dopo gli studi scientifici, grazie alla madre che gli regala la prima fotocamera, si avvicina alla fotografia nel 1955, portando avanti una personale documentazione della città; i suoi scatti esaminano le case e le fabbriche, i mezzi di trasporto, l’accettazione e la rivolta, i momenti di solitudine e quelli di aggregazione dei lavoratori.
Professionista dal 1963, si dedica quasi esclusivamente alla riproduzione di opere d’arte lavorando per pittori, scultori, architetti, gallerie ed editori d’arte contemporanea; alcuni nomi con cui ha collaborato sono Tino Vaglieri, Gianfranco Ferroni, Sandro Leporini, Alik Cavaliere, Mauro Stacciali, Franco Somaini.
Enrico Cattaneo si trasforma in un vero e proprio interprete di quanto succede nel mondo artistico lavorando per inaugurazioni, incontri, manifestazioni.
L’esplosione delle avanguardie dei gruppi di Fluxus e del Nouveau Réalisme lo vede come protagonista capace di trasformare il momento della documentazione in una reale testimonianza militante di quello che accade.
Le fotografie di Cattaneo assumono nel tempo una doppia vertenza: per un verso sono preziosa e spesso unica testimonianza dell’avvenimento e per l’altra, avendo una loro vita autonoma, a partire dai primi anni Settanta vengono esposte in gallerie e pubblicate in volumi.
Progetto GUERRIERI (1983)
Semplici attrezzi da lavoro di uso quotidiano diventano personaggi paragonati a combattivi guerrieri; una pinza, una tenaglia,un taglia capelli diventano dunque soldati mercenari, eroici Achei. Il realismo degli eventi e degli elementi lascia il posto a un simbolismo fantastico.
“Enrico Cattaneo, prima di scattare la fotografia, affronta un lento e meticoloso lavoro di scenografia e regista […]
Gli oggetti vengono reinventati dalla sua fantasia, decostruiti e rielaborati dalla sua fervida creatività. Rasoi, apriscatole, trinciapolli e tenaglie diventano antichi guerrieri […]
Gli attrezzi perdono completamente la loro logica funzionale ed entrano in un’altra dimensione, fuori dallo spazio e tempo”.
Michele Tavola
“ Credo che la fotografia sia una forma espressiva molto vicina alla scultura. Si crea mentalmente una forma e poi ci si accanisce contro un pezzo di marmo o un sole o un viso che proprio non vogliono piegarsi al tuo racconto.
E giù col martello, con l’obbiettivo, la pellicola, il trapano cercando di andare con la propria verità a sopraffare la verità di un paesaggio, di un legno, di una faccia, di un blocco di cemento.
E non c’è mai un esultante “Eureka!” finale, ma soltanto un “va bene, così non c’è male”. ”
Enrico Cattaneo”Lo scalpello del fotografo”
ARCHIVIO ENRICO CATTANEO
Il Fondo Archivistico raccoglie complessivamente materiali relativi all’attività professionale di Enrico Cattaneo nell’ambito della documentazione dell’arte contemporanea e della sua attività artistico-creativa di opere fotografiche. Il fondo, in fase di organizzazione, è composto da raccoglitori contenenti fogli provini e negativi in bianco e nero di formato principalmente 24×36 mm, buste contenenti negativi b/n formato24x36mm, 6×6 cm, 6x9cm, lastre 10x12cm e 13x18cm, e contenitori contenenti diapositive a colori nei diversi formati. Fanno parte del fondo anche stampe originali vintage (per lo più 30x40cm e alcune 40x60cm) stampati a mano dall’autore, oltre a prove di stampa, cataloghi e pubblicazioni riconducibili alle sue attività.
Sede della visita Casa Studio – Archivio Cattaneo via San Gregorio 44, Mi Referente visita Alessia Locatelli/ Giuliano Manselli Prenotazioni Telefonando 347 9638427
Alcune delle sue mostre basate su ricerche personali:
sperimentazioni Off Camera (Pagine 1970-73; Paesaggi/Chimifoto 1998-2002; In Regress 1965-2009; Germinazioni 2016-17); Still Life (La foto del tubo 1980; Guerrieri 1982; Totem 1985-86; Maschere 1985-88; Attori 1985-86; La natura morta dei miei stivali 1996); archeologia industriale (La cartiera 1980; ex Magneti Marelli. Una possibile lettura 1997)
Noemi Comi esporrà il suo progetto HOMO SAURUS, presso Musa fotografia, come prima Classificata nel settore Progetto personale, al Premio Nazionale Musa per fotografe. Presenterà il progetto Alessia Locatelli, curatrice del Premio.
Vi aspettiamo alla mostra e ci beviamo una cosa insieme!
A presto!
Musa fotografia
Data 18 Novembre 2021 dalle ore 18,30 alle 21,00
Via Mentana 6 Monza
Noemi Comi HOMO SAURUS
Presentazione progetto
“Molto tempo fa la terra, allora territorio disabitato e ricco di materie prime, fu invasa dagli Anunnaki una popolazione di rettili provenienti dal pianeta Nibiru. Gli Anunnaki per sfruttare al massimo le materie prime che la terra aveva da offrire, decisero di creare una nuova forza lavoro: gli esseri umani. Questi furono generati in laboratorio attraverso modifiche del DNA. Ben presto gli Anunnaki iniziarono a perdere il loro potere accoppiandosi con gli umani, dando origine ai cosiddetti rettili umanoidi. Questa nuova generazione di rettili è ancora oggi al vertice del potere.” Homo Saurus è un progetto ironico/critico che, basandosi sulle bizzarre teorie cospiratIve sui rettiliani, mette in scena un mondo alterato, distopico e infernale. La storia viene ricostruita attraverso documentazioni fittizie che testimoniano l’ascesa dei rettili-umanoidi sul nostro pianeta. Le teorie cospirative sui rettiliani negli ultimi tempi stanno ricevendo un notevole riscontro, probabilmente a causa della crisi economica e dell’ascesa del populismo. I cospiratori presentano una visione distorta della storia dell’umanità e del cosmo. Il loro intento è probabilmente quello di giustificare la loro mancanza di potere o incapacità di ottenere un lavoro. Ciò che abbiamo ereditato dalla mitologia, dalle antiche leggende, con l’aggiunta del crescente desiderio di riscatto, ha portato ancora una volta alla creazione di miti volti a fornire spiegazioni surreali all’ascesa di molti personaggi di potere. Il progetto si serve di elementi mitologici per creare delle atmosfere ambigue, che si trovano talvolta al limite tra realtà e finzione. Una sorta di sguardo enciclopedico che, partendo da una visione del mondo scientifico, riscrive il presente e il futuro mettendo a nudo un atteggiamento tipico della società edonistica: la costruzione di miti e finzioni.
Noemi Comi HOMO SAURUS
Noemi Comi HOMO SAURUS
Il Premio Musa per donne fotografe è alla sua terza edizione ed è dedicato alla produzione di portfolio e lavori progettuali eseguiti da fotografe italiane, professioniste e non. Il premio nasce con l’intento di appoggiare e agevolare la fotografia femminile sul territorio italiano. Siamo davvero contenti del risultato ottenuto! Il premio è diviso in tre sezioni e viene premiata una partecipante per ogni categoria.
1) Reportage, Street photography, Natura, Viaggio, Eventi.
2) Progetto personale, Fotografia concettuale, Ricerca, Still life.
3) Ritratto in studio, moda, ritratto ambientato, fotografia di spettacolo.
Come Musa fotografia, colgo l’occasione di ringraziare tutte le partecipanti, i partner e gli sponsor. La fiducia nel premio è cresciuta e lo dimostrano il numero di partecipanti iscritte e la qualità delle collaborazioni.
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Questo è un corso interessante per capire quali siano le modalità per scegliere il cammino giusto come autore. Il corso è tenuto da Alessia Locatelli, direttrice della Biennale di fotografia femminile di Mantova.
Provare a farsi conoscere come fotografo oggi non è semplice. Riuscire a capire come muoversi in questa realtà con le sue regole, i suoi referenti e le sue dinamiche diventa più facile se qualcuno con esperienza ci prende per mano e ci guida. Alessia Locatelli, curatrice e critica fotografica indipendente, attraverso esempi pratici ed immagini vi aiuterà in modo semplice e concreto a capire come iniziare a presentarsi e presentare il proprio lavoro ai foto festival – con tutte le informazioni inerenti e un Case Study su Arles – cosa sono e come partecipare alle Open call, ai premi e conoscere i festival Off. Illustrerà inoltre le modalità di contatto e presentazione del lavoro alle differenti tipologie di galleria per capire senza perdere tempo come dare al proprio progetto la direzione corretta. E’ un corso utile perché oltre lo scatto, è necessario anche sapersi presentare e muovere bene per farsi conoscere. Mu.Sa cerca sempre di potervi aiutare nella realizzazione della vostra passione o di una futura professione e in questo senso l’incontro con un curatore è fondamentale.
Programma
Presentazione del portfolio ai galleristi : 1) Il primo contatto con il gallerista (la ricognizione della galleria e del direttore artistico/manager) 2)I festival di fotografia, come arrivarci 3) Fine-Art, un accenno al linguaggio e alle tecniche.4) Le maggiori gallerie italiane. 5) Come funziona il mercato delle gallerie.Informazioni
Il Premio Musa per donne fotografe è alla sua terza edizione ed è dedicato alla produzione di portfolio e lavori progettuali eseguiti da fotografe italiane, professioniste e non. Il premio nasce con l’intento di appoggiare e agevolare la fotografia femminile sul territorio italiano. Siamo davvero contenti del risultato ottenuto!
Il premio è diviso in tre sezioni e viene premiata una partecipante per ogni categoria.
1) Reportage, Street photography, Natura, Viaggio, Eventi.
2) Progetto personale, Fotografia concettuale, Ricerca, Still life.
3) Ritratto in studio, moda, ritratto ambientato, fotografia di spettacolo.
Come Musa fotografia, colgo l’occasione di ringraziare tutte le partecipanti, i partner e gli sponsor. La fiducia nel premio è cresciuta e lo dimostrano il numero di partecipanti iscritte e la qualità delle collaborazioni.
Questo è quanto decretato dalla giuria che, composta da Grazia Dell’Oro, Chiara Ruberti, Sara Munari e Antonella Monzoni, ha selezionato questi progetti.
Le tre vincitrici di quest’anno sono:
Prima Classificata settore Progetto personale, Fotografia concettuale, Ricerca, Still life
Noemi Comi con il suo progetto HOMO SAURUS
Noemi Comi HOMO SAURUS
Noemi Comi con il suo progetto HOMO SAURUS
“Molto tempo fa la terra, allora territorio disabitato e ricco di materie prime, fu invasa dagli Anunnaki una popolazione di rettili provenienti dal pianeta Nibiru. Gli Anunnaki per sfruttare al massimo le materie prime che la terra aveva da offrire, decisero di creare una nuova forzalavoro: gli esseri umani. Questi furono generati in laboratorio attraverso modifiche del DNA.
Ben presto gli Anunnaki iniziarono a perdere il loro potere accoppiandosi con gli umani, dando origine ai cosiddetti rettili umanoidi. Questa nuova generazione di rettili è ancora oggi al vertice del potere.”
Homo Saurus è un progetto ironico/critico che, basandosi sulle bizzarre teorie cospiratIve sui rettiliani, mette in scena un mondo alterato, distopico e infernale. La storia viene ricostruita attraverso documentazioni fittizie che testimoniano l’ascesa dei rettili-umanoidi sul nostro pianeta.
Le teorie cospirative sui rettiliani negli ultimi tempi stanno ricevendo un notevole riscontro, probabilmente a causa della crisi economica e dell’ascesa del populismo.
I cospiratori presentano una visione distorta della storia dell’umanità e del cosmo. Il loro intento è probabilmente quello di giustificare la loro mancanza di potere o incapacità di ottenere un lavoro. Ciò che abbiamo ereditato dalla mitologia, dalle antiche leggende, con l’aggiunta del crescente desiderio di riscatto, ha portato ancora una volta alla creazione di miti volti a fornire spiegazioni surreali all’ascesa di molti personaggi di potere.
Il progetto si serve di elementi mitologici per creare delle atmosfere ambigue, che si trovano talvolta al limite tra realtà e finzione. Una sorta di sguardo enciclopedico che, partendo da una visione del mondo scientifico, riscrive il presente e il futuro mettendo a nudo un atteggiamento tipico della società edonistica: la costruzione di miti e finzioni.
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato nella galleria di Mu.Sa durante la serata di premiazione. La durata e le aperture della mostra dipenderanno dalla programmazione di Musa fotografia.
Cornici: Musa dispone di cornici per il formato 30×45 o molto simili e solo per questa misura. Per formati diversi l’autrice dovrà pensare da sola alla cornice e alla spedizione (sia per mostra che ritiro mostra)
2) STAMPA DELLA MOSTRA
La mostra sarà stampata presso Fotofabbrica, laboratorio di Piacenza, specializzato nella stampa fine art di fotografie, il laboratorio offre un ottimo servizio che va dalla postproduzione fino alla consegna della mostra in galleria. Sponsor del Premio. La stampa professionale del progetto, sarà a carico di Musa e verrà successivamente donata alla fotografa selezionata (tranne una delle foto, scelta dall’organizzazione, che rimarrà in archivio). Il procedimento di stampa sarà fine art in formato 30x45cm circa.
La vincitrice avrà diritto ad un pernottamento nella residenza d’artista presso Musa, a Monza.
il periodo coinciderà con l’inaugurazione della mostra nella stessa sede, l’incontro con un curatore e un editore.
3)INCONTRO CON CURATORE per la produzione di progetti nuovi o in itinere. Alessia Locatelli curatrice, direttrice della Biennale di Fotografia femminile di Mantova e curatrice free lance, si metterà a disposizione per due incontri online di un’ora e trenta minuti.
La vincitrice si confronterà ai fini di migliorare un progetto esistente o ideare un progetto fotografico nuovo.
Chi è un curatore: un curatore d’arte è un professionista che ha responsabilità in merito ai contenuti e alla effettiva validità di un lavoro, agli allestimenti, all’organizzazione, alla promozione e alla gestione finanziaria, di un progetto prodotto da un fotografo, è una sorta di agente che si dedica ad un determinato percorso critico alla scoperta di nuovi talenti da inserire all’interno del mercato dell’arte.
4) INCONTRO CON EDITORE
Al vincitore verrà data l’opportunità di avere un incontro online con la direttrice della casa editrice EMUSE per comprendere i possibili sbocchi editoriali del proprio progetto.
Le date dell’incontro verranno stabilite mediante accordi che l’autrice prenderà con curatrice e casa editrici. Gli incontri saranno effettuati online.
Data Inaugurazione mostra:
18 Novembre dalle ore 18.30. La data non può essere cambiata per rispettare la programmazione di Musa.
Prima Classificata settore Ritratto, Moda, Ritratto ambientato, fotografia di spettacolo
Chiara Cunzolo con il progetto FREE DOWN SINDROME
Chiara Cunzolo FREE DOWN SINDROME
Le malformazioni del tipo della sindrome di Down, dovute a un ben preciso e individuabile errore genetico, sono state facilmente diagnosticate con il ricorso all’ingegneria genetica. Così è stato stimato che il 65% dei bambini in Norvegia, ai quali prima della nascita era stata diagnosticata la sindrome, sono stati abortiti. Le cifre sono ancor più gravi in altri Paesi. Per esempio gli abortiti in Gran Bretagna sono stati il 90%, il 95% in Spagna e quasi il 100% in Islanda. In Danimarca le nascite con la Sindrome sono diminuite in media del 13% all’anno dal 2004-2010. Il quotidiano danese ‘Berlinske’ il 5 gennaio 2012 pubblicò la notizia che il governo danese avrebbe reso gratuiti i test di diagnosi prenatale e che i nati Down, continuando a diminuire del 13% l’anno così come negli anni precedenti il 2012, arriveranno a scomparire del tutto entro il 2030″, rendendo così la nazione scandinava “il primo Paese al mondo ‘Down Sindrome free’. Libero dalla sindrome di Down.
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato ( per il quale si occuperà di stampa, cornici e spedizioni) al Festival della fotografia di Colorno, Colornophotolife, nella splendida Reggia di Colorno (nelle date stabilite per l’edizione successiva rispetto alla data del Premio Musa) previo accordo con il direttore del Festival, con il quale verrà messa in contatto.
Prima Classificata settore Reportage, street photography, eventi, viaggi
Fiorella Baldisserri con Morris “il Cinemaio”
Fiorella Baldisserri Morris “il Cinemaio”
Il cinema è da sempre il sogno di Morris Donini. Tutti lo conoscono e lo amano come Morris il “cinemaio”, un artigiano della pellicola.
Nell’anno di chiusura forzata a causa della pandemia lui ha deciso di continuare a proiettare film a sala vuota. Nel buio del suo cinema, Morris si accomoda in una poltrona o in fondo alla sala, seduto in terra, così come faceva in tempi normali, come assaporando luci ed atmosfere che solo le immagini sanno dare. Lascia le porte aperte per permettere agli abitanti del piccolo paese di sentire le voci le musiche delle storie proiettate mentre i bagliori di luce escono come riflessi, per non dimenticare che il cinema esiste, che lo spettacolo va avanti. La resilienza è anche e soprattutto questa. Un unico spettatore Morris, e a volte il suo cane, in un momento di forte difficoltà, con le sale chiuse, ma gli affitti da pagare, con forza e determinazione sperando che le luci non si spengano per sempre.
Fin da bambino Morris disegnava sui quaderni di scuola le sale cinematografiche con i suoi flani per i manifesti e le sue rassegne cinematografiche. Casualmente conobbe il proprietario di un cinema in un piccolo paese in provincia di Bologna e da allora, ogni giorno, gli chiedeva di poter entrare a far parte di quel mondo per vivere l’atmosfera della sala, coi suoi tessuti di velluto rosso, le poltrone e il magico schermo. In cambio si offrì per piccoli lavori. Passarono gli anni e alla morte del proprietario gli venne chiesto di gestire quel cinema. Morris aveva 29 anni e senza pensarci un attimo accettò.
Oggi, dopo circa 20 anni, gestisce 3 sale cinematografiche nella provincia di Bologna, dedicando particolare attenzione sia alla qualità dei film trasmessi ma soprattutto all’accoglienza, accompagnando le proiezioni con aperitivi e serate a tema.
Il cinema come casa, luogo d’incontro e scambi d’opinione.
L’attività cinematografica ha subito una drastica riduzione di più del 75% in termini di presenze ed incassi, causando una perdita stimabile in più di 25 milioni di spettatori nel 2020: un crollo mai visto né ipotizzato dalla nascita di questo settore che oggi è un’industria.
Buongiorno, oggi vi presento Alessia Locatelli, curatrice indipendente e direttrice artistica della Biennale di Fotografia Femminile a Mantova.
Sono sicura che troverete interessanti le risposte.
Buona lettura! Sara
Alessia Locatelli
· Hai un punto di riferimento relativo ad altre mostre quando usi un nuovo approccio sperimentale, nella scelta dei fotografi? Se si, quali sono le mostre che ti hanno, in questo senso, influenzata di più?
Quello del passaggio tra la selezione dei fotografi e l’esposizione dei loro progetti in mostra, è un nodo fondamentale. La prima cosa da considerare in tal senso è che sia rispettato il concept e ci sia una coerenza tra la ricerca del fotografo ed il messaggio che – attraverso l’allestimento – arriva al fruitore. Una volta assodato questo risultato è benvenuto tutto quello che può essere sperimentato in ambito espositivo, utilizzando anche nuove tecniche e tecnologie, non fermandosi alla bidimensionalità delle stampe o ad un unico formato fotografico, andando a movimentare la parete. O ancora, utilizzando strumenti complementari alla fotografia in modo da restituire al visitatore un’esperienza che possa essere, lo ricordo, il più vicino possibile al progetto del fotografo, ma anche ginnastica mentale, tassello fondamentale per andare a strutturare un senso critico. Quindi una capacità di lettura del mondo affidata anche alle arti visive ed alla fotografia contemporanea.
Ci sono mostre che mi hanno molto colpito, alcune per l’allestimento e il dinamismo come per la grandiosa retrospettiva Ugo La Pietra. Progetto disequilibrante dedicata al poliedrico artista milanese a cura di Angela Rui, in Triennale a Milano nel 2014 (immagini e info qui: https://www.inexhibit.com/it/case-studies/milano-linafferrabile-ugo-la-pietra/ ). Altre mostre che da curatrice reputo geniali per la creatività e la capacità di lavorare in modo ironico e sottile in equilibrio tra i concetti e gli elementi allestitivi, sono sicuramente quelle di Erik Kessels, artista designer e curatore olandese dall’incredibile versatilità, di cui parlo spesso nei miei corsi portando ad esempio le sue mostre come stimolo per gli studenti ad uscire dagli schemi prestabiliti e cercare sempre in modo innovativo una relazione col visitatore che rispetti però in primis le scelte dell’artista
· Visiti molte mostre per ispirarti e familiarizzare con i nuovi linguaggi curatoriali?
Assolutamente sì. Quest’anno è stato più difficile naturalmente, a causa della pandemia a livello mondiale le istituzioni, i privati, le fondazioni sono rimaste inattive, privandoci quindi della possibilità di fruire direttamente delle mostre e del rapporto diretto con le fotografie e con le opere d’arte. Purtroppo la fotografia, e il suo alter ego l’immagine – soprattutto dopo la rivoluzione del digitale – esce per sua natura svantaggiata dalla fruizione on-line. Credo fortemente che nuovi linguaggi vanno attinti in maniera trasversale da altri campi disciplinari e dalle new technologies per rendere ancora migliore l’esperienza di una mostra, senza però perdere il contatto diretto dell’opera come avviene in quelle terribili mostre definite “da botteghino” che hanno girato per l’Europa in questi ultimi anni (esempio Klimt Experience o Van Gogh – The Immersive Experience) a cui aggiungo nomi di fotografi ormai mainstream come Steve Mc Curry. Queste “esperienze”, come vengono già definite nei titoli che le propongono, avvicinano l’arte ad una idea di Show creando una pericolosa omologazione nel gusto e nell’esercizio alla visione, di cui Tomaso Montanari parla nel suo bellissimo pamphlet Contro le mostre (ed. Einaudi).
La pandemia comunque ha catapultato all’interno del mondo della curatela e dei musei la necessità di ripensare le mostre anche in modo virtuale tenendo però sempre in considerazione che la mission attraverso cui il professionista della cultura si muove è la necessità di promuovere l’arte e la fotografia rispettando sempre la cultura, l’opera ed il suo autore.
· Come descriveresti il tuo approccio alla curatela?
Studiato. Sicuramente è la prima parola che mi rappresenta se parliamo di un progetto visivo nuovo. Ogni sfida curatoriale si declina all’interno di nuove teorie da approcciare e sviluppare, concetti da riprendere e approfondire, nonché nuovi testi su cui studiare. Ma la prima considerazione che mi viene da fare riguarda la necessità di un primo contatto diretto con l’artista / fotografo. Il curatore è una figura polivalente con un importante ruolo di mediazione tra quello che è il messaggio autoriale e la ricezione di tale messaggio da parte del pubblico.
Quando organizzo i corsi di curatela esordisco dicendo e la figura del curatore è paragonabile a quella del direttore d’orchestra: deve conoscere lo spartito, il suono e l’istante in cui ogni singolo strumento deve inserirsi affinché il concerto sia armonico e piacevole all’ascolto.
· Come gestisci la situazione, quando hai la sensazione che il lavoro di un artista non sarà così forte, come lui spera o crede?
Intanto dipende se stiamo lavorando ancora in una prima fase di progettazione del portfolio, alla strutturazione del foto libro o della mostra; oppure se la contingenza è finalizzata alla presentazione al pubblico attraverso un testo critico o l’allestimento, quindi relativo alla parte finale e maggiormente comunicativa del lavoro. Nel primo caso naturalmente è più facile intervenire, andando con l’artista stesso a ragionare sulle parti deboli che possono essere riviste e variate in corso d’opera. Nel secondo caso, si lavora invece sulla parte allestitiva andando a ideare qualcosa che possa fare da contraltare ad un lavoro non così potente come l’artista sperava.
· Artisti e curatori dovrebbero condividere lo stesso background teorico e culturale?
È difficile che artisti e curatori condividano lo stesso background culturale. Forse se sono coetanei potrebbero, in parte. Prima di tutto per una questione di studio: spesso gli artisti provengono da licei artistici o istituti grafici e successivamente, per completare la loro formazione in senso visivo, dirigono la loro attenzione verso le Accademie di belle arti. Spesso il curatore di arti visive viene da un percorso più umanistico, una laurea in lettere in Beni Culturali, che abbia una formazione più letteraria, meno legata alle tecniche specifiche dell’arte e della fotografia e maggiormente vicina a concetti teorici. Conosco moltissimi autori con una formazione teorica importante e con una grande curiosità capace di orientare la loro indagine su riflessioni profonde, credo però che il lavoro in sinergia tra artista e curatore risieda proprio in questa divisione di ruoli – non certo chiusi e non comunicanti – ma necessari perchè il progetto si realizzi nel migliore dei modi
· Quando selezioni lavori di fotografi/e, cosa cerchi in loro?
La prima cosa che cerco è una forte progettualità: due gambe robuste che possano sostenere il portfolio. Se il progetto nasce pensato e meditato il fotografo stesso si troverà nella condizione di avere un lavoro coerente e di riuscire a difenderlo in maniera decisa da qualsiasi osservazione critica. In seconda istanza mi piace vedere progetti che con linguaggi personali o che mi permettano di capire che la ricerca autoriale prosegue nella modalità di scattare. Una coerenza che dall’idea iniziale si ritrova all’interno delle fotografie.
· Come vedi il futuro della curatela artistica tra 10 anni?
Che domanda difficile. In questo momento storico non si riesce neanche a immaginare il futuro delle mostre tra sei mesi! Sicuramente la parte di tecnologia digitale, di Social cos’ come la prospettiva di fare mostre in spazi aperti in questo momento sta occupando i pensieri di molti curatori, di direttori artistici e museali. Spero di poter contribuire attraverso i miei corsi a creare futuri curatori affermati consapevoli, capaci e forti della loro professione e della missione di portare la cultura nuovamente al centro del nostro paese. La cultura visiva genera indotto e la fotografia è in un momento meraviglioso della sua storia, sarebbe un peccato non saper cogliere i cambiamenti che questo momento sta portando davanti agli occhi di tutti e si potrebbe utilizzare la cultura come strumento per riappropriarsi del tempo, per uscire dalla fragilità in cui ci troviamo e ritornare nuovamente a vedere le mostre senza avere paura di stare assieme.
· Descrivici la tua esperienza come direttrice della Biennale di Fotografia femminile.
Essere chiamata a dirigere un foto festival è una sfida entusiasmante e complessa. Sono stata molto felice di questa occasione di direzione artistica della BFF di Mantova che è un passaggio importante all’interno della mia professione di curatrice. Il festival dedicato alla fotografia femminile avrebbe dovuto inaugurare il 5 marzo 2020 ed è stato il primo tra i foto festival in Italia a trovarsi nella condizione di non poter aprire le porte al suo pubblico, con tutte le mostre già prodotte, le letture portfolio, i talk e le proiezioni organizzate, un enorme riscontro in ambito comunicazione, la prevendita biglietti e con un bellissimo catalogo fresco di stampa (che trovate nello shop on line di emuse book).
È stato un colpo durissimo ma abbiamo deciso di migrare dal mese di marzo – con un ticket – verso un festival diffuso proponendo mostre tra luglio e novembre a titolo gratuito, rischedulando gli eventi ancora possibili e le location disponibili. Abbiamo creduto nel progetto e nella forza che questo avrebbe comunque avuto all’interno del territorio. In una situazione difficile come quella della pandemia non ci siamo perse d’animo e siamo state ricompensate da grandi soddisfazioni. In questo momento stiamo lavorando alla seconda edizione, che sarà nel marzo del 2022. Abbiamo già individuato il tema e la conseguente ricerca delle prossime autrici in mostra e stiamo organizzando un piccolo assaggio di BFF Festival per l’estate 2021!
Provare a farsi conoscere come fotografo oggi non è semplice. Riuscire a capire come muoversi in questa realtà con le sue regole, i suoi referenti e le sue dinamiche diventa più facile se qualcuno con esperienza ci prende per mano e ci guida. Alessia Locatelli, curatrice e critica fotografica indipendente, attraverso esempi pratici ed immagini vi aiuterà in modo semplice e concreto a capire come iniziare a presentarsi e presentare il proprio lavoro ai foto festival – con tutte le informazioni inerenti e un Case Study su Arles – cosa sono e come partecipare alle Open call, ai premi e conoscere i festival Off.
Ciao! Buona giornata!
A prescindere che tu segua i percorsi o meno, se ti iscrivi contemporaneamente a quattro corsi, ottieni uno sconto del 10%Questo anno scolastico è ricco di novità!
Da Musa puoi seguire due tipi di formazione:
I PERCORSI DI STUDIOcomposti da più corsi singoli e strutturati secondo una cronologia che permette di seguire un percorso di crescita omogeneo in un determinato settore della fotografia.
Il Premio Musa per donne fotografe è alla sua seconda edizione ed è dedicato alla produzione di portfolio e lavori progettuali eseguiti da fotografe italiane professioniste e non. Il premio nasce con l’intento di appoggiare e agevolare la fotografia femminile sul territorio italiano. Quest’anno il numero delle partecipanti è raddoppiato rispetto alla scorsa edizione e siamo davvero contenti del risultato.
Il premio è diviso in due sezioni viene premiata una partecipante per ogni categoria.
1.Reportage, street photography, natura, viaggio, eventi
2.Progetto personale, fotografia concettuale, ritratto, ricerca, still life.
Come Musa fotografia, colgo l’occasione di ringraziare tutte le partecipanti, i partner e gli sponsor. La fiducia nel premio è cresciuta e lo dimostrano il numero di partecipanti iscritte e la qualità delle collaborazioni.
Questo è quanto decretato dalla giuria che, composta da Manila Camarini, Benedetta Donato, Sara Munari e Paola Riccardi, ha selezionato le due vincitrici.
Le due vincitrici di quest’anno sono:
Per il settore Reportage, street photography, natura, viaggio, eventi, vince:
Olivia Rotondo con “Le balene volano allegre“
Il paesaggio islandese è un grande esercizio di poesia.
È potente, esuberante, struggente.
L’Islanda è una terra primordiale, fugace e in continuo movimento.
Il fuoco non smette di plasmarla.
L’acqua respira, sbuffa e starnutisce.
I ghiacci azzurri migrano ostinati verso le spiagge nere.
Le balene volano leggere nel mare e le sterne si tuffano impavide nell’aria.
Le criniere spettinate dei cavalli e il bucato steso danzano all’unisono con il vento.
L’aurora tesse trame incantate e arcane.
Il giorno non resiste alla notte.
Lo sguardo non riesce a trovare l’orizzonte.
Chi ci abita sa che la natura vince su tutto, crea e distrugge.
Non può che vivere in simbiosi con quell’incommensurabile incanto.
Non può che esserne intimamente forgiato nei pensieri, nei gesti e negli sguardi.
Sono Olivia Rotondo, sono laureata in Lettere e Filosofia e vivo a Torino.
Lavoro da anni nel settore dell’adv e della comunicazione, occupandomi anche di docenze e organizzazione eventi.
Ho seguito corsi e workshop di editing e narrazione fotografica attraverso il reportage, di storytelling e scrittura creativa, di espressione artistica basata sul metodo Munari.
Ho iniziato a fotografare in analogico con una vecchia Nikon FM2, regalatemi per la mia laurea, dedicandomi prevalentemente al reportage. In quel periodo ho avuto l’occasione di affiancare un fotografo professionista e di sviluppare alcuni progetti legati al mondo della danza e del ritratto, oltre ad apprendere le tecniche di stampa in camera oscura. Successivamente ho collaborato a backstage fotografici di video musicali, short movie, spettacoli di danza e teatro.
Alcuni dei progetti a cui ho partecipato: Biennale Arte Emergente Torino, Manifestazione Food Design, Una Regione per la Danza (Regione Piemonte), Paratissima Torino (progetto Job Discount nel 2009 ed esposizione reportage palestinese nel 2010).
Fotografo fondamentalmente per passione scegliendo soggetti e temi in realtà molto differenti fra loro, anche se credo di avere una inconscia predilezione per le persone, le storie e le associazioni concettuali. Oltre alla fotografia amo la scrittura, i libri, l’illustrazione, la grafica, il viaggio, l’enogastronomia.
profilo IG @olivia_round
La vincitrice si aggiudica:
1) MACCHINA FOTOGRAFICA FUJI X100V. Qui il link al modello
2) ZAINO MANFROTTO Chicago. Qui il link al modello
3) TREPPIEDE MANFROTTO Bt carbonio. Qui il link al modello.
4) Abbonamento annuale per la produzione di un SITO PROFESSIONALE con MyPhotoportal
Per il settore progetto personale, fotografia concettuale, ritratto, ricerca, still life vince:
Veronica Benedetti con “Il condominio”
IL CONDOMINIO (strati di me) di Veronica Benedetti
Il progetto si compone di una raccolta di immagini realizzate in un palazzo.
La costruzione progettata nel 1963, si trova a Degioz, in Valsavarenche, tra le montagne della Valle d’Aosta dove l’autrice è cresciuta.
Con le chiavi in mano, spinta dalla curiosità, affascinata dagli ambienti e desiderosa di tener traccia dei lavori in corso, Veronica vi ha fatto ritorno più volte – dall’agosto 2018 – assistendo al cambiamento della facciata e alla lenta svestizione degli interni. Ad ogni visita la costruzione appariva sempre più spoglia, le cose lasciate venivano via via rimosse, sottratte per sempre. I pensieri si facevano nostalgici rendendo il legame con quegli spazi sempre più profondo. Ogni cosa stava abbandonando quel luogo. I processi di de-costruzione, smaltimento e rimozione degli strati stavano facendo il loro corso. Ben presto non ne sarebbe rimasto che un cumulo di macerie.
L’artista ha realizzato una serie visiva che attesta l’esistenza di questo luogo guardando a ciò che vi ha trovato e a come vi ha interagito, guidata dalle sensazioni che ogni cosa restituiva lungo il cammino.
Per ogni piano ha inscenato una sequenza di autoritratti. Ha cercato un dialogo con quanto ha avuto a disposizione: la macchina fotografica, il suo corpo ed il luogo in cui si trovava. Nelle fotografie ha raffigurato la sua esperienza tra le stanze di questo palazzo, vivendo con esso la trasformazione in simbiosi. Strati di struttura come strati di coscienza. La consapevolezza che, in quella casa vuota, potesse essere chiunque. Ha deciso quindi di indagare il rapporto con il tempo, con la sostanza e con la fine.
1) La vincitrice avrà diritto ad un pernottamento nella residenza d’artista presso Musa, a Monza.
il periodo coinciderà con l’inaugurazione della mostra nella stessa sede, l’incontro con un curatore e un editore.
INCONTRO CON CURATORE per la produzione di progetti nuovi o in itinere, durante il periodo di soggiorno, da parte di Alessia Locatelli curatrice, direttrice della Biennale di Fotografia femminile e critica professionista.
INCONTRO CON EDITORE
Al vincitore verrà data l’opportunità di avere un incontro con la direttrice della casa editrice EMUSE per comprendere i possibili sbocchi editoriali del proprio progetti.
Le date dell’incontro verranno stabilite mediante accordi che l’autrice prenderà con la casa editrice.
MOSTRA
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato nella galleria di Mu.Sa durante la serata di premiazione.
STAMPA DELLA MOSTRA
La mostra sarà stampata presso Fotofabbrica, laboratorio di Piacenza
Data Inaugurazione mostra da Musa Fotografia:
17 Dicembre 2020 ore 19.00. La data non può essere cambiata per rispettare la programmazione di Musa.
2) MOSTRA presso un grande Festival italiano
La vincitrice potrà esporre il progetto selezionato al Festival della fotografia di Colorno, Colornophotolife, nella splendida Reggia di Colorno (nelle date stabilite per l’edizione successiva rispetto alla data del Premio Musa) previo accordo con il direttore del Festival, con il quale verrà messa in contatto.
3) ZAINO MANFROTTO Chicago. Qui il link al modello
4) TREPPIEDE MANFROTTO Bt carbonio. Qui il link al modello.
Grazie a tutti!
Sara Munari
La mostra della vincitrice e premiazione avverrà, salvo differenti comunicazioni dovute a restrizioni, in data 17 Dicembre 2020 alle ore 19.00