La scelta della foto: Joseph Koudelka

Koudelka-Romania_480

 

Come scelgono i grandi autori le fotografie?

Grazie a questo video ho capito come si sposta questo GRANDISSIMO autore e quale l’immagine che effettivamente viene scelta. Lo spiega bene l’autore. Ho trovato il video molto interessante.

Qui una sua intervista RARISSIMA IN ITALIANO

 

 

Qui una sua presentazione in inglese

Ciao Sara

Mario Calabresi, A occhi aperti

Copertina_aocchiaperti

 

Mario Calabresi

A occhi aperti

Contrasto

L’autore incontra e intervista dieci tra i “mostri sacri” della fotografia, Steve McCurry, Josef Koudelka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado, autori che con i loro lavori hanno raccontato e reso accessibili alcuni dei momenti storici e in molti casi drammatici del nostro passato, come recita la copertina: “momenti in cui la storia si è fermata in una foto”.

Dalle parole degli autori si riesce a percepire il dramma delle situazioni e le difficoltà che si sono trovati di fronte, con la necessità di immortalare la scena, talvolta in situazioni estremamente pericolose e precarie.

Il testo è alternato a molte immagini suggestive, rendendo la lettura ancora più interessante e le parole dei fotografi ancora più comprensibili e intense.

Una libro indispensabile per iniziare a conoscere dieci tra i maestri della fotografia di reportage.

Qui il libro

Giovanni

Rarissima intervista video in italiano di Joseph Koudelka

Josef Koudelka (Boskovice, 10 gennaio 1938) è un fotografo ceco. Inizialmente diede sfogo al suo interesse servendosi di un apparecchio 6 x 6 in bakelite che utilizzava per fotografare la famiglia e i dintorni dell’abitazione. Nel 1961 conseguì un titolo accademico presso l’Università tecnica di Praga (CVUT-České Vysoké Učení Technické), tenendo in quello stesso anno la prima mostra di fotografie. In seguito lavorò come ingegnere aeronautico a Praga e Bratislava. Iniziò a ottenere commissioni da riviste di teatro, e in questo modo, con una vecchia Rolleiflex, iniziò a fotografare con regolarità il dietro le quinte delle produzioni sceniche dal Teatro di Praga. Nel 1967 Koudelka decise di rinunciare alla carriera di ingegnere per dedicarsi completamente alla fotografia.

Continua a leggere

Gypsies, i gitani con gli occhi di Koudelka

images

Mi permetto di proporvi questo lavoro, perché mi trovo nei luoghi in cui, almeno in parte, Koudelka scattò le fotografie….e qui sembra davvero di essere ancora mezzo secolo indietro e di veder uscire da un villaggio, il fotografi praghese.

Koudelka cominciò il suo lavoro che nemmeno ero nato, (1962) e prosegui per un decennio, andando la, dove i “Cikàni” si trovavano; Romania, Ungheria, Francia, Spagna e la stessa Cecoslovacchia.

PAR65736-660x423      koudelka2-660x434

Questo mondo è forse, per la maggior parte di noi, associato alla paura e anche per Koudelka non fu diverso, ma il primo vero incontro con i Gitani, fu attraverso la musica. Appassionato di violino e cornamusa, in un festval di musiche popolari, scoprì quei suoni e quei volti; fu così che quando scoprì che il lavoro di fotografo teatrale non bastava più, ed era giunto il momento di uscire, decise di andare a scoprire quei volti e quelle usanze antiche.

images-1

Le immagini sono di grande impatto e ci si sente proiettati in quel mondo, per me che sono in questa campagna romena, la suggestione porta a credere di riconoscere il luogo preciso di questa o quella immagine.

Gustatevi le foto, dal libro, edito da contrasto.

Angelo “°”

Vi racconto le mie foto preferite. “France 1987” foto di Josef Koudelka

Ho deciso di scrivere ogni tanto delle mie fotografie preferite, quelle che mi fanno incazzare, gioire, bestemmiare. Ci sono fotografie che amo per tutti questi motivi. Sono fotografie singole, in qualche caso fanno parte di progetti, in altri casi più semplicemente mi hanno messo nelle condizioni di pormi domande, così a prescindere dal contesto dal quale le ho estrapolate.

Se una fotografia non ti incuriosisce, non ti fa fermare un attimo, non ti svela qualcosa, … Perché  cavolo la scattiamo?

La prima foto che vi propongo è questa

image

La fotografia colpisce per il forte contrasto tra il suolo in bianco e il nero del cane. Lo sfondo è praticamente simmetrico.

Il cane è agile, elegante, spaventoso. Ha quelle orecchie fantastiche rialzate, mefistofeliche. Quasi minaccioso, se ci penso.

L’orizzonte si perde nella nebbia al centro e questo rende la fotografia ancora più intrigante. La nebbia è sempre intrigante!

Mi sono sempre chiesta: ma che cavolo di muso ha sto cane, sembra un cavallo, si sia confuso?

Alza la sua gambetta con leggerezza, proprio su una grata e sopra l’animale una piccola parentesi che lo divide dal fondo più disordinato.

Insomma sono indecisa, mi deve fare paura oppure no? Se si gira, mi guarda e scodinzola o mi si attacca alla caviglia con il muso da cavallo?

No dai, razionalmente sta cercando un posto per fare pipì.

La zampa posteriore del cane è allungata, da ginnasta, tesa, con la codina che fa un riccio, che fantastica linea!

Ma avete notato che le orecchie del cane rizzate hanno la forma degli alberelli sul fondo? Solo nelle foto di Koudelka i cani hanno le orecchie a forma di pino! A me sarebbero capitate palme sullo sfondo, coi problemi che potete immaginare!

…alla prossima! 😘 Sara

Biografia
Josef Koudelka nasce il 10 gennaio 1938 a Boskovice, un piccolo paesino della Moravia, ex Cecoslovacchia. Si laurea in ingegneria aeronautica ma, fino al 1970, segue un gruppo di Gitani cecoslovacchi prendendo parte anche ai loro spettacoli teatrali. Diventa membro dell’Unione di Artisti Cecoslovacchi.
Nel 1966 pubblica un libro sull’opera teatrale Ubu Roi. A partire dal 1967 si dedica completamente alla fotografia. Nello stesso anno presenta per la prima volta il suo lavoro sui Gitani. Nell’agosto 1968 fotografa le truppe del Patto di Varsavia che invadono le strade della capitale della Cecoslovacchia e mettono fine alla Primavera di Praga. Le sue immagini fanno il giro del mondo. Inizialmente diffuse in modo anonimo, gli fecero in seguito guadagnare il Robert Capa Prize. Nel 1970 lascia il suo Paese e si stabilisce in Inghilterra sino al 1979, diventando di fatto senza patria. Nel 1974 entra a far parte di Magnum Photo e diventa amico di Henri Cartier-Bresson e Robert Delpire.
Nel 1975 viene organizzata un’importante mostra di sue fotografie al MoMA di New York. Da questo momento in poi esporrà nelle maggiori istituzioni museali in Europa, fra cui la Hayward Gallery di Londra, lo Stedeliijk Museum di Amsterdam, il Palais de Tokyo a Parigi. Nel 1986 comincia a usare una fotocamera panoramica e prende parte alla Mission Photographique de la Datar (un comitato di fotografi che documentava il paesaggio francese degli anni ottanta). Diventerà in seguito cittadino francese. Dopo vent’anni di esilio, torna nel suo Paese natale nel 1990, per seguire la Rivoluzione di Velluto. Le foto scattate in quel 1968 sono finalmente pubblicate anche a Praga. Fotografa il suo Paese, il paesaggio più devastato d’Europa, e nasce l’opera “Black Triangle”. Comincia il suo lavoro sui siti archeologici greci e romani nel Mediterraneo nel 1991.
Le sue più importanti pubblicazioni sono: “Gypsies” (Prix Nadar, 1975); “Exiles” (1988); Chaos (2000); “Invasion Prague 68” (2008); “Lime” (2012). Koudelka ha vinto la Robert Capa Gold Medal Award nel 1969; il Grand Prix de la Photographie in Paris nel 1987, l’Henri Cartier-Bresson Award nel 1991 e l’Hasselblad Award nel 1992. Dal 2009 è membro della Berlin Academy of Arts.

Biografia presa dalla sua ultima mostra in Italia.