“The Cinema Show. Fotografie dalla collezione della Galleria civica di Modena“
Nell’ambito di Lecce 2015. Capitale Italia della Cultura, il MUST Museo Storico della Città di Lecce conferma la sua attenzione fondante alla fotografia quale modalità espressiva autonoma all’interno della complessità dell’arte contemporanea, e nell’ottica di quell’interscambio tra le Istituzioni, auspicato e professato sin dall’inizio della sua attività, sabato 14 novembre alle 18.00 inaugura ufficialmente la mostra “The Cinema Show. Fotografie dalla collezione della Galleria civica di Modena” circa 90 opere dalla Raccolta della Fotografia della Galleria civica di Modena a cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini, dedicato all’immaginario cinematografico.
Il percorso espositivo abbraccia un secolo di cinema, dalle foto di Anton Giulio Bragaglia sul set del suo “Thaïs” nel 1917, fino ai protagonisti italiani e internazionali dei film degli ultimi anni: da Woody Allen a Robert De Niro, da Carlo Verdone a Paolo Sorrentino.
Foto di scena, scatti che testimoniano la vita pubblica e carpiscono momenti privati d’interpreti e direttori, ritratti in posa delle dive e dei divi, sono gli ambiti tematici affrontati dalla rassegna, che vede tra i protagonisti Roberto Benigni, Ingrid Bergman, Tony Curtis, Gérard Depardieu, Marlene Dietrich, Federico Fellini, John Houston, Klaus Kinski, Marcello Mastroianni, Marilyn Monroe, Nanni Moretti, Pier Paolo Pasolini, Totò, Luchino Visconti. Tra i fotografi: Philippe Antonello, Enrico Appetito, Franco Bellomo, Anton Giulio Bragaglia, Jean-François Bauret, Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco Fontana, David Gamble, Marcello Geppetti, Pino Guidolotti, Horst P. Horst, Emilio Lari, Erich Lessing, Gina Lollobrigida, Umberto Montiroli, Luciana Mulas, Ugo Mulas, Claude Nori, Gabriele Pagnini, Federico Patellani, John Phillips, Roger Pic, Pierluigi Praturlon, Paul Ronald, Gianfranco Salis, Enrica Scalfari, Tazio Secchiaroli, Pino Settanni, Angelo Turetta, Mario Tursi, Leigh Wiener.
Dopo essere stata presentata con grande successo a Palazzo Santa Margherita a Modena dal 7 febbraio al 7 giugno scorso, la mostra trova oggi una nuova occasione di visibilità e così pure la Raccolta museale modenese, una parte significativa della quale attinge al fondo Franco Fontana da cui ha preso origine.
Per l’occasione, inoltre, sarà pubblicato un catalogo, bilingue, prodotto dal MUST Museo Storico della Città di Lecce in collaborazione con la Galleria civica di Modena con testi Daniele De Luigi e Marco Peirini e la riproduzione di tutte le opere esposte.
La mostra rientra nell’attività di valorizzazione delle raccolte museali della Galleria civica di Modena, e resterà allestita fino al prossimo 17 gennaio.
Mostra
“The Cinema Show. Fotografie dalla collezione della Galleria civica di Modena”
Sede
MUST Museo Storico della Città di Lecce, Ex Monastero di Santa Chiara, Via degli Ammirati, 11, Lecce
Periodo
14 novembre 2015-17 gennaio 2015
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Ishiuchi Miyako: Postwar Shadows
October 6, 2015–February 21, 2016Getty Center
In the 1970s Ishiuchi Miyako shocked Japan’s male-dominated photography establishment with Yokosuka Story, a gritty, deeply personal project about the city where she spent her childhood and where the United States established a naval base in 1945. Working prodigiously ever since, Ishiuchi has consistently fused the personal and political in her photographs, interweaving her own identity with the complex history of postwar Japan that emerged from the shadows cast by American occupation.
This exhibition is the first in the United States to survey Ishiuchi’s prolific career and will include photographs, books, and objects from her personal archive. Beginning with Yokosuka Story (1977-78), the show traces her extended investigation of life in postwar Japan and culminates with her current series ひろしま/hiroshima, on view seventy years after the atomic bombing of Hiroshima.
The J. Paul Getty Museum thanks the Japan Foundation and Shiseido Co., Ltd., for their support of this exhibition
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Metrapolis – New York vista da Frankie hi-nrg
New York, luogo simbolo e mecca culturale degli appassionati di hip-hop, laboratorio espressivo e teatro della Storia: Frankie hi-nrg mc vi ha trascorso 6 settimane, esplorandone il tessuto urbano e umano, raccontandone i contrasti e i paradossi attraverso vari linguaggi, tra cui quello fotografico.
Reduce dal successo di “Bilingual”, presso l’Hunter College e il Piccolo Café di New York, Frankie hi-nrg mc debutta anche in Italia con una mostra fotografica, che aprirà i battenti a Milano il 3 dicembre sino all’11 gennaio 2016 presso Spazio 22 (Viale Sabotino, 22 – porta Romana).
Frankie hi-nrg mc con il suo progetto fotografico dal titolo “METRAPOLIS”, neologismo che sintetizza la doppia natura di città ideale e trappola, ci restituisce una personale visione di New York, un’osservazione critica e nuova di una delle città più fotogeniche. Con i suoi scatti ci accompagna a scoprire la natura ambigua di questa grande città, in eterna contraddizione tra espressione e schematismo, tra indipendenza e costrizione.
Le fotografie che Frankie hi-nrg mc presenta al pubblico milanese mostrano situazioni in cui i soggetti ritratti sembrano esprimersi “liberamente” all’interno di una gabbia che li imprigiona, ma che non sembra soffocarli. Quello della libertà concessa “entro certi limiti” è il vero tema del lavoro, interamente pensato e realizzato con Fujifilm X-T1 e X-T10, una presenza non ingombrante, non invasiva nei confronti del soggetto ritratto, dello spazio altrui; fotocamere discrete e compatte che lasciano al fotografo la massima spontaneità nello scatto e nella scena fotografata.
Fujifilm Italia ha accolto il progetto “METRAPOLIS” con entusiasmo e facendosi promotrice della mostra con l’intento di incentivare la cultura fotografica, sostenendola e diffondendola nei modi e luoghi opportuni, proprio perché il pensiero di un autore si svela apertamente, una foto è un momento comunicativo ed evocativo, in cui il fotografo intesse un dialogo con il suo pubblico.
Frankie hi-nrg mc non è nuovo alla passione per l’immagine, scattò la sua prima foto quando aveva 3 anni con una Polaroid: da allora ha sempre utilizzato l’arte della fotografia per arricchire il suo talento nel comunicare. Si definisce “diversamente fotografo”, rifugge dal termine professionista, ma il suo modo di fare fotografia è consapevole della potenza espressiva di un’immagine; la resa fotografica è matura con una scelta ben precisa nei suoi lavori, definito un tema lo declina in tante espressività, passando da una foto di ritratto, di street, di panorama, di spazi architettonici. Ogni sua fotografia, di cui ne è il regista, è una storia scritta con un click e destinata alla lettura e critica del pubblico.
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World Press Photo al Forte di Bard
Arriva al Forte, dal 5 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016, la nuova edizione della mostra World Press Photo, risultato del più importante concorso internazionale di fotogiornalismo.
Un’occasione per vedere le immagini più belle e rappresentative che, per un anno intero (il 2014), hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo. Per questa edizione, le immagini sottoposte alla giuria sono state 97.912, inviate da 5.692 fotografi professionisti di 131 nazionalità.
LIA PASCANIUC – VITA LIQUIDA

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25 NOVEMBRE 2015 – 10 GENNAIO 2016
Nella cornice dell’Acquario Civico di Milano, tra i più antichi d’Europa, si inaugura la mostra “Lia Pascaniuc. Vita Liquida” progetto espositivo dedicato al tema dell’acqua da diversi punti di vista: come risorsa idrica vitale per tutto il Pianeta, come habitat naturale per gli esseri viventi e come elemento fisico le cui trasformazioni condizionano l’equilibrio tra uomo e vita terracqua.
La mostra, a cura di Chiara Canali, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, Acquario Civico di Milano in collaborazione con l’Associazione Culturale Art Company e con il patrocinio del Consolato Romeno, fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che ha accompagnato la vita culturale milanese durante EXPO 2015 e si svolge in concomitanza con COP 21 Paris, il Forum della Innovazione Sostenibile, che si svolgerà in dicembre a Parigi, che rifletterà quest’anno sui cambiamenti climatici.
Allieva del fotografo Franco Fontana, Lia Pascaniuc è un’artista romena che, a partire dall’indagine del medium fotografico, si rivolge a linguaggi contemporanei come il light box, il video, la scultura, le nuove tecnologie multimediali per indagare tematiche connesse alla sostenibilità ambientale e alle emergenze dell’odierna società liquida.
Attraverso la ricerca nell’ambito dei nuovi media e, in particolare, attraverso l’uso di tecnologie ologrammatiche, touch e interattive, lo spettatore è chiamato a scoprire lo stato dell’acqua corrispondente al proprio tocco personale, sensibilizzandosi ai temi della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche e del rispetto ambientale.
Influenzata dalle parole e dal pensiero di Zygmunt Bauman che definisce “modernità liquida” la nostra condizione attuale per la transitorietà e l’insicurezza dei rapporti, l’artista ha dato avvio a un progetto in divenire, intitolato “Vita Liquida”, che indaga la vita acquatica da una prospettiva estetica, ma anche etica.
A chiusura della mostra verrà realizzata, in collaborazione la startup innovativa Bepart – the Public Imagination Movement, un’opera permanente di realtà aumentata che potrà essere visibile nell’etere (nel raggio di 1 Km dal sito dell’Acquario) scaricando l’app gratuita Bepart, disponibile per Android e iOS.
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Paesaggi probabili – Nico Colucci
dal 7 dicembre al 6 gennaio – Palazzo Lanfranchi Matera
L’autore compie un’operazione di decostruttivismo fotografico che trova riferimenti nell’arte di Escher o nelle architetture di Frank O. Gehry.
Nei suoi montaggi l’elemento ordinatore è la materia, la calcarenite, che consente di mettere insieme elementi reali, ma che nella realtà sono fisicamente distanti tra loro.
“Sono infiniti i paesaggi che è possibile scorgere a Matera – spiega Colucci – tutti derivati da una matrice unica, la roccia calcarenitica, con tante possibili varianti di scavo e di costruito. Esistono dunque infiniti paesaggi reali, ma altrettanti probabili”.
Anna