Con il termine latino camera obscura, si intende un ambiente completamente oscurato, di varie dimensioni (da una scatola a una stanza), su una parete del quale sia stato creato un piccolo foro, attraverso il quale, in raggi luminosi provenienti da soggetti esterni illuminati, si proiettano sulla parete opposta della camera, creando l’immagine del soggetto rovesciata e con i lati invertiti. Di questo fenomeno ci sono scritti che testimoniano la sua scoperta già nel V secolo a.C. in Cina. Aristotele, (IV secolo a.C.) descrisse la possibilità di proiettare un’immagine in un luogo buio utilizzando un piccolo foro.
Lo scienziato Al-Hasan ibn al-Haitham (XI secol ) nel suo trattato di ottica è il primo a descrivere e analizzare correttamente il processo che si verifica nella camera obscura, inoltre utilizzò la camera obscura per osservare un’eclissi solare. Il monaco e scienziato Ruggero Bacone (XIII secolo) descrisse il fenomeno che si verifica nella camera obscura e ne tracciò uno schema esatto. Fino a questo momento la camera obscura venne utilizzata solo per l’osservazione dei fenomeni naturali. Dal XV secolo si cominciò ad utilizzare la camera obscura per le rappresentazioni pittoriche, copiando su un foglio di carta le immagini proiettate dal foro. Successivamente, per rendere le immagini più nitide, si comincò ad utilizzare una lente applicata al foro ( descritto dal fisico Giovanni Battista Della Porta ). La camera obscura è lo strumento che molti pittori usavano come ausilio per realizzare le loro opere, disegnando dal vero paesaggi e architetture, l’mmagine veniva realizzata su un foglio di carta velina o oleata per poi essere riportata e finalizzata sulle tele.
Fino al XVI secolo la camera obscura era una vera e propria stanza, dal secolo successivo si cominciarono a diffondere le prime camere obscure portatili. Successivamente, nel 1685, il monaco Johann Zahan apportò una fondamentale modifica, inserendo all’interno delle camere portatili, uno specchio a 45° opposto alla lente, che capovolgeva e proiettava l’immagine (rimanendo comunque con i lati invertiti), su un vetro smerigliato, migliorando sesibilmente la copia dal vero.
É lo stesso procedimento sul quale si basa anche il funzionamento delle nostre fotocamere reflex, nel caso specifico la luce attraversa l’obiettivo, colpisce lo specchio (che capovolge l’immagine), viene proiettata sul pentaprisma (che inverte i lati), garantendo la visione attraverso il mirino esattamente come nella realtà. Se la cosa vi ha incuriosito e dalla finestra di casa vostra godete di una vista interessante, qui potete trovare un video di come realizzare la vostra camera obscura e qui il lavoro del fotografo Abelardo Morell che sfrutta le immagini che si creano.
Giovanni