World Press Photo 2020: chi la spunterà?

Ciao, anche per quest’edizione sono stati annunciati i finalisti del WPP, il più importante premio di fotogiornalismo del mondo. I vincitori saranno poi proclamati in una cerimonia che si terrà il 16 aprile ad Amsterdam.
Se avete voglia di provare ad indovinare chi la spunterà quest’anno, lasciateci un commento.

Anna

Dall’edizione dello scorso anno, i premi più rilevanti sono diventati due: il tradizionale e storicamente più importante World Press Photo of The Year, e il World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019”, premiando i lavoro che richiedono maggiore tempo e perseveranza.

I sei candidati al World Press Photo of The Year sono: Mulugeta Ayene di Associated Press (AP) con la foto di una donna nel luogo dove è precipitato il Boeing della Ethiopian Airlines, in Etiopia; Farouk Batiche di Deutsche Presse-Agentur con una foto degli scontri in Algeria tra manifestanti e polizia; Yasuyoshi Chiba di Agence France-Presse con un’immagine delle manifestazioni in Sudan; Tomasz Kaczor per Gazeta Wyborcza con la foto di una ragazza da poco risvegliata dallo stato catatonico causato dalla sindrome da rassegnazione; Ivor Prickett del New York Times con la foto di un combattente curdo; e Nikita Teryoshin con la foto di una fiera di armi negli Emirati Arabi Uniti. Vedete le immagini selezionate qua sotto.

I finalisti per il World Press Photo Story of the Year sono invece: Nicolas Asfouri dell’agenzia AFP per il suo lavoro sulle proteste di Hong Kong; di nuovo Mulugeta Ayene di AP per un lavoro sui parenti delle vittime a bordo del Boeing precipitato in Etiopia; e il francese Romain Laurendeau per un reportage sui giovani algerini nel perioso delle rivolte dello scorso anno. Di seguito una selezione di immagini dai tre lavori.

Quest’anno per i due premi principali non sono stati selezionati fotografi italiani, che però sono presenti tra i finalisti in altre categorie: Nicolò Filippo Rosso, Lorenzo Tugnoli, Fabio Bucciarelli, Luca Locatelli, Alessio Mamo e Daniele Volpe. Ecco qua alcune delle loro immagini in gara.

Chi vincerà il World Press Photo?

Come già lo scorso anno, vi proponiamo le immagini finaliste a quello che probabilmente è il più importante premio nell’ambito del fotogiornalismo. Quest’anno mi sembra che le foto finaliste non abbiano cercato la spettacolarizzazione della notizie o della storia e non ci sia quest’attenzione maniacale all’estetica, come notato negli ultimi anni.

Voi che ne pensate? Quale sarà la foto vincitrice? Per chi fate il tifo voi? La proclamazione del vincitore avverrà l’11 aprile ad Amsterdam.

Fateci sapere!

Anna

© Mohammed Badra, European Pressphoto Agency
Victims of an Alleged Gas Attack Receive Treatment in Eastern Ghouta
Persone vengono curate in seguito a un sospetto attacco con il gas, ad al-Shifunieh, in Siria, il 25 febbraio 2018.
Fino al febbraio 2018, il popolo di Ghouta orientale, una regione a est della capitale Damasco e una delle ultime enclavi ribelli nel conflitto siriano, era stato assediato dalle forze governative per cinque anni. Durante l’offensiva finale, Ghouta orientale è stata oggetto di lanci di razzi, bombardamenti aerei e di almeno un presunto attacco con gas, nel villaggio di al-Shifunieh, il 25 febbraio 2018. Le cifre sono difficili da verificare, ma secondo Medici senza frontiere (MSF) ci sono stati 4.829 feriti e 1.005 morti tra il 18 febbraio e il 3 marzo 2018, e 13 tra ospedali e cliniche sono stati danneggiati o distrutti in soli tre giorni. World Press Photo
© Marco Gualazzini, Contrasto Almajiri Boy
Un ragazzo orfano passa davanti a un muro con disegnati razzi lanciagranate, a Bol, nel Ciad. Nel bacino del Ciad è in corso una crisi umanitaria causata da una complessa combinazione di conflitti politici e fattori ambientali. Il Lago Ciad – uno dei più grandi laghi dell’Africa – sta vivendo un’intensa desertificazione. A causa della mancanza di pianificazione dell’irrigazione, della siccità, della deforestazione e della cattiva gestione delle risorse, la dimensione del lago è diminuita del 90 per cento negli ultimi 60 anni. I tradizionali mezzi di sostentamento come la pesca si sono indeboliti e la scarsità d’acqua sta causando conflitti tra agricoltori e allevatori di bestiame. A beneficiarne è il gruppo jihadista Boko Haram, attivo nell’area, che sfrutta le difficoltà e la fame diffusa, e utilizza le città locali come terreno di reclutamento. World Press Photo
© Catalina Martin-Chico, Panos Being Pregnant After FARC Child-Bearing Ban
Un’ex guerrigliera delle FARC incinta per la sesta volta, dopo che altre cinque gravidanze erano state interrotte durante i suoi anni di militanza.
Dalla firma di un accordo di pace tra il governo colombiano e il movimento ribelle delle FARC nel 2016, c’è stato un boom di nascite tra le ex guerrigliere. La gravidanza, infatti, era ritenuta incompatibile con la vita di guerriglia. World Press Photo
© Chris McGrath, Getty Images The Disappearance of Jamal Kashoggi
Un uomo cerca di trattenere giornalisti e fotografi il 15 ottobre, mentre gli investigatori sauditi arrivano al consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia, dove il 2 ottobre il giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi era stato ucciso da un gruppo di agenti sauditi, probabilmente su ordine del regime World Press Photo
© John Moore, Getty Images Crying Girl on the Border
Una bambina honduregna piange mentre sua madre viene perquisita da un agente alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, il 12 giugno.
Nei mesi scorsi aveva fatto molto discutere la politica di “tolleranza zero” verso gli immigrati irregolari adottata dall’amministrazione Trump. A partire da aprile centinaia di bambini erano stati separati forzatamente dalle loro famiglie, per via di una modifica al regolamento sull’immigrazione che eliminava un trattamento di eccezione riservato fino ad allora agli adulti che entravano illegalmente negli Stati Uniti accompagnando dei minori. Il 20 giugno Trump ha infine firmato un ordine esecutivo per mettere fine alla divisione delle famiglie di immigrati irregolari. World Press Photo
© Brent Stirton, Getty Images Akashinga – the Brave Ones
Una donna membro di un’unità anti-bracconaggio tutta al femminile, chiamata Akashinga, che vuole dire “Le coraggiose”, durante un addestramento nel parco naturale Phundundu Wildlife Park, nello Zimbabwe. World Press Photo