«Le immagine di per sé non sono altro che pezzi di carta sporchi di inchiostro. Se vivono è perché lo spettatore dà loro vita».
Sembra questo il concetto tanto caro a Tano D’Amico, fotografo e giornalista siciliano di nascita e romano d’adozione, che ha raccontato gli anni ’70 (non solo) dalle piazze dove la protesta sociale era fermento pressoché quotidiano.
Tanto di questo momento storico è nel libro Anima e Memoria, edizioni Postcart.
Oltre 60 immagini, di Paolo, Daddo e tutti gli altri, ed altrettanti articoli dello stesso D’Amico, narrano poeticamente il legame tra storia e fotografia e come le immagini abbiano senso grazie allo spettatore.
Inoltre è una bella lezione per come usare il linguaggio fotografico nella cronaca, di come si aspetta un’immagine che parte da dentro, di cosa sia una bella immagine per il fotografo, della necessaria e ostinata ricerca del fotografo dell’immagine che sa esistere e via dicendo.
Un volume denso, non solo immagini memorabili, ma anche di pensieri da imprimere nella memoria.
Le immagini potranno portarvi indietro di 40 anni (per chi c’era) le parole, forse avanti di altrettanti.
Angelo
ANIMA E MEMORIA di Tano D’Amico
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Angelo Andreoni