Fotografare letteralmente, la scrittura al servizio della fotografia

Autrice: Simona Guerra
Saggio

Simona Guerra si occupa di fotografia da circa vent’anni. Insomma, ne sa molto!

Curatrice, autrice e docente, porta la sua lunga esperienza, nell’ultimo libro, che tratta della stretta relazione che esiste tra scrittura e fotografia.

Simona inizia con una riflessione sulla fotografia e da questo punto di partenza, ci porta a riflettere sul modo in cui la scrittura, possa esserne al servizio. Un testo scorrevole e di piacevole fruizione.

Il tentativo è di affrontare le strutture che normalmente stanno alla base della fotografia e quelle che stanno alla base della scrittura, accostandole e facendole collaborare.

La fotografia è per Simona, oggi, libera da ogni vincolo, quindi anche dai condizionamenti della parola, nasce quindi la possibilità, in qualche caso necessità, di farle cooperare.

Il libro nasce da uno studio durato anni che può aiutare a capire come, parlando di molti tipi di fotografia (concettuale, reportagistica, ecc) un titolo, una didascalia, un testo, un’annotazione o addirittura una firma, possano aiutarne la funzionalità e completarne il significato. Conoscere certe dinamiche e comprenderle, diventa un arricchimento per ogni fotografo che voglia esplorare questo aspetto.

Il testo offre anche un ventaglio di contenuti che potrebbero essere letti da fotografi, per valutare differentemente e in modo più approfondito, il rapporto coi due linguaggi.

Quindi, come il testo può supportare la fotografia? Come possono camminare insieme? A chi di dobbiamo rivolgerci e affidare i nostri progetti per scrivere le nostre sinossi, postfazioni o didascalie? Che titolo dobbiamo dare al nostro portfolio, al nostro libro, che ragionamenti fare per sceglierlo?

Chi parla e scrive di te, ti rappresenta, quindi è fondamentale saperlo scegliere e costruire un rapporto, durante il progetto, che si basi su fiducia e professionalità.

Tutte domande sulle quali S. ci fa ragionare, con consigli anche pratici. Da avere in libreria!

PER L’ACQUISTO

15×21 cm
144 pagine
14 foto
Testo: Italiano
Copertina morbida
ISBN: 978-88-946728
Dicembre 2021

Info acquisto: art@pikta.it

Prezzo: € 21,00

Autrice: Simona Guerra
Saggio

Cosa c’entra Gianni Rodari con le immagini? E perché scrittori come George Perec, Dante Alighieri o Salvatore Quasimodo occupano intere pagine di un saggio sul linguaggio e la struttura della fotografia? Perché in questo libro la fotografia va a lezione dalla scrittura. L’obiettivo è capire come la fotografia possa essere potenziata nella sua capacità comunicativa ed espressiva grazie all’aiuto delle parole. Dopo il suo saggio “Fotografia Consapevole” del 2016, l’autrice condivide qui l’esito delle sue ultime ricerche e di otto anni di esperienze didattiche sulla relazione tra fotografia e scrittura.
Nel libro vengono affrontati aspetti del “sistema fotografia” spesso ignorati, che chi scatta dovrebbe conoscere al pari della tecnica, della composizione e della Storia della fotografia. Un saggio che analizza la relazione tra l’espressione visiva e quella testuale e che suggerisce come fare, in pratica, a usare la scrittura per migliorare la propria produzione fotografica oppure per farla coesistere con le immagini in modo equilibrato.
Un testo sconsigliato a chi afferma che “…se devo spiegare le mie fotografie con le parole vuol dire che non funzionano!” o a chi pensa che il linguaggio della scrittura abbia poco da insegnare ai fotografi. Il libro rivela infatti come la fotografia e la scrittura possano essere armonizzabili l’una con l’altra e diventare complici, potenziando una comunicazione, pur mantenendo le proprie specificità.
È poi presente una sezione dedicata al fotografo costretto ad usare le parole: istruzioni e suggerimenti per chi ha bisogno di orientarsi meglio tra titoli, didascalie, testi introduttivi, paralleli, curatoriali ed altre tipologie di paratesti.

Un pensiero su “Fotografare letteralmente, la scrittura al servizio della fotografia

  1. Se leggo un’espressione come “Un testo sconsigliato a chi afferma che “…se devo spiegare le mie fotografie con le parole vuol dire che non funzionano!””, allora non mi verrà mai voglia di leggerlo. Io credo fortemente che la fotografia sia un linguaggio originale e che non deve aver bisogno di essere spiegata, Altra cosa è la didascalia o la contestualizzazione con testo specifico. Insomma le cose non sono necessariamente in opposizione. I due linguaggi possono sicuramente armonizzarsi, coesistere. Ma esistere anche a prescindere l’uno dall’altro.

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