Una nuova autrice Musa: Fiorella Baldisserri

Buongiorno, oggi vi presentiamo un’autrice che ci propone un reportage sul mondo del circo, Fiorella Baldisserri. Il lavoro si chiama A-Round stage Circo Paniko ed è un viaggio nel backstage di un circo particolare. Date un’occhiata.

A-ROUND STAGE. Circo Paniko

L’ombra dello spettacolo. Girare intorno al circo, allo spettacolo, può essere un percorso infinito come infiniti sono i punti che compongono una circonferenza. Intorno alle quinte è tutto un camerino, un armadio, un alternarsi di scenografie. Un equilibrio dinamico, ordinatissimo e caotico insieme, ritmato da lame di luce e ombra, che serve lo spettacolo creando un suo alter ego privato.
“Nell’intorno alle quinte” gli artisti si mostrano struccati, sudati, seri e ridenti, fumanti in attesa del cambio di abito o di scena, si respira un tempo folle, a volte urgente e velocissimo, altre volte sospirato e lento, le pause di un brano musicale, i tempi morti di una danza, la macchina scenica circense è minuta, minuti sono gli spazi ed i contrasti, Circo Paniko è una delle prime e più numerose compagnie di Circo Contemporaneo nate in Italia nel Una trentina di liberi artisti e pensatori. Fonde tecniche circensi, teatro, danza, illusionismo, musica dal vivo, L’ingresso allo spettacolo è libero mentre l’uscita è a offerta libera e consapevole il suo valore viene deciso da ogni singolo spettatore.
Più che una compagnia, si definisce collettivo con una struttura interna orizzontale, priva di dirigenti o gerarchie, si basa sul confronto e la decisione condivisa.
E’ un motore leggero, umano, quasi “traspirante”, un origami delicatissimo che nasce da una passione fortissima, da un equilibrio rotante tra fatica e piacere, gioco e serietà, sogno e realtà un dualismo che rincorrendosi crea un cerchio.

Biografia

Fiorella Baldisserri, studi classici e interessi per l’arte in ogni sua forma, è una fotografa di Bologna amante dei viaggi sia per professione che per passione.

L’approccio professionale alla fotografia avviene nel 2016 frequentando alcuni corsi di studio dell’immagine e della storia della fotografia. Di seguito ha approfondito con la Masterclass di fotogiornalismo a Roma.

Attualmente Fiorella sente molto vicino il reportage come genere fotografico, che le permette di osservare le persone, entrare nelle storie e raccontarle attraverso le immagini, indagando se stessa.

Fiorella ha visto alcuni scatti pubblicati da testate giornalistiche internazionali sia cartacee che on line. Photovogue, Corriere.

Mostra ad Olbia nel Museo archeologico “Drops in New York” . Finalista e o  vincitrice di diversi contest fotografici. Asa Project, Roma Fotografia, Mifa, Fifa, Kolga Tbilisi, Julia Cameron Award, Biennale Phodar, Tifa, Musa Fotografia,ND,SND, 

Un progetto sviluppato durante la Covid-19, intitolato “Coi loro occhi “ sul 118 Bologna Emergenza Sanitaria è stato scelto scelto e pubblicato da CortonaOn the Move  The Covid-19 Visual Project.

Sito dell’autrice

Una nuova autrice Mu.Sa.: Fiorella Baldisserri

Ciao, oggi vi presentiamo questa nuova autrice che ci presenta un reportage molto suggestivo dal nome “Morris il cinemaio”. Lei è Fiorella Baldisserri.

Date un’occhiata!

Morris Il Cinemaio

Il cinema è da sempre il sogno di Morris Donini. Tutti lo conoscono e lo amano come Morris il
“cinemaio”, un artigiano della pellicola.
In questo anno di chiusura forzata a causa della pandemia lui ha deciso di continuare a proiettare film a
sala vuota. Nel buio del suo cinema, Morris si accomoda in una poltrona o in fondo alla sala, seduto in
terra, così come faceva in tempi normali, come assaporando luci ed atmosfere che solo le immagini
sanno dare. Lascia le porte aperte per permettere agli abitanti del piccolo paese di sentire le voci le
musiche delle storie proiettate mentre i bagliori di luce escono come riflessi, per non dimenticare che il
cinema esiste, che lo spettacolo va avanti.
La resilienza è anche e soprattutto questa. Un unico spettatore Morris, e a volte il suo cane, in un
momento di forte difficoltà, con le sale chiuse, ma gli affitti da pagare, con forza e determinazione
sperando che le luci non si spengano per sempre.
Fin da bambino Morris disegnava sui quaderni di scuola le sale cinematografiche con i suoi flani per i
manifesti e le sue rassegne cinematografiche. Casualmente conobbe il proprietario di un cinema in un
piccolo paese in provincia di Bologna e da allora, ogni giorno, gli chiedeva di poter entrare a far parte di
quel mondo per vivere l’atmosfera della sala, coi suoi tessuti di velluto rosso, le poltrone e il magico
schermo. In cambio si offrì per piccoli lavori. Passarono gli anni e alla morte del proprietario gli venne
chiesto di gestire quel cinema. Morris aveva 29 anni e senza pensarci un attimo accettò.
Oggi, dopo circa 20 anni, gestisce 3 sale cinematografiche nella provincia di Bologna, dedicando
particolare attenzione sia alla qualità dei film trasmessi ma soprattutto all’accoglienza, accompagnando
le proiezioni con aperitivi e serate a tema.
Il cinema come casa, luogo d’incontro e scambi d’opinione.
Ad oggi in Italia l’attività cinematografica ha subito una drastica riduzione di più del 75% in termini di
presenze ed incassi, causando una perdita stimabile in più di 25 milioni di spettatori: un crollo mai visto
né ipotizzato dalla nascita di questo settore che oggi è un’ industria.

BIO

Fiorella Baldisserri, studi classici e interessi per l’arte in ogni sua forma, è una fotografa di Bologna amante dei viaggi sia per professione che per passione.

L’approccio professionale alla fotografia avviene nel 2016 frequentando alcuni corsi di studio dell’immagine e della storia della fotografia. Di seguito ha approfondito con la Masterclass di fotogiornalismo a Roma.

Attualmente Fiorella sente molto vicino il reportage come genere fotografico, che le permette di osservare le persone, entrare nelle storie e raccontarle attraverso le immagini, indagando se stessa.

Fiorella ha visto alcuni scatti pubblicati da testate giornalistiche internazionali sia cartacee che on line. Photovogue, Corriere.
Nel Museo archeologico di Olbia, nell’ ambito del festival della fotografia popolare, viene esposto il progetto Drops in New York. Finalista al concorso Bologna Design Week 2017. Due scatti pubblicati nel libro Urban Life Photobook 2017. Erodoto108 pubblicato Hang in New York .

Un progetto sviluppato durante la Covid-19, intitolato “Coi loro occhi “ sul 118 Bologna Emergenza Sanitaria è stato scelto scelto e pubblicato da CortonaOn the Move The Covid-19.

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Coi loro occhi, la pandemia vista dall’interno

Il 2020 verrà senza dubbio ricordato come l’anno della peggiore pandemia dei tempi moderni. Anche in fotografia, molti autori o foto-giornalisti ci hanno mostrato la loro visione.

Di seguito troverete un progetto, che parte da un approccio diverso, dando la parola agli operatori del sistema sanitario, che hanno vissuto questa pandemia dall’interno.

L’autrice, Fiorella Baldisserri, ha documentato la pandemia con gli occhi di queste persone, che hanno scattato le immagini con i loro cellulari, scegliendo i momenti che ritenevano più significativi da immortalare.

Il progetto si Chiama “Coi loro occhi”.

Mi chiamo Fiorella Baldisserri vivo e lavoro a Bologna

Ho seguito per due anni il 118 Bologna Servizio di Emergenza per realizzare un progetto fotografico su di loro e sul loro quotidiano e ancora li seguo.

Durante il lockdown ho chiesto loro di fotografarsi  e fotografare quella che era la loro visione del Covid scattando quotidianamente delle immagini con i mezzi a loro disposizione ( smartphone principalmente). Le ho raccolte e ho iniziato a catalogarle realizzando “Coi loro Occhi”

La Covid-19 ci ha riempito di paure, frustrazioni, ansie, incertezze, ma ci ha anche dato le mascherine dietro cui nasconderle. C’è una parte di nazione, però, fatta di persone che non possono nascondersi – non possono rimanere in casa a cantare che andrà tutto bene dai balconi, non possono lasciarsi vincere dalla paura – e che, anzi, stanno traghettando tutte le altre fuori
dall’emergenza sanitaria. C’è chi questa emergenza l’ha vissuta più di altri, l’ha respirata, sudata; l’ha fatta scorrere nelle proprie vene e le ha concesso di scandire ogni minuto delle proprie giornate; l’ha attraversata e maledetta.
Gli operatori del 118 sono in prima linea da mesi.
Soldati silenziosi di una guerra invisibile di cui tutti abbiamo visto le conseguenze: ritratti di medici e personale sanitario sono finiti loro malgrado sulle prime pagine dei giornali, diventando testimonianze visive di una storia troppo spesso raccontata con parole di altri.
Avevo già lavorato con gli operatori del 118 nel progetto “118 Red Code”, realizzato prima dell’emergenza Covid-19, in cui ho raccontato la forza e il loro lavoro dietro le quinte di uomini e donne che hanno scelto di salvare vite umane come mestiere.
Ho fatto vivere la loro esperienza attraverso le mie immagini, la mia visione personale, girando insieme a loro su ambulanze, auto mediche ed elicotteri per più di un anno.
Oggi continuo questo progetto affidando alla squadra del 118 Bologna il ruolo di protagonista, lasciando che siano infermieri e medici, coi loro occhi, a narrare le storie di questa nostra emergenza sanitaria contemporanea, quella della Covid-19.
Perché non c’è solo una storia da raccontare: ciascuno di loro ha vissuto questa emergenza in modo diverso. Ho chiesto loro di fotografare e di fotografarsi. Non c’è spettacolarità negli scatti che registrano il loro quotidiano: inquadrature di attimi che scorrono lenti in un tempo sospeso e imprevedibile. Testimonianze vive per chi è fuori dalla quotidianità dell’emergenza, fuori pericolo.
Gli infermieri ed i medici diventano reporter e al tempo stesso attori del loro tempo e di questo tempo di pandemia. Si raccontano attraverso le situazioni che vivono quotidianamente. Senza filtri, senza tecnica fotografica, senza regole di composizione. Una narrazione asciutta e spontanea dove chi vive l’emergenza da dentro decide cosa mostrarci e cosa lasciarci immaginare. L’elicottero di soccorso che viene sanificato, gruppi di infermieri in tute bianche, occhiali di protezione, guanti in lattice, pasti caldi, file di ambulanze, incontri con lo psicologo e altro ancora. Immagini che raccontano storie personali e professionali, ritagli di umanità.
Coi loro occhi, affinché i nostri possano vedere la loro versione.

Fiorella Baldisserri