fotografo Alfred Eisenstaedt .
La sua macchina fotografica era una Leica IIIa.
“Ero felice, stavo correndo per le strade e ho visto l’infermiera, ci siamo guardati sorridendo … Sono andato verso di lei e l’ho baciata, non abbiamo condiviso una parola! “. afferma Mendonsa (in molti si sono fatti avanti dicendo di essere loro i protagonisti dell’immagine, ma sembra il marinaio in questione fosse proprio George Mendonsa)
E ancora: “Ho visto un uomo che correva verso di noi, ho temuto fosse il fidanzato, ma poi ho visto che stava scattando una foto, così ho continuato a baciare l’infermiera per aiutarlo a prendere la fotografia, ero anche un po’ brillo”.
Il ricordo dell’infermiera non è proprio romantico:» Non era proprio un bacio, stavamo festeggiando, non era un evento romantico. Un modo per ringraziare Dio che la guerra fosse finita». E poi: «’Quell’uomo era molto forte. Io non lo stavo baciando. Fu lui a baciare me». Disse che non avrebbe potuto impedirgli di baciarla: aveva combattuto anche per lei.
Ci sono voluti molti anni per riconoscere le due persone nella fotografia.
Greta Zimmer Friedman inviò una lettera a Alfred Eisenstaedt dicendo che la donna nella fotografia era lei. La rivista LIFE ha successivamente invitato il marinaio a rivelare anche la propria identità.
Alcuni ricercatori hanno studiato gli scatti e sono riusciti a scoprire che si sono baciati alle 17.51 e che l’immagine è stata ripresa sulla 45° strada, dove Broadway e la Settima Strada convergono.
Che storia carina!
Ciao Sara