Il progetto di Massimo Mastrolillo. Aliqual

Aliqual è un libro di fotografia documentaria. Non solo.

Aliqual è un racconto sull’Aquila o sulla realtà parallela che si è venuta a creare dopo il terremoto.

Aliqual è un flash puntato sulla sospensione nella quale le persone comuni sono spesso costrette a vivere in virtù della globalizzazione, delle scelte economiche e politiche nelle quali la loro voce resta spesso inascoltata.

Aliqual non è una storia Site Specific, riguarda tutti noi ed è importante che venga sostenuta e diffusa, perché un terremoto può distruggere le case, ma le radici le può distruggere solo l’uomo.

Aliqual – Massimo Mastrorillo
Leica Galerie Milano – Via Mengoni, 4
Vernissage martedì 15 settembre ore 18.30
Orari: lun 14.30-19.30/ mar-sab 10.30-19.30 – domenica chiuso
Ingresso gratuito

TESTO

Mi chiamo Massimo Mastrorillo e da circa vent’anni mi occupo di fotografia documentaria. Il delirio mediatico che accompagna le grandi tragedie non mi appartiene. Quello che m’interessa e cerco di fare con il mio lavoro è indagare le conseguenze profonde che i conflitti e i disastri naturali lasciano nella società.

Aliqual è un progetto che ho iniziato a sviluppare dopo essere tornato all’Aquila per circa sei anni, passando dalla documentazione del post-terremoto del 2009, a una ricerca visiva che si sofferma su una zona d’ombra: quella dove un mondo ormai inabitabile sembra rianimarsi di un’improbabile vita.

La prima fase del lavoro, durata quattro anni e dal titolo Temporary? Landscapes, ha visto il suo momento più importante nell’allestimento di circa duecento manifesti che hanno tappezzato L’Aquila. I cittadini, in occasione del secondo anniversario del terremoto, hanno partecipato attivamente all’affissione, trasformando la città abbandonata in uno spazio espositivo a cielo aperto dal forte impatto emotivo.

Cosa significa Aliqual? C’è un gioco molto semplice che consiste nel ripetere una parola in continuazione fino a che il suo senso si sfalda e diventa qualcosa di misterioso.

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 Il ribaltamento del senso stesso della realtà trova espressione già nel titolo in cui le lettere si mescolano e si confondono in una specie di gioco combinatorio che apre le porte di una città che non è più quella che s’immagina o si ricorda.

In contro tendenza rispetto alle scelte fatte dai politici che hanno privilegiato la decentralizzazione e la delocalizzazione, ho scelto di entrare nel centro storico fino a un paio di anni fa proibito agli stessi aquilani. Tra macerie e pezzi di vite che nessuno torna a prendersi ho iniziato una documentazione istintiva, viscerale, quasi alogica. È così apparso un mondo fatto di forme, dove organico e disorganico sono in continua metamorfosi, dove caos e ordine, pubblico e privato non sono più separati da una netta linea di confine. Una realtà sospesa, distorta, in cui pare animarsi ciò che di fatto vivibile e abitabile non è.

Questo libro nasce dall’esigenza di mostrare quello che i più si rifiutano di vedere e che i media non hanno mai voluto raccontare e dal tentativo di registrare impensate possibilità d’esistenza, nel continuo scomporsi e ricomporsi di forme.

Sono serviti diversi mesi per la selezione e l¢editing delle immagini e il design del libro. Chiara Capodici e Fiorenza Pinna di 3/3 hanno avuto una cura meticolosa dei dettagli tessendo una coerenza stringente e incessante tra la veste grafica e l’equilibrio instabile descritto nelle mie immagini.

Il retro di copertina, ad esempio, è stato capovolto per creare una continuità di linee con il fronte, che nella realtà non esiste; le immagini all’interno delle pagine non sono mai perfettamente centrate, il titolo non è tradizionalmente posizionato sulla costa, ma va a sbordare sul fronte della copertina, i testi, scarni e rarefatti, sono frammenti capaci di creare strutture visive apparentemente precarie.

La rilegatura è in flexicover cucita a filo refe in modo da consentire la perfetta apertura delle pagine.

La casa editrice ideale per il progetto ci è subito sembrata la Skinnerboox di Milo Montelli, giovane e coraggioso editore che da alcuni anni si dedica alla stampa di libri di qualità.

Il nostro obbiettivo è di andare in stampa entro il mese di Ottobre per poter presentare il libro in occasione di OFFPRINT durante il Paris Photo.

 Per poterlo fare c’è bisogno del Tuo aiuto, anche il più piccolo.

L’obiettivo di diecimila euro andrà a coprire solo una parte dei costi di stampa e produzione che condivido nel dettaglio per una tiratura di 1000 copie:

  1. Book design, post-produzione digitale, spese materiali e trasporti, 2800 euro
  2. Stampa libro, prestampa e rilegatura, 12.800 euro

Aliqual non sarà solo un libro. Sarà una mostra itinerante. Una rete di relazioni a livello locale e non, perché non si smetta di parlare dell’Aquila.

Potrai monitorare tutto quello che riguarda il progetto sui social dedicati: Facebook, Twitter e Instagram.

Grazie di cuore per il tuo supporto.

Lautore

Massimo Mastrorillo ha lavorato principalmente a progetti fotografici a lungo termine dedicandosi all’analisi delle profonde conseguenze dei conflitti e dei disastri naturali nella società.

Tra i suoi principali progetti: “Mozambique, a nation in balance between poverty and dream””, “Indonesia: Just Another Day”, “The Width of the Line “White Murder”, “Bosnia and Herzegovina: if Chaos awakens the Madness”, “Life after Zero Hour”, “Aliqual”.

Tra i suoi  premi: World Press Photo, Pictures of the Year International (terzo premio Magazine photographer of the year) e Best of Photojournalism (terzo premio Magazine photographer of the year)), PDN Photo Annual, International Photographer of the Year al 5th Annual Lucie Awards, il Sony World Photography Awards and l’Aftermath Grant (finalista nel 2011), nomination per il premio Pictet 2009 “Earth” e 2015 “Disorder”.

Attualmente Mastrorillo sta lavorando a: “The Sea is Us”, un progetto sui beni confiscati alle organizzazioni criminali mafiose in Italia,  selezionato tra i finalisti del premio Vevey Images 2015.

E’ stato Talent Manager dell’agenzia LUZ e fondatore e docente della Luz Academy. E’ Leica Ambassador e docente presso la Leica Akademie e la Scuola Romana di Fotografia. E’ uno dei fondatori di D.O.O.R., una factory romana che lavora con la fotografia, le arti visive e il publishing.

 3/3

3/3 nasce al Pigneto a Roma dall’incontro di Chiara Capodici e Fiorenza Pinna.

Dal 2009, 3/3 ha curato una serie di mostre e pubblicazioni fra cui Marco Lachi, Fabio Barile e Penny Klepuszewska, elaborato il progetto di poster e manifesti per il Sochi Project, curato la prima personale in Italia di Joel Sternfeld e realizzato una serie di workshop legati all’editoria, con Rinko Kawauchi, Anouk Kruithof, Rob Hornstra e Joachim Schmid.

Nel 2010 ha avviato il progetto Little big press, una mostra annuale, una biblioteca e una libreria itinerante dedicata all’editoria fotografica indipendente e autoprodotta.

Sempre nel 2010 inizia la sua collaborazione con la fiera MIA – Milano Art Image, come parte del comitato scientifico e responsabile del settore editoria.

Nel 2011 ha collaborato con Officine Fotografiche per la realizzazione della VI edizione di Obbiettivo Donna e per il secondo anniversario del terremoto de L’Aquila ha curato il progetto Temporary? Landscapes di Massimo Mastrorillo. In occasione della X edizione di Fotografia – Festival internazionale di Roma, ha curato la collettiva Mizu no Oto, con Asako Narahashi, Rinko Kawauchi, Lieko Shiga, Yumiko Utsu e Mayumi Hosokura, e un focus sull’editoria giapponese.

Nel 2012 ha curato insieme ad Annalisa d’Angelo e Stefano Ruffa le mostre Lost&Found –Family photos swept by 3/11 East Japan (FotoGrafia XI) Tsunami e Life After Zero Hour (SI Fest e FotoGrafia XI) del collettivo Mastodon (Massimo Mastrorillo e Donald Weber), curato la mostra e il libro d’artista Vorrei tra le mie mani il tuo viso che è terra (come terra), di Daniele Cinciripini (Fotoleggendo 2012) e realizzato il progetto editoriale del libro Saluti da Pinetamare, di Salvatore Santoro.

Sempre nel 2012, ha iniziato a insegnare in una serie di corsi dedicati all’editing e la storia del libro fotografico presso Officine Fotografiche.

Nel 2013 ha realizzato il progetto editoriale del libro Sometimes I cannot Smile, di Piergiorgio Casotti, del volume In Bloom, di Eleonora Calvelli per la casa editrice Postcart, ha curato la mostra Saluti da Pinetamare, di Salvatore Santoro (Cortona on the Move e Fotoleggendo) e iniziato a curare per Camera21 la collana Storie di Roma, di cui sono usciti i primi 2 volumi: La città nascosta, di Bruno Tobia, con un racconto di Fabio Stassi e Rome LOVE, di Simona Filippini, con un racconto di Igiaba Scego.

Nel 2014 realizza la prima di una serie di fanzine dedicate al progetto The Narrow Door di Massimiliano Tommaso Rezza e ne cura la mostra per Fotografia Europea.

3/3 è photoeditor di LAZLO, un magazine tematico indipendente.

 

Skinnerboox è una casa editrice indipendente specializzata nella pubblicazione di libri fotografici a tiratura limitata.

I contenuti delle pubblicazioni fanno riferimento all’ ambito della fotografia contemporanea nelle sue molteplici manifestazioni e direzioni.

Skinnerboox collabora attivamente con gli artisti conducendoli dall’ idea originaria alla realizzazione del libro. Ad oggi sono stati pubblicati 7 titoli, distribuiti in tutto il mondo attraverso la partecipazione a fiere e festival Italiani e Internazionali

Nel 2014 Skinnerboox ha partecipato ad UNSEEN (Amsterdam), LIBROS MUTANTES (Madrid), POLYCOPIES- Paris PHOTO (Parigi) SIFEST Savigano (Savignano sul Rubicone), FAHRENEIT39 (Ravenna), LEBAL (Parigi).

Sempre nel 2014 Skinnerboox è stata tra i promotori del progetto “MAKE A BOOK”, il primo contest italiano di scouting editoriale in ambito fotografico curato da WIshotLab e 3/3.

Skinnerboox ha recentemente collaborato con l’editore norvegese “Editions du LIC” alla produzione del libro “Big Sky Hunting” di Alberto Sinigaglia e al libro “A drop in the Ocean”

curato da Milo Montelli e Alessandro Calabrese e selezionato tra i migliori lavori del 2014 da Erik Kessels.

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