Il punto di ripresa giusto, nella fotografia di strada

Buongiorno, parlo oggi del punto di ripresa nella fotografia di strada
Siamo abituati a cambiare spesso punto di ripresa con le nostre macchine fotografiche; ricordatevi che la scelta del punto di ripresa condizionerà considerevolmente l’estetica dell’immagine e la percezione del fruitore; quindi, è una decisione da prendere sempre con consapevolezza.
Qual è il punto di ripresa migliore? Boh, dipende!
Comunque sia, i sistemi più usati per cambiarlo sono:

  1. Lanciarsi da un treno in corsa.
  2. Rotolarsi per terra e usare lo scatto multiplo.
  3. Buttarsi dalle finestre scattando selfie.
  4. Legare la macchina fotografica a un piccione viaggiatore.
    No, niente, questi sono quelli che uso io, ma è meglio lasciare perdere!
    Le possibilità sono sostanzialmente tre:
    ❙ in asse rispetto al soggetto;
    ❙ dall’alto rispetto al soggetto;
    ❙ dal basso rispetto al soggetto
    RIPRESA IN ASSE
    La prospettiva di ripresa in asse, con il piano pellicola/sensore parallelo al soggetto, permette di ottenere immagini senza distorsione prospettica. Come accennato prima, questa scelta prospettica dà la garanzia di poter ottenere un rapporto naturale tra le dimensioni del viso, tronco e gambe quando si fotografa una persona a figura intera, o altro soggetto, dal palazzo al cane.
    In linea di massima, fotografando una persona “in asse” si mantiene una qualità maggiore in termini di proporzioni. Le proporzioni variano anche con l’utilizzo di obiettivi grandangolari, oppure avvicinandosi “troppo” al volto del soggetto, provocando una distorsione anche se si fotografa in asse rispetto al soggetto. Anche per la fotografia di architettura valgono le stesse regole: se si vogliono evitare linee cadenti o storte, è necessario mantenere l’obiettivo in asse rispetto alla struttura geometrica fotografata.
Shanghai, punto di ripresa frontale, fotografia di Sara Munari

RIPRESA DALL’ALTO
Nella street photography, una ripresa dall’alto verso il basso, a meno che non ci si trovi su un piano rialzato e con angoli di campo ampi, tende a schiacciare i soggetti ripresi.
Una ripresa dall’alto con leggera inclinazione della macchina fotografica esalta la prospettiva, e comporta che tutte le linee vengono a convergere verso un punto di fuga. L’impressione che se ne ottiene è di una grande profondità.
Se l’angolo di campo è ristretto e l’inclinazione della macchina fotografica accentuata, tendiamo a schiacciare la prospettiva e la foto perde tridimensionalità. Se vogliamo giocare sugli elementi grafici, esaltando linee, geometrie e forme, questo punto di ripresa può essere decisivo per raggiungere eccellenti risultati.

Shanghai, punto di ripresadall’alto, fotografia di Sara Munari

RIPRESA DAL BASSO
Questo punto di ripresa tende a esaltare le forme degli elementi fotografati, siano essi persone o cose. In questo caso, tanto più è grandangolare l’ottica utilizzata, quanto più i soggetti tenderanno a “sopraffare” l’osservatore, dato che la percezione è quella di stare sotto alle cose.

Shanghai, punto di ripresa dal basso, fotografia di Sara Munari

DA VICINO, DA LONTANO
Soprattutto all’inizio, quando si è ancora un po’ inesperti, si tende a non avvicinarsi abbastanza alle persone.
Questo non è un errore in sé, nel senso che molti fotografi scelgo no un punto di ripresa distante per produrre le proprie immagini.
Il problema sorge quando l’immagine scattata da quella distanza non arriva a soddisfare le aspettative di chi l’ha prodotta perché i soggetti si devono guardare con una lente di ingrandimento!
Si ha paura di avvicinarsi e si è preoccupati di far incazzare le persone, di farle sentire a disagio e di tutte le relative conseguenze.
La vicinanza fisica, in effetti, può corrispondere a vicinanza emotiva, ma vedrete che nessuno vi mangerà.
Hai paura di essere malmenato? Potrebbe capitare; nella mia esperienza di tanti anni in questo settore, posso dire che mi è capi tato in una sola occasione di sentire un fotografo che sia arrivato alle mani con qualcuno.
Se pensate di utilizzare un teleobiettivo per avvicinarvi al soggetto, sappiate che comprimerete l’immagine e non sembrerete coinvolti nella scena.
Nella fotografia di strada molti dei grandi fotografi hanno utilizzato ottiche da 35mm, qualcuno il 50mm, qualcuno il 28mm, an che se con questa ottica si comincia a essere parecchio vicini, se si vuole riempire il fotogramma.

Tutto quello che vi ho scritto è contenuto nel libro “Streeet photography, attenzione può creare dipendenza” Edito da Emuse.

Pinhole, come costruire un foro stenopeico.

Per la costruzione del foro stenopeico, da montare sulla reflex oppure sulla mirrorless, necessitiamo di pochi oggetti che possiamo tranquillamente reperire anche a casa nostra.

Ci serviranno:

–        il tappo in plastica che copre il foro dell’obiettivo quando la macchina fotografica è nuova. Di solito sono tappi a vite. In alternativa un tappo di plastica liscio, senza ganci o molle.

–        un pezzo di lamiera che possiamo ritagliare, dopo aver lavato bene, da una lattina di birra o simili, oppure un sottilissimo foglio di ottone da 0.030mm di spessore che si trova in commercio in varie misure col nome di carta di Spagna.

–        carta vetrata a grana sottilissima;

–        Un trapano

–        Un pennarello indelebile nero

–        scotch nero da idraulico

–        un ago da cucito. Io ho provato con la misura 12 che mi è sembrata particolarmente adatta;

–        un martello a base quadrata;

 

Procedura da seguire per la costruzione:

(fotografie di Anna Brenna)

1)   ritagliate un pezzo quadrato di lattina che vada ad inserirsi, come misura, nella parte del retro del tappo di plastica della macchina fotografica.

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2)    una volta determinata la misura del quadrato di lamiera, segnatamente il centro preciso tracciando due linee partendo dagli incroci dei lati. Successivamente, appoggiando la punta dell’ago sul centro della piccola lamiera, date una martellata (senza bucare il tavolo, senza bucare le dita e senza bestemmiare). Non dovete forare la lamiera ma segnare il punto dove verrà aperto il foro stenopeico.

 

3)   levigate con la carta vetrata, piano piano e facendo sistematicamente girare la lamiera. Il foro si formerà da solo, semplicemente consumando il metallo con la carta vetrata. Il foro è talmente piccolo che si vede solo in controluce.

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4)   ricordate di colorare di nero (qui blu) la lamiera, con un pennarello indelebile. Questo eviterà almeno in parte, riflessi strani sul sensore.

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5)    sul tappo in plastica applicate, con un trapano, un foro centrale di mezzo cm circa. Ricordate di togliere la plastica in eccesso che si forma trapanando;

 

6)   con dello scotch nero da idraulico, attaccate la lamiera al centro preciso del buco effettuato sul tappo. Attenzione alle infiltrazioni di luce. Chiudete tutto bene

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7)  applicate il tappo alla macchina fotografica e potrete cominciare a scattare.

 

Chiaramente, essendo il foro molto piccolo, i tempi di scatto si allungheranno. Questo è il motivo per cui, con il foro stenopeico, si prediligono immagini di architettura o paesaggio. Nel reportage rischieremmo di avere immagini sfocate e mosse. Anche se io ci ho provato:

Il tiraggio della vostra macchina fotografica corrisponde più o meno all’angolo di campo che il foro coprirà.

Cosa è il tiraggio?

Ecco qui la risposta

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tiraggio

Di solito, nelle macchine comuni, il tiraggio corrisponde, anche se.Non precisamente, ad un 50mm.

Quali sono i tempi di scatto da utilizzare?

Il tempo di scatto si trova dividendo il tiraggio per 25.

Vi risulterà un f 145/160 a seconda delle macchine fotografiche.

Se mettete la macchina a priorità di diaframmi, dovrebbe calcolare da sola i tempi. Se staccando l’ottica, la macchina non riesce a calcolare i tempi, calcolateli in rapporto al  diaframma. Ricordate che spesso sono tempi lunghi.

Anche se la fotografia non avrà una grandissima nitidezza, l’immagine risulta leggibile, da zero a infinito.

 

Ecco alcune fotografie mie scattate con questo sistema, dal progetto ‘Be the bee body be boom’

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Ecco immagini di altri autori:

Paolo Gioli

Nancy Breslin

Steve Irvine

 

Ciao, baci Sara