oggi vorremmo farvi conoscere questo fantastico fotografo paesaggista giapponese. Io lo trovo bravissimo nel genere, al pari di suoi colleghi più conosciuti, tipo Ansel Adams o Michael Kenna.
Purtroppo online non si trovano tantissime informazioni che lo riguardano, la biografia è striminzita.
Date un’occhiata alle immagini, sebbene anche su questo fronte non si trovi un granchè in rete! Ho visto alcuni libri suoi, ma a prezzi proibitivi…
Takeshi Mizukoshi è nato in Giappone nel 1938. Ha iniziato la sua carriera studiando silvicoltura alla facoltà di agraria dell’Università di Tokyo. Si sa che poi ha abbandonato gli studi, per dedicarsi alla sua vera passione, la fotografia. Si è dedicato prevalentemente alle foto di montagne. Sembra quasi voglia dimostrarci quanto siamo piccoli di fronte all’imponenza delle montagne.
Ha vinto numerosi premi, tra cui l’Annual Award of the Photographic Society of Japan, ilKen Domon Prize, e il Minister of Education, Culture, Sports, Science and Technology’s Award for Encouragement of the Arts.
Le sue immagini si trovano in molte gallerie e musei in tutto il mondo.
Questo è il suo sito, ma ahime quasi tutto solo in giapponese.
Come già avrete capito da alcuni miei post, adoro artisti e fotografi asiatici, soprattutto giapponesi. Oggi vi vorrei parlare di Mayumi Suzuki, una fotografa giapponese, e del suo bellissimo libro The restoration will. Spero vi colpisca, come ha colpito me, con la sua delicatezza e sensibilità. Mi ha commosso. Anna
Il libro è composto da una serie di immagini scattate da Mayumi con la fotocamera del padre ritrovata tra le macerie, sommersa dal fango e dall’aqcua di mare, scure e sfuocate, evocano il ricordo dei dispersi. Poi ci sono una serie di immagini della città di Onagawa, con cui Mayumi documenta la distruzione della sua città. Distruzione che si ritrova anche nelle foto di famiglia, salvate da Mayumi tra le macerie della sua casa e dello studio fotografico dei genitori, immagini che portano le cicatrici causate dal fango e che ritroviamo nell’anima dell’autrice. The Restoration Will diventa quindi un tentativo di preservare la storia della famiglia e i ricordi personali dell’autrice .
Nelle prime pagine Mayumi riporta l’ultima conversazione telefonica avuta con i suoi genitori, poco dopo le prime scosse di terremoto, avvenute il 9 marzo 2011, quando ancora la situazione non si era manifestata in tutta la sua gravità. Sembrava uno dei tanti terremoti che frequentemente colpiscono il Giappone.
L’11 marzo però un altro sisma colpisce la costa pacifica del Giappone, magnitudo 9. Mayumi apprende la notizia dai media e prova a chiamare diverse volte i genitori, senza successo. Decide infine di inviare un messaggio, avvertendo i genitori dell’allerta tsunami ed esortandoli a scappare verso la montagna.
L’ultima parte testuale include una serie di messaggi scambiati da Mayumi con la sorella, sopravvissuta al terremoto, che si sta recando a Onagawa per cercare di ritrovare i genitori ma, arrivata sul posto, trova la distruzione e si rende conto che i genitori non possono essere sopravvissuti.
Ho provato a tradurre l’introduzione di Mayumi a questo lavoro, presa dal suo sito:
I miei genitori, che possedevano uno studio fotografico, sono scomparsi in seguito al grande terremoto che ha colpito la costa est del Giappone e al conseguente tsunami del 2011. La nostra casa è andata distrutta. Era un luogo di lavoro, ma anche di vita. Io sono cresciuta lì. Dove una volta c’era il loro studio non era rimasto che un cumulo di macerie. Ho riportato alla luce quanto rimaneva della camera oscura ed ho quindi ritrovato la fotocamera di mio padre, coperta di fango. E’ stato in quel momento che ho cominciato a rimpiangere il fatto di non aver rilevato lo studio fotografico dei miei genitori.
Un giorno ho provato a scattare una fotografia di paesaggio con l’obiettivo infangato di mio padre. L’immagine venne scura e sfuocata, come una visione di morte. Scattando quella foto, ho sentito di poter connettere questo mondo con quel mondo. “Quanto gli era dispiaciuto morire’” “Come avrebbe visto la nostra nuova città ricostruita se fosse stato vivo?” “Cosa pensa di me, ora che sono cresciuta come fotografa?” Queste domande mi danno la motivazione per scattare fotografie. Mi sentivo come se potessi avere una conversazione con i miei genitori, pur sapendo che era impossibile.
Inoltre, ho raccolto alcune delle immagini della mia infanzia, scattate da mio padre. Stanno cambiando colore, perdendo parte dell’immagine. I ritratti scattati da mio padre erano chiazzati e scoloriti. Queste ferite sono simile ai danneggiamenti della mia città, simili ai miei ricordi che sto lentamente perdendo.
Spero di riuscire a trattenere i miei ricordi e la storia della mia famiglia attraverso questo libro. Sistemando queste foto, ho cercato di recuperare la sua volontà.
Biografia
Mayumi è nata nel 1977 a Onagawa, nella
prefettura di Miyagi e ora risiede a Tokyo. Lavora come fotografa e storyteller,
creando delle narrazioni personali. E’ nata e cresciuta in una famiglia che
gestiva uno studio fotografico fondato da suo nonno nel 1930 nella città di
Onagawa. Ha studiato alla Nihon University,Scuola d’Arte, Dipartimento di
Fotografia
L’11 marzo del 2011 è il giorno
che ha cambiato la vita di Mayumi: la sua città natale viene distrutta dallo
Tsunami e i suoi genitori risultano tra i dispersi. Dopo la tragedia, Mayumi
prende in mano la macchina fotografica del padre, ritrovata tra le macerie e
inizia a realizzare una serie di immagini come tributo alla perdita della
famiglia e a tutti gli abitanti della città colpita.
Nel 2017, ha realizzato questo libro, che si è aggiudicato diversi premi, tra cui il PhotoBoox Award 2017, il Kauna Photo Star ed è stato finalista all’Aperture Paris Photo First Photobook Award.
Oggi vi voglio presentare questa giovanissima fotografa giapponese. Io la trovo davvero molto “giapponese”, forse per questo mi piace tantissimo. 😉
Dalla prima volta in cui mi ci sono imbattuta, le sue immagini mi hanno catturato e molto incuriosito. Non smetterei mai di guardarle. Un mix di serietà e umorismo che mi affascina molto.
Non ho trovato una vera e propria biografia, forse perché è ancora molto giovane, quindi ho raccolto un po’ di informazioni qua e là sul web e una selezione dei suoi divertenti autoritratti.