Buongiorno, ecco alcuni lavori dalle fotografe segnalate durante la giuria del Premio Musa per donne fotografe, perché particolarmente interessanti.
TU SEI COME UNA TERRA
Questo progetto consiste in una serie di immagini raccolte nei miei viaggi, in luoghi più o meno lontani, dall’altopiano boliviano alla Sicilia. Nelle foto i paesaggi si alternano a ritratti di donne che fanno parte della mia vita, in una geografia sentimentale. E’ una poesia visiva che parla di terre silenziose e dell’io che le coglie. La pelle chiara, l’acqua e i frutti carnosi seguono le trame di questo mio percorso emotivo nella natura. Le donne protagoniste dei miei ritratti osservano, attraggono e imitano il paesaggio, come ninfe, facendo fluire in loro la stessa natura maestosa che contemplano.
Irene Artuso è nata a Roma nel 1992. Laureata in Fisica e in Bioinformatica, svolge attualmente un dottorato di ricerca in Scienze Biomediche. La forte passione per le scienze naturali è stata sempre accompagnata da un profondo interesse per la fotografia analogica, entrambi fondamentali strumenti di indagine e scoperta del reale. La dimensione del viaggio rappresenta il momento perfetto di esplorazione attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.
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Buongiorno, ecco alcuni lavori dalle fotografe segnalate durante la giuria del Premio Musa per donne fotografe, perché particolarmente interessanti.
In Asia
In Asia è il risultato di un lungo viaggio verso est, una peregrinazione via terra e senza aerei attraverso confini fisici e culturali. Sei mesi di viaggio e 20.000 km percorsi dalla Mongolia al Myanmar, passando per la Cina ed il Sud-Est Asiatico. Un vagabondare, per quanto possibile consapevole, fra società e popoli profondamente diversi tra loro ma il più delle volte interconnessi. Destini che si incontrano e si allontanano in un passato non tanto distante, segnato da sanguinose dittature, domini coloniali e guerre disumane. L’orgoglio delle persone ma anche la loro rassegnazione. Il peso della memoria ma anche lo sguardo verso il futuro. La sfida delle nuove generazioni per uscire dalle gabbie e dalle diseguaglianze del passato e del presente. Un racconto per immagini fatto di luci e di ombre, di contraddizioni e di identità. In qualche modo, un piccolo omaggio all’opera di Tiziano Terzani e alla sua Asia che ormai non esiste più.
Sara Minerali “In Asia”Sara Minerali “In Asia”Sara Minerali “In Asia”
Bio Sara Minerali, classe 1989, nasce a Bologna dove intraprende un percorso accademico in Antropologia Culturale, laureandosi con una tesi sulla rappresentazione dell’alterità nella fotografia di Diane Arbus. Contestualmente, si forma anche in ambito fotografico attraverso workshops, letture portfolio e progetti personali; tra il 2015 e il 2016 frequenta a Firenze la Scuola Internazionale di Fotografia e Narrazione Visiva Apab, concludendo il percorso con uno stage presso lo studio Foto Image di Fulvio Bugani. Nel 2016 un suo progetto di street photography viene pubblicato sul magazine Il Fotografo e nel 2020 pubblica un altro lavoro nella sezione Black Camera di Rolling Stone Italia. Ama viaggiare e crede che non ci sia al mondo niente di meglio di viverlo ed immergercisi con stupore e rispetto, ancor meglio se con una macchina fotografica.
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Buongiorno, ecco alcuni lavori dalle fotografe segnalate durante la giuria del Premio Musa per donne fotografe, perché particolarmente interessanti.
“Disappear”
‘ È tutto così vuoto, slegato. Il vuoto, l’angoscia[…] Così vuoto, tutto così vuoto… Che devo fare? Non pensare più a nulla. Semplicemente esserci […] L’angoscia mi fa male perché solo una parte di me ha l’angoscia e l’altra non ci crede. Come devo vivere? Forse non è per niente questo il problema. Come devo pensare? So così poco. E forse è perché sono sempre così curiosa. Talvolta penso in modo così sbagliato perché penso… Come se parlassi contemporaneamente a qualcun altro. All’interno degli occhi chiusi… chiudere un’altra volta gli occhi’ (Il cielo sopra Berlino)
Il tempo si ferma, la lentezza e l’immobilità portano inevitabilmente alla memoria, costringono a ricordare, a pensare, ad affrontare dolori trascurati per anni. La sofferenza per la perdita prematura di un fratello, il bisogno di comprenderlo e di ricordarlo. L’attaccamento alla mamma, il desiderio di tornare all’infanzia, a una dimensione di spensieratezza, di calore e di protezione. La difficoltà ad essere felici, per paura che si possa spezzare ancora qualcosa. E dunque la costrizione a una piattezza emotiva, a una freddezza, un distacco, per evitare di soffrire. La paura di restare da soli, la paura di se stessi. Il non riconoscersi più in quello che si è, il sentirsi sospesi, vuoti, privi di forze. Il rifugio nel sonno e nel sogno per fermare la mente. Il desiderio di una normalità, di una vita semplice, di vivere la vita di qualcun altro, l’attrazione per le case degli altri, illuminate, calde.
E infine il lasciarsi andare, l’abbandonarsi a quell’Oceano di ricordi, di emozioni, di dolore, di bellezza, che si mescolano e scorrono, infiniti.
Marlene Bialas ‘Disappear’
Nata a Milano nel 1998, metà tedesca e metà italiana, sono la seconda di 4 fratelli. Sono una fotografa ma amo molto anche il cinema i libri e l’arte. Mi sono diplomata al liceo classico e dopo un anno di viaggi e lavoro mi sono iscritta all’accademia di fotografia Mohole a Milano.
La mia sensibilità si esprime al meglio nella realizzazione di fotografie intime, artistiche e concettuali. Adoro osservare ,qualsiasi cosa, le persone ,i movimenti, le espressioni del viso ,una luce particolare, un colore, una situazione, una scena buffa ,un dettaglio che mi ricorda qualcosa. La maggior parte delle mie fotografie sono semplicemente la mia visone del mondo. Adoro i film francesi e il francese, i personaggi un po’ strambi, il buio, la sera e le luci all’interno delle case; penso di avere una visione molto poetica del mondo e adoro sognare.
Da piccola sognavo di lavorare nel circo o nel mondo dello spettacolo, ho fatto per molti anni danza e pattinaggio artistico. Mi affascina tutto il lavoro che sta dietro alla realizzazione di un film, dalle scenografie, ai costumi, alla recitazione; aspiro infatti a diventare una fotografa di scena.
Il Premio Musa per donne fotografe è alla sua seconda edizione ed è dedicato alla produzione di portfolio e lavori progettuali eseguiti da fotografe italiane professioniste e non. Il premio nasce con l’intento di appoggiare e agevolare la fotografia femminile sul territorio italiano. Quest’anno il numero delle partecipanti è raddoppiato rispetto alla scorsa edizione e siamo davvero contenti del risultato.
Il premio è diviso in due sezioni viene premiata una partecipante per ogni categoria.
1.Reportage, street photography, natura, viaggio, eventi
2.Progetto personale, fotografia concettuale, ritratto, ricerca, still life.
Come Musa fotografia, colgo l’occasione di ringraziare tutte le partecipanti, i partner e gli sponsor. La fiducia nel premio è cresciuta e lo dimostrano il numero di partecipanti iscritte e la qualità delle collaborazioni.
Questo è quanto decretato dalla giuria che, composta da Manila Camarini, Benedetta Donato, Sara Munari e Paola Riccardi, ha selezionato le due vincitrici.
Le due vincitrici di quest’anno sono:
Per il settore Reportage, street photography, natura, viaggio, eventi, vince:
Olivia Rotondo con “Le balene volano allegre“
Il paesaggio islandese è un grande esercizio di poesia.
È potente, esuberante, struggente.
L’Islanda è una terra primordiale, fugace e in continuo movimento.
Il fuoco non smette di plasmarla.
L’acqua respira, sbuffa e starnutisce.
I ghiacci azzurri migrano ostinati verso le spiagge nere.
Le balene volano leggere nel mare e le sterne si tuffano impavide nell’aria.
Le criniere spettinate dei cavalli e il bucato steso danzano all’unisono con il vento.
L’aurora tesse trame incantate e arcane.
Il giorno non resiste alla notte.
Lo sguardo non riesce a trovare l’orizzonte.
Chi ci abita sa che la natura vince su tutto, crea e distrugge.
Non può che vivere in simbiosi con quell’incommensurabile incanto.
Non può che esserne intimamente forgiato nei pensieri, nei gesti e negli sguardi.
Sono Olivia Rotondo, sono laureata in Lettere e Filosofia e vivo a Torino.
Lavoro da anni nel settore dell’adv e della comunicazione, occupandomi anche di docenze e organizzazione eventi.
Ho seguito corsi e workshop di editing e narrazione fotografica attraverso il reportage, di storytelling e scrittura creativa, di espressione artistica basata sul metodo Munari.
Ho iniziato a fotografare in analogico con una vecchia Nikon FM2, regalatemi per la mia laurea, dedicandomi prevalentemente al reportage. In quel periodo ho avuto l’occasione di affiancare un fotografo professionista e di sviluppare alcuni progetti legati al mondo della danza e del ritratto, oltre ad apprendere le tecniche di stampa in camera oscura. Successivamente ho collaborato a backstage fotografici di video musicali, short movie, spettacoli di danza e teatro.
Alcuni dei progetti a cui ho partecipato: Biennale Arte Emergente Torino, Manifestazione Food Design, Una Regione per la Danza (Regione Piemonte), Paratissima Torino (progetto Job Discount nel 2009 ed esposizione reportage palestinese nel 2010).
Fotografo fondamentalmente per passione scegliendo soggetti e temi in realtà molto differenti fra loro, anche se credo di avere una inconscia predilezione per le persone, le storie e le associazioni concettuali. Oltre alla fotografia amo la scrittura, i libri, l’illustrazione, la grafica, il viaggio, l’enogastronomia.
profilo IG @olivia_round
La vincitrice si aggiudica:
1) MACCHINA FOTOGRAFICA FUJI X100V. Qui il link al modello
2) ZAINO MANFROTTO Chicago. Qui il link al modello
3) TREPPIEDE MANFROTTO Bt carbonio. Qui il link al modello.
4) Abbonamento annuale per la produzione di un SITO PROFESSIONALE con MyPhotoportal
Per il settore progetto personale, fotografia concettuale, ritratto, ricerca, still life vince:
Veronica Benedetti con “Il condominio”
IL CONDOMINIO (strati di me) di Veronica Benedetti
Il progetto si compone di una raccolta di immagini realizzate in un palazzo.
La costruzione progettata nel 1963, si trova a Degioz, in Valsavarenche, tra le montagne della Valle d’Aosta dove l’autrice è cresciuta.
Con le chiavi in mano, spinta dalla curiosità, affascinata dagli ambienti e desiderosa di tener traccia dei lavori in corso, Veronica vi ha fatto ritorno più volte – dall’agosto 2018 – assistendo al cambiamento della facciata e alla lenta svestizione degli interni. Ad ogni visita la costruzione appariva sempre più spoglia, le cose lasciate venivano via via rimosse, sottratte per sempre. I pensieri si facevano nostalgici rendendo il legame con quegli spazi sempre più profondo. Ogni cosa stava abbandonando quel luogo. I processi di de-costruzione, smaltimento e rimozione degli strati stavano facendo il loro corso. Ben presto non ne sarebbe rimasto che un cumulo di macerie.
L’artista ha realizzato una serie visiva che attesta l’esistenza di questo luogo guardando a ciò che vi ha trovato e a come vi ha interagito, guidata dalle sensazioni che ogni cosa restituiva lungo il cammino.
Per ogni piano ha inscenato una sequenza di autoritratti. Ha cercato un dialogo con quanto ha avuto a disposizione: la macchina fotografica, il suo corpo ed il luogo in cui si trovava. Nelle fotografie ha raffigurato la sua esperienza tra le stanze di questo palazzo, vivendo con esso la trasformazione in simbiosi. Strati di struttura come strati di coscienza. La consapevolezza che, in quella casa vuota, potesse essere chiunque. Ha deciso quindi di indagare il rapporto con il tempo, con la sostanza e con la fine.
1) La vincitrice avrà diritto ad un pernottamento nella residenza d’artista presso Musa, a Monza.
il periodo coinciderà con l’inaugurazione della mostra nella stessa sede, l’incontro con un curatore e un editore.
INCONTRO CON CURATORE per la produzione di progetti nuovi o in itinere, durante il periodo di soggiorno, da parte di Alessia Locatelli curatrice, direttrice della Biennale di Fotografia femminile e critica professionista.
INCONTRO CON EDITORE
Al vincitore verrà data l’opportunità di avere un incontro con la direttrice della casa editrice EMUSE per comprendere i possibili sbocchi editoriali del proprio progetti.
Le date dell’incontro verranno stabilite mediante accordi che l’autrice prenderà con la casa editrice.
MOSTRA
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato nella galleria di Mu.Sa durante la serata di premiazione.
STAMPA DELLA MOSTRA
La mostra sarà stampata presso Fotofabbrica, laboratorio di Piacenza
Data Inaugurazione mostra da Musa Fotografia:
17 Dicembre 2020 ore 19.00. La data non può essere cambiata per rispettare la programmazione di Musa.
2) MOSTRA presso un grande Festival italiano
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato al Festival della fotografia di Colorno, Colornophotolife, nella splendida Reggia di Colorno (nelle date stabilite per l’edizione successiva rispetto alla data del Premio Musa) previo accordo con il direttore del Festival, con il quale verrà messa in contatto.
3) ZAINO MANFROTTO Chicago. Qui il link al modello
4) TREPPIEDE MANFROTTO Bt carbonio. Qui il link al modello.
Grazie a tutti!
Sara Munari
La mostra della vincitrice e premiazione avverrà, salvo differenti comunicazioni dovute a restrizioni, in data 17 Dicembre 2020 alle ore 19.00