La (foto)camera di Pandora, lettura d’agosto

Joan Fontcuberta

La (foto)camera di Pandora – La fotografi@ dopo la fotografia

Contrasto

 

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Con l’avvento del digitale la fotografia ha subito notoveli cambiamenti e mutato il significato, secondo Fontcuberta i due sistemi hanno specifiche intenzioni: legata alla memoria quella analogica e alla necessità di esprimere la propria esistenza ( in modo effimero ) quella digitale. “…le foto non servono più ad immagazzinare ricordi, né a essere conservate. Servono come esclamazioni di vitalità, come estensioni di esperienze che vengono trasmesse, condivise, e poi scompaiono…”. L’autore analizza come la massificazione della fotografia abbia fatto diventare il fotografare un gesto “banale”. La “rivoluzione” si era già palesata con l’avvento della Polaroid, il digitale ha scavato un solco ancora più profondo, azzerando di fatto, l’attesa che separava l’immagine latente da quella manifesta. Il tema fondamentale è l’analisi di dove la fotografia digitale ci stia portando e soprattutto di come abbia cambiato il nostro modo di valutare le immagini, la proliferazione delle stesse e talvolta l’uso della postproduzione ( e scivoloni vari ) hanno in molti casi fatto perdere alla fotografia il valore di “documento attendibile”. Lo scenario è quello di una smisurata “discarica” colma di immagini, esemplare in questo è la scelta di Joachim  Schmid di non produrre immagini, al contrario ne raccoglie e utilizza di già esitenti per generare i propri lavori “ecologicamente compatibili”. Un pensiero sotto molti punti di vista condivisibile, rimango comunque dell’idea che la visione non può essere condizionata dallo strumento, anche se in alcuni casi si può rivelare un’ottimo “limitatore” al gesto compulsivo. Il lavoro di Fontcuberta lo interpreto come un monito ad un uso più consapevole dell’immagine fotografica, ed è per questo che non posso far alto che consigliarvi la lettura.

Per l’acquisto

Giovanni

5 pensieri su “La (foto)camera di Pandora, lettura d’agosto

  1. Se proprio vogliamo dirla tutta, la fotografia non ha, spesso, avuto il valore di “documento attendibile” neanche all’epoca dell’analogico

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