ANNEMARIE SCHWARZENBACH, una vita pericolante, per una fotografa rigorosa.

Di Annalisa Melas

Non so cosa stia accadendo alle mie scelte, ma ultimamente mi capitano in mano libri nuovi che sembrano vecchi, impolverati, chiaro segno della lunga permanenza sugli scaffali o nei magazzini delle librerie.

ANNEMARIE SCHWARZENBACH

E’ stato così anche per questo piccolo volume:  “Oltre New York – Reportage e fotografie 1936-1938” Edito dal Saggiatore di cui è autrice Annemarie Schwarzenbach.

Le pagine ingiallite conducono per mano  attraverso l’America sul finire degli anni 30: Annemarie parte infatti da New York e Washington, per proseguire verso i quartieri poveri di Pittsburgh e, a distanza di un anno, spingersi verso sud attraverso Virginia, South e North Carolina, Georgia Alabama e Tenessee,  visita piantagioni, scuole e prigioni, s’interessa al mondo del lavoro alle lotte sindacali e affiancando ai testi le immagini descrive e racconta i paesaggi e la disperazione di chi vive dietro quei luoghi, raccontando  un viaggio che pian piano diventa ricerca.

ANNEMARIE SCHWARZENBACH

E’ un testo che spinge ad approfondire la conoscenza di un personaggio controverso della vita culturale europea, che sceglie di scrivere, di essere giornalista e fotografa, che viaggia molto, mossa da un bisogno di scoperta costante, ma anche da una difficile sitazione politica europea che la spinge ad andare via dalla sua famiglia e da un’Europa pronta ad accogliere e scontrarsi col nazismo: percorrerà così le strade di Turchia, Persia e Afghanistan, attraverserà l’Africa e gli Stati Uniti solo con una vecchia Ford, un’amica, un taccuino e la macchina fotografica.

ANNEMARIE SCHWARZENBACH

La sua vita finirà, in  modo paradossale, proprio quando sembrerà aver raggiunto un equilibrio, quando avrà fatto i conti con tutte le sue dipendenze e sceglierà di tornare a casa, in Svizzera: si spegnerà a seguito di un banale incidente in bicicletta, non in modo eroico, non per colpa di una delle sue tante trasgressioni, forse a riprova che ci sono persone non destinate ad avere una vita tranquilla, che nascono per fare a pugni col proprio tempo piuttosto che per farne parte.

Seguendola nel suo girovagare e frugando on line, alla fine ecco che trovo anche un piccolo gioiello,  ovvero l’Archivio svizzero di letteratura presso la Biblioteca nazionale svizzera Berna.

Ai link sottostanti troverete infatti tutto quello che serve per conoscerla meglio fotograficamente, e quindi oltre ai suoi manoscirtti e alla corrispondenza, oltre 7000 immagini prodotte nel corso dei suoi viaggi, compresa una mappa interattiva che alle vie percorse, accosta le immagini da lei scattate nei punti indicati sulla mappa. (è un po’ come viaggiare davvero).

Questi i link da cui partire, divertitevi:

https://www.nb.admin.ch/snl/it/home/chi-siamo/asl/fondi-archivi/primo-piano/schwarzenbach.html

http://ead.nb.admin.ch/web/as/as_voyages.html

Che dire infine, sarà il fascino della trasgressione, sarà la ribellione in un periodo in cui ribellarsi significava rischiare la vita, ma Annamarie è stata per me un personaggio di quelli non troppo raccontati che ha però raccontato il suo mondo  e un periodo storico di transizione, attraverso una fotografia dal rigore estetico e dalla sobrietà non nuovi certo, ma di sicuro molto ben utilizzati per documentare i suoi viaggi e per accompagnare i suoi reportage giornalistici.

Annalisa Melas

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