Quando il lettore di portfolio è poco preparato? Sottoporre le foto inutilmente.

Sara

A seguito di una richiesta specifica fatta da un mio lettore del blog, tenterò di essere più precisa su cosa credo debba essere una lettura portfolio.

Una prima indicazione che vi do è che se il lettore non riesce a chiarirvi le idee su quanto segue, alzatevi e salutate.

Ho assistito a letture portfolio di diversi “professionisti del settore”, spesso mi sono fatta domande sull’utilità di una lettura fatta in maniera approssimativa, che non desse indicazioni o che si basasse sul “mi piace” “non mi piace”.

A chi si presenta a lettura, non importa solo che al lettore piaccia o meno il lavoro, bensì vorrebbe qualche indicazione, consiglio o possibilità di lavoro.

Per questo motivo:

Prima di partecipare, informatevi sul profilo professionale dell’esperto. Scegliete in base all’intento per il quale avete prodotto il vostro portfolio: editare un libro, ottenere un parere, preparare un’esposizione, essere pubblicati su un giornale, preparare la partecipazione a un premio. Il proprio lavoro può essere sottoposto agli esperti per tre motivazioni principali:

• Si ha la necessità di migliorare il proprio portfolio. In questo caso il critico dovrebbe suggerirvi come potete migliorare la vostra produzione. Cosa togliere, aggiungere e cambiare affinché la comunicazione delle vostre immagini risulti più chiara al fruitore finale.

• Si ha la necessità di trovare una collocazione per il proprio lavoro. Si sceglieranno galleristi e operatori nei musei, nel caso l’intento sia espositivo, photoeditor di giornali o agenzie, se il proposito è quello legato alla possibilità di cominciare collaborazioni lavorative.

• Si ha la necessità di un confronto. In questo caso si preferiranno colleghi fotografi.

In ognuno dei casi dovreste ricevere informazioni precise e pareri pratici per perfezionare il portfolio e per giungere all’obiettivo prefisso. Ogni critica dovrebbe essere costruttiva e aiutarvi a crescere dal punto di vista fotografico. È probabile che questi incontri non cambino repentinamente la vostra situazione come fotografo, ma vi saranno sicuramente utili per prendere contatti e sviluppare la vostra tecnica.

Purtroppo mi è capitato di ritenere che non stesse avvenendo un confronto con il lettore, piuttosto una costatazione di incontro di gusti o meno. Così NON SERVE.

Spesso mi giudicano troppo severa nelle letture. Io non mi diverto a dare un parere costruttivo (dal mio punto di vista) è il mio mestiere. Devo farlo. Al fotografo di turno, non dovrebbe importare che a me, il lavoro, piaccia o meno. Quindi il sentirsi dire “bravo” che utilità ha, se effettivamente il lavoro è mediocre, l’editing non funziona, il messaggio non arriva ecc.ecc. Se cercate esclusivamente plauso, non è a lettura che dovete andare… fate vedere le foto agli amici e vi diranno che sono fantastiche!

Al contrario, ci sono lettori poco preparati (magari lo sono stata anche io in qualche occasione ed è per questo che continuo a studiare, tentare di capire e mi metto in gioco sia fotograficamente, che come lettrice)…senza termini di paragone fotografici, incollati come cozze ad un genere solo, dal quale non si scappa’, incapaci di dire una parola in più. Addirittura quasi preoccupati di doverla dire.

In questi casi la lettura è nulla, una perdita di tempo. Quindi la responsabilità è equamente suddivisa. Ci vuole tempo per imparare a parlare con la fotografia…non dovete temere il giudizio e fidarvi di chi AVETE SCELTO per farvi una lettura.

Bisogna farsi il culo per studiare, capire, macinare stili e trovare sempre una cosa utile da dire a chi porta le foto…non tutti sono disposti a farselo!

Da tutte e due le parti ci possono essere pirla equamente distribuiti.

Buona giornata Sara

26 pensieri su “Quando il lettore di portfolio è poco preparato? Sottoporre le foto inutilmente.

  1. Molto interessante, Sara, come del resto lo sono i contributi che pubblichi su MU.SA.
    Sarebbe importante, per me, avere il tuo parere sulle mie foto, sul modo di fotografare, su come passi o non passi la comunicazione tra me (e gli scatti che faccio) e quanti guardino le mie foto, appunto.
    Siamo un po’ troppo lontani, geograficamente parlando, per poter poter trovare facilmente l’occasione di un incontro; pazienza ti seguirò sul blog, e tramite la lettura del libro che ho acquistato, Il Portfolio fotografico.
    Ciao

  2. Sacrosanto Sara ed anche in fondo logico.
    A volte il lettore si lascia andare al protagonismo, a volte non riesce proprio a non esserlo … protagonista.

  3. grazie per questo post così interessante.
    la mia prima lettura portfolio è stata massacrante. la persona che avevo di fronte ha smesso di sfogliarlo quando ho risposto di non aver frequentato lo IED e (ancor peggio) di essere autodidatta.

  4. Cara Sara tu scrivi ” … (omissis) per studiare, capire, macinare stili e trovare sempre una cosa utile da dire a chi porta le foto…non tutti sono disposti a farselo!” Cosa intendi esattamente per MACINARE STILI? Grazie e un saluto Fabrizio

    • Ciao, significa capire le tendenze, studiare i contenuti degli autori che si affermano in giro, comprendere lo stile del fotografo e le motivazioni (quando possibile) che lo hanno spinto a quella determinata modalità espressiva: Ciao, grazie a te! sara

  5. D’accordissimo sul fatto che ci sono molti lettori impreparati che si limitano a espirmere giudizi (spesso nemmeno circostanziati). Un po’ meno sulle precise esigenze del fotografo che citi con i pallini all’inizio dell’articolo. Molte delle migliori e più soddisfcenti (per entrambi) letture che mi sono capitate le ho fatte con fotografi che non avevano specifiche esigenze commerciali bensì avevano semplicemente bisogno di avere un input, di ragionare sul loro lavoro con qualcuno che ne vedeva tanti e che li portasse quindi a riflettere sulla natura stessa del lavoro, sul suo significato piuttosto che sulla sua collocazione sul mercato. Molti infatti sono convinti che fare una lettura con un photoeditor equivalga a proporgli il proprio lavoro per il suo giornale. Per quanto possa anche capitare che dici “bello, lo voglio”, credo che per questo scopo sia meglio l’email, o gli incontri in redazione. Dalle letture portfolio mi aspetto uno scambio costruttivo, una riflessione, non una proposta commerciale. Per non parlare di quelli che accettano solo un “bravo” e non vogliono sentirsi criticare… Insomma, quello che sto dicendo è che in molti casi anche il fotografo deve essere preparato alla lettura!

    • Ciao Marco, grazie per aver contribuito. Credo che si sia d’accordo, nel senso che, si, la lettura non dovrebbe partire con un intento commerciale (piazzare il proprio progetto su un giornale o in una galleria) è anche vero, come tu stesso affermi, che questo può capitare. Io credo che la speranza sia quella, anche se, come dici tu, le letture migliori sono quelle di scambio. Vero è anche che criticare positivamente o negativamente rimane un problema, se chi hai di fronte, non ha voglia di mettersi in gioco e di capire.Grazie ancora, ciao Sara

  6. Ciao Sara, a me è capitato di ricevere commenti del tipo “ma questo paesaggio? dai, si potrebbe fare meglio! e questa luce poi…”. Insomma commenti tecnici su una mia serie che avevo presentato per avere consigli, critiche affinchè potesse essere più fruibile, più efficace. Insomma sul contenuto “profondo” di quello che cercavo di comunicare. E niente, solo critiche tecnico/estetiche. Il problema è che me le ha mosse un fotografo di un noto collettivo. Insomma, mi aspettavo qualcosa di più e invece si è focalizzato solo sulla superficie. E’ probabile che il lavoro lo annoiasse, però un po’ di impegno in più!

    • Ciao…cavolo! Non so a chi ti riferisci. Mi dispiace sia stato poco sodisfacente o istruttivo. Avresti potuto chiedere. Non conosco il lavoro ma tu sei certo del contenuto profondo? Chiedilo a te stesso e pensa che spesso l’interpretazione di chi guarda non può combaciare con quella di chi produce. Andrà meglio, spero alla prossima lettura. Ciao Sara

  7. Ciao Sara. Una piccola critica: io credo che prima di scegliere un lettore portfolio ma anche un workshop la cosa più importante sia sapere esattamente cosa ha fatto, qual’e’ il suo livello, la sua specialità, ecc… Ecco una biografia tipo la tua “Organizza workshop con autori di rilievo… Espone in Italia ed Europa presso gallerie, Festival e musei…. Fa da giurata e lettrice portfolio in Premi e Festival Nazionali. Ottiene premi e riconoscimenti a livello internazionale…” Non aiuta. Io per esempio vorrei sapere con che autori hai collaborato, dove hai esattamente esposto e fatto da giurata e lettrice e quali premi hai ottenuto. Le biografie “generiche” non vogliono dire nulla perché tutti pubblicano, espongono e vincono premi… La differenza sta nel dove si espone, quali sono questi premi, ecc… Bisogna essere più specifici nel presentare se stessi!

    • Ciao! Non sono generica, non voglio annoiare. L’elenco delle esposizioni e’ sotto la biografia. I premi sono 5 o 6 importanti, il resto cavolate. Ho esposto a festival internazionali in Italia (Photolux) e in Francia Boutographie. Ho esposto in gallerie ..vedi sotto.
      Ho organizzato workshop con Galimberti, Fontana, Castore e altri che non ricordo ora. Ho fatto da lettore portfolio in tutti o quasi i festival italiani di Portfolio Italia e anche al Photolux e altri festival dalla Puglia Sardegna, Lazio, Veneto, Toscana (2/3 festival) Liguria, Lombardia ecc non so dove altro. Insegno storia della fotografia e comunicazione a Istituto Italiano di Fotografia. Reportage, creazione del Portfolio a Bottega Immagine e tutte queste cose insieme in tutta Italia e all’estero.
      Mi hanno selezionata un paio di volte su Burnmagazine. Hanno scritto articoli sul mio ultimo lavoro in Francia (3) e in America. Per lo stesso lavoro mi hanno chiamata da Angkor Vat (Cambogia)per il prossimo festival di fotografia, a Dicembre.
      Ho scritto due libri teorici che stanno andando benissimo.
      E a Dicembre presenterò il mio nuovo libro sempre al Photolux, dove terrò anche un workshop.
      Hanno scritto articoli su di me su tutte le testate di fotografia italiane. Non ricordo se su Gente di fotografia lo abbiano fatto o no.
      La Magnum mi ha selezionata, solo in un’occasione, come autore emergente.
      Sono quasi due anni che non partecipo a premi. Mi son presa una pausa.
      Questo e qualcosa altro che sicuramente dimentico…
      Non lo avevo scritto perché lo ritengo noioso da leggere, come avrai notato tu stesso, se sei arrivato fin qui.
      Non credo cambierò la biografia…altre cose le puoi trovare in internet. Ciaoo

    • ah scusami. Per tre anni son stata direttore di un festival di fotografia a Lecco “Leccoimmagifestival” che poi ho dovuto chiudere per mancanza di fondi..tacci loro.
      E adesso aprirò uno spazio a Monza, nel quale spero di fare un sacco di cose e nel quale ti invito fin da ora!

  8. Non è noioso sapere cosa un fotografo/lettore ha fatto. anzi lo sono le bio tipo “espone, vince premi, pubblica su riviste” perché sembrano dei copia e incolla, valgono quasi per chiunque. Soprattutto nel caso si voglia scegliere un lettore o un Teacher è d’obbligo sapere se “riviste” significa Natgeo, una rivista di moda o una che nessuno conosce, se “premi” significa il word press, uno d’arte o quelli mai sentiti da te citati. Poi per carità, non cambiarla. Dico solo che a me le bio “fumose” insospettiscono sempre. Preferisco il “name dropping” senza troppi fronzoli…

      • Il problema è che in molti hanno una bio stile “faccio molte cose” ed è davvero difficile capire cosa facciano e perché varrebbe la pena ricevere consigli da loro. Ok ci sono anche eccezioni: Marco Pinna che ha scritto qui per esempio è chiaro chi è, cosa fa e chi dovrebbe sceglierlo e perché. La critica non è per te in particolare è generale ed anche in festival importanti tipo Arles succede di leggere le bio dei lettori portfolio e non capire cosa faccia la metà della gente e a che tipo di lavori potrebbero essere adatti… E quindi ci si trova a non sapere proprio chi scegliere…

      • Non intendevo neanche dire che tu non hai fatto nulla nella vita, è che dal tuo profilo professionale non capisco che tipo di fotografo puoi aiutare con una lettura portfolio. Insomma: se fossi un fotografo di reportage sceglierei qualcuno di Magnum o un foto editor del Natgeo, se invece faccio moda andrei su qualcuno di quel campo, se faccio foto artistiche qualcuno di una galleria o un collezionista… Tu a chi ti rivolgi? A chi vorrebbe partecipare al premio San Fedele? A chi vorrebbe che si scrivessero articoli su di lui “in Francia”? A chi vorrebbe organizzare Workshops o a chi vorrebbe aprire uno spazio? Ripeto non è una critica a te in particolare, mi rivolgo a te solo perché questo post lo hai scritto tu. Ma se sono finito qui è perché dopo una pessima esperienza di portfolio reviews mi sono “sgamato” ed ora vorrei riprovarci ma noto che anche nei migliori festivals ci sono un paio di reviewer validi ed il resto è tutta fuffa… E quindi non vale quasi mai la pena partecipare.

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