Identità e metodo nel reportage documentario con Simone Cerio

Quante immagini produciamo oggi senza sapere il perchè?
Quante fotografie raccontano davvero di noi?

IDEM (Identità e Metodo) è un percorso ideato per chi sente l’esigenza di rappresentare il mondo che lo circonda in maniera personale e riconoscibile.

Simone Cerio è un fotografo documentarista italiano, molto conosciuto per la sua ricerca sul tema dell’identità e delle disuguaglianze. La sua didattica è basata su un metodo specifico, sviluppato a partire dall’esperienza diretta sul campo e da una ricerca profonda sulla fotografia documentaria e sulle nuove tecniche narrative.
Nel percorso di IDEM verrà data particolare attenzione alle attitudini individuali e al proprio vissuto, allo studio di molteplici approcci fotografici, attraverso tecniche di confronto, in un processo di ricerca di quelle tematiche e narrative in cui ci riconosciamo, semplicemente perché affini a noi stessi.Tutto è impostato sulla produzione di un progetto personale, partendo dal suo concepimento fino all’output più funzionale per il pubblico.­

Identità e metodo info­

CORSI ONLINE
Per studiare comodamente da casa 

Corso annuale di fotografia online
Percorso linguaggio full
Percorso autoriale
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò NEW
Reportage fotogiornalistico con Pierpaolo Mittica
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò NEW
Photoshop con Fabio Viganò NEW
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Corsi ONE TO ONE
Corso base di fotografia con Fabio Viganò
Corso avanzato di fotografia con Fabio Viganò
Corso base più avanzato di fotografia online con Fabio Viganò­

­CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO IN AULA

Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente. Corsi in aula. 

Percorso linguaggio base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale – come farsi strada del mondo della fotografia

Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Photoediting creativo con Paola Riccardi
La costruzione del portfolio, come e cosa fare con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Creare un libro fotografico con Grazia Dell’Oro
Lightroom  con Fabio Viganò
Photoshop con Fabio Viganò­

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO ONLINE
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente.  

Percorso linguaggio full – base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale, come farsi strada del mondo della fotografia
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò 
Photoshop con Fabio Viganò 
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli­

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Circoli fotografici, presentate il vostro portfolio al Museo di fotografia contemporanea!

Nell’ambito della mostra Testimonianza autentica di una situazione spontanea.

Ernesto Fantozzi fotografie 1958-2018, il Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) insieme ad Archivio Mobile Italiano (AMI presentano un momento di confronto sul tema della fotografia amatoriale italiana come patrimonio culturale e sociale.

Il dialogo tra pratica amatoriale e fotografia colta, o di ricerca è stato in Italia è stato ricco e fecondo per diversi decenni, contribuendo alla formazione di autori importanti e alla crescita della consapevolezza e cultura visiva nel paese, come testimonia tra i tanti l’opera di Ernesto fantozzi, il cui archivio è stato recentemente donato al Museo. Questo rapporto – incrinatosi a partire dagli anni settanta e poi mano a mano dissoltosi, in una distanza apparentemente incolmabile tra una dimensione concettuale elitaria da un lato e un eccessivo tecnicismo dall’altro – vive ora un momento di ridefinizione grazie alla fotografia digitale e allo sviluppo dei social media.

Da un anno, attraverso il lavoro di Sara Munari e Simone Cerio, Archivio Mobile Italiano incontra circoli e fotografi su tutto il territorio italiano, con lo scopo di ridefinire il concetto di fotografia amatoriale, a lungo ritenuta meramente vernacolare, raccogliendo materiale fotografico e accompagnando alcuni autori nel loro percorso creativo.

Come evolve la fotografia amatoriale? Con che modalità e con che modelli estetici opera? Quali sono le potenzialità di una cultura visiva diffusa sul territorio? Che temi e questioni vengono maggiormente affrontati? Quale il valore dei circoli in termini di relazioni sociali?

A queste domande cerca di rispondere una tavola rotonda, in cui esponenti del mondo fotografico italiano e dei circoli fotografici locali analizzeranno il risultato di un anno di ricerca dell’Archivio Mobile Italiano e offriranno spunti di riflessione sullo stato attuale della fotografia amatoriale in Italia.

Programma: ore 14-16.00 Spazio a disposizione dei circoli fotografici I circoli fotografici invitati avranno la possibilità di presentare un singolo portfolio, selezionato all’interno del proprio bacino di utenza, per un momento di discussione pubblica e per ricevere una valutazione sull’idoneità alla partecipazione del progetto AMI.

La partecipazione è gratuita, su prenotazione, fino al massimo di posti disponibili.

Per partecipare basterà portare il progetto digitale o cartaceo, presso la sede del Mufoco, durante la presentazione del 14 Gennaio alle 14.00.

Tutti potranno ascoltare le letture portfolio degli altri partecipanti. Il progetto non potrà superare le 15 immagini e possono partecipare anche progetti collettivi, intesi come lavori unici svolti da più autori in questo caso la discussione avverrà esclusivamente con un singolo referente scelto dal collettivo, mentre gli altri saranno semplici uditori).

Per ulteriori informazioni scrivere a info@archiviomobileitaliano.it

ore 16.30 Tavola rotonda – Temi, modelli, relazioni: la fotografia amatoriale oggi

Matteo Balduzzi – curatore del Museo di Fotografia Contemporanea, Milano – Cinisello Balsamo Simone Cerio – autore, docente e fondatore di AMI (Archivio Mobile Italiano)

Sara Munari – autrice, docente e fondatore di AMI (Archivio Mobile Italiano)

Renata Ferri – caporedattore photo-editor IO DONNA

Claudio Pastrone – direttore del Centro Italiano della Fotografia d’Autore, Bibbiena

ore 18.00 Visita guidata alla mostra Testimonianza autentica di una situazione spontanea. Ernesto Fantozzi fotografie 1958-2018 ***

Il Mufoco rivolge fin dalla sua apertura una particolare attenzione alla fotografia come fenomeno culturale e sociale e come strumento di relazione tra le persone e con le comunità. Nel 2018 un lungo percorso di confronto con i circoli fotoamatoriali del territorio è culminato nella mostra Supercity! e nella performance in piazza Photo Jouer. Il Servizio educativo del Museo porta avanti un dialogo con le realtà fotoamatoriali, attraverso momenti dedicati di formazione e di visite alle mostre e agli archivi.

A partire dal 2021 AMI – Archivio mobile italiano ha avviato un percorso con le realtà fotoamatoriali, attraverso una serie di appuntamenti e di incontri, in presenza e on-line, che hanno coinvolto circa 100 fotografi, in collaborazione con festival, associazioni e circoli su tutto il territorio italiano. Il progetto, che avrà sviluppo triennale, prevede di selezionare e accompagnare alcuni autori nella realizzazione e nel completamento di progetti fotografici per la costruzione di un archivio cartaceo, una serie di pubblicazioni che saranno conservate in maniera permanente nella biblioteca del Museo.

MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA | Villa Ghirlanda, via Frova 10 Cinisello Balsamo, Milano Ingresso gratuito | E info@mufoco.org T +39 02 6605661

Workshop di fotografia narrativa a Tbilisi

Tbilisi – Sara Munari

Buongiorno, spero che troviate la tappa per il nuovo workshop interessante e che decidiate di partecipare per una bella esperienza insieme.

Il workshop è tenuto da me e Simone Cerio, due visioni diverse e complementari della fotografia che speriamo possiano essere utili alla vostra crescita fotografica.

Ciao!

Sara 

Workshop di fotografia narrativa a Tblisi

LA TRADUZIONE DI UN’IDEA: DALL’ESTRANEO AL FAMIGLIARE

Trovare un’idea fotografica. Un tabù per molti, perché l’atto della “traduzione per immagini” di un pensiero richiede notevoli sforzi, innumerevoli tentativi, enormi sconfitte e soprattutto lunghi tempi di gestazione. Pratiche che oggi si preferisce evitare pur di favorire, di contro, un’estetica immeditata ma spesso priva di contenuto. Ma come possiamo raccontare qualcosa se prima non impariamo a gestire un’intuizione: dove e cosa cercare? A quali argomenti o interessi attingere? Come passare ad una fase di scatto? Queste sono le domande da cui parte chi è interessato a fare un salto nella narrativa più complessa, nella progettazione di un lavoro fotografico. Il workshop è stato ideato per far vivere un’esperienza sul campo a fotografi desiderosi di comprendere le tecniche di narrazione, partendo da un luogo sconosciuto e provando a decifrarlo attraverso lo studio e l’esercizio costante, con la finalità di trasmettere una storia riconoscibile, interessante e visivamente suggestiva.

Tbilisi – Sara Munari

COME È STRUTTURATO IL WORKSHOP

Il programma del workshop è articolato in sezioni pratiche e teoriche.
La prima mattina sarà dedicata alla ricerca e studio di references, i docenti indicheranno come seguire gli argomenti relativi al linguaggio fotografico, all’ideazione di una storia e alla metodologia di produzione. Il prodotto del lavoro giornaliero verrà successivamente discusso con il gruppo.
Il partecipante sarà libero di raccontare una propria storia relativa al luogo scelto, il workshop non è incentrato su un singolo approccio o genere fotografico: è studiato per chi desidera migliorare la propria espressività, cercando il linguaggio più efficace per ogni storia che si desideri raccontare.
Le lezioni sono adatte a chi incontra difficoltà nell’ideazione di una storia e nella sua traduzione con una narrativa efficace. Lo scopo del workshop, oltre alla costruzione di un progetto, sarà fornire delle basi concrete per poter poi sviluppare lavori personali futuri in autonomia.

PERCHE’ LA GEORGIA

Crocevia tra Europa e Asia, la Georgia è uno dei più affascinanti paesi caucasici. La sua vicinanza all’antica via della Seta l’ha resa da millenni una zona fortemente ambita per i suoi importanti traffici commerciali ed energetici. Tiblisi, la capitale, è stata fondata nel V sec d.C., una città ricchissima di culture e tradizioni, con un grande carattere identitario nonostante sia una città cosmopolita per via delle numerose potenze che l’hanno soggiogata nel corso dei secoli. Per questo la zona offre innumerevoli spunti per l’ideazione di una storia fotografica

FINALITA’

Ragionare, ideare e costruire un progetto fotografico in loco, a Tiblisi, su un tema specifico scelto dal partecipante.

Vai al sito per avere informazioni

CORSO ANNUALE LIGHT FOTOGRAFIA

Data partenza 19 novembre 2022 – Musa fotografia, Via Mentana, 6 Monza

Il corso annuale light di fotografia è studiato per chi vuole avvicinarsi alla fotografia, ha già le conoscenze di base legate all’utilizzo della macchina fotografica e vorrebbe raggiungere una preparazione generale nei settori e generi più importanti di questo linguaggio.Tutte le lezioni sono serali o nei week-end. E’ previsto un incontro finale con presentazione dei progetti svolti. Il corso dà l’opportunità di raggiungere una buona preparazione sia teorica che pratica relativamente al linguaggio fotografico, fino alla capacità di strutturare e costruire un progetto personale in autonomia. I temi affrontati riguardano, il linguaggio, lo stile, il racconto fotografico, il reportage, il ritratto, l’autoritratto, il paesaggio ecc…

Il corso insegna, oltre a capire i generi e i linguaggi per cui si è maggiormente predisposti, a sapersi muovere come autori nel mondo della fotografia.

PROGRAMMA
Questo percorso è composto di più corsi singoli ordinati con logica di crescita fotografica.

MATERIE DEL CORSO 

Il linguaggio fotografico 

Il racconto fotografico 

Lo stile fotografico 

Viaggio nella fotografia contemporanea 

Autoritratto

Reportage documentario

Paesaggio fotografico 

Ritratto fotografico 

Farsi strada come autori 

Creator per Instagram

Costruire un libro fotografico

Vai al sito per avere maggiori informazioni.

CORSI  IN PARTENZA A BREVE

 CORSO BASE FOTOGRAFIA ONLINE
Usa la tua fotocamera in manuale e realizza le foto che hai sempre sognato. Ho sviluppato il mio metodo innovativo in oltre 10 anni di esperienza, migliorandolo corso dopo corso grazie ai feedback dei miei iscritti. In 8 incontri, 1 ora e mezza, imparerai tutti i trucchi del mestiere, da Alessandro Mallamaci, fotografo professionista e docente della prestigiosa Leica Akademie, che revisionerà costantemente il tuo lavoro. Fotografa, impara, divertiti facendo tanta pratica su tecnica fotografica e composizione.

CORSO BASE/AVANZATO DI FOTOGRAFIA – ONLINE
Usa la tua fotocamera in manuale e realizza le foto che hai sempre sognato. Ho sviluppato il mio metodo innovativo in oltre 10 anni di esperienza, migliorandolo corso dopo corso grazie ai feedback dei miei iscritti. In 8 incontri, 1 ora e mezza, imparerai tutti i trucchi del mestiere, da Alessandro Mallamaci, fotografo professionista e docente della prestigiosa Leica Akademie, che revisionerà costantemente il tuo lavoro. Fotografa, impara, divertiti facendo tanta pratica su tecnica fotografica e composizione.
Impara le basi della fotografia di ritratto e di paesaggio. Scopri il lavoro dei grandi maestri e metti in gioco la tua creatività con prove ed esercizi che saranno poi revisionati dal docente. In 8 incontri, 1 ora e mezza, imparerai tutti i trucchi del mestiere, da Alessandro Mallamaci, fotografo professionista e docente della prestigiosa Leica Akademie, che revisionerà costantemente il tuo lavoro. Fotografa, impara, divertiti facendo tanta pratica sulla fotografica di ritratto e di paesaggio.

VISUAL STORYTELLING LA NARRAZIONE CONTEMPORANEA
Questo corso si propone come obiettivo di indicare quali siano le modalità della narrazione fotografica, dalla ideazione del progetto, alla sua concretizzazione. Il corso si rivolge ad amatori e professionisti che vogliono approfondire le conoscenze di struttura e editing di un progetto fotografic, pensato ed esteso. Il percorso prevede la realizzazione di un progetto personale che verrà strutturato e finito entro la fine delle lezioni. Lo scopo è di progettare un lavoro finito che si basi sulle attitudini e capacità dell’alunno. Sono previsti esercizi in interni ed esterni che possano stimolare e indicare nuove vie da seguire, in termini di linguaggio fotografico. Verrà spiegato come pensare, progettare, svolgere, organizzare e presentare un progetto fotografico compiuto, imparando a portare le conoscenze tecniche a favore della visione personale per un racconto fotografico articolato che possa sfociare addirittura in un libro. Verranno affrontati argomenti anche sul photoediting più professionale e le modalità per seguire un percorso corretto, a livello autoriale.

La nuova edizione del ColornoPhotoLife: “Acqua, fonte di vita”

Le migliori immagini del world water day

ColornoPhotoLife 2022: “Acqua, fonte di vita”

Dal 14 al 16 ottobre a Colorno (Parma) torna il festival fotografico che cerca di proporre “radici e nuove frontiere” attraverso il suo nutrito programma di mostre, workshop ed eventi. Dal 26 agosto l’anteprima con quattro mostre e appuntamenti di avvicinamento

Si scaldano i motori per la 13a edizione del ColornoPhotoLife, un festival tematico che dalla sua nascita cerca di proporre “radici e nuove frontiere della fotografia”. Un evento di cultura fotografica che offre agli appassionati di ogni livello l’occasione di esporre le proprie opere accanto a quelle di maestri che hanno fatto la storia della fotografia e di vedere le tendenze in atto nell’ambito della fotografia nazionale.

Il tema dell’edizione 2022, che si svolgerà a Colorno (Parma) dal 14 al 16 ottobre, è “Acqua, fonte di vita“, scelta  che vuole sensibilizzare sull’importanza dell’ambiente in cui viviamo e di questi tempi non può lasciare certo indifferenti.

Le mostre saranno allestite all’interno dello spazio museale MUPAC dell’Aranciaia, inoltre come avviene ormai da alcuni anni, gli spazi commerciali di Colorno saranno arricchiti con esposizioni fotoamatoriali.

Come consuetudine il ColornoPhotoLife dà spazio a diversi laboratori territoriali la maggior parte provenienti dal territorio emiliano-romagnolo, ma non solo.

Il festival, organizzato dal Gruppo Fotografico Color’s Light in collaborazione con Antea Progetti, è patrocinato dal Comune di Colorno, dalla Regione Emilia Romagna e FIAF (Federazione italiana associazioni fotografiche) ed è sostenuto da Regione Emilia Romagna e Fondazione Cariparma.

Il programma del festival, curato da un team di professionisti ed esperti formato da Gigi Montali (Presidente  Color’s Light Colorno), Silvano Bicocchi (Direttore dip. Cultura FIAF), Loredana De Pace (giornalista e curatrice), Sandro Parmiggiani (Storico dell’Arte) e Antonella Balestrazzi (presidente Antea Progetti), sempre più vuole coinvolgere anche altre forme artistiche, per questo durante le giornate si alterneranno momenti espositivi di fotografia, proiezione di audiovisivi, presentazioni editoriali, tavoli di letture del proprio portfolio, workshop, concerti musicali e da quest’anno il festival si arricchisce del premio di lettura fanzine Read-Zine, novità assoluta per i festival fotografici italiani.

Anche in questa edizione il festival si avvarrà di prestigiose collaborazioni quali: Archivio storico fotografico 3M, CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), la rivista Il Fotografo, MUSA fotografia e TTA (Travel Tales Award).

Da venerdì 26 agosto l’anteprima del festival con quattro mostre e appuntamenti di avvicinamento.

Alle 21 negli spazi del MUPAC (Aranciaia) si terrà l’inaugurazione delle mostre fotografiche, la collettiva “Travel World Pics”, una selezione delle migliori opere iscritte al concorso “TWP”, dedicato alla fotografia di viaggio (visitabile fino al 25 settembre), “Free Down Sindrome” di Chiara Cunzolo, vincitrice del concorso MUSA per donne fotografe 2021 (sezione ritratto), visitabile fino al 25 settembre, “Alberto Sordi, l’umanità fragile” con immagini dall’archivio storico fotografico 3M e “Il Mississippi” di William Ferris, uno dei più importanti etnomusicologi americani. Entrambe le ultime due mostre sono visitabili fino al 6 novembre.

Alle 21.30 presentazione audiovisivi dei 16 racconti selezionati dal TTA (Travel Tales Award, https://traveltalesaward.com/award-it).

ANTEPRIMA COLORNOPHOTOLIFE:

  • Sabato 27 agosto dalle 10 alle 13 Masterclass “Dietro le quinte, la Fotografia fa spettacolo” con i fotografi Roberto Gabriele e Gigi Montali.
  • Domenica 11 settembre alle 18 al MUPAC: “Poeti in dialogo. Incontri a Colorno”
    • Alma Saporito, Emanuela Rizzo, Laura Puglia, Maria Pia Quintavalla e Paola Maccioni dialogano con Luca Ariano. La lettura delle poesie è sempre stata fonte d’ispirazione per il mondo fotografico.
  • Sabato 17 settembre alle 18 a Sacca di Colorno il giornalista Rai e scrittore Luca Ponzi presenta “Favole di Fiume”
    • DURANTE IL FESTIVAL DEL FIUME “PADUS MIRABILIS”
      presentazione di “Favole di fiume”. Enrico Volpi dialogherà con l’autore del libro Luca Ponzi.
      “Favole di Fiume” è una raccolta di racconti che galleggiano su quello che per Giovannino Guareschi era l’unico fiume italiano, il Po. Molte delle nostre città sono nate lungo i fiumi, tutta la valle padana è figlia del medesimo fiume che ne è la spina dorsale. Così, seguendo un fil rouge narrativo che scorre attraverso le pagine di Guareschi o il grande affresco televisivo di Mario Soldati, anche queste Favole di fiume mostrano come il Po sia uno stato d’animo, un modo d’affrontare le cose della vita e un archivio di storie, memorie e sentimenti.
  • Sabato 24 settembre al MUPAC: “L’ENIGMA DELLA CROCE INCA” di Stefano Ventura
    • Claudia Calestani dialogherà con l’autore.
      Da un lontano passato risalente all’Impero dorato degli Inca giungono inaspettati messaggi legati alla simbologia andina. Toccherà a Ingrid, discendente della bella Yoana, ancora gravata dalla maledizione del dio Sole, assieme al fidanzato Robert, al padre Irven e a sua moglie Beatrice, esperta delle antiche civiltà, risolvere l’enigma che sembra turbare la felicità dei due giovani in attesa di un figlio. Sarà proprio la “dolce attesa” a riservare nuove sorprese.
  • Domenica 25 settembre al MUPAC al mattino “Workshop” con Alberto Ghizzi Panizza
    • dalle 9:30 alle 12:30 all’Aranciaia (ple Vittorio Veneto, 22 COLORNO – Parma), si svolgerà il WORKSHOP “PAESAGGIO e MACROFOTOGRAFIA” con il fotografo Alberto Ghizzi Panizza (Nikon School Master, ESO Photo Ambassador e Testimonial Nikon Europe). Durante il workshop verranno analizzate le tecniche e le attrezzature per realizzare fotografia creativa di paesaggio e fotografia a distanza ravvicinata: dai soggetti naturalistici allo still life. Scopriremo che anche senza attrezzatura specifica è possibile ottenere risultati entusiasmanti, ma impareremo altresì ad applicare nuove tecniche che permettono oggi di raggiungere risultati impensabili fino a qualche anno fa. Costo 30 euro.
  • Venerdì 7 ottobre al Mupac concerto Jazz – Q.Ensamble
    • “Il suono tra l’elettrico e l’elettronico, è impulso da brevi cellule ritmico armoniche che sviluppano improvvisazioni singole e collettive. I timbri allungano l’immediato”. Il concerto di musica electro nu jazz sarà accompagnato da immagini proiettate sul maxischermo alle spalle dei musicisti.
  • Sabato 8 e domenica 9 ottobre alla Venaria; Workshop del progetto Archivio Mobile Italiano con Sara Munari (http://www.archiviomobileitaliano.it/ ), con selezione dei migliori portfolio.
    • IDEARE E REALIZZARE UN’INDAGINE TERRITORIALE. PROGETTUALITÁ TRA DOCUMENTAZIONE E INTERPRETAZIONE. SABATO 8 ottobre -10.00-13.00 e 15.00-18.00 – DOMENICA 9 Ottobre -10.00-13.00 e 15.00-18.00. Durante la lettura i partecipanti condivideranno le proprie idee da sviluppare o i progetti iniziati e i docenti daranno i mezzi per continuare il lavoro o iniziarlo con una base solida per procedere correttamente nello sviluppo. Costo: 210 euro.

MOSTRE FOTOGRAFICHE AL MUPAC (ARANCIAIA)

Colorno Piazzale Vittorio Veneto 12

Orari: sabato 15,30 – 18,30, domenica 10,00 -12,00  e  15,30 – 18,30

Ingresso libero

  • CHIARA CUNZOLO – “FREE DOWN SYNDROME”

dal 26 Agosto al 25 settembre

Le malformazioni del tipo della sindrome di Down, dovute a un ben preciso e individuabile errore genetico, sono state facilmente diagnosticate con il ricorso all’ingegneria genetica.
Così è stato stimato che il 65% dei bambini in Norvegia, ai quali prima della nascita era stata diagnosticata la sindrome, sono stati abortiti. Le cifre sono ancor più gravi in altri Paesi. Per esempio gli abortiti in Gran Bretagna sono stati il 90%, il 95% in Spagna e quasi il 100% in Islanda. In Danimarca le nascite con la Sindrome sono diminuite in media del 13% all’anno dal 2004-2010. Il quotidiano danese ‘Berlinske’ il 5 gennaio 2012 pubblicò la notizia che il governo danese avrebbe reso gratuiti i test di diagnosi prenatale e che i nati Down, continuando a diminuire del 13% l’anno così come negli anni precedenti il 2012, arriveranno a scomparire del tutto entro il 2030″, rendendo così la nazione scandinava “il primo Paese al mondo ‘Down Syndrome free’. Libero dalla sindrome di Down.


Chiara dice di sè: nata e cresciuta a Livorno, mi sono laureata in Cinema e produzione multimediale e ho studiato Fotografia alla Scuola APAB di Firenze
Dal 2012 mi dedico costantemente a questo linguaggio.
Nel 2016 sono stata selezionata tra i 9 fotografi di Fotofactory, un programma promosso da Fondazione Fotografia Modena e Sky Arte HD,dove ho seguito un percorso di formazione dedicato al mondo dell’immagine, con workshop guidati da sei maestri della fotografia italiana: Toni Thorimbert, Davide Monteleone, Mario Cresci, Francesca Moscheni, Pino Musi e Vincenzo Castella.
?Ho iniziato la mia attività quando facevo ancora parte della Compagnia teatrale Mayor Von Frinzius formata da attori diversamente abili e non, condotti dal regista Lamberto Giannini.
Interessi e competenze sono confluiti inoltre nell’attività di formazione e ho iniziato a insegnare Fotografia nel 2013 presso la galleria Egg Visual art e negli anni ho portato avanti i corsi in altre realtà livornesi come Ops Spazio e Factory.
Ad oggi insegno presso Spazio, il coworking di cui sono fondatrice.

Nel 2022 ho frequentato il Master Ion fotografia contemporanea con Mustafa Sabbagh presso lo Spazio Labo (Bologna).

  • AUTORI VARI ARCHIVIO 3M “alberto sordi, L’UMANITA’ FRAGILE”

Dal 26 agosto al 6 novembre

E’ difficile che un attore sfugga all’identificazione con i “suoi” personaggi ed è quindi inevitabile che per il grande pubblico John Wayne sia un cowboy e Peter Sellers uno stralunato commissario di polizia, a prescindere dalle altre figure da loro interpretate.
Di Alberto Sordi si è invece detto che in tutti i suoi tantissimi film abbia messoin scena i limiti antropologici dalla pavidità all’opportunismo – dell’italiano medio di cui sarebbe diventato la più riuscita rappresentazione. Come Spesso succede in questi casi, le semplificazioni contengono un poco di verità ma non la esauriscono perché l’attore romano si è spinto fino a confini ben più ampi sapendo coniugare la
dimensione del grottesco a quella del tragico ma, soprattutto, facendo emergere una capacità interpretativa non certo circoscritta nei limiti della maschera. Per comprendere tutto ciò la fotografia si dimostra un mezzo di grande efficacia nel sottolineare gesti, posture, sguardi tutti da interpretare. Provenienti dall’Archivio della Fondazione 3M, queste immagini sono state scattare sui set di molti dei film di cui Alberto Sordi è stato protagonista e, proprio perché si soffermano sui primi piani e su situazioni che potrebbero altrimenti sfuggire, ci aiutano ad entrare nel suo mondo fatto di personaggi dai nomi quasi onomatopeici – Sasà Scimoni, Ubaldo Impallato, Antonio Mombelli – cui sa dare vita con una espressività ogni volta ricca di sfumature diverse. Dietro lo sguardo severo del maestro di “Bravissimo” e quello baldanzoso del maturo provinciale de “Il diavolo”, le espressioni enfatiche dell’incapace imprenditore de “Il boom” e la normalità tragicamente spiazzata di cui è vittima il protagonista de “Il mafioso” si nasconde un’umanità fragile che si muove troppo, ride anche quando non dovrebbe, fantastica imprese che non porterà a compimento, obbedisce alle direttive borghesi più convenzionali e comunque non dimentica mai di indossare giacca, camicia e cravatta. Talvolta, tuttavia, i personaggi di Alberto Sordi non hanno
avuto bisogno di nascondere la loro dimensione tragicamente dolente: per comprenderlo, basta guardare in queste efficacissime fotografie la delusione che si disegna sul volto del protagonista de “Il maestro di Vigevano” o quel gioco di rimandi con Vittorio Gassman grazie al quale disegna uno dei suoi capolavori interpretativi ne “La grande guerra”.
Roberto Mutti

  • COLLETTIVA “Travel World Pics” – Selezione delle migliori opere iscritte al concorso “Travel World Pics”

Dal 26 agosto al 25 settembre


A chiusura della rassegna estiva “Viaggi sotto le stelle” e come inizio del ColornoPhotoLife, al MUPAC sarà visibile una selezione di 40 opere (stampate in formato 70×50 cm) allestite in un ideale viaggio che ci accompagnerà in un percorso nel mondo dei viaggi fotografici.
Autori: Luigi Alloni, Giuseppe Bartuccio, Alessandra Bearzatto, Anna Rita Carrisi, Silvia Casali, Samuele Dall’Asta, Prashina Figuereido, Paola Fusani, Michel Guillaume, Ahamed Jaman Jehad, Usama Khan, Edmund Kurenia, Luca Maiorano, Roberto Malagoli, Alessandro Malaguti, Milena Masini, Francesco Munaro, Lara Ongaro, Barbara Orienti, Marco Parenti, Pia Parolin, Laura Pierangeli, Francesca Romana Semerano, Ettore Simonetti, Roberta Vagliani, Svetlin Yosifov.

  • “IL MISSISSIPPI” DI WILLIAM FERRIS

Dal 26 maggio al 6 novembre

Il sabato, la domenica e i giorni festivi sarà possibile ammirare alcuni degli iconici scatti fotografici di William Ferris, uno dei più importanti etnomusicologi americani.

Classe 1942 e nativo di Vicksburg – nel profondo Delta del Mississippi – William Reynolds Ferris si è fatto notare per la sua continua attività di studioso a favore della ricerca e della cultura del Sud degni USA.

Docente universitario alla Yale è stato nominato da Bill Clinton quale presidente della National Endworment for the Humanities ed è stato co-fondatore del Center for Southern Folklore ed ha all’attivo dieci libri, tra cui “Il Blues del Delta” edito in Italia dai festival Rootsway e dal Mississippi al Po, premiato dalla Blues Hall of Fame e ben 15 film documentari sul folklore del Sud statunitense.

Tra i tanti riconoscimenti ricevuti da Ferris quelli più importanti sono il Charles Frankel Prize in the Humanities conferito dal Presidente USA Clinton, il Chevalier e Officer in the Order of Arts and Letters della Francia e il recente Grammy Awards per i suoi lavori di ricercatore musicale.

Considerato anche come un importante fotografo ha avuto l’opportunità, nella sua lunga carriera, di immortalare alcuni momenti fondamentali della storia del blues americano, soprattutto in quelle terre a Sud della Mason-Dixon Line che hanno una particolare caratteristica che le rende molto simili, geograficamente e culturalmente – con il territorio parmense lungo il fiume Po, come lo stesso Ferris ha potuto constatare nella sua visita avvenuta nell’estate del 2011.

COLORNOPHOTOLIFE

  • 14, 15, 16 ottobre;
    • 14 ottobre ore 18,30 inaugurazione mostre in Reggia:
      •  “Nino Migliori” “L’Arte di ritrarre gli artisti” a cura di Sandro Parmiggiani
      • Marco Gualazzini “La crisi del lago Ciad”
    • 14 ottobre ore 21,00 inaugurazione festival presso MUPAC, con presentazione mostre fotografiche,
    • 15 e 16 Ottobre (sabato 10:00 – 18:00, domenica 9:30 12:30) – 12mo premio portfolio “Maria Luigia” 11ma tappa del Portfolio Italia 2022: ai tavoli di lettura si alterneranno critici fotografici, photoeditor e fotografi rappresentanti del panorama fotografico Italiano presso MUPAC:

Lettori Portfolio:

  • Federica Berzioli – Coordinatrice de IL FOTOGRAFO
  • Laura Manione – Curatrice progetti di cultura fotografica
  • Silvano Bicocchi – Direttore dipartimento Cultura FIAF
  • Massimo Mazzoli – Lettore FIAF
  • Orietta Bay – Lettore FIAF
  • Antonella Monzoni – Fotografa
  • Alessandro Gandolfi – Fotografo dell’agenzia ParalleloZero
  • Fulvio Merlak – Presidente emerito FIAF
  • Paola Riccardi – Curatrice progetti di cultura fotografica
  • Silvia Tampucci – Lettrice FIAF
  • Maria Teresa Cerretelli – Photoeditor
  • Claudia Ioan – Direttrice dipartimento didattica Fiaf
  • 15 ottobre ore 11,00 visita guidata alle mostre con Loredana De Pace
    • 15 ottobre ore 15,30 visita guidata alle mostre con Silvano Bicocchi
    • 15 ottobre presso il MUPAC dalle 10,00 alle 17,00 AVLAb a cura del DIAF
    • 15 ottobre ore 18,15 – Incontro con Guido Harari presentazione del libro : “50 anni di fotografie e incontri
    • 16 ottobre presso il MUPAC (domenica, 9:30 12:30) Premio a lettura fanzine Read-Zine. Tavolo di letture Fanzine composto da:
  • Isabella Tholozan – Caporedattrice di FOTOIT
  • Valeria Foschetti – curatrice del progetto La Fanzinoteca
  • Loredana De Pace- giornalista, curatrice
  • 16 ottobre presso il MUPAC – Presentazione Libri fotografici:
  • 15,30  “L’uomo Fotografico” di Fabiola di Maggio a cura di Silvano Bicocchi
  • 16,15 “I sentimenti dell’acqua”, talk con la visual artist milanese elsa lamartina, a cura di Loredana De Pace
  • 17,00  “Sangue Muto” di Anna Campanini a cura di Laura Manione
    • 16 ottobre ore 18,00 premiazione Read-Zine e Premio Portfolio Italia / Maria Luigia
    • 15-16 ottobre – Bookshop a cura di “Gente di Fotografia” con libri e fanzine fotografiche

Mostre fotografiche dal 15/10 al 13/11

Sale spositive Reggia di Colorno (ingresso a pagamento)

  • Reggia di Colorno Piazza Garibaldi, 26 – 43052 Colorno –  Biglietto intero € 8,00; Biglietto ridotto € 7,00

Parma, info: www.reggiadicolorno.it    Tel. +39. 0521.312545

  • Nino Migliori “L’Arte DI RITRARRE GLI artisti”

Di Nino Migliori si possono ammirare 86 opere inedite, quasi tutte ritratti di artisti da lui frequentati, realizzate tra gli anni cinquanta ed oggi, che consentono di ripercorrere, attraverso le diverse tecniche adottate, le ricerche e le esplorazioni del mezzo fotografico condotte nel corso di oltre settant’anni di attività.
Cinque le sezioni: i ritratti in bianco e nero, avviati negli anni ‘50, quando Migliori è a Venezia e frequenta la casa di Peggy Guggenheim, e sviluppati fino agli anni recenti; le immagini a colori nelle quali spesso opera una dislocazione dei piani e talvolta ritaglia le immagini e le ricolloca nello spazio; le sequenze di immagini tratte dal mezzo televisivo e concepite come fotogrammi in divenire; le grandi “trasfigurazioni” (100 x 100 cm) a colori in cui Migliori interviene “pittoricamente” sull’immagine; i ritratti recenti in bianco e nero “a lume di fiammifero”, che applicano alcune sue ricognizioni condotte su sculture “a lume di candela”. Molti sono i protagonisti della scena artistica che i visitatori della mostra riconosceranno attraverso i loro ritratti

Marco Gualazzini
  • Marco Gualazzini “La crisi del lago Ciad”

Una grave crisi umanitaria è in corso nel bacino del lago Ciad: oltre due milioni di rifugiati, cinque milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e cinquecentomila bambini affetti da malnutrizione acuta. Due fattori hanno causato quello che il New Yorker ha definito “il disastro umanitario più complesso del mondo”: la desertificazione del lago, che negli ultimi cinquant’anni ha perso il 90% della sua superficie, e il terrorismo di Boko Haram, che ha trasformato il bacino del lago nell’ultima frontiera della jihad in Africa. Il progetto illustra questa crisi, mostrando quale realtà vive la popolazione sulle isole e lungo le sponde del lago, dove le sabbie del deserto hanno sostituito le acque. Descrive l’ospedale di Bol, l’unico nella regione, dove i tre medici che vi lavorano cercano, nonostante la mancanza di fondi e risorse, di tenere sotto controllo la crisi umanitaria. Affronta come si vive nei campi profughi, dove migliaia di persone si aggrappano alla vita, senza possedere null’altro; racconta approfonditamente la storia del gruppo terroristico Boko Haram, attraverso un incontro con ex membri, e in particolare con Halima Adama, una kamikaze sopravvissuta a un attacco suicida da lei stessa compiuto. Questa giovane donna, che ora ha vent’anni, è stata costretta a compiere questa missione suicida a soli diciotto anni. Non è morta nell’esplosione, ma ha perso entrambe le gambe e ora è tornata a vivere con la sua famiglia nel villaggio di Gomirom Domouli. Questa drammatica testimonianza è di vitale importanza per comprendere l’orrore dell’estremismo islamico dal punto di vista di qualcuno che ha fatto parte di quel mondo e stava per intraprendere l’azione più estrema e violenta possibile in nome della causa jihadista.

Sale espositive Museo MUPAC 1° Piano (ingresso libero)

  • Aranciaia della Reggia di Colorno, piazzale Vittorio Veneto 12 – Colorno Parma – Orari: sabato e domenica 10,00-12,00 15,30- 18,30

Info: info@colornophotolife.it tel 349 3512737

Ilaria Sagarìa
  • Piena di grazia di Ilaria Sagarìa vincitrice della 18^ edizione di “Portfolio Italia 

Penelope, che attraversa il tempo e resiste al dubbio e alla paura.
Pandora, che porta dentro con sé il male del mondo e la speranza del futuro.
Antigone, che con il dissenso chiede pace e giustizia. Circe, votata all’incanto, travolta dal desiderio.
Medea, che sceglie la strada della crudeltà. E Maria, lei, piena di grazia.
Ilaria Sagaria sembra conoscerle tutte queste donne, sembra aver ascoltato con attenzione le loro voci e aver raccolto ognuna delle loro storie per restituircele attraverso il lessico e la consapevolezza dell’arte.
E le storie di queste donne rappresentano la complessità stessa del mondo femminile.
Madre, figlia, dea, maga. Identità diverse e storie diverse, accomunate dal desiderio di mostrarsi ed essere mostrate. Ed è proprio compito di chi utilizza gli strumenti dell’arte scandagliare la realtà, rileggerla, ricrearla e restituirla al mondo con un linguaggio universale.Le sue immagini narrano di fiabe mitologiche, di ritmi ancestrali, della carnalità dei corpi che si svelano al nostro sguardo e della gestualità che porta con sè significati profondi. Non c’è una storia. Le storie sono mille e ancora mille, come quelle di Sherazade.Favole che ci restituiscono la vita. Vita che diventa simbolo. Ed è proprio il simbolo che viene scelto con meticolosa cura in queste fotografie, perché non è oscuro, ma è comprensibile anche se complesso, perché fa parte interamente del nostro stratificato bagaglio culturale ed emotivo che guarda al passato ma vede nel presente….

  • “LOVE GIVER” di Simone Cerio vincitore del premio Umane Tracce 2021

Il luogo comune e l’ignoranza mostrano un disabile come un essere incapace di gestire il proprio corpo, e di conseguenza impossibilitato nel tessere rapporti sociali completi. Questa ghettizzazione sessuale non permette uno sviluppo normale e consapevole del proprio io ed un approccio corretto nei confronti dell’universo femminile o maschile che sia. Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma che relazionale, si risolvono in un costante stress psichico che affligge non poco l’esistenza di chi non possiede autonomia nell’uso del proprio corpo.
In Europa, a metà degli anni ’90, in Olanda, Germania e Svizzera, viene alla luce la figura dell’ “assistente sessuale”, ovvero una persona formata professionalmente nell’approccio a problemi di natura sessuale con persone diversamente abili. In Italia questa figura professionale non esiste ancora. C’è chi combatte questo preconcetto, come Max Ulivieri, con la creazione di piattaforme web di dialogo, blog e siti internet, per ottenere la firma di una petizione che abbia lo scopo di legalizzare la figura dell’assistente sessuale e ne permetta una formazione professionale riconosciuta.

Alessandro Gattuso
  • “COSMI” di  Alessandro Gattuso vincitore del premio “Maria Luigia 2021”

Se il corpo è la superficie che funge da cerniera tra interno ed esterno, Alessandro Gattuso ne sottolinea la capacità di farsi territorio liminale tra percezione individuale e sociale, tra rappresentazione e autorappresentazione. I giovani soggetti da lui scelti ingaggiano una relazione con chi li osserva, in primo luogo il fotografo attraverso il suo obiettivo, ma in generale noi tutti che ci sentiamo chiamati in causa da questi sguardi, quasi sfidati a prendere atto di una nudità che non è solo fisica. L’atto del mostrarsi diviene un esercizio di consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza; attraverso il linguaggio del corpo, con atteggiamenti che caso per caso rivelano confidenza o timidezza, sfrontatezza o sottrazione, fierezza o vulnerabilità, percepiamo tutte le sfaccettature di un processo di trasformazione che rifiuta l’idea di bellezza conforme per frammentarsi nelle sue infinite possibilità. I corpi immortalati in pose classiche, che rievocano i fanciulli di Wilhelm von Gloeden (1856-1931) nelle atmosfere idilliache dell’Arcadia, rivelano tutta la loro contemporaneità in un momento storico che cerca di dare un nuovo senso al concetto di “diversità” mettendo in discussione proprio il canone su cui si è fondata l’idea stessa di classico. Questi individui, ognuno con la propria storia, divengono quindi portavoce di un nuovo approccio universale che, nel rifiutare la forzata aderenza a etichette predefinite, rivendica la centralità e unicità del singolo.

Alebrto Sordi immagini dall’archivio 3M
  • “ALBERTO SORDI L’UMANITA’ FRAGILE” immagini dall’archivio 3M.
    • “IL MISSISSIPPI” di William Ferris

Aranciaia Piano Terra (ingresso libero)

  • Aranciaia della Reggia di Colorno, piazzale Vittorio Veneto 12 – Colorno Parma – Orari: sabato e domenica 10,00-12,00 15,30- 18,30

Le migliori fotografie dell’edizione 2022 del World Water Day Photo Contest.
A cura di Loredana De Pace.La creazione di una coscienza sul valore dell’acqua per chi ne dispone, la garanzia di accesso a risorse idriche sicure per chi ne vive quotidianamente la mancanza: questi sono gli ambiziosi obiettivi del World Water Day, la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalla Nazioni Unite che ricorre ogni 22 Marzo. Il Lions Club Seregno AID e Lions Acqua per la Vita MD108 Ets fanno proprio questo mandato attraverso il potente strumento della fotografia e organizzano annualmente dal 2017, in cooperazione con UN Water (organismo di coordinamento delle Nazioni Unite per le politiche sulle risorse idriche) il concorso fotografico World Water Day Photo Contest, con l’intento di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni bisognose di “Acqua per la Vita”. Con il ricavato delle prime cinque edizioni è stato realizzato in Burkina Faso il progetto umanitario idrico-agricolo “Koom la viim” (L’Acqua è vita).
L’esposizione Water, Making the Invisible Visible composta dalle migliori fotografie selezionate dalla giuria dell’edizione 2022, vuole dare voce a quelle storie nascoste, ma che hanno un urgente bisogno di essere raccontate. Per rendere omaggio a un contesto così importante come il Colorno Photo Life si è scelto di realizzare un viaggio attorno al mondo, dove ogni immagine racconta i diversi aspetti dell’acqua come diritto fondamentale dell’umanità. Per far riflettere il visitatore sugli effetti impietosi della carenza di acqua, dei cambiamenti climatici e della perdita degli ecosistemi nelle varie zone del nostro pianeta.
Ci si affaccia così su una esposizione che, oltre a catturare il pubblico con la bellezza delle immagini, vuole sensibilizzarlo su tematiche ambientali attraverso il potente strumento del reportage sociale.

Stefano Sabene
  •  “Leaves” di Stefano Sabene a cura di Loredana De Pace

Dai classici greci in poi, la letteratura associa il significato delle foglie a quanto di più effimero e precario, perfetta allegoria della caducità umana. Giuseppe Ungaretti, combattente della prima guerra mondiale, nella sua poesia “Soldati”, esprime questa condizione con gli scarni versi: “Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. La declinazione fotografica del tema Leaves (foglie, in italiano), progetto del fotografo e compositore romano Stefano Sabene, è prodotta attraverso l’utilizzo di uno scanner, sul quale l’autore ha posizionato una serie di foglie raccolte da terra al termine del loro ciclo vitale. Foglie scelte senza particolare attenzione al dato estetico, perché tutte, “avendo partecipato a quel mistero insondabile che è la vita, hanno pari dignità”, sottolinea l’autore, che prosegue: “La scansione digitale rivela in ogni foglia un armonioso microcosmo, nelle cui nervature sembra riprodursi l’immagine d’un albero intero. Il primo elemento che ho cercato di rendere è l’architettura delle linee portanti, determinata da una geometria variabile a seconda delle essenze, ma che risponde in tutte a una sola funzione: la fotosintesi; linee che finiscono nel frastagliarsi in reticoli sempre più fitti e sottili, generando textures fantasiose, di straordinaria complessità e interesse grafico. Il secondo elemento è il colore, che assumendo le cromie più imprevedibili diventa ulteriore testimone poetico e silenzioso della vita che si ostina a restare ancora con la foglia ritratta”. A Stefano Sabene è sembrato più efficace, ai fini espressivi, individuare dei ritagli delle scansioni originali, evitando una rappresentazione documentaria d’interesse meramente botanico, puntando invece a comporre immagini dai motivi astratti, risultanti di linee, textures, colori e luminanze. L’assenza di acqua, di un supporto nutritivo è assenza della vita stessa e questo progetto, queste Leaves ci raccontano anche di tale condizione.

  • Collettive a tema “L’acqua fonte di vita” dei gruppi:FotoClub Ferrara – “Le forme dell’acqua”Circolo La Torre –Arcola La Spezia – “…e il fiume scorre…”Gruppi fotografici Toscani – “Le vie d’acqua della toscana”Tank sviluppo immagine Forlì – “I fiumi della Romagna”Circolo Fotografico Petroniano Bologna – “Le voci dell’Acqua”Collettiva dei soci del GF Color’s Light “Quando l’uomo incontra l’acqua crea la storia” ricerca sul territorio della Bassa est.

presso municipio di Torrile (sede San Polo)

ingresso libero negli orari della sede comunale

  • “The Village” di Catalina Isabel Nucera

C’è un villaggio circondato da boschi nell’estremo sud della Bielorussia. Proprio vicino alla frontiera ucraina, dritto nel cuore della “zona d’esclusione” che circonda Chernobyl: trentaquattro anni dopo il disastro nucleare del 26 aprile 1986, la sua terra ha una contaminazione di 31 curie per chilometro quadrato, i suoi abitanti – 312, compresi 90 bambini – hanno in corpo ben più di un millisievert (unità di misura dell’energia radioattiva assorbita da organi e tessuti umani), oltre la norma. Eppure, non c’è traccia di controlli. Kirov è un luogo fuori dal tempo: il passato, qui, è troppo pesante da ricordare, e il futuro troppo difficile da immaginare. Il ricordo del disastro rimane nei documenti ufficiali, nei barattoli delle conserve stipati nelle dispense, nel tessuto carnoso dei funghi contaminati da cesio 137 che qui la gente ama raccogliere e mangiare, ma sbiadisce dalla memoria di chi, per continuare a vivere, preferisce dimenticare. The Village è uno sguardo sulla resilienza e l’ostinazione di chi in questo posto fantasma, sulla soglia dell’impossibile, continua a vivere, seppellendo in questa terra i propri morti e piantando sempre in essa i propri semi. La verità è che questo villaggio esiste solo per la sua gente, come se questo fosse l’unico luogo possibile da poter, nonostante tutto, chiamare “Casa”

  • Mostre diffuse Collettiva del gruppo Parmafotografica presso Negozio piazzale V. Veneto“Di matrimonio vestita” di La Sullivan presso “Turquoise”“Acqua” di Caleffi Emanuele presso Farmacia Siviero“Dove finiscono le stelle” – Flavio Ghiretti presso Cornici Cristina“Appunti Benecetesi” di Gianni Mantovani presso il Bar Rebecchi“L’acqua che dorme” di Iara di Stefano presso “Recuperando Fede”“ il fiume” Licia Usuai presso Moi Aussi “Le Cattedrali delle Acque” di Maurizio Ligabue presso A&O“Acqua che scorre” di Bruno Frazzi presso Martani Abbigliamento“Red Future” di Laura Misurata presso il bar “I Soliti”“Fresh” di Sara Fantozzi presso Borlenghi“PER AQAM” collettiva di IDEAIMMAGINE PIACENZA – presso Venaria“Goccia dopo Goccia” di Graziano Andreassi presso ristorante “Stendhal” di Sacca“Tra i due Argini” collettiva del Lab. Giovani di Colorno presso “la tenda degli argini” di Vedole “HERBARIO FLUENS”  di Annarita Mantovani presso Oreficeria Mariotti

ALTRI APPUNTAMENTI DEL DOPO FESTIVAL al MUPAC

  • 21 ottobre ore 2100  Performance musica Jazz e pittura elettronica.
  • 22 ottobre – workshop COME (e perché) FARE UNA FANZINE,docente Loredana De Pace. A seguire, ore 18,00 presentazione fanzine I(o)sola di Isabella Tholozan
  • 23 ottobre ore 18,00 – concerto con proiezione immagini di Sandro Pezzi “Canzoni dalla Pioggia”
  • 6 novembre ore 16,00 Premiazione concorso #ILSORRISOCHENONSIDIMENTICA2022
  • 6 novembre ore 18,00 Concerto musica Armena
  • 19 novembre ore 9,30 – 12,30 visita Guidata all’archivio fotografico dello CSAC
  • 19 novembre Ore 15,00 presso Venaria conferenza con Silvano Bicocchi “La fotografia artistica nell’epoca della postfotografia” e “La furia delle immagini”.

INFO E PRENOTAZIONI:

Sito web: http://www.colornophotolife.it

E-mail: info@colornophotolife.itprenotazioni@colornophotolife.it

Cell. 3485259409

Mostre di fotografia da non perdere a giugno.

Ciao!

Di seguito trovate mostre interessantissime da non perdere nel mese di giugno!

Anna

VIVERE IN ALTO. IN MONTAGNA CON I FOTOGRAFI MAGNUM

Philip Jones Griffiths, Edge of the Gobi Desert, Mongolia, 1964 © Philip Jones Griffiths / Magnum Photos

“Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano”, scriveva William Blake. Lo vedremo anche in Val di Sole, che per l’occasione si trasformerà nella Valle della Fotografia. A creare un legame diretto tra il progetto espositivo di Castel Caldes e lo spettacolare teatro delle Dolomiti, saranno gli scatti del fotografo Paolo Pellegrin, ospite di questi luoghi incantati grazie a un programma di residenze artistiche. Le immagini catturate dal reporter Magnum tra l’Adamello, l’Ortles Cevedale e il gruppo del Brenta saranno esposte all’aperto in una mostra diffusa ed ecosostenibile da scoprire in mezzo a boschi, pascoli, malghe e ruscelli, lungo il nuovo Sentiero della Fotografia.

Castello di Caldes (Trento) dal 17 giugno al 9 ottobre

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ELLIOTT ERWITT. 100 FOTOGRAFIE

© Elliott Erwitt | Elliott Erwitt, USA, Wilmington, North Carolina, 1950

Dal 27 maggio al 16 ottobre 2022, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita una retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt (Parigi, 1928), uno dei più importanti fotografi del Novecento.
L’esposizione, curata da Biba Giacchetti, organizzata dal Museo Diocesano in collaborazione con SudEst57, col patrocinio del Comune di Milano, sponsor Credit Agricole e media partner IGP Decaux, presenta cento dei suoi scatti più famosi, da quelli più iconici in bianco e nero a quelli, meno conosciuti, a colori che Erwitt aveva deciso di utilizzare per i suoi lavori editoriali, istituzionali e pubblicitari, dalla politica al sociale, dall’architettura al cinema e alla moda.
 
“Anche quest’anno – dichiara Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano – il Museo Diocesano propone per il periodo estivo una mostra di fotografia, aprendosi alla città anche in orario serale e offrendo nel gradevole spazio del chiostro diverse attività culturali”.
“Le sale del museo – prosegue Nadia Righi – accolgono una importante retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt, uno dei più straordinari fotografi, ancora vivente, del quale presentiamo le immagini più iconiche affiancate ad altre meno note, sia in bianco e nero che a colori. Tanti sono i temi toccati da Erwitt nel corso della sua lunga carriera: i ritratti di importanti personaggi del mondo della politica o dello spettacolo, i grandi fatti della storia, i bambini, i reportage di viaggio, ma anche la propria famiglia. Egli guarda sempre alla realtà, da quella più nota a quella più intima e personale, con uno sguardo curioso, talvolta con una sottile e delicata ironia che rende i suoi scatti sempre affascinanti e capaci di portare nuove riflessioni”.
 
“Elliott ed io – afferma Biba Giacchetti – salutiamo con entusiasmo questa retrospettiva che il Museo Diocesano ha voluto dedicargli. Elliott è molto legato a Milano, città dove trascorse l’infanzia fino alla partenza per gli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. La selezione delle immagini in mostra, molte delle quali mai esposte a Milano, è stata curata da me in stretta collaborazione con Elliott, come ogni progetto che lo riguarda”.
“Sono certa – conclude Biba Giacchetti – che questa selezione delle sue icone più note affiancate ad immagini inedite a Milano, potrà generare una nuova curiosità, che si aggiungerà all’amore che da sempre accompagna gli scatti di questo grande fotografo”.
Il percorso espositivo ripercorre l’intera carriera dell’autore americano offre uno spaccato della storia e del costume del Novecento, attraverso la sua tipica ironia, pervasa da una vena surreale e romantica, che lo ha identificato come il fotografo della commedia umana.
L’obiettivo di Erwitt ha spesso anche colto momenti e situazioni che si sono iscritte nell’immaginario collettivo come vere e proprie icone; è il caso dello scatto con Nixon e Kruscev a Mosca nel 1959, talmente efficace che lo staff del presidente degli Stati Uniti se ne appropriò per farne un’arma nella sua campagna elettorale, dell’immagine tragica e struggente di Jackie Kennedy in lacrime dietro il velo nero durante il funerale del marito, del celebre incontro di pugilato tra Muhammad Ali e Joe Frazier del 1971, o ancora di un giovane Arnold Schwarzenegger in veste di culturista durante una performance al Whitney Museum di New York.
Grande ritrattista, Erwitt ha immortalato numerose personalità che hanno caratterizzato la storia del XX secolo, dai padri della rivoluzione cubana, Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, in una rara espressione sorridente, ai presidenti americani che ha fotografato dagli anni cinquanta fino a oggi con una particolare predilezione per J.F. Kennedy che stimava e che fissò sulla pellicola in una posa ufficiale e in una insolita, mentre fuma indisturbato durante la convention democratica nel 1960.
In questa galleria di personaggi, un angolo particolare è riservato a Marilyn Monroe, forse la stella del cinema più fotografata di tutti i tempi, colta sia in momenti privati e intimi, sia nei momenti di pausa sui set dei film; di lei, Erwitt ammirava, più che la bellezza, la capacità di flirtare con l’obiettivo, che rendeva remota la possibilità di sbagliare lo scatto.
Uno dei temi ricorrenti nella carriera di Erwitt è quello dei bambini che ama – ha avuto sei figli e un numero esponenziale di nipoti – e con i quali ha sempre avuto un rapporto speciale. Alle immagini tranquillizzanti, in cui i piccoli sono colti nella loro allegria, la bambina di Puerto Rico o i ragazzini irlandesi, entrambi fotografati per una campagna di promozione turistica dei due paesi.
A questi scatti si affiancano quelli dedicati agli animali, in particolare ai cani, presi in pose il più delle volte buffe o che richiamano un atteggiamento antropomorfo d’imitazione dell’uomo.
Al Museo Diocesano di Milano non mancano le immagini che rivelano lo spirito romantico di Erwitt e che mostrano coppie d’innamorati che si scambiano momenti di tenerezza all’interno delle auto o si abbracciano in place du Trocadéro davanti alla Tour Eiffel in un giorno di pioggia, mentre la silhouette di un uomo salta una pozzanghera.
Grande viaggiatore, Erwitt ha documentato le società e le vicende della gente comune dei paesi che visitava come fotoreporter, dalla Francia alla Spagna, dall’Italia alla Polonia, dal Giappone alla Russia, agli Stati Uniti e gli scorci di vita delle metropoli americane.
Accompagna la mostra un volume SudEst con testi di Elliott Erwitt e Biba Giacchetti. 

Dal 27 Maggio 2022 al 16 Ottobre 2022 – Museo Diocesano Carlo Maria Martini – Milano

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IMP Festival – International Month of Photojournalism

©Darcy Padilla

Anche quest’anno Padova ospita la nuova edizione del Festival internazionale di fotogiornalismo (Imp), il primo evento in Italia dedicato esclusivamente a questo genere fotografico. Dal 3 al 26 giugno saranno esposti i progetti di circa quaranta autori, italiani e stranieri, in diversi luoghi della città.

Basandosi sulle critiche della World press photo foundation, che gestisce il più importante premio di fotogiornalismo al mondo e che ha sottolineato come le fotografe siano generalmente meno rappresentate rispetto ai loro colleghi maschi, insieme alla tendenza a privilegiare comunque le opere di autori occidentali, il festival si è impegnato a dare maggiore spazio alle donne (circa il 70 per cento delle mostre) e a progetti provenienti da tutti e cinque i continenti.

Una delle mostre principali è Of suffering and time di Darcy Padilla, che approfondisce il suo lungo racconto cominciato negli anni novanta nell’Ambassador hotel di San Francisco, soprannominato “The aids hotel” perché ospitava i malati che non avevano né casa né famiglia e che gli ospedali, sovraffollati, rifiutavano di tenere perché non c’era niente da fare per curarli se non somministrare morfina. Da questa esperienza è nato anche The Julie project, opera fondamentale nel reportage a lungo termine, in cui la fotografa statunitense ha seguito la vita di Julie Baird (una delle ospiti dell’hotel) dal 1993 fino alla sua morte, avvenuta nel 2010.

Gideon Mendel ci porta invece tra Australia, Grecia, Canada e Stati Uniti, dove dal 2020 ha documentato gli incendi che hanno devastato ettari di foreste e messo a rischio intere comunità. In Burning world il fotografo sudafricano preferisce arrivare quando le fiamme sono ormai spente e osservare l’impatto della crisi ambientale sulla vita delle persone.

Grozny: nine cities è un approfondimento realizzato da tre fotografe russe – Maria Morina, Oksana Yushko, Olga Kravets – sulla complessità della Cecenia contemporanea, dalla fine del conflitto con la Russia nel 2009. A Grozny le ferite e l’odio seminato dalla guerra sono mascherati dai centri di bellezza, dai suv e dai bar alla moda, ma il dissenso non è permesso e i carri armati russi sfilano ancora insieme ai sostenitori idolatranti del presidente Ramzan Kadyrov.

3 – 26 GIUGNO 2022 – Padova – sedi varie

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SEBASTIÃO SALGADO. ALTRE AMERICHE

© Sebastião Salgado/Contrasto | Sebastião Salgado, Guatemala, 1978

Sarà inaugurata il 20 maggio 2022 alle 19.30 la mostra di Sebastião Salgado nelle sale del Castello Aragonese di Otranto. Curata da Lélia Wanick Salgado, promossa dal Comune di Otranto e organizzata da Contrasto, resterà visitabile fino al 2 novembre 2022. 

Una mostra finora inedita in Italia, Altre Americhe è il primo grande progetto fotografico realizzato da Sebastião Salgado, quando dopo anni di vita in Europa, decise di tornare a conoscere e riconoscere la sua terra, il Brasile e l’American Latina. Munito di una macchina fotografica, nei numerosi viaggi compiuti tra il 1977 e il 1984, ha percorso un intero continente cercando di cogliere, nel suo bianco e nero pastoso e teatrale, l’essenza di una terra e la ragione di una lunga tradizione culturale. Il risultato è un corpus di immagini di grande forza che evoca il valore di un continente, la sua economia, la sua religiosità e la persistenza delle culture contadine e indiane. 

Come ha affermato Salgado stesso, “quando ho cominciato questo lavoro, nel 1977, […] il mio unico desiderio era ritornare a casa mia, in quella amata America Latina […]. Armato di tutto un arsenale di chimere, decisi di tuffarmi nel cuore di quell’universo irreale, di queste Americhe latine così misteriose, sofferenti, eroiche e piene di nobiltà. Questo lavoro durò sette anni, o piuttosto sette secoli, per me, perché tornavo indietro nel tempo”.

“Siamo veramente felici di ospitare una mostra di Sebastião Salgado, considerato uno dei più grandi fotografi contemporanei a livello mondiale – sostiene Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto.
Un attento osservatore di quella che egli definisce la ‘famiglia umana’. Per anni in giro per il mondo narrando, attraverso i suoi scatti, storie di popoli e di un pianeta spesse volte martoriato. 
Le sue foto in bianco e nero mostrano il suo progetto di vita e documentano i cambiamenti ambientali, economici e politici degli ultimi decenni.
I visitatori sapranno certamente apprezzare gli scatti del fotografo brasiliano che ha fatto del suo lavoro una missione. Nonostante gli ultimi due anni ci hanno messo a dura prova, abbiamo comunque sempre garantito mostre di qualità nel Castello Aragonese – prosegue il sindaco Cariddi, contenitore culturale ormai divenuto cuore pulsante della nostra città, centro culturale che ospita ogni anno eventi, iniziative, installazioni di livello internazionale”.

In esposizione a Otranto, per la prima volta 65 opere di tre diversi formati. L’intensità delle fotografie in bianco e nero, la loro potenza plastica, hanno confermato per il mondo intero la nascita di un grande fotografo e un narratore del nostro tempo: Sebastião Salgado.

Come ha detto Alan Riding, del New York Times, Le fotografie di Salgado catturano di volta in volta la luce e l’oscurità del cielo e dell’esistenza, la tenerezza e il sentimento che coesistono con la durezza e la crudeltà. Salgado è andato a cercare un angolo dimenticato delle Americhe, erigendolo a prisma attraverso il quale può essere osservato il continente nel suo complesso. […] Salgado è il creatore di un archivio, il custode di un mondo, di cui celebra l’isolamento. Così facendo, mira a suscitare emozioni problematiche e contraddittorie. E anche in questo caso, ci riesce in pieno”.

Dal 20 Maggio 2022 al 02 Novembre 2022 – Castello Aragonese – Otranto (LE)

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LA FLEUR – Erminio Annunzi

La Fleur (il fiore): trovo veramente calzante la versione femminile che la lingua francese propone rispetto al termine maschile della lingua italiana, perché ci introduce efficacemente e delicatamente nel mondo femminile, splendidamente rappresentato da questo gioiello della natura. Bellezza, eleganza, femminilità, sensualità, fragranza, sono solo alcuni aggettivi rappresentativi dell’universo donna, interpretati e letti attraverso l’elemento, primario ed antico, con cui la natura perpetua le specie vegetali e la vita sul nostro piccolo mondo.

La chiave che esalta con sublime efficacia la forma e le delicate volute delle corolle e dei petali, è data dalla scelta di isolare e decontestualizzare il fiore, posandolo su un fondo monocromatico come sospeso nel tempo; un isolamento visivo che permette di cogliere l’essenza singolare del suo incarnare eleganza e bellezza.

Siamo abituati  a creare parallelismi tra il fiore e la femminilità, e questo lega in modo solido la descrizione della donna  in un panorama di idealizzata bellezza, fortemente pervaso anche di sensualità e sessualità.

Nulla di esplicito, solo un delicato richiamo a quella componente corporale derivata dalla presa di coscienza che il fiore è un “corpus” gentile, dedicato alla riproduzione ed alla perpetuazione della specie, un organo sessuale ammantato di profumi, di dolci effluvi e di meravigliosa bellezza.

Da questo tripudio d’esaltazione dell’incanto floreale, si rivelano le scelte stilistiche di Erminio Annunzi; la scelta di creare una sorta di composizione multipla del fiore ripreso (da notare che sono tutti fiori fotografati in natura), crea una nuova bellezza visiva che si amplifica nel ridotto spazio del frame fotografico, in una volontà di moltiplicarsi sempre di più fino all’infinito.

In ultimo, ma non ultimo, il ricorso all’essenzialità di un bianco e nero semplice ed elegante, fa il paio con l’intima sostanza, l’estrema semplicità e l’esaltante simbologia che il fiore richiama ai nostri occhi, alla nostra mente e al nostro cuore.

Dal 16 giugno – Musa Fotografia – Monza

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GIANNI BERENGO GARDIN. L’OCCHIO COME MESTIERE

Gianni Berengo Gardin, Siena, 1983 © Gianni Berengo Gardin I Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

L’uomo e il suo spazio sociale nella natura concreta e analogica del maestro della fotografia di reportage e indagine sociale. Il racconto si snoda lungo un percorso di oltre 150 fotografie, tra le più celebri, le meno conosciute, fino a quelle inedite: un patrimonio visivo unico, dal dopoguerra a oggi, caratterizzato dalla coerenza nelle scelte linguistiche e da un approccio “artigianale” alla pratica fotografica.

Dalla Venezia delle prime immagini alla Milano dell’industria, degli intellettuali, delle lotte operaie; dai luoghi del lavoro (i reportage realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli, e soprattutto Olivetti) a quelli della vita quotidiana; dagli ospedali psichiatrici (con Morire di classe del 1968), all’universo degli zingari; dai tanti piccoli borghi rurali alle grandi città; dall’Aquila colpita dal terremoto al MAXXI in costruzione fotografato nel 2009.

Attraverso un percorso fluido e non cronologico, la mostra offre una riflessione sui caratteri peculiari della ricerca di Berengo Gardin: la centralità dell’uomo e della sua collocazione nello spazio sociale; la natura concretamente ma anche poeticamente analogica della sua “vera” fotografia (non tagliata, non manipolata); la potenza e la specificità del suo modo di costruire la sequenza narrativa, che non lascia spazio a semplici descrizioni dello spazio ma costruisce naturalmente storie.

Dal 04 Maggio 2022 al 18 Settembre 2022 – MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo – Roma

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PHOTOLUX 2022 – YOU CAN CALL IT LOVE

Simone Cerio, Religo
© Simone Cerio | Simone Cerio, Religo

Dal 21 maggio al 12 giugno 2022, Lucca ospita You can call it Love, la nuova edizione di Photolux Festival – Biennale Internazionale di Fotografia di Lucca, uno degli appuntamenti più interessanti e attesi del panorama europeo, interamente dedicati alla fotografia. 

Il tema del Festival, scelto dal comitato di direzione artistica composto da Rica Cerbarano, Francesco Colombelli, Chiara Ruberti ed Enrico Stefanelli, è l’amore.

Un ricco programma di oltre 20 esposizioni
, ospitate in alcuni dei luoghi più prestigiosi nel centro della città toscana, e una serie d’iniziative collaterali come conferenze, workshop, letture portfolio, incontri con i protagonisti della fotografia internazionale. 

Tra gli appuntamenti più attesi, due anteprime italiane: la monografica di Seiichi Furuya (Giappone) con il progetto Face to Face, capitolo conclusivo delle Mémoires, un percorso portato avanti dall’autore da oltre trent’anni con l’intento di custodire, elaborare, celebrare la memoria della compagna Christine e dei sette anni d’amore vissuti insieme, e l’installazione di Erik Kessels (Paesi Bassi)per il sedicesimo capitolo del suo In Almost Every Pictures, dedicato alla creatività erotica messa in scena nel salotto di casa dai due coniugi Noud e Ruby. 

Tra gli altri progetti, PIMO Dictionary il vocabolario domestico creato dall’artista cinese Pixy Liao (Cina) insieme al compagno Moro, Love that dare not speak its name di Marta Bogdańska (Polonia), sulla figura di Selma Lagerlöf, primo capitolo di un ambizioso lavoro sulle biografie queer di importanti personaggi della letteratura, della cultura e dell’arte, a una grande mostra collettiva sul ritratto di famiglia e Religo, il lavoro di Simone Cerio (Italia) che racconta della comunità LGBTQ+ all’interno di quella cattolica.

“La selezione di autori presentati nell’edizione 2022 di Photolux – affermano i componenti della direzione artistica del festival – porta in luce la molteplicità di approcci possibili, alcuni inediti e contemporanei, altri più classici e tradizionali, al tema dell’amore, che si traducono nel racconto di storie e incontri unici e diversi tra loro, dove ognuno di noi può ritrovare un po’ di se stesso”.
“Costruendo la proposta espositiva di You can call it Love abbiamo pensato alla fotografia non più come specchio né come finestra – citando la distinzione storica di Szarkowski –, ma come una macchina a raggi X, capace di vedere attraverso di noi e dare voce ad alcune sensazioni, desideri, emozioni che neanche sappiamo di avere”.

“Il greco antico – proseguono i componenti della direzione artistica del festival – utilizzava diversi termini per definire le possibili declinazioni dell’amore; la maggior parte delle lingue moderne non è così precisa. Il lessico a nostra disposizione sembra, per pudore o per inadeguatezza, non riuscire a delineare nella sua completezza il caleidoscopio di sentimenti che la vita ci offre ogni giorno, comprimendo così le molteplici sfumature di quello che, per comodità, siamo abituati a chiamare Amore. La fotografia ci restituisce una rappresentazione stratificata e poliforme dell’Amore, ed è proprio nella molteplicità del linguaggio fotografico che si riversano le infinite possibilità del “discorso amoroso” di cui parlava Barthes: un discorso frammentario, perché complesso, ma necessario e, nella sua inafferrabilità, onnipresente nella vita di ognuno di noi”.

Dal 21 Maggio 2022 al 12 Giugno 2022 – Lucca – Sedi varie

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ENRICO GENOVESI. NOMADELFIA. UN’OASI DI FRATERNITÀ

Sabato 14 maggio dalle ore 19.00 – presso la sede in Via Costanzo Cloro 58, Roma – inaugura la mostra fotografica “Nomadelfia. Un’oasi di fraternità”. Sarà presente l’autore, il fotografo Enrico Genovesi.

Dai termini greci nomos e adelphia, che significa: “Dove la fraternità è legge”, Nomadelfia è un popolo comunitario, più che una comunità, ed è situato vicino alla città di Grosseto in Toscana (Italia). Un piccolo popolo con una sua Costituzione che si basa sul Vangelo. Fondata nel 1948 nell’ex campo di concentramento di Fossoli da don Zeno Saltini, il suo scopo: dare un papà e una mamma ai bambini abbandonati. Attualmente conta circa 300 persone, 50 famiglie suddivise in 11 gruppi, di cui quasi la metà bambini e ragazzi, parte pulsante della comunità.

Nomadelfia ha una sua storia, una sua cultura, una sua legge, un suo linguaggio, un suo costume di vita, una sua tradizione. È una popolazione con tutte le componenti: uomini, donne, sacerdoti, famiglie, figli. Per lo Stato è un’associazione civile organizzata sotto forma di cooperativa di lavoro, per la Chiesa è una parrocchia e un’associazione privata tra fedeli. Tutti  i beni sono in comune, non circolano soldi, non ci sono negozi ma soltanto magazzini. I generi alimentari vengono distribuiti ai “Gruppi Familiari” in proporzione al numero delle persone e secondo le necessità dei singoli. Nello spirito dei consigli evangelici la popolazione di Nomadelfia conduce una vita caratterizzata da “sobrietà” cioè secondo le vere esigenze umane.

Dal 14 Maggio 2022 al 09 Giugno 2022 – WSP Photography – Roma

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ROBERT DOISNEAU

© Atelier Robert Doisneau | Robert Doisneau, L’information scolaire, Paris 1956 

Mostra dedicata al grande maestro della fotografia Robert Doisneau.

Sono esposti oltre 130 scatti in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, attraverso i quali Doisneau, considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada, ha catturato la vita quotidiana e le emozioni degli uomini e delle donne che popolavano Parigi e la sua banlieue, nel periodo dall’inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Cinquanta, il più prolifico per l’artista.

Dal 28 Maggio 2022 al 04 Settembre 2022 – Museo dell’Ara Pacis – Roma

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SHOOTING IN SARAJEVO

© Luigi Ottani

A trent’anni di distanza dall’inizio dell’assedio più lungo della storia recente, il fotografo Luigi Ottani e l’attrice, autrice e documentarista Roberta Biagiarelli portano a Villa Greppi la mostra allestita lo scorso aprile lungo il tristemente celebre “Viale dei cecchini” di Sarajevo. Si tratta di “Shooting in Sarajevo”, un’esposizione nata dal progetto che dalla primavera del 2015 ha visto Ottani e Biagiarelli tornare negli stessi luoghi da cui i cecchini tenevano sotto assedio Sarajevo e i suoi abitanti, scattando da lì le fotografie oggi in mostra. Gli appartamenti di Grbavica, l’Holiday Inn, la caserma Maresciallo Tito, le postazioni di montagna sono divenuti il punto di vista ideale per perdersi nella mente di chi, da quegli stessi luoghi, inquadrava per uccidere. Sono stati giorni di attese, di passaggi di uomini, donne e bambini, aspettando che il soggetto, ignaro, arrivasse al centro del mirino per fermare il momento. Un progetto editoriale divenuto mostra e che, per gli autori, vuole essere un gesto di affetto per Sarajevo, per le vittime, per i sopravvissuti e per tutti coloro che ancora oggi si trovano in ostaggio in aree di conflitto.

dal 2 al 19 Giugno 2022 – Antico Granaio di Villa Greppi, Monticello Brianza 8LC9

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GUIDO HARARI. REMAIN IN LIGHT. 50 ANNI DI FOTOGRAFIE E INCONTRI

© Guido Harari Photography

Da sempre Epson è partner dei progetti di Guido Harari e questa collaborazione si riconferma oggi con un’importante mostra antologica, “Remain In Light. 50 anni di fotografie e incontri”, che ripercorre l’intera carriera dell’eclettico fotografo, da sempre legato al mondo della musica, della cultura e della società anche come autore di libri, curatore di mostre, gallerista ed editore.

Oltre 250 fotografie di Harari, che verranno esposte in diverse sedi italiane a partire dalla Mole Vanvitelliana di Ancona dal 2 giugno al 9 ottobre 2022, raccontano i grandi protagonisti della musica e le maggiori personalità del nostro tempo, da David Bowie a Bob Dylan, Josè Saramago, Bob Marley, Lou Reed, Giorgio Armani, Fabrizio De André, Vasco Rossi, Ennio Morricone, Dario Fo e Franca Rame, Rita Levi Montalcini, Sebastiao Salgado, Greta Thunberg, Marcello Mastroianni, Tom Waits. 
Sono ritratti indimenticabili, quelli realizzati da Guido Harari, che raccontano la dimensione intima dei suoi incontri con grande intensità ed emozione, immagini che prendono vita attraverso la tecnologia di stampa, gli inchiostri e la carta fotografica Epson Luster, capace di restituire ogni sfumatura del colore o profondità del bianco e nero.

Dal 02 Giugno 2022 al 09 Ottobre 2022 – Mole Vanvitelliana – Ancona

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WORLD PRESS PHOTO 2022

World Press Photo of the Year. Amber Bracken for the New York Times, Kamloops Residential School
 

Dal 7 maggio al 3 luglio 2022, il Forte di Bard ospita la nuova edizione di World Press Photo, il più prestigioso premio al mondo di fotogiornalismo. World Press Photo 2022 si conferma l’appuntamento che restituisce al mondo intero la enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, rivelandone il fondamentale ruolo di testimonianza storica del nostro tempo. Il premio, giunto alla 67esima edizione, è stato ideato nel 1955 dalla World Press Photo Foundation, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam, ha visto quest’anno la partecipazione di 4066 fotografi di 130 Paesi, per un totale di 64.823 immagini candidate. La valutazione ha coinvolto giurie regionali e una giuria globale di 31 componenti altamente qualificati. 
 
A differenza degli anni precedenti, quando era organizzato in categorie tematiche, il concorso è suddiviso in sei aree geografiche, divise a loro volta in quattro categorie in base al formato dell’immagine. Le macro aree sono Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania. Ogni area prevede quattro categorie: Singles, Stories, Long-Term Projects e Open Format. Tra i 24 vincitori in ciascuna delle quattro categorie la giuria ha selezionato i quattro vincitori globali: World Press Photo of the Year, World Press Photo Story of the YearWorld Press Photo Long-Term Project Award e World Press Photo Open Format Award.
I 24 vincitori provengono da 23 Paesi: Argentina, Australia, Bangladesh, Brasile, Canada, Colombia, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Grecia, India, Indonesia, Giappone, Madagascar, Messico, Nigeria, Paesi Bassi, Norvegia, Palestina, Russia, Sudan e Thailandia.
 
Ad aggiudicarsi il titolo di World Press Photo of the Year è stato lo scatto Kamloops Residential School della fotografa canadese Amber Bracken. L’immagine immortala una successione di abiti rossi appesi a delle croci lungo la strada. Una sorta di memoriale a cielo aperto per ricordare i 215 bambini morti presso la Kamloops Indian Residential School in Canada, dove venivano forzatamente inviati i figli delle famiglie di nativi locali, i cui resti sono stati ritrovati in una fossa comune. Ha commentato Rena Effendi, presidente della giuria: «È un’immagine che si imprime nella memoria. Che suscita un’immediata reazione. Posso quasi percepire la quiete in questa fotografia. Una sorta di resa dei conti nella storia della colonizzazione. Non solo in Canada ma in tutto il mondo». E’ la prima volta nei 67 anni del Premio che vince una fotografia che non ritrae persone.
 
Il riconoscimento per la Storia dell’anno è andato al progetto Saving Forests with Fire dell’australiano Matthew Abbott. La serie documenta la pratica degli incendi boschivi controllati che da migliaia di anni gli Nawarddeken del West Arnhem Land, in Australia, utilizzano per gestire le loro terre. 

È Amazonian Dystopia del fotografo brasiliano Lalo de Almeida lo scatto vincitore del Long-term Project Award. La serie documenta lo sfruttamento della Foresta amazzonica, che ha avuto grande impulso sotto il governo di Bolsonaro. Un patrimonio di biodiversità compromesso dalla deforestazione, dalle attività estrattive e dalla costruzione di infrastrutture. Tutte attività che mettono gravemente in pericolo non solo la natura ma anche le popolazioni che qui vivono.
 
L’Open Format Award è andato a Blood is a Seed della fotografa ecuadoriana Isadora Romero. La serie è un viaggio nel villaggio di Une nel dipartimento di Cundinamarca, in Colombia. Qui, il nonno e la bisnonna dell’autrice erano “guardiani dei semi” e coltivavano diverse varietà di patate, di cui ne rimangono solo due. Attraverso una storia personale, dunque, Isadora Romero affronta questioni legate alla perdita di biodiversità, alla migrazione forzata, alla colonizzazione e al venir meno di tradizioni antiche.
 
Nell’allestimento al Forte di Bard sarà presente anche il The Winner Wall, un maxicombo di 3×5 metri di grandezza che presenterà le migliori foto vincitrici del premio Foto dell’Anno dal 1955, anno della prima mostra, ad oggi. 

 Dal 07 Maggio 2022 al 03 Luglio 2022 – Forte di Bard – Aosta

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FOCUS SU MARIO GIACOMELLI

Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961-1963 | © Archivio Mario Giacomelli – Simone Giacomelli

Un itinerario alla scoperta della fotografia poetica, malinconica e profonda di Mario Giacomelli, a partire dal 28 aprile negli spazi di Magazzini Fotografi. 
Focus su Mario Giacomelli è un approfondimento dedicato ad uno dei più importati artisti nel XX secolo, condotto attraverso un percorso tra fotografia, video-proiezioni e photobooks dedicati all’autore. 
 
In mostra cinque delle più iconiche e rappresentative fotografie dell’artista, in stampa vintage, la più pura essenza della ricerca fotografica condotta da Mario Giacomelli, che ha vissuto negli anni molteplici mutazioni ed evoluzioni, lasciando un contributo fondamentale nel mondo dell’arte contemporanea. 
 
Per meglio comprendere la poetica dell’artista, il percorso si arricchirà con video proiezioni e docu-film e un allestimento delle principali produzioni editoriali del fotografo, con il proposito di accompagnare lo spettatore alla scoperta del complesso e surreale mondo fotografico di Mario Giacomelli. 
 
L’evento è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione con la Libreria Marini e in particolare con Adele Marini, co-direttrice dell’Archivio insieme a sua sorella Giovanna. 
 
Mario Giacomelli, nato a Senigallia nel 1925, è stato uno dei fotografi italiani più importanti in ambito internazionale. 
Alcune delle sue immagini sono diventate simbolo riconosciuto della ricerca fotografica italiana nel mondo.​ Noto in particolare per i suoi scatti in bianco e nero dai forti ed intensi contrasti, il segno che contraddistingue la fotografia di Giacomelli si indentifica nella sua capacità di adoperare l’antitesi tra questi due colori per mutare la forma e la consistenza dell’immagine.

La fotografia reale e surreale dell’autore si distingue inoltre per la totale assenza di soggetti preferenziali: Giacomelli coltivò per tutta la sua carriera una forte curiosità passando da un tema all’altro, ma con un occhio sempre attento alle persone ed ai paesaggi.
 
«La fotografia mi ha aiutato a scoprire le cose a interpretarle e rivelarle. Racconto la conoscenza del mondo, in una architettura interiore dove le vibrazioni sono un continuo fluire di attimi, di avventure liberanti come espressione totale dove sento tutta la completezza della mia esistenza».

Dal 28 Aprile 2022 al 17 Luglio 2022 – Magazzini Fotografici – Napoli

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GIULIO DI STURCO. GANGA MA (MADRE GANGE)

GIULIO DI STURCO. GANGA MA (MADRE GANGE)

Se Ganga vive, vive anche l’India. Se Ganga muore, muore anche l’India
Vandana Shiva, scrittrice e ambientalista indiana 

Dall’11 aprile al 19 settembre 2022, MIA Fair presenta nello spazio dedicato alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi a Milano, la personale di Giulio Di Sturco Ganga Ma
 (Madre Gange), in partnership con la Podbielski Contemporary gallery.
La mostra, nuovo appuntamento del progetto di collaborazione tra MIA Fair e BAG-Bocconi Art Gallery iniziato nel 2016, è il risultato di una ricerca fotografica durata dieci anni sul fiume Gange, nel quale Giulio Di Sturco ha documentato gli effetti dell’inquinamento, dell’industrializzazione e dei cambiamenti climatici.
“Ho pensato a un progetto espositivo per l’Università Bocconi – afferma Fabio Castelli, ideatore e direttore di MIA Fair – che coniughi a uno standard altissimo di qualità, una profonda riflessione su un tema fondamentale: gli effetti dell’inquinamento sulla sopravvivenza del pianeta”.
Il progetto di Di Sturco accompagna il Gange per 2.500 miglia, dalla fonte nell’Himalaya in India al delta nella Baia di Bengal in Bangladesh, raccontando come si trovi sospeso tra la crisi umanitaria e il disastro ecologico.
 
Il Gange è un esempio emblematico della contraddizione irrisolta tra uomo e ambiente, poiché è un fiume intimamente connesso con ogni aspetto – fisico e spirituale – della vita indiana. Tutt’oggi costituisce una fonte di sussistenza per milioni di persone che vivono lungo le sue rive, fornendo cibo a oltre un terzo della popolazione indiana. Il suo ecosistema include una vasta eterogeneità di specie animali e vegetali, che stanno però scomparendo a causa dei rifiuti tossici smaltiti ogni giorno nelle sue acque.
Le fotografie di Ganga Ma spaziano dalla banalità del quotidiano a una condizione quasi surreale. Quasi a evidenziare l’infermità causata dall’uomo al corpo del fiume, Di Sturco ha adottato una strategia estetica singolare, presentando immagini che a una prima occhiata appaiono piacevoli e poetiche, ma che poi rivelano la loro vera natura.

Dal 11 Aprile 2022 al 19 Settembre 2022 – Università Bocconi – Milano

STILL APPIA. FOTOGRAFIE DI GIULIO IELARDI E SCENARI DEL CAMBIAMENTO

STILL APPIA. FOTOGRAFIE DI GIULIO IELARDI E SCENARI DEL CAMBIAMENTO

Nella splendida cornice del Parco Archeologico dell’Appia Antica, presso il Complesso di Capo di Bove, dal 9 aprile al 9 ottobre 2022, è ospitata la mostra fotografica “Still Appia. Fotografie di Giulio Ielardi e scenari del cambiamento” che intende andare oltre il reportage fotografico e narrativo rendendo omaggio alla via Appia vista come itinerario culturale e grande palinsesto storico-sociale di oltre 2000 anni.

Oltre cinquanta scatti di Giulio Ielardi, fotografo romano, raccontano il suo viaggio fatto a piedi nel 2021, in solitaria lungo la via Appia da Roma a Brindisi: ventinove giorni in tutto, di zaino in spalla tra strade, ruderi e borghi alla ri-scoperta di una delle strade più antiche di Roma.
Gli scatti superano la dimensione reportistica e la ricerca iconografica del fotografo e diventano il pretesto per un aggiornamento sugli sviluppi della valorizzazione di questa arteria dell’antichità, prima grande direttrice di unificazione culturale della penisola italiana.

L’importanza acquisita negli ultimi anni dal recupero dei percorsi a piedi è testimoniata dall’interesse da parte del Ministero della Cultura (MIC) nel dare vita al progetto Appia Regina Viarum.
L’obiettivo del progetto è la realizzazione del cammino dell’Appia Antica da Roma a Brindisi, prevedendo una serie di interventi di sistemazione del tracciato e dei monumenti in tutte e quattro le Regioni – Lazio, Campania, Basilicata e Puglia – attraversate dall’Appia stessa.
Anche il Parco Archeologico dell’Appia Antica è impegnato con un proprio specifico programma di sistemazione di un tratto della via che va dalla Campagna Romana fino ai Castelli. Ma il ruolo del Parco va ben oltre i suoi limiti territoriali, estendendosi per decreto istitutivo al coordinamento della valorizzazione di tutta la Regina Viarum fino a Brindisi. La mostra Still Appia vuole raccontare le azioni e le visioni di questo ambizioso programma.

La mostra è organizzata dal Parco Archeologico dell’Appia Antica e vede il patrocinio dei Consigli Regionali del Lazio, della Basilicata e della Puglia, oltre il patrocinio del Comune di Mesagne, del Parco naturale dell’Appia Antica, del Parco naturale dei Castelli Romani, di Italia Nostra e de La Compagnia dei Cammini. 
Partner Culturale: FIAF – Federazione italiana associazioni fotografiche.

Dal 09 Aprile 2022 al 09 Ottobre 2022 – Parco Archeologico dell’Appia Antica – Complesso di Capo di Bove

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Premio Umane tracce, la premiazione e la seconda edizione

Buongiorno a tutti, stasera vi aspettiamo a Milano!

Inaugurazione della mostra del progetto vincitore della Prima edizione che si terrà il giorno 24 Marzo, ore 18:30 presso lo spazio Bacone 4, Temporary gallery, Piazzale Bacone 4 -Milano.

In tale occasione Simone Cerio, primo classificato, verrà premiato con la consegna del libro Love Givers, messo in palio e realizzato da Crowdbooks. Sarà poi inaugurata la mostra dedicata al suo lavoro.

Al via la seconda edizione, potete trovare tutte le informazioni a questo sito

AMI, prossima tappa: Roma – Officine fotografiche. Cerchiamo fotografi!

ARCHIVIO MOBILE ITALIANO

AMI con il sostegno di FUJIFILM ITALIA

Buongiorno, siamo felici di comunicare che il progetto AMI, continua a gonfie vele e la prossima data disponibile è l’11/12/13 Febbraio 2022 a Roma, presso Officine fotografiche.

Dopo la prima positivissima esperienza, siamo certi di poter scovare altri validi progetti, tra gli amatori che hanno lavorato sul proprio territorio.

La fotografia amatoriale testimone dei tempi e spazio di sperimentazioni

A.M.I. è una raccolta di indagini fotografiche sul territorio italiano

Qual è lo stato attuale della ricerca fotografica nel mondo non professionistico?

Può la fotografia amatoriale svolgere anche oggi un ruolo chiave nelle contaminazioni linguistiche?

Nella storia della Fotografia l’amatorialità era considerata terreno di sperimentazioni, permettendo lo

sviluppo delle avanguardie. Oggi invece, dopo la diffusione di massa del mezzo fotografico, l’etichetta di

“fotografia amatoriale” è usata per descrivere uno spazio scarsamente coerente o consapevole. Spesso si

considerano le immagini provenienti da questa sfera destinate a scolorire presto, a non trovare un posto

stabile nell’impianto storico legato al mezzo. L¹idea del fotoamatore è dunque dipinta come antitetica a

quella di autore fotografo.

Ma qual è invece il reale confine tra i due mondi?

A.M.I. vuole cercare il fotografo che usa con coerenza e consapevolezza il linguaggio fotografico,

finalizzandolo a un’indagine specifica sul territorio che possa essere spunto di riflessione per l’intera

collettività, distinguendolo così dalla corrente di semplici esecutori autoreferenziali, appassionati del

mezzo.

È fondamentale far conoscere alle giovani generazioni come avvicinarsi allo strumento fotografico, per

entrare in contatto con la propria cultura ed il contesto sociale in cui vivono. E allo stesso tempo è

fondamentale far dialogare nuovamente questi due mondi, per permettere contaminazioni tra

professionisti e amatori.

Simone Cerio e Sara Munari attraverseranno tutto il territorio italiano raccogliendo, tramite appuntamenti

prestabiliti in città e paesi, attraverso il coinvolgimento di festival, associazioni fotografiche e circoli, i lavori

dei fotografi che vorranno contribuire, raccontando fotograficamente la propria parte di terra. Verranno

stabiliti annualmente itinerari che andranno a coprire tutte le regioni italiane.

Simone cerio e Sara Munari, durante l’incontro

I cambiamenti socio-culturali, il paesaggio, la ricerca intimistica o antropologica saranno le aree tematiche

guida, che porteranno valore di osservazione e studio dell’Italia contemporanea.

Le fotografie del progetto, raccolte durante il viaggio e riprese dai fotografi selezionati, non apparterranno

esclusivamente ad uno spazio discorsivo estetico, il fine che ci siamo posti è quello di dedicare uno spazio

museale e d’archivio originale e itinerante, che potrebbe diventare un ponte tra la fotografia e fruitori di

diversa tipologia. Creare questo corpus d’immagini non permetterà solo di generare documenti legati al

nostro paese, ma piuttosto spronare i giovani fotografi a capire le relazioni tra la fotografia e la storia del

territorio che abitano, della società e della sua evoluzione.

I docenti aiuteranno chi presenterà i progetti, ad affinare lo sguardo e la funzionalità dei propri lavori

attraverso colloqui personali (letture portfolio) e workshop nelle diverse sedi stabilite sul percorso

dell’A.M.I.

I lavori selezionati saranno stampati singolarmente, in un piccolo catalogo, all’interno del quale, insieme

alle fotografie, saranno presentate anche le fasi di sviluppo progettuale: il tutto entrerà a far parte di diritto nella permanente dell’archivio del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo

(MUFOCO) che lo manterrà aperto al pubblico e disponibile per visite di studenti, fotografi, e chiunque

voglia approfondire la conoscenza dell’Italia in tutte le sue sfaccettature.

Durante la presentazione del progetto, Musa fotografia, Novembre 2022

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

1) I due docenti organizzeranno un tour mappato nelle varie città selezionate, in ogni città A.M.I. si fermerà

per 3 giorni.

Ogni tappa sarà così organizzata:

Una serata di presentazione del progetto, tramite coinvolgimento circoli fotografici. Sara e Simone

presenteranno il progetto A.M.I. al pubblico, tentando di sensibilizzare i presenti sull’importanza

dell’archivio e dell’indagine territoriale.

Una lettura portfolio condivisa volta a migliorare, approfondire o trovare linee guida per la definizione o

chiusura del proprio progetto.

Un workshop di fotografia per l’intera giornata, dedicato al tema “PROGETTUALITÁ TRA

DOCUMENTAZIONE E INTERPRETAZIONE”.

2) Fotografi indipendenti o facenti parte di associazioni, scuole di fotografia, università e circoli,

potranno presentare i propri lavori per partecipare alla lettura portfolio e al workshop.

3) Sarà possibile partecipare al progetto A.M.I. anche in modalità ON-LINE, inviando una proposta

progettuale

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Gli appuntamenti fino a Maggio 2022 

(sarà possibile l’introduzione di ulteriori date in periodi e luoghi diversi)

OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA 11/12/13 Febbraio 2022 

MOOD Photography a Pescara 4/5/6 marzo 2022 

FOTOGRAFIA EUROPEA fine Aprile/Maggio 2022

Lucca PHOTOLUX Maggio/Giugno 2022 

Colornophotolife 7/8/9 Ottobre 2022

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CARATTERISTICHE DELLE PROPOSTE PROGETTUALI

1) I lavori che possono concorrere devono essere attinenti alla parola “INDAGINE”, con caratteristiche

socio/antropologica/culturale.

Sono accettati tutti i linguaggi: dal reportage al ritratto, dal paesaggio al concettuale. Si potrà concorrere

con un massimo di 30 immagini. Le fotografie non dovranno essere inedite quindi potranno essere state

selezionate in altri concorsi, libri o utilizzate per scopi commerciali.

2) Nel valutare i lavori verranno presi in considerazione i seguenti elementi:

-valore di approfondimento-idea creativa

-importanza dell’argomento

-maturità linguistica

-importanza dell’argomento

3) I lavori degli autori selezionati saranno stampati in un piccolo catalogo, mantenendo una linea grafica

comune a tutti i partecipanti, creando così una vera e propria collana fotografica. Ogni volume entrerà a far

parte di diritto nella permanente dell’archivio A.M.I. e successivamente del MUFOCO (Museo di Fotografia

Contemporanea) che lo accoglierà in maniera permanente. Oltre che fisico, predisporremo un archivio

digitale.

4) Ogni anno verrà organizzata una tavola rotonda per attestare lo stato dell’avanzamento della raccolta

del materiale fotografico, le caratteristiche e qualità, in modalità di report digitale/scritto.

5) Al termine del percorso è prevista una mostra itinerante divulgativa del progetto.

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Partner

Per portare a termine il nostro progetto ci siamo avvalsi della collaborazione dei maggiori esponenti della fotografia italiana amatoriale e professionale. Il MufocoMuseo di Fotografia Fontemporanea, ospiterà l’archivio AMI, il Festival della fotografia etica, il PhotoluxOfficine Fotografiche Roma e Il Festival di Fortografia Europea, ospiteranno il progetto e gli incontri. Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) ci metterà in contatto coi circoli interessati a collaborare, per creare una connessione tra i due mondi.

Fujifilm Italia al sostegno del progetto A.M.I.

FUJIFILM ITALIA, sempre pronta a incentivare iniziative legate alla fotografia, veste il ruolo di madrina sostenitrice che con la propria esperienza e conoscenza del settore, avrà cura di rendere l’A.M.I. un progetto a lungo termine. FUJIFILM Italia, inoltre, sarà presente in ogni tappa supportando e creando un filo diretto con le nuove generazioni di fotografi, amatoriali, semplici appassionati, o professionisti.

Alla tavola rotonda per la discussione degli avanzamenti in essere, per tutto il periodo del progetto, presenzieranno rappresentanti di ognuna di queste organizzazioni.

SITO: https://www.archiviomobileitaliano.it/

CONTATTI

Simone Cerio simonecerio@gmail.com – 3935682404

Sara Munari sara@saramunari.it 3383782915

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