Mostre per il mese di luglio

Ciao a tutti,

a luglio ripartono i grandi festival estivi, e numerose mostre ci aspettano!

Non perdetevele!

Anna

Marco Pesaresi – Underground (Revisited) 

© Marco Pesaresi | Marco Pesaresi, New York, Eastern Parkway

Underground (Revisited) ripropone a distanza di quasi vent’anni la mostra Underground. Un viaggio metropolitano, il reportage svolto da Marco Pesaresi nelle metropolitane di dieci città: Berlino, New York, Londra, Calcutta, Mexico City, Mosca, Madrid, Tokyo, Parigi, Milano. La mostra curata all’epoca dall’Agenzia Contrasto in occasione della Triennale di Milano nel 2002 ed esposta, nello stesso anno, a Palazzo del Podestà di Rimini, torna nel progetto di Savignano Immagini.
L’allestimento, a cura di Denis Curti e Mario Beltrambini, è composto di 84 fotografie originarie, che sono state nel frattempo conservate presso l’archivio di Palazzo Vendemini. Accanto a queste, un percorso documentativo della storia di Underground: i negativi, il diario di viaggio – un block notes a righe in cui Marco ha appuntato pensieri e considerazioni nella fase più intensa del viaggio che è durato oltre due anni – una selezione delle oltre 300 fotografie tratte dai reportage completi, le riviste italiane e straniere
che ne pubblicarono alcune immagini, il catalogo – versione italiana e versione inglese, con prefazione di Francis Ford Coppola – fino ad Underground Story con la pubblicazione del diario completo. 
A completamento un documento video con le interviste a colleghi e amici di Marco offre pensieri critici e considerazioni il percorso sul lavoro sulle metropolitane del mondo. 
Trascorsi diversi anni, Underground (Revisited) permetterà ai numerosissimi estimatori di Marco Pesaresi di vedere la versione integrale di una delle mostre fotografiche che rinnovarono il linguaggio del fotoreportage e metà degli anni ’90 e che collocano lo stile del reporter riminese quanto mai attuale, moderno, presente.
Undeground (Revisited) è realizzata da Comune di Savignano, Savignano Immagini e SI FEST con il patrocinio del Comune di Rimini e il contributo di Caseificio Pascoli e sarà visibile presso l’ex Consorzio di bonifica, in via Garibaldi 45, a Savignano sul Rubicone (FC) dal 5 giugno all’8 agosto 2021. 

Dal 05 Giugno 2021 al 08 Agosto 2021 – ex Consorzio di bonifica – Savignano sul Rubicone

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Le mostre di Cortona On the Move

“We Are Humans” è il tema centrale di Cortona On The Move 2021. Siamo tutti protagonisti, l’essere umano torna al centro nella sua quotidianità, con le sue relazioni, gli affetti e la condivisione di esperienze, un omaggio all’ordinario e allo straordinario della nostra condizione umana tra intimità e dimensione pubblica.

Le mostre che vengono ospitate quest’anno, sono davvero straordinarie, solo per citarne qualcuna: Alec Soth, Alessandra Sanguinetti, Paolo Pellegrin, ma date un’occhiata al programma completo!

Dal 15 luglio al 3 ottobre – Cortona (AR)

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Le mostre del Festival di Arles

Dovremmo inventare un nuovo rito di passaggio per questo periodo così particolare? Ritoccare questo anno vuoto in technicolor? L’urgenza del presente richiede anzitutto un impegno, un impegno da parte dei Rencontres d’Arles nei confronti di fotografi, artisti, curatori, partner e istituzioni con cui il festival ha stretto legami così forti da tanti anni. Lungi dall’immaginare una tabula rasa che ci tenti di rompere con il tempo sospeso indotto dalla pandemia, si tratta di riflettere su come aggiornare un patrimonio: quello del festival dello scorso anno, sviluppato da Sam Stourdzé intorno al tema della resistenza, e la fotografia che nelle sue parole, “si alza, si oppone, denuncia…ri-incanta”. Ho voluto che il programma si costruisse intorno a queste premesse, portandole oltre, con variazioni ed echi, nuove aggiunte e derivazioni che ci permettessero di cogliere anche questa forza, l’urgenza dei Rencontres d’Arles di misurare il polso del mondo . Se i cieli non sono ancora limpidi, se la luce è ancora fioca quest’estate, dobbiamo comunque rendere visibili i moltiplicarsi delle esplosioni di luce prodotte dai fotografi e artisti invitati.

Se Pier Paolo Pasolini ha capito come la tensione prodotta dai feroci riflettori del potere minaccino i lampi di luce delle potenze opposte, Georges Didi-Huberman offre speranza in La sopravvivenza delle lucciole (2009). Secondo lui, dobbiamo riconoscere una resistenza nella più piccola lucciola, una luce per ogni pensiero». La fotografia continua a emettere segnali luminosi, aprendo spazi a nuovi metodi di resistenza. Arles in piena estate sarà come una costellazione di lucciole, composta da mille luci che illumineranno la diversità dei riguardi, la polifonia delle storie, e simboleggiano la sopravvivenza della speranza e la presa di coscienza attraverso l’immagine.

I luoghi scelti per il festival quest’anno offrono uno scenario tanto vario quanto un’atmosfera, in linea con la diversità del programma. Si svolgono nel patrimonio, nei siti storici del centro, all’Atelier de la Mécanique nel Parc des Ateliers, a Monoprix e Croisière e in diversi giardini cittadini.

Nell’Église Frères Prêcheurs nel centro di Arles, Emergences prende residenza quest’anno con il Louis Roederer Discovery Award in un nuovo formato. Ogni anno ormai, un nuovo curatore esprimerà la propria visione delle tendenze della giovane arte contemporanea. L’anno 2021 è stato affidato a Sonia Voss, che utilizza un nuovo concetto di design che mette in dialogo i progetti tra loro.

Una passeggiata attraverso l’edificio modernista che ospita Monoprix conduce a un universo in cui identità e fluidità si incontrano. SMITH’s Desideration è un’esplorazione multisensoriale al crocevia di pratiche diverse, in cui fotografia, narrazione, finzione e forma diventano una cosa sola; è un viaggio in un cosmo poetico, ponendo a ciascuno di noi la domanda essenziale della nostra esistenza oltre il genere e oltre i confini. Inoltre, poiché la pandemia ci porta a mettere in discussione i limiti dell’umanità, Rethink Everything ci introduce in una scena latinoamericana con una pratica femminista che sonda il corpo e la società in tutti i suoi aspetti. La questione della rappresentazione è affrontata anche con la mostra The New Black Vanguard, che celebra il corpo nero in tutta la sua diversità, scavalcando le discipline dell’arte, della moda e della cultura.

Questi molteplici punti di vista sul mondo trovano eco nell’introspettivo Essere presente di Pieter Hugo. Un focus sul ritratto ci porta in molti luoghi della terra, ma ci chiede di assumere la prospettiva dell’altro. E volgersi verso l’altro, verso orizzonti lontani, è anche ciò che offre la sezione Atlas. Anche in questo caso, siamo invitati a viaggiare e a guardare una mappa che copre geografia, storia, sociologia e psicologia. Quindi, troveremo prospettive dal Sudafrica, ma anche dal Sudan e dal Cile, per spostarci in tutto il mondo.

The Rencontres riguarda anche la rivisitazione della storia del mezzo fotografico e dei suoi attori. Pertanto, l’apertura degli archivi di Charlotte Perriand esprime come la fotografia e il fotomontaggio abbiano svolto un ruolo decisivo nel suo processo creativo, sia nel suo sviluppo estetico che nel coinvolgimento politico negli anni ’30. Poi bisogna citare Sabine Weiss, che quest’anno compie 97 anni. Il suo lavoro sarà esposto alla Chapelle des Jésuites del Museon Arlaten, una nuovissima sede dei Rencontres.

Questi sono solo i primi flash offerti dal festival quest’estate. Insieme alla direttrice esecutiva dei Rencontres, Aurélie de Lanlay, e all’intero team, vi invitiamo a scoprire il resto del programma che aprirà il 4 luglio ad Arles.

(traduzione della presentazione di CHRISTOPH WIESNER, direttore del festival)

Dal 4 luglio al 26 settembre – Arles – sedi varie

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Ultimate landscapes – Claudio Orlandi

Ultimate Landscapes è un long-term project partito nel 2008 attraverso il quale il fotografo romano Claudio Orlandi, appassionato di montagna, riprende in differenti sessioni annuali l’evoluzione e la tecnica di “copertura” di questi ghiacciai, in sei campagne fotografiche i cui esiti sono esposti in mostra.
Sono rappresentati il ghiacciaio del Presena sopra Ponte di Legno (BR), la Zugspitze (la vetta più alta di Germania, vicino a Garmisch-Partenkirchen) e lo Stubaier Gletscher (Austria); il paradiso dei ghiacci sopra Zermatt e il Rhonegletscher (alle sorgenti del Rodano sempre in Svizzera, nel cantone Vallese). Claudio Orlandi ha fotografato questi ghiacciai nella loro evoluzione geomorfologica e antropica.
Le fotografie colpiscono per la loro grande forza e carica estetica. Dall’impostazione teatrale della prima serie di immagini alla carica del sublime della seconda, in cui il bianco abbagliante del panneggio rievoca le sculture neoclassiche. Rivelano solo in un secondo tempo ciò che in realtà rappresentano: grandi teli che ricoprono montagne, solo avvicinandosi infatti e osservando con attenzione, si notano specchi d’acqua e altri dettagli che poco alla volta svelano la vera natura del soggetto nell’ampio paesaggio alpino.
I cambiamenti climatici – divenuti recentemente più rapidi e intensi – hanno suggerito interventi per ridurre la sempre crescente fusione dei ghiacciai.
I ghiacciai, anche nei loro settori antropizzati, costituiscono una risorsa importante sia in ambito paesaggistico naturalistico che nelle attività legate all’alta quota. Così, nei mesi tra giugno e settembre, ampie superfici di nevi e ghiacci vengono coperte con teli bianchi (geotessili) che le proteggono dalla radiazione solare. I primi esperimenti realizzati in Italia sulle tecniche di riduzione della fusione glaciale sono iniziati nel 2008 sul ghiacciaio Dosdè in alta Valtellina e poi sul ghiacciaio Presena al Passo del Tonale –dove si è arrivati a una copertura di 100.000 mq e alla conservazione di uno spessore di 50 m di ghiaccio. Dopo le prime sperimentazioni, il pluriennale utilizzo dei geotessili ha confermato la loro utilità a livello locale sia nella conservazione di neve e ghiaccio, sia nel rallentare la tendenza alla frammentazione dei ghiacciai.

2 luglio – 25 agosto 2021 – Casa della Memoria – Milano

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MILTON H. GREENE. WOMEN

© Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection | Milton H. Greene, Audrey Hepburn for War and Peace, 1955

L’esposizionecomprende una vasta gamma di foto, tra cui preziosi scatti a Marilyn Monroe e altre celebrities come Audrey HepburnMarlene DietrichGeraldine ChaplinKim NovakShirley MacLaineLucía BoséSusan Sarandon, ma anche attori come Cary Grant e Sir Lawrence Olivier. Si potranno inoltre ammirare polaroid originali, provini e documenti che raccontano dall’interno il processo di lavoro seguito da Milton Greene. In questi materiali, l’artista rivela infatti il modo particolarissimo con cui colloca il soggetto all’interno del mirino della sua Rolleiflex, avvicinandosi, cambiando la distanza tra loro, giocando con la luce e lo spazio per dare visibilità al soggetto reale dell’immagine. Si scopre così il modo in cui Milton Greene costruisce un linguaggio e una retorica specifici, utilizzando il proprio vocabolario e i suoi continui aggiustamenti per raggiungere il perfetto equilibrio dei suoi scatti.

Attivo peroltre quattro decenni nel mondo della fotografia e della produzione cinematografica statunitense, con numerosi riconoscimenti, medaglie, premi nazionali e internazionali ottenuti, Milton Greene è uno dei fotografi più celebrati al mondo.

Nato a New York nel 1922, ha iniziato a fotografare all’età di 14 anni e a soli 23 anni è già definito il “Wonder Boy della fotografia a colori”. Negli anni Cinquanta e Sessanta la maggior parte dei suoi lavori sono apparsi sulle principali testate nazionali tra cui LifeLookHarper’s BazaarTown & Country e Vogue. Oggi gli viene riconosciuto il merito di aver portato, insieme ad altri eminenti fotografi come Richard Avedon, Cecil Beaton, Irving Penn e Norman Parkinson, la fotografia di moda nel regno delle belle arti, ma sono soprattutto i suoi straordinari ritratti di artisti, musicisti e celebrità televisive e teatrali ad essere diventati leggendari.

Ma sono sicuramente le foto scattate a Marilyn Monroe a essere maggiormente ricordate.
Il fortunato incontro con l’attrice ebbe luogo nel 1953, grazie ad un incarico affidato a Greene per conto di Look Magazine. I due divennero presto amici intimi e nel 1956 formarono la loro compagnia, la Marilyn Monroe Productions, che produsse “Bus Stop” e “The Prince and the Showgirl”. Prima di sposare Arthur Miller nel giugno del 1956, Greene ha fotografato Marilyn Monroe in innumerevoli sessioni, scattandole alcune delle sue fotografie più belle ed iconiche, che ne colgono appieno gli stati d’animo, la bellezza, il talento e lo spirito.

La sua straordinaria abilità di regista, infatti, gli permetteva di catturare le qualità che meglio rappresentavano la persona reale, rendendo ciascuna delle sue immagini una dichiarazione eloquente e unica del soggetto ritratto e convertendo così la sua particolare visione in arte fotografica. Non a caso Marilyn affidò a Greene la sua autobiografia, chiamata semplicemente “La mia storia.

Per questo il lavoro di Milton H. Greene, come dimostrano gli scatti in mostra, continuerà a essere considerato rappresentativo di un’era, certo forse ormai finita, ma che si rifletterà sempre invariata nelle sue immagini iconiche.

Dal 17 Giugno 2021 al 26 Settembre 2021 – SENIGALLIA – Palazzetto Baviera

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VALENTINA VANNICOLA. L’INFERNO DI DANTE

Valentina Vannicola, #1 Canto III, Antinferno. L’Entrata dell’Inferno, 2011 | © Valentina Vannicola

Un racconto sintetico, serrato, ma anche sottilmente simbolico, che interpreta le parole di Dante come fossero una sceneggiatura e le restituiscono in forma di immagini. In occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante il Museo presenta Inferno di Valentina Vannicola, progetto che entra quest’anno nelle Collezioni di Fotografia.

Dall’ingresso attraverso la porta dell’Inferno, passando per le anime dei dannati in attesa sulle rive dell’Acheronte, quelle dei sospesi nel limbo, quelle dei simoniaci, condannati a ad essere capovolti nella terra, e ancora il corpo solo vegetale dei suicidi e le anime trascinate dalla bufera di Paolo e Francesca, l’autrice ci conduce in un viaggio immaginifico attraverso i Cerchi dell’inferno.

La serie si compone di quindici fotografie, ambientate nella maremma laziale e realizzate coinvolgendo come attori gli stessi abitanti.

Dal 17 Giugno 2021 al 26 Settembre 2021 – Roma – MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

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MOLICHROM: IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA NOMADE

© Joey Lawrence

“La fotografia è un viaggio che ci offre l’opportunità di vedere ciò che altri hanno visto prima di noi”

“Ho voluto portare l’attenzione su degli artisti che attraverso esperienze molto diverse e punti di vista anche molto distanti, offrono un’opportunità unica di fare esperienza di quello che possiamo chiamare lo sguardo nomade.
Così il direttore artistico Eolo Perfido introduce la prima edizione di Molichrom: Festival un evento di fotografia internazionale e contemporanea che vede il Molise come centro operativo e il nomadismo come tema centrale di questa edizione. “Terra di “tratturi” e “transumanza”, il Molise ha da sempre un forte legame con il suo territorio e la sua storia. Anche per questo motivo – continua il direttore – il tema scelto per la prima edizione è quello del Nomadismo, come spunto concettuale per raccontare attraverso la fotografia quella che è una delle identità più importanti del genere umano.” 

Da giovedì 24 giugno le mostre in esclusiva di giganti della fotografia come Joey Lawrence Giuseppe Nucci, la prestigiosa selezione della Best Of London Street Photography Festival, gli incontri con Michele Smargiassi, Biba Giacchetti AugustoPieroni, guerrilla art e workshop diffusi tra CampobassoMontagano Pietrabbondante.

Molichrom: Festival della Fotografia Nomade 
nasce da un’idea costruita insieme all’associazione Tèkne, un gruppo di operatori dell’arte, spettacolo e comunicazione, che negli anni si è impegnato attivamente in Molise con passione ed entusiasmo. L’intento è promuovere in Molise la fotografia contemporanea e diffondere cultura visiva e nuove forme di comunicazione. 

Un progetto coraggioso ideato realizzato in un momento delicato della nostra storia – dichiara l’associazione – in cui la ripresa dal vivo delle attività culturali diventa un segno forte di rinascita e ripartenza del territorio e della nazione. Farlo in un territorio che negli anni si è contraddistinto per essere un punto di fuga, ma anche un punto di approdo e di arrivo è sembrata un’occasione irripetibile.

La fotografia rappresenta l’arte immediata, fruibile da tutti e arriva velocemente al cuore di ciascuno. Ci siamo dedicati al tema del “Nomadismo” per innescare un dialogo forte con il territorio. Ogni luogo sarà protagonista con mostre dedicate e un programma che, oltre alle mostre, spazia dalla guerrilla art agli incontri a tema. Molichrom: è un progetto con il sostegno e finanziamento della Regione Molise, dell’Assessorato al Turismo e Cultura.

Dal 24 Giugno 2021 al 15 Agosto 2021 – CAMPOBASSO – Sedi varie

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SERGEJ VASILIEV: UNO SGUARDO INDISCRETO SULL’URSS SCONOSCIUTA

© Sergej Vasiliev | Sergej Vasiliev, Ritratto di giovane detenuta, 1980 ca.

S’intitola “Sergej Vasiliev: uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta” la prima mostra antologica in Italia dedicata al forotoreporter russo, che verrà ospitata a Firenze al Semiottagono delle Murate, dal 23 giugno al 4 ottobre.
In un luogo di grande suggestione, un ex monastero divenuto caserma e infine struttura di detenzione fino alla metà degli anni Ottanta, si realizza un percorso che in circa settanta immagini intende riassumere e sottolineare lo sguardo penetrante di Vasiliev nel quotidiano di una metropoli negli Urali meridionali, Čelyabinsk, ai tempi dell’ex Unione Sovietica: detenuti, partorienti, ginnaste, il disastro di Ufa, è la storia nuda, vera, della gente russa, scrutata e indagata con un formalismo mai retorico, a comporre una cronaca avara di colore e di grande impatto.
Particolarmente toccante il capitolo a chiusura del percorso ideato daJan Bigazzi e curato dall’esperto di arte figurativa russa,Marco Fagioli, che racconta l’incidente ferroviario nel distretto di Iglinskiy, avvenuto il 4 giugno del 1989. Inviato dal Vecherny Čelyabinsk (Čelyabinsk Sera), il quotidiano per il quale Vasiliev ha lavorato per quarantacinque anni dal giorno della sua fondazione nel 1968, l’autore stringe sui corpi bruciati e martoriati distesi sui tavoli dell’ospedale o nelle bare sostenute per le strade del dolore, che fanno tornare alla mente alcune scene del grande cinema russo post-stalinista.
La mostra è promossa dall’AssociazioneAmici del Museo Ermitage insieme a MUS.E, MAD Murate Art District, Museo Sergej Vasiliev a Čelyabinsk e realizzata con il contributo diFondazione CR Firenze,in collaborazione conMIP Murate Idea Park. Nel 2022 sarà ospitata al Museo delle Culture di Lugano (MUSEC).

Dal 23 Giugno 2021 al 04 Ottobre 2021 – FIRENZE – Semiottagono delle Murate

Torneremo a viaggiare: il lavoro nel turismo fra tradizione e nuove forme di ospitalità

Mostra del concorso Fotografia e mondo del lavoro 4° edizione

Si intitola “Torneremo a viaggiare: il lavoro nel turismo fra tradizione e nuove forme di ospitalità” il 4° concorso fotografico nazionale “Fotografia e mondo del lavoro” promosso dalla Fondazione Carlo Laviosa e dal Comune di Livorno. Si concluderà con una mostra organizzata ai Granai di Villa Mimbelli di Livorno, nel giorno dell’inaugurazione della mostra si svolgerà anche la premiazione dei vincitori. 

dal 3 luglio al 5 settembre 2021 – Museo Civico Giovanni Fattori – Granai di Villa Mimbelli – Livorno