Tutti i termini relativi alla fotografia di ritratto, da conoscere!

Ecco molti termini relativi all’illuminazione e alla fotografia di ritratto, nel caso vi interessi questo genere, dovreste conoscerli, ciao Sara

Illuminazione nel cinema. Lucy Burton

La luce ambiente – è la luce disponibile, la luce presente nella scena senza aggiungere flash o altre tipologie di illuminazione. Potrebbe trattarsi della luce solare o della luce artificiale (tungsteno o le lampadine fluorescenti) o dell’insieme delle due.
Luce principale: è la fonte di luce principale per una fotografia. Potrebbe essere il sole, strobo da studio, un flash, un riflettore o qualcos’altro. E’ la fonte di luce che sta producendo la base principale di illuminazione sul soggetto.
Luce di riempimento: è la fonte di luce secondaria o una delle fonti secondarie. Viene utilizzata per “riempire” le ombre di luce, nella misura desiderata.
Schema di illuminazione: è il modo con cui la luce cade sui soggetti. Viene creato un modello di base e di posizionamento delle diverse tipologie di illuminazione.
Rapporto di illuminazione: è il confronto tra l’intensità (luminosità) della luce principale e la luce di riempimento.
Esposimetro a luce incidente: è un dispositivo portatile separato dalla fotocamera, che misura la quantità di luce che cade su un soggetto (al contrario della lettura riflessa che calcola la luce che rimbalza dal soggetto verso la fotocamera).
Speedlight: piccolo flash portatile che può essere attaccato alla slitta della fotocamera o funzionare a parte, se attivato in remoto.
Pannello riflettente: un pannello utilizzato per riflettere la luce, generalmente verso il soggetto. Può essere un pannello costruito appositamente e acquistato o semplicemente un pezzo di cartone bianco che rimandi luce sul soggetto.
Light meter – dispositivo che misura la quantità di luce in una scena. La tua DSLR ne ha uno incorporato, che calcola la luce che rimbalza sul soggetto e ritorna attraverso l’obiettivo [TTL]
Illuminazione sottrattiva – come suggerisce il nome, è la rimozione di luce per creare l’effetto desiderato. Comunemente si ottiene con un pannello opaco sopra la testa del soggetto per bloccare la luce dall’alto. Si usa per creare ombre più profonde, essenzialmente riflettendo “nero” sul soggetto anziché luce.

Ritratto di Rembrant

Luce intensa: o non diffusa, esattamente come quella solare, può essere prodotta da un piccolo lampeggiatore o da un flash incorporato. Produce ombre dure con bordi ben definiti, contrasto e trama (se utilizzato a 45° circa, rispetto al soggetto). Enfatizza la trama, le linee e le rughe e viene utilizzato per creare ritratti più drammatici.
Luce soffusa: luce diffusa, come un cielo coperto, nessuna luce diretta oppure si ottiene con un softbox da studio. Questo tipo di luce produce ombre morbide con bordi morbidi, contrasto basso e minore corposità nei soggetti.
Sincro flash – in poche parole è la sincronizzazione dell’attivazione di un flash elettronico con la velocità dell’otturatore. Devi sapere a quale velocità l’otturatore si sincronizza, altrimenti se scatti ad una velocità dell’otturatore troppo alta, potresti ottenere un’immagine parzialmente illuminata. Per la maggior parte delle fotocamere è di circa 1 / 200 di secondo, ma può essere regolata, se si dispone di un flash che può essere impostato a velocità elevate.

Ciao

Sara

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Siete a caccia della LUCE?

 

Essere a caccia della luce significa avere l’opportunità di cambiare una situazione ordinaria in una magia.

Vi siete dimenticati che “fotografia” significa “disegnare con la luce”?

In qualsiasi situazione, che piove o ci sia il sole, avete la necessità, se volete fare delle vostre immagini delle buone immagini, di calcolare il fattore LUCE.

Seguitela.

Per strada potreste cercare le zone con molto contrasto e differenza tra ombra e luce.

In barba a chi dice che le ore centrali della giornata non possono essere sfruttate per fotografare, fate foto nelle vostre pause pranzo, se c’è sole.

Potete provare a sotto esporre direttamente in fase di scatto e ottenere fotografie tipo questa:

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La foto funziona perché il sole mi illumina il pallone che il ragazzino, mentre passava, faceva con la gomma da masticare. Io ero seduta per terra.

 

In fase di ritocco potreste poi aggiungere nero nei neri facendo attenzione a non esagerare con il contrasto.

Certo se manca la luce del tutto, sarà davvero difficile fare qualcosa di buono, potreste comunque sfruttare le illuminazioni artificiali di negozi, lampioni, ecc.

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Albergo a Ho Chi Min. Sara Munari

 

 

Uno degli esempi migliori di chi sfrutta luce a tutte le ore e sfrutta bene pure i il colore, lo avete in Alex Webb. (Abbiamo parlato di lui qui)

MEXICO. Nuevo Laredo, Tamaulipas. 1996.

MEXICO. Nuevo Laredo, Tamaulipas. 1996. Fotografia di Alex Webb

 

Credo che lui torni e ritorni sullo stesso posto per studiare la luce e la scatti solo quando questa è esattamente quella desiderata.

Quindi vi consiglio, se potete, di studiare un luogo che vi sembra perfetto per una fotografia, capire come cadrà la luce su questo posto, e rifarvi un giro negli orari perfetti per la vostra immagine.

Lo stesso posto, con una luce pessima (nella ora sbagliata della giornata) cambia completamente il risultato e vi fa passare da un’ottima foto ad un’immagine noiosa…

C’è chi dice che le ore migliori in cui scattare siano quelle della “Golden hour”

Qui avevo spiegato le caratteristiche della luce e cos’è la Golden hour e quando si verifica.

Qui un articolo su come riconoscere la luce

Qui una app per calcorare quando si verifica APP per scoprire quando cade l’ora d’oro ovunque ti trovi, clicca qui “golden hour calculator

Ciao baci

Sara

Quattro elementi indispensabili per raccontare con le fotografie.

C’è differenza tra fotografia in generale e Storytelling.

Tutti possono fare una fotografia, ma non tutti sanno mettere insieme le fotografie al fine di raccontare storie.

Per creare storie interessanti e curate nella costruzione, dobbiamo fare in modo che anche le singole fotografie siano buone fotografie.

Creare storie attraverso la relazione tra le mie immagini mi fa stare bene, per questo mi piacerebbe, sperando che vi possa essere utile, darvi qualche input per cominciare.

Qualche consiglio e riflessione:

Avete scelto un soggetto che vi appassiona?

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Sara Munari dal progetto “Be the bee body be boom”

Ognuno di voi avrà delle preferenze sul settore a cui avvicinarsi. Per qualcuno può essere la natura, la gente, storie di relazioni tra persone, anche tematiche esclusivamente estetiche, perché no.

Io amo la gente, a me piace osservarla per strada, studiarne i movimenti, le espressioni, le eccezionalità.

Il mio lavoro si basa spesso su questo. Voi, quale è la cosa che vi interessa di più?

Avete osservato, nel tempo, la luce?

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Sara Munari

Un buon fotografo deve usare spesso luce ambiente per raccontare la sua storia. Se imparate ad osservare la luce e capire l’effetto che ha sui vostri soggetti, potrete davvero valorizzare il vostro lavoro.

Qui due articoli sulla luce

Riconoscere la luce

Qualità della luce

Racconta con semplicità

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Sara Munari

Spesso le storie semplici sono le migliori, non andarti ad impegolare con temi e argomenti troppo vasti. Piccole storie, soprattutto all’inizio.

Cerca di scegliere soggetti sui quali puoi ritornare più volte. Cerca di fare in modo che la lettura delle tue immagini sia semplice, non tentare di esprimere concetti troppo complicati.

Ricorda il contesto

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Sara Munari

Gran parte della mia fotografia si concentra sulle persone . Ma spesso, scattare la foto di una persona non è sufficiente per raccontare una storia. Quando possibile , mostrate il contesto in cui è inserita.

Se decidete di inserire il contesto, attenti! Spesso le foto risultano disordinate e di complicata lettura se non fate in modo che i soggetti della vostra immagine siano ben distribuiti sul fotogramma.

Dovete considerare tutti i piani su cui una foto si sviluppa.

Considerate anche i dettagli

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Sara Munari

In strada mi rendo spesso conto del fatto che non è sempre necessario mostrare il volto di una persona per raccontarne la storia .

A volte la tua storia è nei dettagli .

Sicuramente troverò altre cose da suggerirvi, ma oggi è tardi, devo andare. Ciao Sara

Le caratteristiche di un buon fotografo

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Sara Munari Vietnam

Curiosità: La curiosità è la caratteristica principale di un fotografo, a mio parere. Senza curiosità, essere fotografo non avrebbe senso. Curiosità significa cercare sempre, opportunita’ che possono migliorare la qualità dei vostri progetti.

Dovrete cercare spunti, situazioni, navigare su internet e sul mercato “prendendo” spunti e rielaborandoli per mettere a punto nuove idee e risorse per comunicare.

La curiosità fa in modo che non ci si fermi alle prime impressioni.

Occhio e orecchio sempre vigili, insomma…

Per il reportage di documentazione il rigore con cui  ci si documenta,  è indice di serietà, la capacità di selezione delle fonti e la relativa distribuzione di notizie.

Siate attenti, leggete e informatevi bene prima di produrre un lavoro fotografico.

Flessibilità mentale: fondamentale.

Spesso vi servirà a cambiare strada e capire come muovervi meglio.

La fotografia è sempre in movimento, cambia, gli stili cambiano, i modi relativi alla comunicazione, cambiano.

Siate dinamici, spesso vedo lavori non più adeguati al cambiamento della “Fotografia “.

La rigidità è il sintomo di limiti dai quali dobbiamo stare alla larga da fotografi, sempre. Ogni situazione vi si pone con caratteristiche differenti, a volte dovrete improvvisare, fidarvi del vostro intuito, della vostra “pancia”.

Schemi  precisi vi chiudono in gabbia, soprattutto quando si tratta di un progetto creativo, di idee, che se mai fotografate, non possono essere trovate sui libri.

Non meno importante sarà la vostra capacità di comunicare, anche parlare del vostro lavoro, farà parte di questo mestiere.

Poi c’è la vostra capacità tecnica. Dovete conoscere i limiti delle vostre macchine fotografiche, non le qualità. Portare la macchina al limite, senza cercare soluzioni introvabili (perché impossibili per i limiti tecnici del mezzo) sarà fondamentale.

Relativamente ad ogni genere fotografico, studiate la tecnica di riferimento, soprattutto per lavori in studio.

Conoscere la luce, sia in studio che in esterni.

Ultimo consiglio, siate umili e tentate di imparare da tutto e da tutti, siate pronti a mettervi in discussione per capire come migliorare.

Per il resto, cioè la vostra capacità di vedere fotograficamente, studiate, leggete, apritevi a tutto.

Se ancora non funziona, esistono un sacco di corsi di tango e cucina indiana a cui fare riferimento!!

baci

Sara

Qualche consiglio per scattare in bianco e nero.

Il bianco e nero, una volta era l’unico mezzo che avevamo per comunicare, fotograficamente. Molto tempo prima che la maggior parte di noi perdesse la testa per la Fotografia. Oggi, per molti, il bianco e nero non è altro che una modalità romantica per dire le cose. Per chi come me ha stampato ore in camera oscura, è davvero un ricordo fantastico che per motivi di pratica ho dovuto abbandonare.
Qui spero ci siano alcune idee che possano farvi migliorare i vostri scatti in bianco e nero. Sono le stesse cose che hanno ispirato me, sia dal punto di vista tecnico che di comunicazione.

1) Guarda Film in bianco e nero
Guarda la luce usata, dato che non avevano i colori per attirare attenzione, dovevano necessariamente saper usare davvero bene la luce nelle scene.

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Dal film Casablanca

2) Impara ad usare correttamente i contrasti. Spesso si abusa del ritocco in bianco e nero rendendo le fotografie più simili a grafiche o disegni che a immagini fotografiche. Non esagerate, soprattutto se la destinazione finale è una stampa.

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Letizia Battaglia

3) Anche la “luce piatta” ha molto da offrire. In questo caso tentate di ottenere la massima estensione tonale possibile. E’ un tipo di foto che mi piace meno, ma sicuramente, in qualche caso è molto funzionale.

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Edward Weston “Tina Modotti”

4) So che vi sembra una cazzata, ma il nero usato bene rende il bianco più bianco. Se rendi le ombre più scure le luci appariranno più luminose.

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Eikoh Hosoe

5) Tutto ciò che è bianco va sfruttato come elemento grafico. Mi riferisco a fiumi, binari, superfici lucide, che in controluce diventano bianche e possono essere sfruttate davvero bene in bianco e nero.

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Salgado da Genesis

6) Le fotografie, dal mio punto di vista, devono avere sempre, sia il bianco che il nero. Non basta che la foto parta dal bianco ed arrivi al grigio scuro, i toni ci devono essere tutti, dal bianco al nero.

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Salgado da Genesis

7) I filtri possono ancora fare la differenza. Di solito si usa il polarizzatore o filtri gialli o rossi. Tenete presente che spesso, gli stessi effetti o quasi, possono essere ottenuti in photoshop.

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Walker Evans

8) Scattate, se potete in Raw. Le possibilità di ritocco si moltiplicano e vi danno più possibilità di scelta…anche se scattare in jpeg darà altrettante soddisfazioni, eh!

9) NON scattate direttamente in bianco e nero, perdete informazioni e poi perchè???

10) Tutto quello che serve a scattare bene a colori, serve per scattare bene in bianco e nero, quindi gli elementi importanti sono gli stessi, tenete conto di messaggio, composizione ed estetica. SEMPRE.

Ciao a tutti, ciao Sara

Spero vi sia da piccolo stimolo, baci

Genesis – Salgado. A me sto libro fa davvero venire la pelle d’oca! Guardate che fotografie…

Sebastião Salgado (Aimorés, 8 febbraio 1944) è un fotografo brasiliano, che attualmente vive a Parigi.

Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel 1973 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa. Nel 1974 entra nell’agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo e la guerra coloniale in Angola e in Mozambico. Nel 1975 entra a far parte dell’agenzia Gamma ed in seguito, nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos. Nel 1994 lascia la Magnum per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro.

A titolo di esempio, possiamo citare i lunghi viaggi che, per sei anni, lo portano in America Latina per documentarsi sulla vita delle campagne. Questo lavoro ha dato vita al libro Other Americas.

Durante i sei anni successivi Salgado concepisce e realizza un progetto sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione monumentale di 400 pagine, uscita nel 1993, tradotta in sette lingue e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo.

Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema delle migrazioni umane. I suoi reportages sono pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.

Nel 2013 Salgado ha dato il suo sostegno alla campagna di Survival International per salvare gli Awá del Brasile, la tribù più minacciata del mondo. Nell’agosto 2013 O Globo ha pubblicato un lungo articolo sulla tribù, corredato dalle sue fotografie.

StileimageCon studi di economia alle spalle, Salgado approda tardi nel mondo della fotografia, occupandovi subito una posizione di primo rango. Le sue opere si ispirano a quelle dei maestri europei, filtrate però dall’eredità culturale sudamericana. Esse attirano l’attenzione su tematiche scottanti, come i diritti dei lavoratori, la povertà e gli effetti distruttivi dell’economia di mercato nei Paesi in via di sviluppo. Una delle sue raccolte più famose è ambientata nella miniera d’oro della Serra Pelada, in Brasile, e dove migliaia di persone, giunte da tutto il mondo a causa della presenza di filamenti auriferi nel terreno, sono ritratte mentre si arrampicano fuori da un’enorme cava su primitive scale a pioli, costretti, da nessuno se non dalla propria dipendenza nei confronti dell’oro, a caricare sacchi di fango che potrebbero contenere tracce del metallo.

Salgado scattava nel modo tradizionale, usando pellicola fotografica in bianco e nero e una fotocamera da 35 mm: strumenti portatili e poco ingombranti. È nota la sua preferenza per le macchine Leica, in virtù della qualità dei loro obiettivi. Particolarmente attento alla resa dei toni della stampa finale, Salgado applica uno sbiancante con un pennello per ridurre le ombre troppo intense.

Nel corso della realizzazione del progetto Africa, Salgado ha avuto la necessità di stampare alcune scene in grande formato. Ma la Leica non gli consentiva di andare oltre una certa misura, per cui ha iniziato ad utilizzare una Pentax 645 in formato 220.

All’inizio della realizzazione del progetto Genesis, inoltre, egli ha calcolato che avrebbe dovuto girare il mondo con 600 rullini di formato 220, con un peso di 30 chili circa di pellicola. Ma con le misure di sicurezza instaurate negli aeroporti di tutto il mondo, in conseguenza dell’attentato dell’11 settembre, le pellicole avrebbero dovuto attraversare più volte i rilevatori a raggi X, con perdita di qualità dell’immagine e quindi del vantaggio qualitativo che avrebbe dovuto derivare dall’uso del medio formato. Allora il grande fotografo ha deciso di utilizzare una Canon 1Ds Mark III, da 21 megapixel, riducendo il peso previsto del materiale sensibile, da 30 kg delle pellicole, ad 1,5 kg di schede digitali.

Per acquistare Genesis 

Bellissima presentazione di Salgado del suo lavoro…da vedere!

ciao Sara

Come ho imparato a “vedere fotograficamente”.

La macchina fotografica è lo strumento Con cui catturate la vostra visione del mondo, ed è proprio quello che rende le vostre fotografie speciali. Imparare a vedere fotograficamente, anche senza macchina fotografica è importante e a mio parere, un ottimo modo per imparare a scattare. Si esercita propria capacità di individuare gli scatti, in primo luogo, senza la pressione dovuta al “dover effettivamente catturare la scena”. Siete liberi di lasciare correre l’immaginazione senza limiti. Qui ci sono alcuni modi per migliorare la vostra fotografia senza macchina fotografica. Alcuni di questi continuo a sperimentarli anche io.

Comporre le immagini in luoghi affollati Le fermate degli autobus, officine, parcheggi, negozi di alimentari, sale d’attesa, bagni, treni, aeroporti … da nessuna parte la vita sembra essere tanto in stallo. Sono tutti i luoghi che dividono un evento l’altro della vita di ognuno. Pensate a dove posizionereste la fotocamera, chi o che cosa si potrebbe isolare come soggetto. Sarebbe meglio in bianco e nero o a colori, quali impostazioni è possibile utilizzare, quali tempi, come si potrebbe comporre questa scena?

photoview_pl_weegee_jej_pierwsze_morderstwo Weegee

Osservate i colori e le ombre Come si comportano i colori al buio o illuminati? Come cambierebbe il loro peso nell’immagine se effettivamente steste scattando? Come cambiano i toni, come cambiano le ombre, come funziona l’illuminazione artificiale funziona con o senza illuminazione naturale?

Di treni , di sassi e di vento - Tirana- (22)

Sara Munari

Pratica zen (?) Siate consapevoli di ciò che sta accadendo intorno a voi in questo momento, notate suoni, luoghi, odori, Siate concentrati sul presente che avete intorno e cercate di essere collegati a più cose possibili. Fare questo, senza macchina fotografica, mi aiuta tantissimo. Mi fa vedere le cose con una lentezza e tranquillità che mi torna utile quando poi si tratta di scattare effettivamente.

Passeggiate all’alba e al tramonto Questi momenti, nella giornata sono sicuramente i migliori in termini di luce, anche se ci sono grandi fotografi che fanno bene bene, con qualsiasi luce.

shore_4                                                                                 Stephen Shore

Ma noi, di solito, ci siamo appena svegliati oppure stiamo preparando la cena o stiamo uscendo dal lavoro. Siamo di fretta insomma, e chi cacchio ha tempo di portarsi la macchina fotografica? Ecco lasciatela a casa. Imparate, senza macchina, a riconoscere la luce – le sue caratteristiche, la velocità con cui arriva e scompare, le sue diverse qualità durante le diverse stagioni – questo esercizio vi aiuterà a riconoscerla più velocemente in caso stiate effettivamente scattando.

Parlate con gli sconosciuti. Con la macchina fotografica siamo percepiti come predatori…troppi fotografi e mille pippe mentali sulla privacy. Al contrario, siamo tutti bravi con la macchina che ci fa da scudo coi nostri soggetti, io mi sento protetta. Quando non ce l’ho, mi piace imparare ad entrare in contatto con chi è nei dintorni. Ho sempre pensato mi potesse essere utile quando poi devo scattare. Mi aiuta ad essere più disinvolta. Conversare è un’arte e va provata. Inoltre serve a prendere contatti che potrebbero sempre essere utili.

Provate a disegnare le foto che vorreste fare Disegnare potrebbe aiutare a perfezionare la vostra visione quando si tratta di guardare attraverso l’obiettivo. Si diventa più consapevoli delle proporzioni tra forma e materia. Non arriverete al MOMA, ma almeno, dal mio punto di vista, imparerete a dare più enfasi alle vostre fotografie.

Guarda i film col dito sul pulsante di pausa

In un film ben girato, la fotografia è una delle cose principali. Ogni scena potrebbe essere trasformata in una fotografia. Per questo motivo i film possono essere una grande fonte di ispirazione e di formazione per il vostro occhio. Notate come è inquadrata la scena – ciò che è incluso, ciò che è fuori, la luce e la composizione.

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Vado ciao Baci a tutti

Sara