Riscriviamo la storia con nuove didascalie, progetto geniale.

Ciao, oggi vi racconto la storia di Marco Picchio!

Marco Picchio è un collezionista che ha acquisito oltre 200.000 negativi scartati dalle testate americane dagli anni’50 agli anni’90. Ho scoperto il suo archivio grazie ad una amica, Benedetta Donato.

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Al MIA ho guardato con attenzione le fotografie allo stand (una piccola selezione di 13 fotografie, sottoposte ad un attento processo di restyling, provenienti dai negativi della sua collezione) e mi sono sembrate eccezionali. Le fotografie in sé lo erano,  così come l’idea di inventare le didascalie differenti dalle originali.

Le fotografie saranno presto in vendita con lo scopo di promuovere il collezionismo cartaceo …e le vorrei tutte.

 L’idea geniale è in secondo luogo questa:
in  pratica il collezionista ne ha riscritto la storia, ideando delle nuove didascalie. E’ un gioco per far capire come un’immagine antica e inedita possa essere proposta nel presente e letta come originale e nuova perché ne viene ripensata e riscritta la narrazione.

Ogni fotografia è stata recuperata da negativo, stampata ai pigmenti, su Carta Museo Silver Rag, 100% Cotone. Le fotografie sono realizzate in 3 esemplari, più una prova d’artista.

Le didascalie, al quanto strane, sono inventate da Marco, che  da collezionista diventa autore di questa nuova narrazione riportando le immagini a nuova vita.

 

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Ecco il testo che accompagna le immagini, scritto da Benedetta Donato.

Giorni Molteplici

La fotografia di archivio è un contenitore di una moltitudine di memorie, di immagini legate a situazioni trascorse, ad un ricordo considerato passato che, in quanto tale, non è più modificabile.

Sono immagini sature, la cui visione richiama il collegamento immediato ad un contesto temporale precisamente remoto, sempre uguale a se stesso, di cui continuano a rappresentare una testimonianza immobile e immutabile, che rischia di cadere nell’oblio.

Giorni Molteplici è il progetto nato per ridar vita ad immagini riconducibili a diversi autori e appartenenti al passato più recente, finora conservate su pellicola e custodite nell’archivio creato da Marco Picchio, ideatore di questo particolare percorso.

Per la prima volta, vengono esposte fotografie in gran parte inedite, frutto di una selezione accurata, successivamente sottoposte ad un processo di restyling, per ritornare a nuova vita, in una presentazione singolare che non mira ad essere solo formale, ma che rappresenta un invito a riconsiderare con occhi nuovi l’iconografia relativa a determinate memorie.

L’artefice di questo lavoro è al tempo stesso il fondatore di un’importante collezione che oggi conta quasi duecentomila negativi, acquisiti da testate americane, con particolare riferimento ad avvenimenti di cronaca ed episodi di vita quotidiana statunitense del periodo compreso tra il 1950 e il 1985.

La sperimentazione messa in atto dall’autore, si traduce nella riutilizzazione di immagini, mai viste o dai più dimenticate, allo scopo di presentarle come fotografie dotate della caratteristica di originalità, cui sono stati conferiti nuovi significati.

Il riadattamento di senso viene attuato attraverso l’associazione ad ogni frammento di nuove didascalie, elaborate sottoforma di pensieri, osservazioni e citazioni, oramai sedimentate nel pensiero collettivo, che corredano le immagini e consentono una rilettura di quel momento, così trasformato e ricontestualizzato, per apparire come visione rinnovata, in quanto concettualizzata nel presente.

L’immagine viene in questo modo ricalibrata, subendo una metamorfosi che le consente di offrirsi esteticamente ed effettivamente riadattata nel contemporaneo, pur mantenendo la propria autenticità, per essere percepita e fruita come opera nuova, appartenente e corrispondente al momento presente in cui viene riproposta.

L’esperimento è così riuscito e la ricerca artistica messa in atto produce opera ristrutturata che assume sembianze inedite, matrice di una nuova narrazione capace di destare, nello spettatore, meraviglia e curiosità.

Dalle immagini intese come testimonianza remota a fonti di ispirazione per uno o diversi racconti di vita: il materiale di archivio per l’autore, così come per il collezionista, custodisce potenzialità indefinite, che riescono ad esplodere con nuove interpretazioni, dando origine a Giorni Molteplici, alle diverse esistenze e agli indefiniti significati che una fotografia può continuare ad assumere nel tempo, grazie alla moltitudine di riscritture del passato colmo di storie e identità, da rintracciare, svelare e restituire a nuove possibilità visive.                                               © Benedetta Donato, 2017

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Nota Biografica

Marco Picchio

Classe 1966, nasce nella provincia di Milano e si dedica ad attività imprenditoriali in diversi settori produttivi dal 1989.

Dal 2005 ha collezionato circa 200.000 negativi fotografici scartati da testate giornalistiche.

La passione per il collezionismo, lo ha condotto nel 2007 a fondare con altri due soci, ICharta (www.icharta.com) l’ecommerce del collezionismo cartaceo.

Vorrebbe far confluire parte dei negativi appartenenti al proprio archivio in ICharta per creare una sezione inerente il collezionismo fotografico. Il MIA è la prima occasione per confrontarsi con il mercato della fotografia.

Il lavoro esposto al MIA.

Spero questa storia vi sia piaciuta e che facciate un giro sul suo sito!

Ciao

Sara

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