Non conoscendo l’autore la scelta è stata un salto nel vuoto provocato dal titolo che, non potrete negare, ha il suo bel fascino. Questa volta a differenza delle ultime, però, si tratta di un bel volume di 167 pagine, nota della traduttrice compresa, stampato su carta semi opaca bianchissima, per nulla impolverato.

Il libro in questione è “L’estraneo e il noto” di Teju Cole edito da Contrasto, un insieme di articoli scritti dall’autore in varie occasioni raccolti in unico volume per il piacere di menti curiose.
Ma ecco la sorpresa, ne leggo circa la metà e di fotografia niente, solo un accenno verso la sessantesima pagina.
Quasi rassegnata continuo a leggere e finalmente a pagina 61 e 62 mi accolgono due pagine nere, da un lato il titolo della sezione del libro “Vedere”, dall’altro l’immagine di un vecchio cafè dell’Alabama scattata da William Christemberry.
Di Annalisa Melas