Grenze Arsenali Fotografici – festival internazionale di fotografia a Verona

Grenze Arsenali Fotografici 6a Edizione

7 settembre – 30 ottobre 2023

Sesta edizione per Grenze Arsenali Fotografici, il festival internazionale di fotografia organizzato in collaborazione con Assessorato alla Cultura – Turismo – Spettacolo – Rapporti con l’UNESCO del Comune di Verona e l’Università Pontificia IUSVE

            Più giorni e più sedi tra cui il Bastione delle Maddalene per il Festival Internazionale di Fotografia Grenze che si svolgerà nel quartiere di Veronetta.

La formula è quella collaudata negli anni: forte vocazione internazionale, presenza degli artisti da tutto il mondo, mostre, formazione, laboratori, workshop e collaborazioni con le associazioni del territorio locale e nazionale.

            Più giorni rispetto all’edizione precedente perché alcune sedi espositive saranno coinvolte in Art Verona con mostre inaugurate in ottobre ed esposte fino alla fine del mese.

            Tema dell’edizione che inaugura il 7 settembre è Staunen: meraviglia. I progetti esposti sono stati selezionati per raccontare le sfumature dello stupore davanti a quell’inatteso che non si può comprendere o dire. Lo stupore è apertura all’altro, è deviazione dallo sguardo comune sulle cose, è gioia della novità ma anche trauma e angoscia davanti all’ignoto.

            La curatela e la direzione artistica del festival sono di Simone Azzoni, docente universitario e critico d’arte, e Francesca Marra, fotografa e docente, affiancati da un team giovane e dinamico di studiosi, studenti e appassionati di fotografia.

 

            Gli autori

EXHIBITION

          Mostre

  Anche per l’edizione 2023 si ripropone il respiro internazionale che ha contraddistinto il festival nelle precedenti edizioni, con mostre di fotografi nazionali e internazionali provenienti da Australia, Stati Uniti, Grecia, Cuba, Kosovo, Spagna, Serbia, Belgio e naturalmente Italia

            Per la main section:

            Da “Il Miracolo degli occhi”. Progetto didattico con i ragazzi delle enclave serbe in Kosovo e Metohija, a cura di Monika Bulaj

            Francesco Comello | L’isola della salvezza

            Anna Maria Antoinette D’Addario | Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light

            BLACK7EVEN | Manifesto, opera NFT

            Manuel Almenares | NIÑOS CUBANOS

            Mitar Simikič | Mila

            Glòria Giménez Carrillo | TRANSLITERALITAT

            Caterina Morigi | Sea Bones

Per la sezione OFF a cura di Sara Munari e Lisangela Perigozzo presso Il Lazzaretto e con la collaborazione dell’Associazione Amici del Lazzaretto di Verona

            Alicia Lehmann The Hammer of Witches

            Anna Sempreboni Feeling Blue

            Chiara Innocenti MERAVIGLIE PRESENTA

            Francesco Capasso Oltre i miei occhi

            Roman Kosh Gold

            Pola Rader Monotown

            Milda Vyšniauskaitė Boys

            Le sedi

Tradizione e novità nella scelta delle diverse location che ospiteranno le mostre dell’edizione 2023.

Al Bastione delle Maddalene di Vicolo Madonnina12è esposta la sezione principale

Le mostre di Charles H. Traub – Dolce Via Nova – e di Benedetta Sanrocco –  CHOCOLATE & DIRTY CLOTHES del Premio Musa nato in collaborazione con l’omonima scuola milanese, saranno esposti presso Grenze | Galleria d’Arte Contemporanea, in collaborazione con Isolo17, in via XX Settembre.

In Fonderia Fonderia 20.9 ci sarà ASPETTATIVE TRADITE di Chiara Bandino, Gloria Pasotti, Nicolò Lucchi, Arielle Bonne Année

Il Lazzaretto di Verona ospita la sezione OFF mentre Lo Spazio Veronetta propone W O W uàu progetto di Jessica Noy Laufer, Chiara Fogliatti e Ginevra Gadioli

Quattro le nuove sedi:

            Le Serre Comunali si aprono al pubblico proponendo tra limoni e sempreverdi due progetti: Ottantuno di Isacco Emiliani e Capre o Pecore di Kevin Horan

            Il Teatro Nuovo in occasione della rassegna Theatre Art Verona, espone Teatro e fotografia una antologica di Enrico Fedrigoli

            Porta Vescovo che accoglierà lo spazio dedicato al libro di fotografia e alcuni incontri con gli autori.

            Infine, inaugurato in maggio Il Meccanico, nuovo spazio espositivo del Festival in Via San Vitale 2b, espone in settembre una scelta dalla collezione dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, il progetto di Petros Efstathiadis ESCAPE PODS e in ottobre, in collaborazione con Art Verona: Laure Winants con Albedo, Isacco Emiliani e la sua ultima ricognizione artica Climate Change e Elodie Cavallaro con Mère

            Eventi

BOOK CORNER
CONFERENCE

Per tutta la durata del festival la programmazione si allarga con eventi, conferenze, workshop e laboratori.

Presso Porta Vescovo dal 7 al 17 settembre sarà allestito un Book Corner con prodotti editoriali curati e scelti da: Limond, Magazzini Fotografici, Lazy Dog Press e Yogurt Magazine – Paper Room, che poi verrà collocato presso Il Meccanico fino alla fine di ottobre.

8 settembre 

Porta Vescovo alle ore 17

Presentazione libro: A MIA MADRE di Yvonne De Rosa Roberto Nicolucci Editore. Testo di Simone Maria Azzoni Progetto Grafico di Luigi Cecconi di Yogurt Agency

Galleria d’Arte Contemporanea alle ore 18.30 Talk con Erik Kessels e Yvonne De Rosa

9 settembre

Aula Magna Santa Marta – Silos ore 10 Talk conclusivo di Tank2 Sviluppare l’immaginario

Lo stupore del trauma Con Riccardo Panattoni e Federico Leoni dell’Università di Verona – Dipartimento Scienze Umane; Padre Benedetto, Giovanni Cocco, Federica Troisi dell’Associazione Amici di Dečani (Kosovo); Dušan Milić regista; Ettore Napione (UNESCO); Giusi Pasqualini di Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri. Tank è promosso dal Centro Internazionale Scavi Scaligeri – Comune di Verona e Grenze–Arsenali Fotografici in collaborazione con l’Università di Verona–Contemporanea

OPENING e Tour con artisti e curatori dalle 15–22:

ore 15 Il Meccanico

ore 16 Galleria d’Arte Contemporanea

ore 17 Fonderia 20.9

ore 18 Bastione delle Maddalene

            Workshop incontri laboratori

Workshop: “Sul Paesaggio” 9 e 10 settembre con Alessandro Mallamaci

WORKSHOP

Laboratorio di Cianotipia per bambini e pre-adolescenti10 settembre a cura di Sara Pellizzer

LAB

Portfolio Review 10 settembre con i lettori: Luisa Bondoni, Paola Riccardi, Umberto Verdoliva

PORTFOLIO REVIEW

Lecture con Charles H. Traub e Luigi Ballerini Galleria D’Arte Contemporanea 10 settembre ore 17.30

Scarica il programma

Informazioni

Tutte le sedi sono ad ingresso gratuito, info e orari di ogni location sul sito del Festival: www.grenzearsenalifotografici.com

            Sponsor e collaborazioni

Il Festival è sostenuto dal Comune di Verona, dallo IUSVE, dalla Fondazione Zanotto e

Fimauto.

Fondamentale e unica nel panorama la rete di paternariati e collaborazioni che coinvolgono enti e associazioni, istituti e realtà internazionali quali:

 Ufficio Unesco e Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri del Comune di Verona

 Università di Verona–Contemporanea

 Art Verona

 Belgrado Photo Month

 OFF Bratislava

 Magazzini Fotografici (Napoli)

 Musa Fotografia

 Spazio Via Mazzini 43 (Sassuolo)

 PerAspera Festival (Bologna)

Media Partner: ClickMagazine, ArtDoc. Photography Magazine e Heraldo, 3BMeteo

| Grenze Arsenali Fotografici | www.grenzearsenalifotografici.com |

| Ufficio Stampa: grenze.ufficiostampa@gmail.com |

| Pietro Marini Martina Guardini |

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Mostre di fotografia da non perdere in agosto!

Prima di scappare per le meritate vacanze, vi lasciamo con qualche consiglio per le mostre di fotografia del mese di agosto

Buone vacanze!

Anna

MONIKA BULAJ. GEOGRAFIE SOMMERSE

Monika Bulaj, Il canto potente delle donne pugliesi per la madre di Dio che perse il figlio, il lamento di Demetra, Stabat Mater. Canosa, Italia, 2015
© Monika Bulaj | Monika Bulaj, Il canto potente delle donne pugliesi per la madre di Dio che perse il figlio, il lamento di Demetra, Stabat Mater. Canosa, Italia, 2015

Il Magazzino delle idee di Trieste ospita da sabato 15 luglio a domenica 8 ottobre 2023 la mostra fotografica Geografie sommerse della fotografa, reporter e documentarista Monika Bulaj.

L’esposizione a cura della stessa fotografa e organizzata da ERPAC, Ente Regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, ripercorre attraverso più di cento immagini, a colori e in bianco e nero, il lungo viaggio dell’artista fra minoranze e popoli nomadi, fra fedi e religioni, un percorso che l’ha condotta lungo confini, in luoghi sacri e condivisi documentando le condizioni sociali degli strati più deboli dei Paesi da lei attraversati: Europa orientale, Caucaso, Medio Oriente, Africa, altipiano iranico, Asia centrale, Russia, Afghanistan, Haiti e Cuba.

Le fotografie di Monika Bulaj mettono in luce l’invisibile, quella ricchezza che sotto gli occhi di tutti sta scomparendo, in quelle terre dove per millenni le genti hanno condiviso i santi, i gesti, i miti, i canti, le danze, gli dei. Le minoranze perseguitate in Afghanistan e Pakistan, i cristiani d’Oriente, i maestri sufi dal Maghreb alle Indie, gli sciamani dell’antica Battria, gli ultimi pagani del Hindu Kush, i nomadi tibetani, le sette gnostiche dei monti Zagros. Abitanti delle ultime oasi d’incontro, zone franche assediate da fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi d’oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi condivisi.

Testimonianze catturate in cammino con i nomadi, minoranze in fuga, pellegrini. Cercando il bello anche nei luoghi più bui, la solidarietà e la coabitazione tra fedi laddove si mettono bombe, le crepe nella teoria del cosiddetto scontro di civiltà. Un lavoro che è mutato nel tempo dove all’inizio l’intento era quello di documentare piccole e grandi religioni all’ombra dei conflitti antichi e presenti per arrivare poi a raccogliere e cogliere il racconto delle preghiere e dei sogni, delle tante memorie sempre incentrato sul senso dell’uomo per il sacro.

“Le geografie che traccio con questa ricerca – spiega Monika Bulaj – sconvolgono le mappe mentali tradizionali sul sacro, basate su elezione, divisione ed esclusione, dando vita ad un piccolo atlante visuale delle minoranze a rischio e del “sacro”. Sono luoghi tenuti segreti e spesso indecifrabili dove da secoli si preservano parole trasmesse di bocca in bocca, e con esse il sapere sulle origini, le metafore delle iniziazioni e delle trasformazioni, le ricette per la sopravvivenza”.
Al centro di tutta la sua ricerca vi è il corpo, chiave di volta e pomo della discordia nelle religioni.

Il corpo iniziato e benedetto, svelato e coperto, temuto e represso, protetto e giudicato, intoccabile
e impuro, intrappolato nella violenza che genera violenza, corpo-reliquia, corpo-martire, corpo-trappola, corpo-bomba.
“Mi piace pensare il corpo – dice Monika Bulaj – come a un tempio, scrigno della memoria collettiva, quello che non mente. Nell’arcaicità dei gesti si legge la saggezza arcana di un popolo, la ricerca della liberazione attraverso l’uso sapiente dei sensi”.

La ricerca di Monika Bulaj, inizia nel 1985. Dal 2001 ha trovato espressione in numerose esposizioni.

I suoi scatti e reportage in costante cammino “con persone in fuga dalla follia dell’uomo” per citare l’autrice, sono stati pubblicati in diversi quotidiani e magazine italiani e internazionali, tra i quali Courrier International,Gazeta Wyborcza,GeoCorriere della Sera, InternazionaleNational GeographicThe New York TimesTimeLaRepubblicaRevue XXIAl JazeeraGrantMagazineVirginia Quarterly Review.
Il suo reportage Haiti degli spiriti inoltre, ha rappresentato la testata “La Repubblica” nella sezione
Daily Press per il Visa d’Or a Perpignan nel 2015 e le sue opere sono state acquistate da Leica Collections.

“La fotografia è specchio e relazione – afferma la fotografa nell’introduzione nel volume fresco di stampa –, vetro da cui traspare qualcosa. Tutto accade nella grazia d’un incontro. Non nelle domande che contengono già le risposte, ma nell’ascolto, che rende il racconto indispensabile”.

I visitatori della sua mostra al Magazzino delle idee fino all’8 ottobre, potranno entrare in un inedito racconto attraverso le immagini che la fotografa ha volutamente allestito in un intreccio narrativo – visivo più per similitudini che per latitudine e incontrare così un mondo antico, apparentemente distante dove poter scoprire invece, una vicinanza e assonanza sui temi presentati così universali per l’umanità.

In occasione della mostra è pubblicato da Emuse edizioni il libro dal titolo Geografie sommerse con immagini e testi dell’autrice.

Dal 15 Luglio 2023 al 08 Ottobre 2023 – Magazzino delle idee – Trieste

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PHILIPPE HALSMAN. LAMPO DI GENIO

Marilyn Monroe by Philippe Halsman
© Philippe Halsman | Marilyn Monroe by Philippe Halsman

Mostra dedicata a Philippe Halsman, tra i più originali ed enigmatici ritrattisti del Novecento.

In mostra oltre cento immagini di vario formato, tra colore e bianco e nero che percorrono l’intera sua carriera selezionate da Contrasto e Archivio Halsman di New York.

L’esposizione, ideata e curata da Alessandra Mauro presenta per la prima volta in Italia una grande personale dedicata a uno dei più importanti fotografi del Novecento, Philippe Halsman. Nato a Riga (Lettonia) nel 1906, Halsman comincia negli anni Venti la sua carriera di fotografo e diventa celebre a Parigi, negli anni Trenta, lavorando per riviste come “Vogue” e “Vu”. Negli anni Quaranta riesce a ottenere un visto per gli Stati Uniti grazie all’amicizia di Albert Einstein e una volta sbarcato a New York, la sua fama di grande ritrattista si consolida ancora di più. Dalle collaborazioni con le grandi testate, agli intensi ritratti per lo show business hollywoodiano, Halsman ha creato un genere e uno stile unico e rivoluzionario. Le sue fotografie sono frutto di una vulcanica creatività e delle sinergie che si manifestavano nell’incontro con grandi e illustri amici tra cui, il più folle di tutti, Salvador Dalì, con cui realizza una serie straordinaria di immagini surreali e surrealiste. Nella sua lunga carriera di ritrattista, Halsman ha firmato 101 copertine della rivista “Life”: un record incontrastato.

Le immagini sono accompagnate da una documentazione selezionata come le copertine di “Life”, i provini, le testimonianze d’epoca e i filmati per ricordare questo grande interprete della fotografia e offrire allo stesso tempo un’originale riflessione sul ritratto fotografico, la sua genesi e la sua particolarità.

Un’occasione unica per ammirare le sue grandi creazioni, comprendere quale sia la chiave creativa che, ancora oggi, ogni ritratto richiede e, dall’altra parte, passare in rassegna, con le sue opere, i volti della cultura e dello spettacolo del Novecento.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è organizzata da Contrasto Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con BNL BNP Paribas e Leica. Il catalogo è edito da Contrasto.

Dal 06 Luglio 2023 al 07 Gennaio 2024 – Museo di Roma in Trastevere

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HIPGNIOSIS STUDIO: PINK FLOYD AND BEYOND

©  PINK FLOYD MUSIC LTD.
© PINK FLOYD MUSIC LTD.

In un viaggio a tappe pensato dall’associazione culturale ambientarti per la Costiera Amalfitana ed iniziato a Cetara, prende forma il format AMI – ARTE MARE INCONTRI, che oggi si estende fino a Maiori per dare vita a un progetto di grande respiro ed ospiti internazionali. E così, anche Ami Maiori attraverso la cultura, l’arte e gli eventi si prefigge di valorizzare i beni e la tradizione, nonché l’immenso valore paesaggistico del borgo costiero. Le iniziative hanno, infatti, una fortunata ricaduta sul territorio, sull’appeal turistico e sulle bellezze naturali, culturali e monumentali del paese.

Ancoraggio, territorio, marchi di qualità: questi i cardini su cui Ami sta tracciando il proprio percorso. Grazie al sostegno della Regione Campania e del Comune di Maiori, con il sindaco Antonio Capone, il direttore artistico della programmazione estate 2023 a Maiori, Alfonso Pastore, con la responsabile procedimento, Rossella Sammarco, la Costiera Amalfitana diventa protagonista di una delle celebrazioni più memorabili della storia della musica rock: i 50 anni dall’uscita di “The Dark Side of the Moon uno degli album più influenti della storia della cultura popolare.

Ed è “Hipgnosis Studio: Pink Floyd and beyond” il titolo della mostra che apre i battenti il prossimo martedì25 luglio, nelle sale di Palazzo Mezzacapo alla presenza di Aubrey Powell, – fondatore insieme a Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis e attuale direttore creativo dei Pink Floyd – ospite d’eccezione al taglio del nastro.  

La mostra, a cura di ONO arte sarà visitabile fino al 27 agosto: 55 opere di grande formato, con un nucleo centrale che racconta la collaborazione tra Studio Hipgnosis e i Pink Floyd, dalle copertine più iconiche della band fino ai loro lavori preparatori e out-take, per mostrare passo dopo passo il processo creativo all’origine di quelle che ormai sono diventate pietre miliari non solo dell’arte e del design, ma anche della cultura visiva contemporanea tutta. Dai lavori per i Pink Floyd, la mostra si allargherà anche alle opere realizzate per band come Led Zeppelin, Peter Gabriel, Genesis e Rolling Stones.

Il vernissage si concluderà con uno straordinario omaggio che vede ripetersi il sodalizio tra l’associazione culturale presieduta da Alessia Benincasa e i Pink Bricks, la storica tribute band italianadei Pink Floyd. Al talk di apertura, dalle 19.30, saranno presenti Stefano Tarquini, Nino Gatti, insieme ad Alfonso Amendola, esperto di consumi di massa e avanguardie contemporanee, docente di Sociologia dei processi culturali all’Università di Salerno. Conosciuto in tutto il mondo per il suo archivio storico sui Pink Floyd, sin dal 1988 Nino Gatti ha collaborato a vari articoli e libri pubblicati in Italia e all’estero. È vice-presidente dell’associazione culturale «The Lunatics», un progetto che comprende il più grande archivio storico e musicale sui Pink Floyd. E fa parte del gruppo “The Lunatics” anche Stefano Tarquini che, dal 1984, è un collezionista di vinili dei Pink Floyd. In occasione del 50° anniversario del disco, lo scorso 1 marzo è uscito un libro interamente realizzato in formato deluxe con copertina rigida rilegata in tela, in edizione limitata a 500 copie.  Nel volume sono presenti tutte le 700 varianti conosciute del capolavoro dei Pink Floyd su LP, riccamente illustrate con oltre 1000 immagini: dalla prima edizione britannica del marzo 1973  alle stampe meno conosciute provenienti dal Nicaragua o del Mozambico.

Per concludere la serata di inaugurazione ci si sposterà dalle 21.30 al Tetro del Mare per il tributo dei Pink Bricks al “lato oscuro della luna”, preceduto dall’opening-actdi Aubrey Powell, in dialogo con Maurizio Guidoni e Vittoria Mainoldi di ONO arte.  Dopo il concerto-evento “The Dark Side Anniversary Concert” alla “Sala Pier Paolo Pasolini” di Salerno dello scorso marzo, i Pink Bricks riproporrano l’intero album e altri brani leggendari dei Pink Floyd nel suggestivo scenario, con una formazione a 8 elementi (Giuseppe Del Sorbo, voce; Antonello Buonocore, basso; Alessio D’Amaro, chitarra; Sergio Duccilli, tastiere e visual; Pasquale Benincasa, batteria; Antonio Maiorano, sax; Carmen Vitiello e Mafalda Angrisani, cori) e un sofisticato spettacolo di luci, suoni, colori.

Durante il mese di agosto, saranno in programma diversi appuntamenti, tra cui uno speciale scret concert unpluggedvenerdì 11 agosto, alle 21.30, nei meravigliosi Giardini del Palazzo Mezzacapo che faranno da quinta ad un set acustico dei Pink Bricks, in un’atmosfera che si promette magica.

La mostra “Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond” ripercorre la storia di uno dei gruppi più importanti della musica rock attraverso il lavoro dello studio grafico che aiutò a tradurre in immagine visive la loro opera sonora. Non è infatti possibile immaginare i Pink Floyd senza le copertine dei loro album, che sono diventati dei veri e propri simboli, e dietro a quelle copertine c’erano Storm Thorgerson e Aubrey Powell, ovvero lo Studio Hipgnosis, noto al grande pubblico nel 1973, proprio con la copertina realizzata per “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd. Il disco in sé ebbe ampio successo entrando nelle case di milioni di fan, e da allora l’iconico triangolo attraversato dall’arcobaleno fu considerato una delle migliori copertine di album di ogni tempo. Ma per Hipgnosis la collaborazione con la band era iniziata già dal 1968 con “A Saucerful of Secrets”, quando lo studio non aveva ancora un nome ed era in realtà un duo di studenti che utilizzava il laboratorio del Royal Collage of Art di Cambridge per dare vita ai primi progetti, a beneficio di altrettanti studenti con aspirazioni musicali.
Partendo dalla tecnica del collage fotografico, Thorgerson e Powell cominciarono a realizzare copertine di dischi dai tratti surreali, fino a rivoluzionare e cambiare per sempre quella che è la produzione grafica di album musicali, la cui importanza stava diventando sempre più rilevante proprio in quegli anni. E’ solo con la così detta British Invasion della metà degli anni ’60, infatti, che il ruolo delle copertine dei dischi diventò importante, configurando quello che prima era solo un contenitore come un importante veicolo di contenuto. In un clima di tali novità, il gruppo Hipgnosis iniziò una sua personale sperimentazione, introducendo diverse tecniche che permettevano di ottenere effetti psichedelici. Per lo studio Hipgnosis la tecnica era importante quanto il contenuto: le loro complesse composizioni fotografiche, oggi molto più semplici da realizzare grazie ai programmi digitali, allora erano di gran lunga più impegnative, e i loro esperimenti in camera oscura furono molti. Utilizzarono il bianco e nero, il colore, la stampa multipla, la solarizzazione, la stampa in negativo, la doppia esposizione e così via.  Ma il lavoro artistico di Hipgnosis non era una sperimentazione manierista e fine a se stessa, bensì una diretta traduzione dell’opera dei gruppi per cui lo Studio lavorava, i Pink Floyd su tutti: come la musica diventava sempre più concettuale, complessa ed intrigante, così facevano anche le copertine degli album. Inoltre, proprio in questi anni si assistette ad una nuova trasformazione del concetto di arte che venne sdoganata ad un pubblico di massa, diventando così molto più accessibile. L’ evoluzione artistica della musica pop sarebbe oggi impensabile senza le copertine realizzate dallo Studio Hipgnosis. Prima del loro lavoro le cover erano quasi esclusivamente fotografie degli artisti: Aubrey Powell e Storm Thorgerson le hanno trasformate in una forma d’arte. L’aspetto del lavoro di cui Powell è più orgoglioso è la creatività condivisa con Storm Thorgerson, morto di cancro nel 2013. I due artisti hanno sempre cercato pensieri obliqui, con lo scopo di non essere mai ovvi e scontati e sviluppare un proprio stile nel quale il Surrealismo la faceva da padrone. Uno stile unico, copiato e ammirato nel mondo, ma mai eguagliato. Aver avuto il privilegio di poter lavorare continuativamente con artisti come Pink Floyd ha permesso a Hipgnosis di evolversi fino ai giorni nostri, entrando – di diritto – nei più importanti musei del mondo.

Dal 25 Luglio 2023 al 27 Agosto 2023 – Palazzo Mezzacapo – Maiori (SA)

ALEX MAJOLI. CRONACHE

Rapiti dalla realtà, osservano in assoluto silenzio. Così i primi visitatori della mostra “Cronache” che porta a Modica, fino a metà ottobre, le fotografie di un nome internazionale come Alex Majoli.
Inaugurata sabato sera all’ex convento del Carmine, con un corpus di oltre 130 fotografie, la mostra porta in evidenza temi importanti, narrazioni fotografiche che Majoli, da cittadino del mondo, ha catturato in più anni e in più Paesi, scegliendo anche territori martoriati dalla guerra o dalle dittature, o vicende inaspettate e drammatiche come la pandemia, per mettere soprattutto le persone al centro, protagonisti della “teatralità dell’esistenza”, di pirandelliana memoria, in cui ciascuno recita la propria parte.
Come hanno ricordato i curatori della mostra, il critico d’arte Paolo Nifosì e il sovrintendente Tonino Cannata, le opere di Majoli rappresentano uomini, donne, bambini, bambine, anziani fotografati nei vari continenti, in varie nazioni, nell’arco degli ultimi trent’anni. “Contestualmente – spiega Nifosì nel testo in catalogo che contiene anche un’intervista esclusiva – fotografano la sofferenza, la pandemia, il dolore, i muri, i confini, i deboli, i poveri, gli emarginati, la violenza, le guerre, le migrazioni, il potere, le ideologie, le fedi, i popoli che subiscono. Questa varia Umanità è la protagonista di questa mostra di Modica”.
Immagini caratterizzate dal buio, dai neri, che incidono fortemente nella percezione visiva del visitatore, accentuando ancor di più la tragedia, il dolore, la solitudine, le disperazioni del mondo stesso. “Portiamo a Modica una mostra straordinaria – ha detto in presentazione il sovrintendente Cannata – con un grande della fotografia mondiale, e con un’esposizione che mette al centro proprio il visitatore, sorpreso nel guardare gli scatti fotografici, sequenze di Umanità che Majoli blocca per sempre facendo diventare quei momenti immortali”.

La mostra, promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi con il patrocinio del Comune di Modica e della Regione Siciliana (rappresentata quest’ultima dall’on. Ignazio Abbate e che ha annunciato specifici finanziamenti per la Fondazione Teatro Garibaldi) sarà fruibile fino al 15 ottobre anche per consentire, come ricordato dal vicepresidente della Fondazione, Giorgio Rizza, una fruizione alle scolaresche molte delle quali hanno già manifestato il proprio interesse.
E finalmente, per la prima volta, la mostra è realmente inclusiva perché è attivo il servoscala che permette l’accesso ai disabili.

“E’ la novità con cui lanciamo questa mostra – sottolinea Maria Monisteri, presidente della Fondazione Teatro Garibaldi – Grazie a lavori di adeguamento abbiamo voluto che questo appuntamento fosse davvero dedicato a tutti. Majoli è un fotografo di fama internazionale e questa straordinaria mostra a Modica, evento principale della nostra stagione estiva, non solo ci offre l’opportunità di poter fruire dei suoi scatti ma ci proietta come punto di riferimento in Sicilia per i grandi eventi”.

Majoli, che ha invitato tutti a godersi la mostra e a riflettere sugli input che arrivano, ha anche spiegato che è necessario approfondire. Nell’era delle immagini veloci la fotografia di Majoli ci invita a fermarci, ad osservare, a comprendere. “Ho sempre percepito la fotografia come una cosa fisica, di carta, qualcosa di tangibile. Credo che bisogna avere il tempo per guardare le immagini.
Oggi per farlo, sugli schermi del nostro smartphone, usiamo i pollici, vediamo decine e decine di immagini al secondo senza nemmeno comprenderle. Io uso l’indice, ancora. Per scattare, per raccontare. Diversamente si rischia di perdere la bussola. Nessuno ci obbliga ad andare veloci. Io penso che si debba rallentare nella vita, si debba andare più nel profondo, si debba capire di più, piuttosto che pensare di aver capito”.
A sostenere l’iniziativa gli sponsor Avimecc, Bonajuto, Mutika, Winner, e dai tradizionali partner Conad, Gruppo Minardo, Gruppo Zaccaria, Acqua Santa Maria, Modicanello, Bapr. Media partner DSE Pubblicità. Alex Majoli, nato a Ravenna, ha vissuto a New York ed è da qualche anno siciliano d’adozione (vive nella barocca Scicli). Ha ricevuto numerosi premi internazionali e ha raccontato guerre, attacchi della polizia, povertà delle periferie nelle megalopoli dei continenti, massacri, solitudini, disperazioni dell’intero globo. Dal 2001 è membro effettivo dell’agenzia internazionale fotografica Magnum Photos, di cui per alcuni anni ha ricoperto l’incarico di presidente.

A sostenere l’iniziativa gli sponsor Avimecc, Bonajuto, Mutika, Winner, e i tradizionali partner Conad, Gruppo Minardo, Gruppo Zaccaria, Acqua Santa Maria, Modicanello, Bapr. Media partner DSE Pubblicità. 

Dal 15 Luglio 2023 al 15 Ottobre 2023 – Ex Convento del Carmine – Modica (Ragusa)

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GIBELLINA PHOTOROAD

Mimmo Jodice, Gibellina
© Mimmo Jodice | Mimmo Jodice, Gibellina

Installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, installazioni site-specific, video mapping, talk e visite guidate, animeranno le strade di Gibellina (Trapani), città siciliana che è uno dei più grandi musei d’arte contemporanea “a cielo aperto” del mondo. 

Torna dal 28 luglio al 30 settembre 2023 Gibellina Photoroad, il primo festival di fotografia e arti visive open air e site-specific in Italia e uno dei pochi al mondo, che porta nella cittadina del Belìce il meglio della fotografia contemporanea internazionale con visionari e innovativi allestimenti “all’aperto”, alla ricerca di nuove interazioni con lo spazio urbano e con il pubblico. 

Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, il festival Gibellina Photoroad celebra quest’anno la sua quarta edizione. Parteciperanno 34 artisti (più 3 mostre collettive) provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano di Gibellina, città d’arte nata dalle macerie del devastante terremoto del 1968 e caratterizzata da opere architettoniche e sculture dei più noti artisti del ‘900 come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino e molti altri. 
Dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell’’“alchimista dell’immagine”, il giapponese Kensuke Koike: Gibellina Photoroad offre un amplissimo spaccato della fotografia contemporanea internazionale, un percorso variegato e intrigante che si dipana a partire dal tema scelto per questa edizioni: le “alterazioni”. “La fotografia è dalla sua nascita un campo in cui il conflitto tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali si esprime alla sua massima potenza”, spiega la direttrice Arianna Catania. “La fotografia nasce da una positivistica aderenza alla realtà, ma non rappresenta mai il mondo così com’è, lo modifica, lo trasforma, lo altera”. Spiega la direttrice Arianna Catania. 

Dal 28 Luglio 2023 al 30 Settembre 2023 – Sedi varie – Giballina (TP)

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SACRED LANDSCAPES | SACRO E NATURA IN MOSTRA ALLE VATICAN CHAPELS

Ricardo Flores & Eva Prats
Ricardo Flores & Eva Prats

Una mostra collettiva pensata per raccontare la relazione tra la spiritualità e la natura: Sacred Landscapes è il progetto che la Fondazione Giorgio Cini presenta in occasione della Biennale Architettura 2023, dal 18 maggio al 26 novembre. Un percorso espositivo che nasce dall’esperienza del suo curatore, Marco Delogu, alle Vatican Chapels nel bosco dell’Isola di San Giorgio, dalle suggestioni vissute nel parco e dall’intenso rapporto con la spiritualità evocata dal contesto.
Un luogo verde e silenzioso nella laguna, tra acqua, cielo e terra, ideale per condurre alla riflessione e all’esperienza spirituale. Per raccontare questo viaggio introspettivo sono stati riuniti i lavori di dieci grandi nomi della fotografia mondiale – Don McCullin, Tim Davis, Marco Delogu, Graciela Iturbide, Sally Mann, Martin Parr, Annie Ratti, Guy Tillim, Paolo Ventura, Francesca Woodman – ciascuno posto in relazione con le architetture delle cappelle: il primo Padiglione della Santa Sede alla Biennale Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia del 2018, composto da dieci cappelle permanenti all’interno del bosco della Fondazione Giorgio Cini e inserito nel percorso delle visite guidate.
Un progetto promosso dalla Santa Sede e sostenuto dalla Fondazione, che attiva la missione dell’istituzione di generare nuove possibilità creative e di dialogo, un terreno di confronto unico per la nascita di nuove esperienze artistiche, di valorizzazione e scambio interculturale.
Realizzate da architetti di fama mondiale provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, USA, Australia, Brasile, Giappone, Cile/Serbia e Paraguay, le Vatican Chapels alla Fondazione Giorgio Cini rappresentano un’indagine sui luoghi della spiritualità contemporanea. Realizzate rispettando lo spazio naturale circostante, sorgono in un ambiente naturale quale il bosco che diviene metafora del peregrinare della vita. Il progetto, ispirato alla Cappella del bosco di Gunnar Asplund costruita nel 1920 nel cimitero di Stoccolma e curato dal professor Francesco Dal Co.

Per il Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini Renata Codello: «La mostra Sacred Landscapes assume un ruolo fondamentale nel sottolineare l’importanza della sacralità come luogo, alla sua connessione con lo spazio, qui inteso anche come paesaggio. Allo stesso tempo, riflette sul ruolo dell’uomo come custode e creatore di significati; ci richiama alla responsabilità di preservare e valorizzare la dimensione spirituale della vita, invitandoci a pensare alle diverse possibilità espressive del paesaggio nella definizione formale dello spazio contemporaneo. Una nuova dimensione da scoprire attraverso le fotografie di dieci grandi autori, selezionati da Marco Delogu ad accompagnare in questo percorso, attraverso il bosco e le Cappelle dello straordinario progetto curato dal professor Francesco Dal Co. Un orizzonte che si arricchisce, una  volta di più, del dialogo tra le arti, nella missione di valorizzazione e restituzione promosso dalla Fondazione Giorgio Cini»  
Con questo spirito nasce Sacred Landscapes, il chiasmo tra gli scatti selezionati da Marco Delogu e questi luoghi di culto della natura; qui il fotografo inglese Don McCullin, noto per i suoi scatti in cui ha documentato le atrocità dei conflitti e le violente ingiustizie nel mondo, entra nella cappella progettata da Norman Foster con l’immagine Il bosco di Ravello (2005): una composizione solenne, intrisa di misticismo e di sacralità che interagisce con la fitta composizione e l’ambiente evocativo dell’architetto. La statunitense Sally Mann porta Deep South #22 (2004) nella cappella del cileno Smiljan Radic: un’immagine in cui protagonista è un tronco che emerge dall’acqua, oscura eppure serena, in dialogo con il tronco senza fronde custodito e protetto dall’architettura, come un’esatta risposta alla medesima celebrazione.

Return to the Woods è l’opera scelta di Francesca Woodman (1980), fotografa americana, scomparsa prematuramente a soli 22 anni. Nell’estate del 1980, nello suo studio, l’artista immagina di restituire il tavolo in legno all’albero, al bosco, in una metamorfosi tra artificiale, umano e naturale. L’opera condivide con la Cappella del Mattino di Ricardo Flores ed Eva Prats la tonalità dell’intonaco di cocciopesto, caratteristica del materiale edilizio offrendo insieme, prospettive alternative e possibilità di essere luoghi di incontro.
La Desert house (2021) del fotografo Tim Davis si infuoca nei colori del cielo all’imbrunire, stagliandosi nel deserto su una collina rocciosa, come un miraggio che appare all’interno dell’architettura di Francesco Cellini.
Con la serie Second Nature, Tahiti (2011) il sudafricano Guy Tillim si allontana dalla fotografia documentaristica che ha caratterizzato il suo lavoro – raccontando al mondo gli effetti dell’Apartheid, il dramma dei bambini soldato nel Congo, il post colonialismo – andando alla (ri)scoperta del paradiso in terra, sulle orme di James Cook e Paul Gauguin, affrontando lo stesso dilemma degli autori: come rappresentare un paesaggio tanto idilliaco, raccontando le potenzialità e i limiti del mezzo fotografico. Una riflessione che in Sacred Landscapes prende corpo nella struttura circolare, sospesa tra cielo e terra, di Javier Corvalán.

E ancora, il paesaggio etereo e astratto di Natura bianca #14 (2008) di Marco Delogu, creato dal movimento del vento e da un’atmosfera di cielo bianco e basso, dialoga con il piccolo edificio ecosostenibile, un dettagliato luogo di culto, di Terunobu Fujimori. L’immagine della Crimsworth Dean Methodist Chapel (1971) di Martin Parr racconta di un luogo fortemente simbolico e identitario di una comunità dello Yorkshire, entrando in una nuova narrazione in cui dialoga con il senso di ritrovo e condivisione della cappella di Andrew Berman.

I quattro scatti che compongono l’opera fotografica di Annie Ratti, artista poliedrica, Mushrooms (2014) adagiata sul terreno in prossimità della cappella di Carla Juacaba, ritrae differenti fasi di crescita di un fungo dalle proprietà allucinogene. Le composizioni lineari e la compattezza cromatica della fotografia Milano 2023 di Paolo Ventura sono affiancate alla presenza discreta, come una pura linea tracciata nella natura, della cappella vaticana dell’architetto australiano Sean Godsell. Il percorso ideale si chiude tra i luoghi fisici e dell’anima, mitologie e culti arcaici trasportati nel contemporaneo che accomunano il lavoro di Graciela Iturbide nel ritratto della Mujer Angel (2011), una donna indigena del Messico del popolo Seri abitante del deserto di Sonora, inserita nell’architettura di Eduardo Souto de Moura: spessi blocchi di pietra di Vicenza, poggiati l’uno sull’altro, che si percepiscono come un antico monolite.

La mostra è realizzata con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e verrà presentata in diversi Istituti di Cultura Italiana nel mondo. Il progetto è realizzato in collaborazione con Zintek.        

Dal 18 Maggio 2023 al 26 Novembre 2023 – Fondazione Giorgio Cini – Venezia

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STAND E 015. AGNESE GARRONE E DOMINIQUE LAUGÉ

Agnese Garrone, Jardins des Tuileries, Parigi 2021. Edizione 4 esemplari
© Agnese Garrone | Agnese Garrone, Jardins des Tuileries, Parigi 2021. Edizione 4 esemplari

La Galleria 70 di Milano presenta dal 18 maggio al 30 settembre la mostra “Stand E 015” con le opere fotografiche di Agnese Garrone e di Dominique Laugé, recentemente presentate a MIA Photofair 2023 riscuotendo un notevole successo da parte del pubblico.
 
Le 28 fotografie in bianco e nero esposte alla Galleria 70, quattordici per ogni autore, mostrano il senso di profonda corrispondenza e assonanza che unisce i due artisti.
Le opere di Dominique Laugé, vero maestro del paesaggio, e della giovane Agnese Garrone, sono associate in una sequenza che, a dispetto della reciproca diversità dei temi trattati e dell’impostazione, fluisce in un inatteso accordo poetico, in una linea di continuità che ha il carattere della più naturale armonia. 
 
La grande classe di Laugé nel ritrarre la natura e il vivido interesse della Garrone per l’umanità che la circonda declinano con diverso linguaggio la medesima qualità di sentimento, che ha in sé qualcosa di nobile e antico; un’affinità che si riscontra nello stesso allestimento delle opere in mostra che mette in relazione i lavori di due artisti diversi per età, esperienza, stile e scelta dei soggetti, ma che si rivelano tuttavia molto vicini nella sensibilità e nella temperie emotiva conferita alle rispettive immagini.
 
A Milano Dominique Laugé presenta, con l’ordine compositivo dal ritmo posato e solenne che contraddistingue la sua arte e la sua anima, i paesaggi del Canton Vaud in Svizzera e della Provenza in Francia: paesaggi senza mai figure umane, sospesi, introversi, quasi fosse questo l’unico modo per avvicinarsi all’interiorità della vita, dove la luce, morbida e soffusa, gioca un ruolo determinante e viene trattata dall’autore in maniera magica, quasi pittorica.
Con differente ispirazione, la giovane Agnese Garrone si mostra animata da un vivo senso di partecipazione e affetto peri propri simili. Le immagini che crea paiono sempre rivolte verso l’esterno, persino quando sono autoritratti, e con uno strano afflato lirico, che rimanendo sotterraneo e implicito percorre tuttavia l’intera scena, danno l’impressione di accarezzare la realtà. Le sue figure, le sue situazioni, appartengono certo all’esistenza quotidiana e formalmente non recano in realtà alcunché di speciale, se non per la circostanza, determinante, di albergare entro sé una pregnanza del tutto singolare, e di ammantarsi di un’aura romanzesca che le rende autentiche quanto la vita.

Dal 18 Maggio 2023 al 30 Settembre 2023 – Galleria 70 – Milano

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FOTOGRAFIA CALABRIA FESTIVAL 2023

Gabo Caruso, Cora’s Courage
© Gabo Caruso | Gabo Caruso, Cora’s Courage

Fotografia Calabria Festival è il primo festival diffuso di fotografia in Calabria, ideato e promosso dall’Associazione Culturale “Pensiero Paesaggio”, avrà luogo dal 21 luglio al 20 agosto a Fiumefreddo Bruzio (già sede della I edizione del festival) e San Lucido, suggestivi centri del basso Tirreno cosentino pronti ad accogliere mostre, eventi, talk e workshop dedicati alla fotografia. Un’esperienza emozionante per immergersi e scoprire l’autenticità e la bellezza del territorio calabrese attraverso un viaggio culturale unico nel suo genere.
 
“Il cambiamento” è il tema di questa nuova edizione di Fotografia Calabria Festival. Un tema che non è solo legato naturalmente a questa edizione, visto il nuovo naming che porta con sé, ma che vuole mostrare il cambiamento come qualcosa che parte da ognuno di noi e che smuove emozioni e sguardi profondi: che sia ricercato e attuato con coraggio da un bambino, accolto e accettato con naturalezza da un anziano, che sia la conseguenza della tensione tra la scienza e il suo sfruttamento commerciale e causa di grandi e piccoli mutamenti del nostro tempo. Un tema che viene affrontato attraverso la fotografia non solo come mezzo d’espressione, ma essa stessa come linguaggio in continua trasformazione, sia nei contenuti che nella forma.  
 
In mostra a Fotografia Calabria Festival ci saranno i lavori di fotografi internazionali, ognuno di loro con un approccio diverso al tema del cambiamento. Dall’identità di genere, a cui tende la ricerca della fotografa argentina Gabo Caruso, da sempre impegnata con progetti legati ai diritti umani e alle diversità, che con “Cora’s Courage” racconta il viaggio di transizione sociale della piccola Cora. Legato al tema del genere ma anche a quello della scienza è “The petunia carnage”, il progetto del fotografo austriaco Klaus Pichler,ospitato con il supporto del Forum Austriaco di Cultura, un lavoro che vuole far ragionare sulle conseguenze devastanti che gli interessi economici, le logiche di marketing e gli interventi di ingegneria genetica sulla natura possono avere sulla biodiversità.
 
Si concentra sui social media e sulle comunità invece “TikTok in Kham” di Xiangyu Long, fotografo tibetano, che indaga la metamorfosi delle identità di gruppo nell’ambito della globalizzazione e dell’omologazione. Di comunità, legata al tema della giovinezza, si occupa anche “Island Simmetries”, progetto della fotografa inglese Laura Pannack, che mostra i parallelismi tra giovani che vivono ai lati opposti del mondo. 
 
Il cambiamento climatico è al centro della collettiva di Climate Visuals, l’unico programma al mondo di fotografia sul cambiamento climatico basato su dati scientifici, gestito da Climate Outreach, che al Festiva sarà presente con “Ocean Visuals”, una nuova raccolta di immagini su oceani e coste, lanciata in occasione della COP27.
 
Ad approfondire il concetto di cambiamento legato al tema del corpo è la fotografa canadese Arianne Clément, che in“The art of aging” mostra il potenziale emotivo del corpo attraverso la scelta di fotografare le figure di anziani. Il cambiamento che attraversa il territorio e le economie da esso generate è al centro di “Far South” di Michele Martinelli, progetto ambientato sugli altopiani della Sila, seguendo gli allevatori di podolica.
 
Identità e comunità saranno i temi focali del progetto site-specific che verrà sviluppato dal collettivo Vaste Programmerealizzato appositamente su invito di Fotografia Calabria Festival. Il duo di artisti, nato nel 2017 da Giulia Vigna e Leonardo Magrelli, concentra la propria ricerca artistica prevalentemente negli ambiti della post-fotografia e dei nuovi media, e affronterà in questo caso il tema del cambiamento attraverso una più ampia riflessione sul concetto di identità, collettiva e del singolo.
 
A completare il programma anche una mostra ideata e realizzata da Archivio Luce – Cinecittà che porta, per la prima volta in assoluto, un suo progetto espositivo in Calabria: “Anni Interessanti”, a cura da Enrico Menduni, uno specchio per osservare gli anni tra il 1960 e il 1975, caratterizzati da grandi cambiamenti sociali, economici e culturali.
 
Presente in mostra anche il progetto vincitore dell’open call riservata ai fotografi emergenti, “Wooden Diamonds –  Identity Resilience in the Italian olive tree epidemic”, lavoro del fotografo documentarista italiano Filippo Ferraro, che intende narrare la storia dell’epidemia degli ulivi in Salento, a 10 anni dal suo inizio. 
 
“I fotografi che saranno presenti in lineup raccontano in maniera fortemente diversificata, attraverso uno sguardo molto personale, la loro idea di cambiamento, permettendoci così di pensare a Fotografia Calabria Festival come un unico grande obiettivo attraverso cui osservare l’epoca contemporanea, le sue continue mutevolezze e trasformazioni e mettere in luce le diverse declinazioni di questo processo: interiori, politiche, mediatiche, generazionali, sessuali, storiche, sociali, artistiche e tanto altro ancora” – sottolinea Anna Catalano, fondatrice e direttrice del festival.
 
Altra novità importante a Fotografia Calabria Festival 2023 è la sponsorizzazione di Poste Italiane che ha scelto di sostenere il Festival perché crede che la cultura e l’arte siano strumenti essenziali per promuovere lo sviluppo e la crescita del territorio italiano. Il Festival rappresenta un’opportunità unica per scoprire la bellezza e l’autenticità della Calabria attraverso la fotografia, che è un linguaggio universale capace di comunicare emozioni e pensieri senza barriere linguistiche o culturali.
 
Fotografia Calabria Festival quest’anno avrà anche il sostegno e il patrocinio dell’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, corso di studi in Media e Società Digitale.

Dal 21 Luglio 2023 al 20 Agosto 2023 – Sedi varie COSENZA

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FASHION REPORT: DA ALFA A MISSONI

Alfa Castaldi, 1968. Omaggio ai Missoni in occasione del 25° anno di attività della Maison
© Alfa Castaldi | Alfa Castaldi, 1968. Omaggio ai Missoni in occasione del 25° anno di attività della Maison

Dal 16 luglio al 22 ottobre 2023, il MA*GA di Gallarate (VA), in collaborazione con l’Archivio Missoni, presenta FASHION REPORT: da ALFA a MISSONIprogetto espositivo di riallestimento della Sala Arazzi Ottavio Missoni a cura dell’Archivio Missoni.
 
La mostra si colloca nel programma di ARCHIVIFUTURI. Festival degli Archivi del Contemporaneo seconda edizione, all’interno del quale l’Archivio Missoni ha partecipato come sede d’evento, ospitando una visita guidata e una esperienza in realtà aumentata, a cura del direttore artistico Luca Missoni e della responsabile Nicoletta Bettolini.
 
L’allestimento propone 22 scatti, realizzati in studio tra il 1967 e il 1970, da Alfa Castaldi (pseudonimo di Alfonso Castaldi, 1926 – 1995), considerato tra i padri della fotografia di moda italiana.
Le immagini erano state scelte e ristampate dallo stesso artista nel 1978 per un omaggio ai Missoni in occasione del 25° anno di attività della MaisonSi tratta di una piena espressione della documentazione dell’affermazione dello Stile Missoni: le prime sperimentazioni di maglie-tessuto e jacquard, di lavorazioni a rete e zig-zag, esperimenti con tinture di filati fiammati, di jersey stampati e floccati nude-look.
 
Alfa Castaldi, fa parte di quel gruppo di creativi che hanno documentato la trasformazione della vita culturale italiana negli anni sessanta e l’affermazione nel mondo del Made in Italy. Frequentatore a Milano del mitico bar Giamaica, alla metà degli anni cinquanta inizia l’attività di fotografo documentando le nuove espressioni artistiche, gli scrittori, i personaggi del cinema e della cultura in senso ampio.
 
Nel 1958 Castaldi incontra Anna Piaggi, giornalista e redattrice di moda, con la quale si sposa a New York nel 1962. Proprio grazie a lei, Alfa conosce Ottavio e Rosita Missoni, tra i principali pionieri del pret-à-porter italiano, e inizia a fotografare le loro creazioni. Le sue opere eleganti e spontanee allo stesso tempo entreranno a far parte degli annali della fotografia italiana e internazionale.

Dal 16 Luglio 2023 al 22 Ottobre 2023 – Museo MA*GA – Gallarate (VA)

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I Premi fotografici in scadenza in agosto

Buongiorno, buone vacanze, non dimenticate di partecipare ai premi fotografici in scadenza!

Annalisa Melas

BUDAPEST INTERNATIONAL FOTO AWARDS

Budapest International Foto Awards è una comunità ispiratrice che riconosce il potere e l’influenza della fotografia nel plasmare il modo in cui vediamo il mondo. Siamo qui per coltivare l’espressione creativa e supportare i fotografi che hanno storie importanti da condividere attraverso le loro immagini.

La missione di BIFA è promuovere il lavoro di fotografi internazionali professionisti ed emergenti presso la comunità artistica in rapida crescita di Budapest, mettendoli sotto i riflettori e fornendo loro un’ottima piattaforma per mostrare il loro lavoro.

Incoraggiamo tutti i fotografi a partecipare, professionisti, dilettanti e studenti, per condividere il proprio talento e la propria visione unici con il mondo e vincere premi, riconoscimenti e riconoscimenti.

Deadline: 10 August 2023

Website: http://budapestfotoawards.com

IN PRAISE OF TREES

In questa mostra onoriamo gli alberi in tutti i loro stati: esemplari maestosi o piantine in difficoltà, nel piumaggio estivo o nell’austerità invernale, cresciuti in natura o nutriti dall’uomo. Dove trovi ispirazione negli alberi? Cosa c’è negli alberi che ti commuove? Tutti i metodi e processi di acquisizione sono i benvenuti.

Siamo molto lieti che Lee Anne White sarà la giuria e la curatrice di questa mostra. Selezionerà circa 35 immagini per la galleria espositiva e altre 40 per la nostra galleria online. Tutte le 75 immagini selezionate saranno promosse sui social media, riprodotte nel catalogo cartaceo della mostra e rimarranno permanentemente sul nostro sito Web, con collegamenti all’URL del fotografo.

Deadline: 7 August 2023

Website: https://bit.ly/PPG-In-Praise-of-Trees

EUROPEAN PHOTOGRAPHY AWARDS 2023

Gli European Photography Awards danno il benvenuto a fotografi provenienti da nazioni di tutto il mondo pronti ad affinare le loro capacità fotografiche e le loro straordinarie interpretazioni della diversità, ritraendo al contempo le maestose culture tramandate da generazioni.

Riconoscendo contenuti squisiti e artistici, i premi onorano una vasta gamma di generi nel mezzo fotografico, estendendo la portata dei tuoi talenti in tutto il mondo. Indipendentemente dal tuo status nel settore, le tue visualizzazioni del mondo e tutto ciò che racchiude sono ciò che celebrano i premi. Scopri possibilità illimitate mentre intraprendi un viaggio stravagante attraverso il vasto continente messo insieme da innumerevoli paesi diversi, dove si combinano per formare una grande massa continentale.

Allo stesso modo, i tuoi ricordi vengono fabbricati attraverso pezzi diversi, mentre forgi la tua collezione personale di reminiscenze. Con ogni fotografia che catturi, i tuoi legami con la tua memoria si rafforzano, finché alla fine non li colleghi per creare una visione futura del ricordo collettivo, e questa è la direzione che i premi intendono riconoscere.

Deadline: 2 August 2023

Website: https://europeanphotoawards.com/

CENTER FORWARD

Cerchiamo il meglio della fotografia contemporanea e del lavoro basato sulla fotografia. Il tema è aperto cosi da enfatizzare la creatività, il contenuto e la maestria.

Deadline: 6 August 2023

Website: http://www.c4fap.org/call-for-entry

ENVIRONMENTAL PHOTOGRAPHER OF THE YEAR 2023

Giunto alla sua sedicesima edizione, il concorso The Environmental Photographer of the Year mette in mostra la fotografia ambientale più stimolante di tutto il mondo. Il premio celebra la capacità dell’umanità di sopravvivere e innovare e mette in mostra immagini stimolanti che richiamano l’attenzione sul nostro impatto e ci ispirano a vivere in modo sostenibile.

Deadline: 30 August 2023

Website: https://epoty.org/

ARCHITECTURE PHOTOGRAPHY MASTERPRIZE 2023

L’Architecture Photography MasterPrize, presentato da Architecture MasterPrize (AMP), invita fotografi di talento provenienti da tutto il mondo a mostrare la loro visione artistica e catturare la bellezza e l’essenza del design architettonico attraverso l’obiettivo. Questo prestigioso premio celebra l’abilità artistica e l’abilità dei fotografi di architettura, riconoscendo la loro eccezionale capacità di tradurre le strutture architettoniche in accattivanti narrazioni visive.

L’Architecture Photography MasterPrize offre una piattaforma unica per i fotografi per mostrare la loro abilità creativa e il loro talento. Evidenziando i dettagli intricati, le prospettive uniche e le straordinarie composizioni di soggetti architettonici, i partecipanti hanno l’opportunità di ispirare e coinvolgere il pubblico con la loro narrazione visiva.

Deadline: 31 August 2023

Website: https://architectureprize.com/photography-award/

TRAVEL PHOTOGRAPHY CONTEST 2023 BY THE ARTIST GALLERY

La categoria Fotografia di viaggio è un invito a catturare l’essenza dell’esplorazione, dell’avventura e della scoperta attraverso l’arte della fotografia. Comprende una vasta gamma di argomenti, da paesaggi mozzafiato e punti di riferimento iconici a vivaci scene di strada, incontri culturali e momenti intimi che riflettono lo spirito di un luogo. La fotografia di viaggio ci consente di documentare e condividere le nostre esperienze, trasportando gli spettatori in diversi angoli del mondo e immergendoli nella bellezza, diversità e autenticità di culture e ambienti diversi. Che si tratti di catturare la serenità di una spiaggia remota, l’energia frenetica di una città vibrante o le ricche tradizioni di una comunità locale, questa categoria celebra il potere della fotografia di trasmettere la meraviglia e il potere di trasformazione del viaggio. Quindi libera la tua creatività, cogli l’attimo e lascia che le tue fotografie raccontino le storie dei tuoi viaggi indimenticabili

Deadline: 31 August 2023

Website: http://www.theartistgallery.art/open-contests

UMENCIA ART PHOTO INTERNATIONAL PHOTOGRAPHY COMPETITION

Ti invitiamo a mettere alla prova la tua creatività, guadagnare il prestigio di vincere un concorso riconosciuto a livello mondiale e mettere il tuo passatempo o professione fotografica sulla mappa affinché il mondo lo veda.

Ciascuno dei nostri giudici professionisti si impegna a considerare in modo equo tutte le candidature idonee, sfruttando la propria esperienza specifica per categoria per effettuare una valutazione equa.

Deadline: 31 August 2023

Website: https://umencia.com/?lang=en

PREMIO NAZIONALE MUSA PER FOTOGRAFE

Il Premio Nazionale Musa per fotografe è giunto dopo una crescita davvero considerevole in termine di iscizioni, alla sua quinta edizione nel 2023. Vi ringraziamo per la partecipazione!

Il premio Musa, è dedicato alla produzione di portfolio fotografici ed è rivolto a tutte le fotografe, senza nessuna distinzione tra amatrici e professioniste. Il lavoro che presenterete verrà sottoposto a giudizio insindacabile della giuria composta da esperte.
La giuria è composta da professioniste nel settore della fotografia. L’ambito del premio è rivolto alla fotografia italiana femminile e possono partecipare fotografe che si esprimono in ogni settore fotografico, ogni genere, senza limitazioni relative al progetto scelto per essere presentato. Si possono presentare fino ad un massimo di tre progetti per partecipante.

REGOLAMENTO

Il tema è libero ma deve essere considerata la categoria di appartenenza del progetto:

1) Reportage, Street photography, Natura, Viaggio, Eventi.

2) Progetto personale, Fotografia concettuale, Ricerca, Still life.

3) Ritratto, Moda, Fotografia di spettacolo.

Data di scadenza: 23 Ottobre 2023

Website: https://www.musafotografia.it/premio.html

N.B.: Vi ricordiamo, come sempre, di prestare attenzione prima di candidarvi ai premi.
I concorsi da noi pubblicati sono frutto di ricerche su internet e anche se i dati inseriti sono stati selezionati, restano di carattere indicativo e pertanto sta a voi verificare con attenzione i contenuti e i regolamenti prima di partecipare ai premi.
Ci scusiamo per eventuali errori di traduzione e trascrizione dei contenuti.

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Buongiorno, abbiamo organizzato un corso ANNUALE di fotografia.
La proposta è disponibile sia in aula che online! Speriamo che il percorso didattico sia di vostro interesse!
Il corso annuale di fotografia è studiato per chi vuole avvicinarsi alla fotografia e vorrebbe raggiungere una preparazione generale nei settori e generi più importanti di questo linguaggio. Il corso parte da zero dando anche un’importante base legata all’utilizzo della macchina fotografica. Il corso dà l’opportunità di raggiungere una buona preparazione sia teorica che pratica, relativamente a tecnica e linguaggio fotografico, fino alla capacità di strutturare e costruire un progetto personale in autonomia, in diversi generi fotografici. 
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Da Musa puoi seguire cinque tipi di formazione:
I CORSI PROFESSIONALI danno una preparazione completa per affacciarsi nel mondo del lavoro
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I CORSI SINGOLI si rivolgono a chi vuole seguire corsi unici
I CORSI ONLINE per studiare comodamente da casa
I WORKSHOP DI FOTOGRAFIA IN VIAGGIO in Italia o all’estero

I nostri incontri sono propedeutici all’affinamento della capacità visiva ed espressiva di ogni studente. Tutti sono composti da parti pratiche e teoriche. Vi saranno discussioni sugli scatti effettuati. Lo scopo dei corsi è quello di migliorare le capacità e il metodo degli studenti, al fine di cercare o affinare lo stile personale. Alcuni di questi corsi potrebbero portare a sbocchi professionali. I docenti coinvolti sono professionisti del settore e vi accompagneranno nella crescita del percorso formativo.
 
Vai al sito

Cammie Toloui,5 Dollars for 3 Minutes

Cammie Toloui è nata e cresciuta nella baia di San Francisco. Si è laureata in fotogiornalismo alla San Francisco State University. Il suo lavoro di fotografa documentarista l’ha portata in Russia, all’interno di ambulanze, strip club e altri mondi pubblici/privati.

Il suo lavoro è stato esposto alla Tate Modern di Londra, al San Francisco Museum of Modern Art, al New Museum of Contemporary Art di New York, alla San Francisco Camerawork Gallery e alla Wight Art Gallery di Los Angeles.

Ha ricevuto il New York Times Award for Excellence in Photojournalism, la Greg Robinson Memorial Photojournalism Scholarship e ha avuto l’onore di partecipare all’Eddie Adams Workshop.

Nel 2021 il suo libro della serie Lusty Lady 5 dollari per 3 minuti è stato pubblicato da Void.

Continua a documentare la sua vita e a svelare i tabù attraverso la sua fotografia, i suoi gioielli e la sua band, le Yeastie Girlz.

Tutte le immagini sono di Cammie Tolui

LUSTY LADY ‘5 Dollars for 3 Minutes’

Le fotografie di Lusty Lady sono state scattate all’inizio degli anni Novanta, era una studentessa di fotogiornalismo, non poteva permettersi il costo delle enormi quantità di pellicola e carta necessarie per i corsi, così facendosi coraggio fece un colloquio per diventare spogliarellista, ciò gli permetteva di guadagnare abbastanza soldi.

Durante il corso di fotogiornalismo gli venne chiesto di lavorare sulla propria vita quotidiana,

la fotografa decise così di fotografare i clienti del locale Lusty Lady Theater per cui offriva un dildo show gratuito in cambio di una o due foto. Cinque dollari significavano tre minuti di tempo per guardarla spogliarsi, posare e (far finta di) masturbarsi, mentre il cliente poteva fare quasi tutto quello che voleva.

Cammie Tolui:

“La verità è che ho trovato liberatorio fare la spogliarellista. Chi l’avrebbe mai detto? Mi ha permesso di liberarmi delle inibizioni sessuali; mi ha dato un enorme bacino di amicizie femminili forti, intelligenti, radicali, aperte e molto divertenti; mi ha dato la possibilità di avere un reddito decente che mi ha permesso di essere indipendente, mi ha sostenuto durante il mio percorso universitario e mi ha offerto un’enorme opportunità creativa che ha portato a una vita di riconoscimenti artistici positivi e, infine, a questo stesso libro”.

Nonostante il progetto sia stato esposto in istituzioni prestigiose, ciò che è stato mostrato sono scatti di lei, di clienti vestiti o delle poche coppie eterosessuali della serie.

Le immagini di uomini in erezione sono rimaste in gran parte inedite. “I curatori e gli editori hanno scelto le immagini in cui c’era una donna, perché è sicuro”, dice Toloui. “Siamo abituati a vedere le donne in un contesto sessualizzato. Ma per me era così frustrante che non mostrassero il vero lavoro, cioè gli uomini che si masturbano. È la maggior parte del lavoro”.

Ci sono voluti quasi 30 anni e uno specialista emergente di libri fotografici, Void di Atene, per pubblicare tutta la serie al completo;

questo riflette una maggiore apertura contemporanea sul lavoro sessuale e sulla sessualità femminile, ma anche il fatto che ora ci sono più artiste, editori e curatori donna, “quindi non sono solo gli uomini a decidere cosa può essere visto”. Tuttavia, l’autrice afferma che c’è ancora molto da fare per mostrare lo sguardo femminile e la sessualità maschile, e aggiunge che farlo aiuterà anche gli uomini. Se il patriarcato stabilisce determinati ruoli per le donne, lo fa anche per gli uomini, sottolinea l’autrice; per alcuni dei suoi clienti, il Lusty Lady era l’unico posto in cui potevano far cadere la maschera. Era l’unico posto, forse, dove potevano mostrare i loro veri desideri, la lingerie sotto l’uniforme.

Cammie Tolui:

“Questi uomini non stanno fingendo”, dice. “Tutte quelle cose che si vedono ogni giorno, uomini che devono pavoneggiarsi, ingigantirsi, camminare a testa alta o parlare da duri, sono un fardello per chi non è così. Ma agli uomini è permesso di essere qualcosa di diverso dall’ideale maschile? Questa rivoluzione deve ancora avvenire”.

Sitografia:

https://www.discardedmagazine.com/portfolio/cammie-toloui-on-creating-a-mirror-to-male-gaze/

https://www.cammiet.com/lusty-lady

https://www.theguardian.com/culture/2021/aug/16/cammie-toloui-camera-sex-worker-photojournalist

https://void.photo/5dollars

https://i-d.vice.com/en/article/v7e7km/feminist-strip-club-90s

Identità e metodo nel reportage documentario con Simone Cerio

Quante immagini produciamo oggi senza sapere il perchè?
Quante fotografie raccontano davvero di noi?

IDEM (Identità e Metodo) è un percorso ideato per chi sente l’esigenza di rappresentare il mondo che lo circonda in maniera personale e riconoscibile.

Simone Cerio è un fotografo documentarista italiano, molto conosciuto per la sua ricerca sul tema dell’identità e delle disuguaglianze. La sua didattica è basata su un metodo specifico, sviluppato a partire dall’esperienza diretta sul campo e da una ricerca profonda sulla fotografia documentaria e sulle nuove tecniche narrative.
Nel percorso di IDEM verrà data particolare attenzione alle attitudini individuali e al proprio vissuto, allo studio di molteplici approcci fotografici, attraverso tecniche di confronto, in un processo di ricerca di quelle tematiche e narrative in cui ci riconosciamo, semplicemente perché affini a noi stessi.Tutto è impostato sulla produzione di un progetto personale, partendo dal suo concepimento fino all’output più funzionale per il pubblico.­

Identità e metodo info­

CORSI ONLINE
Per studiare comodamente da casa 

Corso annuale di fotografia online
Percorso linguaggio full
Percorso autoriale
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò NEW
Reportage fotogiornalistico con Pierpaolo Mittica
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò NEW
Photoshop con Fabio Viganò NEW
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Corsi ONE TO ONE
Corso base di fotografia con Fabio Viganò
Corso avanzato di fotografia con Fabio Viganò
Corso base più avanzato di fotografia online con Fabio Viganò­

­CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO IN AULA

Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente. Corsi in aula. 

Percorso linguaggio base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale – come farsi strada del mondo della fotografia

Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Photoediting creativo con Paola Riccardi
La costruzione del portfolio, come e cosa fare con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Creare un libro fotografico con Grazia Dell’Oro
Lightroom  con Fabio Viganò
Photoshop con Fabio Viganò­

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO ONLINE
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente.  

Percorso linguaggio full – base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale, come farsi strada del mondo della fotografia
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò 
Photoshop con Fabio Viganò 
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli­

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Cristina Garcìa Rodero, avere posate d’argento non renderà il tuo cibo più gustoso

“La fotocamera ti aiuta, ma il motore è il tuo cuore o la tua testa. Avere posate d’argento non renderà il tuo cibo più gustoso” (C.G.Rodero)

Articolo di Giovanna Sparapani

SPAIN. Almonte. 1977. The virgin returns to the temple. Cristina Garcìa Rodero

Nata a Puertollano in Spagna nel 1949,  dopo aver studiato pittura presso la Scuola di Belle Arti di Madrid, decide di dedicarsi esclusivamente alla fotografia, materia che ha insegnato fino al 2007 nella stessa Università.  In un’ interessante intervista pubblicata sul sito dell’Agenzia Magnum, la Rodero racconta che dopo la laurea si era recata a Firenze per studiare fotografia, ma, delusa dagli insegnamenti ricevuti nella città del giglio, aveva optato per la fotografia di strada al fine di ottenere interessanti reportage. A questo proposito con modestia la fotografa afferma che: “Il reportage è una scuola di vita. I tuoi insegnamenti si basano su errori ed errori”.

Una delle sue più compiute e importanti ricerche è rivolta a documentare le feste popolari e le tradizioni religiose spagnole, attraverso un cospicuo numero di fotografie raccolte  nel libro España Oculta, (ed.Lunwerg, Barcellona 1989); il volume che è stato ristampato più volte e tradotto in diverse lingue, ha ottenuto al Festival di Fotografia di Arles l’ambito riconoscimento di “ Book of the year Award”. Inoltre, dopo aver vinto l’importante Premio di Fotografia Nazionale in Spagna nel 1996, è stata la prima donna spagnola nominata nel 2009 membro effettivo dell’Agenzia Magnum.

SPAIN. La TrinitŽ, Lumbier, Espagne, 1980 – Cristina Garcìa Rodero

Una profonda cultura etnologica e antropologica, ricca di riferimenti artistici e letterari, le ha consentito di indagare sulle radici del popolo spagnolo, attraverso una ricerca per immagini sul  mondo rurale e la ritualità arcaica: le sue fotografie trascendono la mera cifra documentaristica alla ricerca di una qualità estetica e narrativa potente.

Gli scatti in bianconero dai netti contrasti chiaroscurali riescono ad affascinare l’osservatore, evidenziando il mistero e una spiritualità antica che trascende una visione oggettiva della realtà. La fotografa non indugia su particolari folkloristici di facile richiamo: le persone umili, che partecipano ai riti, sono colte nella loro semplicità che le rende affascinanti e talora inquietanti, come le immagini degli uomini incappucciati vestiti di lunghe tuniche che lasciano intravedere solo gli occhi e i piedi scalzi, intangibili fantasmi che vagano in gruppo durante le processioni attraverso le strade dei paesi: il bianconero è molto contrastato, le inquadrature e i tagli sono audaci a evidenziare con forza e passione la vita quotidiana degli umili, in una parola, degli ultimi che tengono vive  con determinazione le loro tradizioni popolari e religiose.

Cristina Garcia Rodero A onze heures au Salvador, Cuenca. Spain. 1982

Il suo sguardo appassionato  si sofferma sugli atteggiamenti delle donne che sfilano incappucciate in nero e sugli uomini che portano sulle spalle pesanti croci,  evidenziando con forza come dai loro sacrifici arcaici trasudino significati legati alla sfera della  carnalità e dell’ erotismo. Di eccezionale intensità espressiva sono il ritratto dell’uomo con candelotti poggiati sulla testa che colano cera sul suo volto e della donna ritratta con quattro candele dentro la bocca che sembrano soffocarla.

Fotografia di Cristina Garcìa Rodero

“All’epoca pensavo di poter fare qualcosa in cinque anni, ma alla fine ne ho presi 15. Più facevo ricerche, più trovavo. Ed è diventata una sfida per me, scoprire queste tradizioni nascoste, farle conoscere, fare in modo che non si perdessero nella storia. Ho cercato di fotografare l’anima misteriosa, vera e magica della Spagna popolare in tutta la sua passione, amore, umorismo, tenerezza, rabbia e dolore, in tutta la sua verità raccontando i momenti pieni ed intensi nella vita di personaggi così semplici e irresistibili, come fosse una sfida personale nella quale ho investito tutto il mio cuore”. (G.C.R.).

SPAIN. 1980. Salve a la Vierge de Ujué, Lumbier. Cristine Garcìa Rodero

Cristina Garcia Rodero Waiter chocolate with churros Cartagena. Spain. 1981

Cristina Garcìa, curiosa e solidale con il genere umano di tutto il globo, si è interessata a documentare anche le tradizioni e i riti popolari e religiosi di altri paesi, dedicando particolare attenzione ai luoghi e alle tradizioni di Haiti e dell’America Latina, in particolare del Venezuela.  Il suo lavoro “Rituals in Haiti” fu esposto per la priva volta alla Biennale di Venezia nel 2001.

 In Italia, più o meno nello stesso periodo, quando fiorivano studi etnologici e antropologici, la fotografa napoletana Marialba Russo ha prodotto un prezioso lavoro in cui documenta con occhio attento e partecipato le tradizioni religiose e popolari del sud Italia.

PINO BERTELLI, la Fotografia ribelle, Interno4 2022, Rimini

https://www.magnumphotos.com

https://www.fotografiaartistica.it

Articolo di Giovanna Sparapani

L’articolo ha solo scopo didattico e culturale, le fotografie sono dell’autrice e non possono essere usate per fini commerciali.