Nuovo autore MuSa: Marco Castelli

L’autore che vi presentiamo oggi ci ha proposto un lavoro personale che ci ha colpito.

Date un’occhiata anche voi e fateci sapere che ne pensate. Ciao Anna

Terra Mater – Ode to My Family

Le parole non sono abbastanza adatte a circoscrivere un concetto persino sfocato di tempo, e al di là di tutte i discorsi fatti oggigiorno intorno al senso di famiglia, la sua vera natura appartiene all’impercettibile traccia che lasciamo nei secoli, e alla nostra relazione col tempo stesso: nient’altro può estendere la percezione dell’effimero come fragili rappresentazioni di ricordi mai vissuti, al contempo avvalorando in maniera concreta il riconoscimento emozionale raggiunto nella posizione che attualmente dipingiamo nella cornice della vita. Terra Mater è un’ode a questo senso ampio di famiglia, che va ben oltre il legame di sangue: uno scambio eterno di connessioni umane, una metafora lirica dell’amore come unione di spazio e comprensione reciproca, una pratica quotidiana nutrita dalla linfa e dalla metrica di una pastorale arcadica.

Le parole non sono abbastanza adatte a circoscrivere un concetto persino sfocato della mia famiglia, ed è per questo che ho scelto le immagini.

Per Terra Mater, ho chiuso gli occhi dietro il mirino della fotocamera e ci ho messo il cuore davanti.

Terra Mater è stato sepolto per 10 anni, ed è il mio progetto migliore.

Dedico Terra Mater a Nora Anni. Che la luce di queste colline possa illuminare sempre il tuo sentiero.

Bio

Marco Castelli vive e lavora a Salonicco (Grecia).

La sua ricerca muove attraverso un profondo interesse per il contesto umano, utilizzando approcci differenti alle arti visive e alla comunicazione creativa.

I suoi lavori sono stati esposti, premiati e pubblicati a livello internazionale.

www.marco-castelli.com

Un nuovo autore MuSa: Nico Surace

Ciao,

oggi vi presentiamo Nico, un fotografo calabrese che ci propone un progetto sulla periferia di Reggio Calabria: Arghillà: tracce iconiche.

Arghillà: tracce iconiche

Arghillà è periferia pura, periferia di una Reggio Calabria che è essa stessa periferia. 

Nata a inizio anni Novanta come complesso di edilizia residenziale, inerpicato su una collina con vista sullo Stretto, Arghillà è un caso emblematico di fallimento delle politiche abitative che hanno generato degrado e abbandono. Una triste storia comune a molte periferie italiane. 

Il mio racconto è un viaggio tra gli stradoni del quartiere, dentro i palazzi che dominano la collina e che sono protagonisti del tessuto socio-urbanistico del luogo. È una lettura dei segni che ne rivelano l’identità e lo spirito, un cammino che culmina nella memoria delle origini cancellate brutalmente dall’opera dell’uomo. Il rudere di un’antica costruzione, unica traccia di un paesaggio non più esistente, trafitto da pilastri in cemento, pali e insegne pubblicitarie. 

Questo racconto è stato realizzato nel 2022 ma ha radici ben più lontane. Ero ancora piccolo quando a bordo di una Fiat 128, venivo con la mia famiglia a trovare i nonni a Rosalì. Percorrendo l’autostrada, i palazzi apparivano in lontananza come un enorme agglomerato di mattoncini. Erano così alti che non dovevo neppure sollevarmi per poterli vedere: quelle forme curve e quei motivi geometrici sulle facciate, stimolavano la mia immaginazione.

Papà diceva che un giorno avremmo potuto prendere casa lì per avvicinarci ai nonni. 

Non fu così.

Ho rivisto Arghillà dopo anni ed ho sentito la necessità di raccontare ciò in cui si è trasformato il mio mancato paesaggio: un luogo molto lontano da quello che era il sogno di un bambino.

Biografia

Nico Surace, classe 1973, nasce in terra calabra dove continua a vivere sulle sponde dello Stretto di Messina in quel di Reggio. Incuriosito dallo strumento fotografico sin da adolescente e catturato dalle armonie e dalle regole compositive del linguaggio dell’arte, si laurea in architettura. Successivamente si specializza in Storia dell’Arte ed oggi è docente di Tecnologia presso un’istituto della propria città. 

Pratica la fotografia da non professionista per scelta di libertà. Amante della fotografia americana in generale è in workflow continuo per leggere ed elaborare la realtà che lo circonda.

Sito: www.nicosurace.com

Un nuovo autore Mu.Sa.: Camillo Balossini

Ciao a tutti,

l’autore che vi presentiamo oggi si chiama Camillo Balossini e ci propone un lavoro staged che ci racconta atmosfere d’altri tempi, Tutta un’altra storia. Preparatevi a fare un salto all’indietro di diverse centinaia di anni.

Date un’occhiata!

Tutta un’Altra Storia

“Tutta un’altra Storia” vuole essere un nuovo e innovativo concept per raccontare, promuovere e far conoscere, attraverso la fotografia, il patrimonio storico culturale italiano e la Ricostruzione Storica in Italia. Ciò vuol dire saper cogliere l’essenzialità della Storia stessa affinché il pubblico possa rivivere l’emozione di trovarsi in prima persona catapultato in epoche passate.

Questo è quello che faccio da oltre 10 anni, con grande passione e cura in ogni dettaglio.

Ogni mia foto, vuole raccontare i personaggi, i gesti e la vita quotidiana di epoche passate, ricreate in ambientazioni storiche come palazzi e castelli.

Nobili e gente comune, intenti a rappresentare uno spaccato di vita che fu. Soggetti ripresi nella loro semplicità e crudezza, avulsi da ogni tentativo di idealizzazione.

Questo approccio, aiuta lo spettatore a meglio comprendere il nostro passato, la cultura dominante dell’epoca, l’affrontare le difficoltà di ogni giorno, l’evolversi dei mestieri, della moda e delle arti.

Ma anche condividere e rivivere i loro stessi sentimenti che traspaiono dai loro sguardi.

Quindi non mere rappresentazioni di donne e uomini del XXI secolo che recitano una parte più o meno bene, ma fotografie vivide incorniciate in atmosfere dal sapore caravaggesco. Fotografie che ci restituiscono artigiani nella loro bottega intenti a creare oggetti in cuoio al lume di candela, una giovane donna con lo sguardo al di la di una finestra in trepidante attesa del suo amato, donne che piangono la morte di un loro congiunto, la fierezza e la dignità di un nobile nel suo palazzo, il terrore e le suppliche di una ragazza accusata di stregoneria e altre vite vere che riemergono da un lontano passato che abbiamo conosciuto in modo superficiale sui libri di storia. Ecco, attraverso le mie fotografie, per la prima volta, ciascuno di noi ha la possibilità di “connettersi” in un modo più intimo e duraturo con il passato; meravigliarsi della sfarzosità di un banchetto rinascimentale, percepire la cura e l’attenzione di un tipografo del 400 mentre compone un testo con i caratteri mobili. Insomma, innamorarsi della Storia e di tutti i luoghi dove è stata protagonista.

BIO

Camillo Balossini fotografo freelance dal 2007. Le mie prime collaborazioni iniziano con l’Agenzia Fotogiornalistica A.N.S.A. per la quale ho realizzato diversi servizi di cronaca e politica. Attualmente collaboro con diverse Agenzie Fotografiche internazionali (Arcangel, Bridgeman, IPA, Mondadori Portfolio e New Picture Library) realizzando servizi e campagne fotografiche nei settori: arte, storia, cultura e travel.  

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Un nuovo autore Mu.sa.: Marco Castelli

Ciao, l’autore che vi presentiamo oggi è fiorentino e ci ha inviato delle immagini scattate durante il lockdown proprio a Firenze.

La città è davvero spettrale.

Italian Lockdown – The Forbidden Photographs

2020. Il coronavirus si diffonde a livello globale. L’Italia è il primo paese europeo a entrare in lockdown. È proibito a chiunque di uscire, se non per ragioni di necessità. Forse per la prima volta, ci si trova davanti a un momento storico in cui la documentazione visiva risulta intrinsecamente ed esplicitamente compromessa, collocandosi sulla linea d’ombra dei divieti contestualmente imposti. Cosa determina la legittimità della figura del fotografo, al di là di una partita IVA? Può l’occhio narrativo, in senso autoriale, riappropriarsi del diritto a un’analisi consapevole, senza dover ricorrere a letture e interpretazioni o, come sopra, a un riconoscimento legale quale il libero professionismo? In definitiva, cos’è che sancisce il discrimine tra il dovere di raccontare e la possibilità di farlo? Queste e altre riflessioni, oltre al bisogno incontenibile di documentare una fase storica – a detta di molti – senza precedenti, danno origine alla serie “Italian Lockdown – The Forbidden Photographs”.

[Le fotografie sono state scattate nel pieno rispetto dei Dpcm vigenti]

BIOGRAFIA

Marco Castelli vive e lavora a Firenze.La sua ricerca personale muove attraverso un profondo interesse per il contesto umano, cercando approcci differenti alle arti visive e alla comunicazione creativa.I suoi lavori sono stati esposti, premiati e pubblicati a livello internazionale.http://www.marco-castelli.com/