Iiu Susiraja, “La vita di tutti i giorni è la mia musa ispiratrice”

ARTICOLO DI GIOVANNA SPARAPANI

La vita di tutti i giorni è la mia musa ispiratrice” (I.S.)

Tutte le immagini sono di Iiu Susiraja

Iiu Susiraja, nata nel 1975 a Turku città della costa sud occidentale della Finlandia, ha frequentato dapprima studi tecnici, diplomandosi come pittrice artigiana e successivamente come artigiana tessile, per conseguire poi tra il 2012 e il 2016 brillanti risultati nella sezione di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti della sua città. Nel 2008 inizia a fotografare e filmare sé stessa all’interno di ambienti domestici anonimi come il suo appartamento o la casa dei genitori. Decisamente in sovrappeso mette in evidenza con intelligente ironia i difetti del proprio corpo, creando immagini grottesche che provocano molteplici reazioni nel pubblico e nella critica. Giocando con le voluminose forme del suo corpo e indagandone i vari orifizi, crea delle immagini in cui oggetti quotidiani dialogano con lei a creare atmosfere decisamente surreali: collant, ombrelli, scarpe col tacco, forbici, mattarelli, pizzi, cuscini, salsicce, torte, pesce crudo o panna montata, guanti di gomma, pesci, sturalavandini, spaghi, pani, calze e calzini… vengono decontestualizzati e usati come oggetti d’allestimento delle sue stravaganti messe in scena. Senza alcuna inibizione usa in modo ironico la sua strabordante adipe strizzando l’occhio alle foto di moda e soprattutto alle immagini che circolano nel mondo della pornografia. Allestisce i set con cura, spesso adoperando stoffe o carte perlopiù decorate con motivi floreali stilizzati –  frutto della sua formazione come designer tessile – che creano un ardito contrasto con le sue forme abbondanti e sgraziate. In un mondo come il nostro, in cui l’icona dominante nel mondo femminile si ispira alla snella e bionda Barbie dei primi tempi (vedi le influencer più famose), la Susiraja che si autoritrae con uno sguardo neutro perso nel vuoto, senza risatine o giochetti compiacenti, mostra di avere notevole coraggio nel combattere ogni sorta di ipocrisia. “Molte persone pensano che in un quadro si debba essere belli. A me piace pensare che la funzione dell’arte sia quella di dire la verità, e che i miei quadri non sarebbero veritieri se qualcun altro vi interpretasse me“. (I.S.)  L’interesse di Iiu per la fotografia è affiancato da quello per i video:  in essi si prolungano le scene catturate nelle immagini, sfidando ogni regola di decoro e buongusto attraverso scatti che non sono affatto volgari perché ricche di umorismo e graffiante ironia.  Gli oggetti assumono altre funzioni e significati e si trasformano in modo sorprendente: un secchio di platica può diventare una borsetta, un trenino come un lungo serpente le scorre sui seni e sulle cosce, un uovo si può distruggere tra le cosce che possono ospitare anche un panetto di burro della forma di un grosso fallo.

Tutte le immagini sono di Iiu Susiraja

La sua ricetta preferita: 1 ragazza robusta 1 oggetto ordinario, 1 sacchetto di umorismo secco. Montate gli ingredienti insieme quando arrivano gli ospiti e lasciate rassodare in frigorifero. Infine formate dei bocconcini di pasta e servite con una cornice  (I.S.)

Ha esposto a Los Angeles e New York e ultimamente al MoMa nel Queens, in uno spazio dedicato alle mostre sperimentali; nel 2023 è risultata vincitrice del Premio Finlandia.

Per approfondire:

www.iiususiraja.com

Iiu Susiraja | Museum of Contemporary Art Kiasma

100 fotografi finlandesiIIU SUSIRAJA | 100 fotografi finlandesi (100finnishphotographers.fi)


“TUTTE LE IMMAGINI PRESENTI NELL’ARTICOLO SONO DI PROPRIETÀ DELL’AUTORE E
HANNO SOLO SCOPO DIDATTICO E INFORMATIVO”

I tempi lunghi fanno parte del mio modo di vedere la fotografia, Nadia Garaventa Lanfranco

“I tempi lunghi fanno parte del mio modo di vedere la fotografia, anche se poi capisco che è in un attimo che scegli” (N.L.)

Articolo di Giovanna Sparapani

Enrico Castellani, Alberto Burri, M.me Christian Stein, Patrizia Locatelli – Fotografie di Nadia Garaventa Lanfranco

Il 31 ottobre scorso è scomparsa a Pieve Ligure un’importante fotografa italiana, Fernanda Lanfranco detta Nanda, colei che con professionalità e precisione fin dagli anni Settanta ha immortalato le installazioni, gli eventi e le mostre dei più grandi artisti contemporanei, tra cui Alberto Burri (famoso è un suo ritratto in bianconero), Meret Oppenheim, Mario Merz, Jannis Kounellis e molti altri. Nata a Genova nel 1935 da una famiglia di origini contadine, dopo i trenta anni, a contatto con l’illustre critico d’arte Germano Celant con il quale collabora e che resterà per lei un punto di riferimento per tutta la vita, approfondisce le sue conoscenze in campo storico artistico e parallelamente scopre la magia e le enormi possibilità della fotografia: il suo archivio fotografico, composto da migliaia di immagini analogiche e digitali, è una fonte preziosa per chi vuole conoscere e studiare l’arte europea del suo tempo. Amante del bianconero e dei formati quadrati, fotografa con una Hasselblad e, seppur autodidatta, raggiunge una capacità tecnica ed estetica di alto livello; la conoscenza dell’opera e degli scritti di Ugo Mulas di cui ammira la libertà espressiva e la sua carica innovativa, è di assoluta importanza per la sua formazione.

Fotografia di Nadia Garaventa Lanfranco

Collaborando con testate giornalistiche dedicate al mondo dell’arte, Nanda si dedica a documentare – a partire dal 1975 e per circa tre decenni – i più importanti eventi artistici a lei contemporanei in Italia e in Europa, tra cui ricordiamo “Relation in space” di Marina Abramović e Ulay alla Biennale di Venezia e in seguito la mostra “L’alto in basso, il basso in alto…” di Michelangelo Pistoletto, tenuta nel 1977 a Genova presso la Samangallery diretta da Ida Giannelli. Nel complesso, si può affermare che non ci sono artisti della sua generazione che la fotografa genovese non abbia immortalato, soffermandosi sugli eventi ufficiali, le inaugurazioni, le interviste, ma anche sugli interessanti momenti degli allestimenti, quando gli spazi espositivi sono ancora ingombrati da scale, pannelli, fili, ganci e molte opere giacciono stese sui pavimenti o appoggiate provvisoriamente alle pareti.

Fotografia di Nadia Garaventa Lanfranco

Oltre al suo lavoro di documentazione, Nanda si dedica senza clamore a ricerche personali, creando una interessante galleria di ritratti degli amici artisti, dei suoi familiari, degli animali domestici; anche la natura la affascina con i suoi silenzi rotti da squarci di luce, magnificamente captati con i suoi scatti rigorosamente in bianconero. Piuttosto schiva, silenziosa ed introversa si mostra disinteressata a mostrare al pubblico le sue opere, considerando le esposizioni come eventi mondani da evitare perché troppo chiassosi. Agli anni Ottanta risale la sua indagine fotografica sulle statue del Cimitero monumentale di Staglieno a Genova, delle quali mette in evidenza la perturbante sensualità delle figure femminili marmoree; sempre nello stesso periodo si colloca la serie di splendide nature morte con al centro oggetti che emergono da fondi oscuri grazie a sapienti giochi luministici. Tra il 1987 e il 1989 nasce un nuovo lavoro intitolato “Tempo rubato” (Allemandi Editore, Torino 1989), nel quale le immagini di corpi di donne e uomini anziani escono dal buio. “Se questa fotografia è il risultato di quanto sfugge al buio, se è il discreto esserci dei corpi che la luce annuncia e manifesta aderendo appena ai loro orli e sfumando via …. l’immagine fotografica allora diviene privata meditazione intorno all’amore e alla morte” (Bruno Corà).  Alvar Gonzaléz Palacios nel 1991 cura una mostra ad Aosta, intitolata “Foto di gruppo”, in cui Nanda espone una serie di scatti mirabili in cui ha immortalato gli artisti a lei più cari.  Per circa dieci anni, a partire dal 1985 fino alla metà degli anni Novanta, si dedica ad un’interessante ricerca sul tema dei Tarocchi, con gli Arcani Maggiori e Minori interpretati in un’originale chiave simbolica: questo lavoro costituirà il corpus del volume “I tarocchi. Mise en abyme”,  Allemandi editore, Torino 1995.

Enciclopedia delle donne | Biografie | Garaventa Lanfranco Nanda

Nanda Lanfranco, elogio della lentezza (ilgiornaledellarte.com)

https://www.artnet.com/artists/nanda-lanfranco

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