La fotografia in Italia, siamo alle cozze?

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Buongiorno! Grazie per la visita al blog!

Ecco  a cosa ho pensato.

Molti di noi cercano di farsi conoscere, di trovare lavoro come fotografi, come curatori, critici.

Mandiamo curriculum, fotografie, progetti. In molti, troppi casi, non si riceve risposta. Questa, vi assicuro, è una prerogativa tutta Italiana: la grandiosa, generosa, confortevole “non risposta via mail”. A me partirebbe il vaffanzoom diretto, generalmente mi contengo.

Mi è capitato perfino di ricevere una richiesta esplicita: mi mandi il tuo lavoro? Tu mandi e magicamente la persona sparisce, non risponde più. Rimandi una mail dopo qualche tempo e niente. Io rimango lì così,  tra lo stupito e il “ma perché non te ne vai a….?”

Fortunatamente non mi capita quasi più.

Cerco sempre di rispondere a chi scrive, qualche volta potrebbe essermi sfuggito, spero poche volte…

Non so come possa fare una persona che si avvicini oggi alla fotografia e suppongo questo valga in molti settori. Non so bene quale sia il modo giusto per farvi ascoltare se non lavorare bene con perseveranza, costanza e testa.

Anche se sai che stai facendo il meglio, stai lavorando bene, studi, ti impegni può essere che i risultati non arrivino.

Sembra comunque che la raccomandazione e le conoscenze siano ancora le strade più semplici. Non sapete quanto mi dispiace ammetterlo e chi mi conosce, lo sa bene.

La parola giusta, detta alla persona giusta, nel momento giusto.

Altro modo semplice è pagare i “nomi” della fotografia giusti che ti faranno comunque fare strada, perché hai investito soldi. Anche qui, non tutti sono disposti a cedere alle lusinghe dei soldi, non tutti li accetteranno a prescindere dalla qualità del lavoro proposto.

Nonostante questo, vedo troppi lavori, davvero mediocri, farsi strada nel mondo della fotografia, senza logica apparente.

Le persone hanno capito come vendersi bene, hanno capito che frequentare gli ambienti giusti, avere sempre una frase da dire, sorridere e ammiccare, sono metodi decenti.

Si, perché sapersi vendere è un’altra prerogativa di chi cammina veloce, da sempre. Oggi, inoltre,  i mezzi che abbiamo a disposizione sono ancor più veloci e gli aspiranti nel mondo della fotografia, tanti.

E tanti si sanno vendere.

Non ho niente contro la capacità in sé, anzi trovo sia una caratteristica positiva. Ma se l’unica capacità che hai è quella e di fronte hai gente che non distingue fotografia di m…. e buona fotografia (o non ritiene sia importante, giusto, meglio capirlo) il risultato è la diffusione di fotografia pessima…e questo dispiace. Sto combattendo contro questa “cosa” da anni. Mi dispiace.

Come saprete, forse qualcuno di voi si è reso conto, sto girando in lungo e largo l’Italia. Tra corsi, mostre e letture portfolio sono sempre in giro, quindi non parlo per frustrazione.

Bene! Questo mi ha dato la possibilità di capire alcune faccende del mondo della fotografia che “conta” e di quella che non conta.

La piccola fetta di gente che ha soldi in gestione e potrebbe davvero fare cose belle, coinvolgere i giovani, prepararli alla fotografia sia praticamente che culturalmente, spingere gli autori che hanno qualcosa da dire, migliorare il settore commerciale, tutelare gli archivi e aprire centri per la diffusione, i soldi se li “magna”.

Con questo non sto assolutamente affermando che ci siano singoli personaggi che prendono denaro. Questo non lo so e spero non sia così.

Sto dicendo che, anche dove ci sono fondi e potrebbero essere usati bene, niente, si perdono, vengono suddivisi malamente, non fruttano quanto dovrebbero, vengono affidati a persone che, a loro volta, li gestiscono male.

Non vale per tutti chiaramente, ho in mente esempi di festival gestiti con cura e associazioni fantastiche, in piedi da anni.

Ora.

Dato che conosco molte persone che si stanno impegnando seriamente, che amano la fotografia e non ‘spingono’ per convenienza gli amici e gli amici degli amici, piuttosto chi lo merita, mi chiedo: la modalità da raccomandazione molto Italiana, che porta alla lunga al disfacimento di un settore che si ritrova a non crescere, subentra perché cominciano a girare i soldi o già la scelta di chi viene messo a dirigere cose, fa schifo?

Sono i meccanismi troppo elaborati della burocrazia accompagnati dall’incapacità di incompetenti? Non so, non capisco.

Ci sono realtà che funzionano e che appena crescono, per bravura e perseveranza di chi crea questi circuiti di tipologie differenti (vedi festival, grosse associazioni, scuole ecc) niente, diventano un puttanaio.

Si litiga, ci si disgrega. Non si capisce più chi fa cosa e perché se non fa niente o fa da schifo, stia lì comunque.

Non si capisce perché la qualità dei lavori esposti in troppi casi decresce, tu chiedi e ti viene risposto candidamente, ah, ma questi vanno inseriti per forza.

Per forza?

Relativamente a questo, mi chiedo come stiano andando le cose successivamente agli ‘Stati generali della fotografia’, vi ricordate che furore l’anno scorso? Bene, qualcuno sa cosa stiano facendo? Non è una domanda polemica eh! Non lo so proprio e vorrei capirlo.

Qualcuno sa perché più di una volta mi hanno detto, lascia stare, non partecipare alle selezioni, sanno già chi scegliere.

Qualcuno sa perché spesso (mooolto) vengono presi autori stranieri per mostre, workshop ecc. Non siamo sufficientemente bravi o preparati qui? Fa figo lo straniero?

Qualcuno sa quale sia la motivazione per cui non si riesca ad unirsi in gruppi,  condividere a crescere per lasciare qualcosa a ‘sti ragazzi che si stanno avvicinando a questo mondo?

Stare fuori da questi circuiti è difficile, e anche se qualcuno potrebbe pensare di me (come mi ha fatto notare un mio amico fotografo) che io ci sia dentro in pieno, si sbaglia e non sa il culo che ti fai per starne lontano e continuare a lavorare sempre e al meglio.

Chiaramente ho amici, pochi (più nemici incazzati, non so manco per cosa) in questo mondo e se mi chiedono di esporre o di partecipare di qui e di là, io ci sono, sempre con gioia e tanta riconoscenza.

Ma mai ho chiesto: per favore mi fai fare questo o quello, mi coinvolgi che ne ho bisogno? Mai ho pagato per esporre, ho invece partecipato a premi in cui si prevedesse un’iscrizione in denaro. Mai ho ceduto a lusinghe velate o proposte esplicite che mi avrebbero condizionata nelle scelte successive. Chi mi conosce lo sa bene.

Molto di questo ha a che fare col fatto che vorrei sentirmi sempre libera di mandare a quel paese chi voglio, quando voglio.

La situazione mi preoccupa, anche se la mia strada è presa.

Ciao Sara