Bel concorso indetto dal Museo Mavi.

Il Museo Mavi ha organizzato questo interessante concorso al quale vi invito a partecipare, l’intento è interessante e intelligente, mi piace e voglio condividere.

Fotografia di Frank Cancian

Il tema del concorso di quest’anno è “Un paese italiano, 2019”. Il termine di presentazione delle opere è fissato alla mezzanotte del 15 settembre 2019.

Nel 1957, il fotografo americano Frank Cancian andò a Lacedonia, con una borsa di studio, a raccontare con le immagini l’Italia di quegli anni. Lasciò 1801 scatti di gran valore artistico/antropologico (oggi esposti in parte al MAVI). La voglia è quella di far crescere questo interessante archivio.

Ecco come presenta il concorso Simona Guerra:

LA RICHIESTA AI PARTECIPANTI è PRENDERE SPUNTO da 20 FOTOGRAFIE DI CANCIAN SELEZIONATE PER L’EDIZIONE – e che trovate qui —> https://www.museomavi.it/concorso-2019 – E RACCONTARE COME QUESTE IMMAGINI del 1957 POSSANO ESSERE “TRADOTTE” NEL 2019.

Il senso del concorso è infatti anche quello di seguitare a far crescere l’archivio attraverso nuovi sguardi su situazioni del nostro quotidiano e sul cambiamento a cui esso è soggetto. Cancian venne in Italia “per capire come le persone vivevano e per fotografarne la quotidianità”; allo stesso modo si chiede ai partecipanti di riflettere su queste azioni, queste consuetudini, gesti ancora vivi o scomparsi, abitudini ecc. evidenziando non soltanto il naturale cambiamento che il trascorrere del tempo impone, ma alimentando anche una riflessione sulle nuove sfide che la società odierna è chiamata a vivere.

La giuria è prestigiosa, ci saranno: Simona Guerra, Francesco Zizola e l’antropologo Francesco Faeta.

Partecipate, non solo per vincere i premi ma perché è un bel modo questo per lasciare una traccia fotografica sul cambiamento del nostro meraviglioso Paese; su ciò che l’Italia è stata ed è, facendo crescere un piccolo patrimonio fotografico.

Per scaricare il bando e i materiali per la partecipazione al concorso:

Bando concorso 1801 passaggi – 2019

Schede concorso 1801 passaggi – 2019

Per informazioni: concorso@museomavi.it

Il furto delle idee.

Foto 1

Fotografia di Massimiliano Tursi

Ciao, ogni vi vorrei parlare di una faccenda che attanaglia i fotografi, i curatori, i critici, gli artisti in generale: il furto delle idee.

Continua a leggere

Sulle tracce del bambino di Scanno

Unknown.jpeg

Ho appena richiuso l’ultimo libro di Simona Guerra; IL BAMBINO DI SCANNO, e più che un libro sulla fotografia, penso sia un libro che sta dietro la fotografia; o ancora un libro che ha come palcoscenico una fotografia.

L’immagine, lo annuncia il titolo del volume, è la celeberrima foto scattata nel 1957 (o 1959) da Mario Giacomelli in quel di Scanno, paese dell’Abruzzo che insieme ai propri abitanti, verrà proiettato oltre oceano, fino alle sale del MOMA di New York, proprio dallo scatto del fotografo marchigiano, scelto da John Szarkowski per la mostra The photographer’s Eye.

Unknown-1.jpeg

Tutta la storia dello scatto è raccontata nella seconda parte del libro, dal perché Giacomelli e l’amico Tornelli decisero di partire per un fine settimana nel borgo che solo pochi anni prima si era concesso all’obiettivo di Henri Cartier-Bresson, al primo concorso in cui venne inviata l’immagina del bimbo, fino alla lettera in cui veniva comunicato l’ammissione alla sopra citata esposizione.

La prima parte del volume è invece un viaggio intimo e appassionato, intrapreso dall’autrice, nipote di Mario Giacomelli, alla (non) ricerca di quel bambino; anche lei con un week end a disposizione, anche lei accompagnata da un’amica.

Non è una monografia, non è nemmeno una biografia del fotografo e nemmeno un saggio sul suo lavoro, è forse un’occasione per tuffarsi nei risvolti meno fotografici che questa foto ha innescato.

È un libro di fotografia, ma solo perché si parla di una fotografia e dei protagonisti, consapevoli e no, che hanno contribuito a che prendesse luce, ma è affascinante scoprire i retroscena, come le immagini dei provini con le note di Giacomelli, così come rivedere il volto di quell’ormai non più bambino, quasi 60 anni dopo, senza più le mani in tasca.

Buona lettura.

Angelo

 

“Fotografia consapevole”, da leggere.

copertina

Simona Guerra, attraverso un percorso  legato alle proprie esperienze personali, talvolta anche forti, ci racconta come la “Fotografia” possa passare da oggetto (nel suo caso la aveva maneggiata per lavori e studio) a luogo dove cercare e scoprire sé stessi. Simona descrive l’evolversi del linguaggio fotografico affrontando quelle che l’autrice considera le “nuove possibilità” della fotografia se usata in modo consapevole. Definisce consapevole quella fotografia che ha come “motivo d’essere l’esperienza sensoriale delle cose della nostra vita” e ancora il mezzo per “colmare l’inquietudine che caratterizza la vita dell’uomo”.

L’autrice distingue la fotografia terapeutica da quella che definisce consapevole passando anche per un interessante excursus sul rapporto tra fotografia e mercato dell’arte.

Ricche di spunti le considerazioni sulla fotografia usata così come si utilizza la parola scritta. Un testo semplice e piacevole da leggere attraverso il quale l’autrice, partendo dalla propria vita, ci svela la sua opinione sul “trasformarsi della fotografia” ad un mezzo sempre più al servizio delle persone che decidono di sfruttarla come mezzo per prendere appunti sulla propria esistenza. Simona vi invita al dialogo, in una postilla finale, si dice pronta a discutere il suo lavoro…la trovo un’intelligente  conclusione. Consiglio la lettura, ciao Sara

Autrice: Simona Guerra

Fotografie di Simona Guerra; Wilson Santinelli
Formato: 15×21 cm

pagg. 116 / saggio illustrato / brossura

ISBN 978-88-99359-02-7 Edizioni Micropress, 2016

Prezzo: Euro 15,00

“Mario Giacomelli. La mia vita intera” Imparare dalle sue parole.

In “Mario Giacomelli. La mia vita intera”, Simona Guerra raccoglie e sistema tutte le conversazioni avute con il fotografo durante il concludersi dell’anno 2000.

Il libro è piccolo di dimensioni ma ricco di contenuti. Grande fotografo, attento osservatore con una personalità profonda e forte.

Purtroppo M.Giacomelli morirà prima di vedere la grande retrospettiva organizzata a Roma per il 2001, motivo per cui erano iniziate le conversazioni con Simona Guerra.

Nella presentazione del libro sentiamo la sua voce mentre parla della sua visione della Fotografia, con interventi puntuali, potenti e per me davvero istruttivi. Vi consiglio la visione e l’ascolto.

La vita di Mario Giacomelli è stata quella di un uomo speciale, ma di un uomo, prima ancora di essere quella di un celebre fotografo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Un uomo con le stesse paure di milioni di altri uomini, con le stesse domande senza risposte; una persona che nella vita ha affrontato nascite e morti, e che ha avuto gli stessi problemi di tutti i giorni di chiunque altro. Un’esistenza sensibile, che ha scelto la strada della fotografia e della poesia, con le quali egli ha condiviso la sua vita in modo semplice -non facile – puntando al cuore delle cose, alla sostanza; un uomo che ha evitato il superfluo, che è uscito dalla “folla” con le sue immagini apprezzate in tutto il mondo, che ha sempre preferito, alle pubbliche relazioni e alla vita dei grandi centri d’arte del mondo, la pace della sua piccola città e il profilo dolce delle sue colline, che non ha mai smesso, fino alla fine, di fotografare.

(da Amazon)

Per acquistare il libro