TRESS, Arthur
Nato a Brooklyn, New York, il 24 Novembre 1940, Arthur Tress si avvicinò alla fotografia ancora ragazzo, nello scenario surreale di Coney Island, dove trascorreva gran parte del suo tempo esplorando i parchi divertimenti abbandonati.
Trascorse cinque anni in viaggio, prevalentemente in Asia e Africa, sviluppando un forte interesse verso la fotografia etnografica. Al termine di questo periodo ottenne il suo primo incarico da professionista: in qualità di fotografo ufficiale del governo americano, ebbe il compito di documentare le culture popolari minacciate nella regione dei monti Appalachi. Assistendo alla distruzione provocata dall’estrazione di risorse da parte delle multinazionali, da quel momento Tress decise di sfruttare la sua macchina fotografica per suscitare consapevolezza sui costi umani e ambientali dell’inquinamento. Focalizzandosi sulla città di New York, cominciò a ritrarre i trascurati margini urbani delle zone portuali, con un accostamento diretto e documentaristico. Questo intento prevalentemente documentaristico, si evolse poco a poco in uno stile più personale di “realismo magico,” che combina elementi tratti dalla vita quotidiana e dalla sua fantasia scenografica, creando così il suo marchio distintivo di regia inventiva. Verso la fine degli anni ’60, Tress seguì la sua ispirazione nel creare una serie basata su sogni infantili, racchiudenti i suoi interessi in cerimonie rituali, archetipi di psicologia Junghiana, e allegorie sociali. Alcuni lavori successivi, focalizzati sulla drammaticità nascosta nelle relazioni adulte e sulla ricostruzione di desideri omosessuali maschili, evolveranno proprio da tale approccio prevalentemente teatrale.
A partire dai primi anni ’80, Tress passò alla fotografia a colori, partendo da equipaggiamenti medici trovati in un ospedale abbandonato sulla Welfare Island a New York: nacque così la serie “Hospital” in cui creò installazioni delle dimensioni di una stanza, a metà tra pittura e scultura.
Nel 2002, Tress ritorna alla stampa ai sali d’argento, dedicandosi a esplorare temi più formalisti nello stile modernista di metà secolo, spesso combinando uno stile di scatto spontaneo con un senso costruttivista di composizione architettonica e forma astratta. In aggiunta alle immagini dei parchi da skateboard della California, le sue opere più recenti includono le fotografie tonde della serie Planets e quelle a forma di diamante di Pointers.
Per Tress la fotografia non è mai documentaristica, l’unica cosa che documenta è la sua evoluzione artistica, che è sempre alla ricerca di nuove ispirazioni.
Tress è stato uno dei primi autori di cui mi sono innamorato, il suo libro Fantastique Voyage è sempre aperto a casa mia 🙂
Lo voglio!😁