Buongiorno!
Stephen Shore è uno dei fotografi americani più conosciuti di sempre. Quest’anno è stato pubblicato un libro di sue fotografie inedite. Stephen Shore ha già pubblicato più di 25 libri. Quest’ultimo libro, ” Transparencies: lavori fotografici 1971-1979″ ci da una visione alternativa della sua produzione più famosa, “Uncommon Places”.

” Uncommon Places “ e “American surfaces” sono stati prodotti durante negli anni ’70 durante i suoi viaggi attraverso gli Stati Uniti. Entrambi sono diventati lavori iconici.

” Transparencies ” raccoglie immagini scattate da Shore mentre lavorava su “Uncommon Places”. Mentre “Uncommon Places” è stato realizzato utilizzando fotocamere di grande formato e con una composizione formale più rigida, questo libro riunisce foto realizzate con una fotocamera da 35 mm, con risultati meno formali e più simili alle istantanee (Anche “American Surfaces” è stato realizzato in 35mm).

Puoi trovare ulteriori informazioni sul libro e acquistarlo qui:
“Transparencies: Small Camera Works 1971-1979 ” di Stephen Shore (MACK, 2020).
Inoltre, puoi vedere il lavoro di Shore sul suo sito Web, qui.
Una bellissima dimostrazione per dirci quando qualcuno ha un “nome” può mostrare tutto ciò che vuole: foto prese per sbaglio! Ne avessi vista una per avermi fatto dire WOW? Mah!
Beh, lo dico io Woh! Il “Nome” dell’autore è la conseguenza di un percorso personale ed artistico e le foto ne costituiscono il risultato. Difficilmente un percorso che consente ad un autore di acquisire una fama internazionale, è frutto del caso. Dietro al percorso di un autore affermato c’è sempre un grande lavoro di studio e ricerca che si identifica, come filo conduttore, nel pensiero fotografico dell’autore stesso.
Sono d’accordo con René, anche il curriculum ed il percorso dell’autore fanno si che venga ascoltato da chi produce libri, mostre ecc. Proprio perchè questi sono primi scatti, rientrano nel suo percorso ed è giusto far vedere da dove sia partito…ciao!
Buongiorno Sara,
(Stephen Shore)
questi giorni (si va per mesi?) abbiamo tanto tempo e quindi mi permetto di “rubartene” un tantino!
Forse, o magari senza forse, mi sono espresso male; il fatto che vedendo, in particolare le foto prese in Instagram, non ho trovato il succitato WOW, l’ho trovato (invece) tanto a me vicino, e sì, pretenzioso? Sinceramente non direi.
L’ho “sentito” in How to see the photographer, ho “sfogliato” Selected works, 1973-1981 e American surfaces e, in molte, mi sono ritrovato!
Se vuoi, sempre in funzione del -virus- e del tuo tempo, guardami in Viewbug o Gurushots e 500px.
Buona luce (di casa) e … QUI NON SI MOLLA
Sebastian
Ciao Sebastián, capisco cosa intendi…forse hai in parte ragione. Mi riferisco però all’operazione più che alle fotografie. È un lavoro talmente lontano nel tempo, che probabilmente ha semplicemente segnato la via dell’autore! Ciao buona giornata 😁
Mah!
non sento vibrazioni….