Roger Ballen, l’ombra della mente

Non mi capita di scrivere sugli autori ma ultimamente sto “incrociando” spesso Roger Ballen per una mia ricerca personale e quindi ve lo voglio presentare.

Roger Ballen è un fotografo americano che vive a Johannesburg, Sud Africa. Il suo lavoro si è sviluppato nell’arco di quattro decenni, iniziando nel campo documentario e trasformandosi in un “romanzo” visivo tra persone, i loro spazi architettonici, oggetti e animali.
Mentre oggi il lavoro di Ballen è spesso descritto come “dark”, egli descrive la sua fotografia come essenzialmente psicologica e parla delle immagini come riferimento del “lato oscuro” dell’umanità. Ballen dice: “L’ombra è meglio del buio, perché il buio per molta gente significa male e io dico che è esattamente l’opposto […] Le foto non dovrebbero essere viste come “dark” e io non sono abbastanza sicuro di che cosa sia “dark”, comunque.” (intervista su GUP Magazine )

Dal sito di Ballen
A proposito di Roger
Uno degli artisti della fotografia più influenti e importanti del 21° secolo, le fotografie di Roger Ballen si estendono in oltre quaranta anni. Le sue opere strane ed estreme affrontano lo spettatore e lo sfidano ad andare con lui in un viaggio nelle loro menti mentre esplora i recessi più profondi della propria.
Roger Ballen è nato a New York nel 1950, ma per oltre 30 anni ha vissuto e lavorato in Sud Africa. Il suo lavoro come geologo lo ha portato fuori nelle campagne e lo ha portato a prendere la sua macchina fotografica ed esplorare il mondo nascosto delle piccole città del Sud Africa. In un primo momento ha esplorato le strade vuote nel bagliore del sole di mezzogiorno, ma, una volta che aveva fatto il passo di bussare alle porte delle persone, ha scoperto un mondo all’interno di queste case che ha avuto un profondo effetto sul suo lavoro. Questi interni con le loro collezioni distintive di oggetti e gli occupanti all’interno di questi mondi chiusi, ha reso la sua visione unica su un percorso di critica sociale e alla creazione di metafore per la mente. Dopo il 1994 non ha più guardato alla campagna per i suoi soggetti, ma li ha trovati più vicino a casa a Johannesburg.
Nel corso degli ultimi trent’anni, il suo stile distintivo della fotografia si è evoluta utilizzando un semplice e netto formato quadrato, in un bel bianco e nero. Nelle precedenti opere in mostra il suo legame con la tradizione della fotografia documentaria è chiaro, ma fino al 1990 ha sviluppato uno stile che egli descrive come ‘romanzo documentario’. Dopo il 2000 le persone che vivono ai margini della società sudafricana, che per primo scoprì e documentò, è diventato sempre più un cast di attori che collaborano con Ballen nelle serie Outland e Shadow Chamber per creare potenti psicodrammi.
La linea tra fantasia e realtà nelle sue serie più recenti, Boarding House e Asylum of the Birds è diventata sempre più offuscata e in queste serie ha impiegato disegni, pittura, collage e tecniche scultoree per creare set elaborati. Le persone sono ora spesso del tutto assenti; sostituite da fotografie di persone usate come oggetti di scena, da parti di bambola o di manichino o come mani disincarnate, piedi e bocche che spuntano attraverso i muri e pezzi di stracci. Gli scenari spesso improvvisati sono completati dal comportamento imprevedibile degli animali il cui comportamento ambiguo è fondamentale per il senso globale delle fotografie. Ballen ha inventato una nuova estetica ibrida in queste opere, ma non ancora radicata saldamente nella fotografia in bianco e nero.
Nel realizzare questa mostra, Roger Ballen si è lasciato conquistare dalle possibilità di integrazione di fotografia e disegno. Egli ha ampliato il suo repertorio ed esteso il suo linguaggio visivo. Integrando il disegno nelle sue opere fotografiche e video, l’artista non solo ha dato un contributo duraturo al campo dell’arte, ma altrettanto ha fatto un potente commento sulla condizione umana e il suo potenziale creativo.

Roger Ballen’s Theatre of the Mind (2016)

Ultimo video di Roger Ballen recentemente pubblicato su youtube intitolato “Teatro della Mente”, un thriller psicologico ambientato in una zona tra sanità mentale e follia, sogno e realtà. il video porta il lavoro di Ballen ad un livello successivo.

Tra i suoi lavori che trovate sul sito
c’è anche una collaborazione con il gruppo musicale sudafricano Die Antwoord, gruppo che definirei volgare e sconvolgente (e che personalmente mi piace), dal titolo “I Fink U Freeky”

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Trovo la “fotografia” di Roger Ballen potente e sconfinante, tanta inquietudine che ci trascina dentro con forza. Attrae profondamente anche non volendo, fotografando l’ombra della mente, un po’ come Joel-Peter-Witkin, autore simile ma diverso, del quale ve ne abbiamo parlato in questo articolo

Voi cosa ne pensate?

Gianluca Micheletti

(mi scuso per eventuali errori di traduzione)

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