Storia di una fotografia. Dovima con gli elefanti di Richard Avedon

Dovima with Elephants, 1955. © 2016 The Richard Avedon Foundation

Buongiorno, oggi vi propongo questa immagine! Buona lettura, Sara

Dovima con gli elefanti è una famigerata fotografia di moda scattata a Parigi nell’agosto del 1955 da Richard Avedon.

Perché collocare una modella che indossa un abito Dior tra una coppia di elefanti da? Il contrasto è sorprendente e suggerisce qualcosa che rimanda a “La bella e la bestia”.

La modella risponde a tutti i canoni di giovinezza ed eleganza, la fotografia risulta davvero molto raffinata .

Scattata nell’agosto del 1955 a Parigi è servita a mostrare quella che allora era l’ultima collezione di Christian Dior.

 Avedon sceglie una delle modelle più pagate di Vogue, Dovima – (nata Dorothy Virginia Margaret Juba, il nome da modella è dato dalle iniziali dei suoi tre nomi).

L’abito funge da punto focale della foto mentre e si dissolve sullo sfondo ed è stato il ​​primo design per Dior del diciannovenne Yves Saint Laurent.

Le catene intorno ai piedi degli elefanti suggeriscono l’idea di una vita ristretta. Avedon tornerà spesso a questa concetto. La sua serie di ritratti del 1976, per esempio, termina con il progressivo invecchiamento di suo padre fino a quando sembra essere assorbito (il padre) dalla luce che lo circonda.

Allo stesso modo, anche il suo più grande lavoro, The American West (ripreso in cinque anni nei primi anni ’80 e pubblicato nel 1985), è una collezione di ritratti che ben espone tutta  la varietà di danni a cui il corpo umano è soggetto mentre la vita viene vissuta.

Avedon ha lavorato in fotografia in aree diverse, ma rimane più conosciuto per le sue fotografie di moda. Fino a Dovima con Elefanti praticamente tutte le foto di moda erano state realizzate in studio, il suo impatto fu tale, che negli anni seguenti la maggior parte della fotografia di moda fu scattata con una modalità più libera, non legata alla fotografia di studio.

Dovima con gli elefanti è apparsa originariamente in una storia di 14 pagine sulle moda di Parigi, pubblicata nel numero di settembre 1955 di Harper ‘Bazar (dove Avedon è stato fotografo dello staff dal 1946 al 1965).

Dovima raggiunse lo stato di supermodella, prima ancora che il termine divenisse di uso comune, in quanto considerata la modella più pagata dell’epoca. Nel 1957 fece anche un cameo nel film Cenerentola a Parigi prodotto dalla Paramount.

Morì per un epatocarcinoma il 3 maggio 1990 all’età di sessantadue anni. Dopo la sua morte, Richard Avedon disse “Dovima era una delle ultime grandi, eleganti ed aristocratiche bellezze… la bellezza più notevole e non convenzionale del suo tempo.”

Richard Avedon, i documentari interessanti!

Questo documentario racconta la storia di R.Avedon. Con una miscela di informazioni biografiche, sul suo lavoro e il suo sentire fotografico, il film racconta la sua storia con punti salienti che includono la sua descrizione di come ha convinto l’adolescente Natassja Kinski a posare nuda con un grande pitone che strisciava sul suo corpo e il suo ricordo della notte in cui Marilyn Monroe ballò per ore, per lui, mentre la fotografava.

Questi film sono pubblicati con l’intenzione di condividere, ispirare e informare. Non vogliono violare copyright e diritti d’autore.

Qui sotto un’intervista, interessante!

Qui l’approfondimento su una fotografia sua, tra le più famose del 1955,

” Dovima with Elephants “

Uno degli scatti di: Dovima e gli elefanti
Parigi, Agosto 1955; fotografia Avedon R.

Biografia • Occhio all’obiettivo
Celebre fotografo noto in tutto il mondo per le sue foto particolarmente elaborate, Richard Avedon è nato il 15 maggio 1923 a New York. Scapestrato e sempre in cerca di forti emozioni, nel 1942 abbandona gli studi, per lui noiosi, per arruolarsi come fotografo nella Marina Militare dove ha modo di girare per il mondo e di fare varie esperienze nelle situazioni più difficili.

Profondamente colpito dalle foto dell’allora celebre Mukancsi, al suo ritorno in America si dà da fare per affinare le sue competenze tecniche. Dopo la dura ma fruttuosa gavetta dell’esercito, alla fine della seconda guerra mondiale diventa fotografo professionista. Finalmente sale il suo primo gradino professionale: riesce a diventare aiuto fotografo in uno studio privato per poi collaborare anche ad una rivista, “The Elm”.

Negli anni ’40 segue un corso alla New School for Social Research tenuto da Alexy Brodovitch, direttore di Harper’s Bazaar. In seguito viene a far parte del gruppo stabile di Bazaar, grazie all’ammirazione che Brodovitch ha sviluppato per lui. Quest’ultimo rappresenta senz’altro una figura di rilievo per il fotografo, come è ben visibile fra l’altro sfogliando il primo libro pubblicitario di Avedon “Observation” (un volume in cui univa le sue immagini al commento di Truman Capote), pubblicato nel 1959 e dedicato al suo mai dimenticato pigmalione.

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Nel 1961 Richard Avedon diviene direttore artistico di Bazaar. Marvin Israel è un’altra figura importante per lui nella realizzazione del secondo libro, “Nothing Personal” (sue fotografie con testo di James Baldwin), pubblicato nel 1963 dopo aver visitato gli stati del sud: vi emerge l’attenzione per i diritti civili e la presa di posizione politica ed etica, con tendenza a strutturare ogni lavoro come fosse una storia.

Dall’incontro con la letteratura, proficuo e duraturo, sarebbe scaturito anche il volume “Portraits Photographs” con introduzione di Harold Rosenberg.

Il 22 novembre 1963 realizza in Times Square una serie di foto a persone che mostrano il giornale che parla dell’assassinio di Kennedy. Nel 1965 passa da Bazaar a Vogue.

Nei primi anni ’70, con Arbus, pubblica un libro su “Alice nel paese delle meraviglie”, nel quale, come in un lavoro dello studio di Andy Warhol, le fotografie hanno un aspetto teatrale per la sequenzialità e la gestualità studiata dei personaggi fotografati. Dal 1979 al 1985 esegue numerosi ritratti di vagabondi e disadattati nel West americano che vengono definiti offensivi per gli abitanti di quelle regioni.

Nel capodanno del 1989 Avedon si reca a Berlino vicino alla Porta di Brandeburgo in occasione della caduta del muro, mostrando ancora una volta che il suo lavoro non è solo rivolto alla moda – per cui è giustamente famoso – ma rappresenta uno strumento sensibile anche per capire mutamenti politici, risvolti psicologici o filosofici. Anche se va sottolineato come Avedon, da intellettuale della fotografia qual è, ha sempre sottolineato il ruolo di elaborazione che svolge il fare stesso della fotografia, un luogo che non rappresenta mai la “verità”. Le sue stesse fotografie sono un mirabile risultato di pensiero ed elaborazione e quasi mai si affidano al caso.

Una delle sue foto più famose, “Dovima”, ad esempio, ritrae una modella che indossa un abito da sera di Dior in una posa estremamente innaturale in mezzo a due elefanti: è stata scattata a Parigi nel 1955 e rappresenta il massimo dell’artificio.

Altri suoi celebri lavori sono i suoi ritratti di artisti e personaggi famosi, ma anche le serie scattate alla gente comune e all’interno di un ospedale psichiatrico. La sua grandezza artistica è stata celebrata in una bellissima mostra al Metropolitan Museum di New York.

Ottantunenne ancora in attività, mentre stava realizzando un servizio fotografico in vista delle elezioni presidenziali americane per conto del “New Yorker”, Richard Avedon è stato colpito da un ictus cerebrale e, dopo due giorni, l’1 ottobre 2004 – a soli due mesi dalla scomparsa di un altro grande maestro, Henri Cartier-Bresson – è morto in un ospedale di San Antonio, in Texas.

Da sito Biografie on line.