Compito a casa. Le tue fotografie commentate da F. Crea.

Buongiorno a tutti, ecco l’appuntamento coi “Compiti a casa” di Filippo Crea.

Per partecipare alle letture dovreste inviare le vostre fotografie a pensierofotografico@libero.it con l’indicazione di nome e cognome dell’autore, e città di residenza, e il titolo del tema trattato, entro il  giorno 10 di ogni mese.

Ogni persona non potrà inviare più di 4 fotografie (in caso non si rispettasse questa regola, l’autore non verrà considerato).

Le fotografie dovranno rispettare questi parametri: formato JPG – profilo colore SRGB – risoluzione 72 – dimensione max 1920 pixel per il lato più lungo – peso max 2 MB. Le fotografie che non avranno queste caratteristiche o peseranno troppo, non verranno considerate.

Questa vuole essere un’opportunità per i fotografi che hanno voglia di condividere e capire le proprie immagini, non una vetrina per pochi eletti.

Ci scusiamo se non riusciremo a pubblicare tutte le immagini, nel caso ti dovesse succedere di non venire pubblicato, ritenta coi temi successivi.

I temi di questo mese:

l) LA MUSICA – per piacere, niente gruppuscoli musicali andini in centro città, niente bande musicali alla festa del Santo Patrono, niente violinisti con la ciotola per la raccolta delle monetine. OK per tutti?   

2) LA NOTTE – niente fotografie della Chiesa Matrice del Paese, o del Monumento ai Caduti nella piazza principale.

3) LE OMBRE – Sono un’opportunità creativa superiore. Cercatele con impegno programmato e con una inossidabile volontà di catturare prede di grande suggestione.

4) L’ATTESA – Considerate quante <attese> sono in attesa di un autore. Saranno almeno 9.999, e saranno tutte portatrici di narrazioni super.

5) L’UOMO ED IL MANIFESTO – andando in giro guardatevi intorno. Individuate un manifesto ruffiano, o mercantile, o politico, o di varia attualità, ed aspettate che davanti ad esso si materializzi una persona (o più) che dia vita ad un insieme che sia divertente, disturbante, armonico.

6) NUOVO TEMA “ALLO SPECCHIO”

In aggiunta ai primi cinque primi temi sempre attivi ecco il sesto, titolato “ALLO SPECCHIO”. Avverto che non è un esercizio facile ma che non è impossibile individuare almeno 9.999 opportunità creative, semplici o sofisticate. Accendete il motore!

COMPITO A CASA n° 1

Ho appena visionato un tavolo di fotografie pervenute alla rubrica. E confesso una certa delusione per quel che ho visto. La mia delusione, preciso, nasce dal rilievo che sono molto poche le immagini partorite da una programmata ricerca. Si infilano le mani nei cassetti di casa, o nel PC e … “Toh, questa qui mi sembra possa andar bene per la notte, questa qui potrei mandarla per le ombre”. Oggi, complice la facilità di presa propiziata da fotocamere dotate da automatismi imposti da un mercato massificato, non si medita più su quel che si vuole ottenere, si va fuori casa, e si <spara> a quel che capita. Senza ombra alcuna di programmazione, di ricerca, di approfondimento. In romanesco si dice “quel che coio, coio>, vale a dire <quel che becco, becco>. E consiglio vivamente allora a chi, fra costoro, voglia proporsi come fotoamatore evoluto, di metter via la fotocamera, di accontentarsi del foto/telefonino da usare alla festa del rione, o per il compleanno di zia Erminia. Evitare, quindi, di mortificare la Signora Fotografia. Ad ogni Mostra da me organizzata ho sempre messo al muro, bene in vista due massime: la prima è di Ansel Adams e recita “Ogni fotografia ha sempre due autori: il fotografo e l’osservatore”. Intendevo, con questo espediente, chiarire che la fotografia firmata da Ugo Fantozzi, poteva ottenere il plauso di Ciro Esposito o il giudizio negativo di Peppino Pautasso. Possibilissimo, signori. Ognuno di noi è difatti portatore di una cultura e di una sensibilità propria. Anni fa all’Università di Cracovia, in Polonia, ho chiesto a tre Giurie di esprimersi su tre diversi portfoli. Solo un 25% delle fotografie ottenne l’unanimità; il 75% residuo mise in feroce competizione le tre differenti Giurie.

Passiamo ora ad altro argomento. La buona fotografia vive fortemente dell’impegno a cercare il nuovo, il diverso. E qui ricorro all’aiuto di un Premio Nobel della Letteratura, il portoghese José Saramago, autore del libro “Viaggio in Portogallo”, del quale scrive “…è la storia di un viaggio nel quale si fondono quel che l’autore vede e quel che si è già visto. E’ come dire <io propongo cose che io ho visto e non cose diffusamente stra/viste> E’ il confine tra la <banalite> e il creativo.

A seguire ecco ancora di Saramago quel che un attento fotoamatore dovrebbe metabolizzare religiosamente. Saramago scrive “Il viaggio non finisce mai. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto <non c’è altro da vedere>, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro, vedere di nuovo quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. 

Desidero ora, seppur brevemente, ricordare qui il sorriso e la gentilezza che ha sempre connotato GIULIANA Traverso, Fotografa e Signora della Scena Internazionale, e da sempre mia amica e complice di moltissimi foto/eventi.

Giuliana ci ha lasciati il 14 aprile, eredi di una ricca formazione umana.

Filippo Crea e Giuliana Traverso

*** Luigi Gusmeroli di Inverigo per “l’attesa”

No amico, quest’immagine non ha alcunché da spartire con il tema trattato. Quest’uomo emarginato dal sociale non attende niente e nessuno. Si è solo arreso penosamente al suo sfinimento. La sua è una delle 9.999 foto che riprendono persone cancellate dalla società civile, ed a cui si dovrebbe un giusto rispetto. O no?

*** Massimiliano Pretto di Trieste per “l’uomo e il manifesto”

No, Massimiliano, o io mi sono spiegato male io, o lei ha provato a barare. Il tema non vuole solo un manifesto. Vuole anche, e soprattutto, che ci sia una presenza umana in rapporto armonica, o stridente, o divertente con l’affiche, e che qui non c’è. A fotografare un manifesto qualsiasi ci riuscirebbe anche la signora Pina Fantozzi.

*** Mara Lombardi di Gussago per “l’uomo e il manifesto”

Qui la relazione tra figura umana e manifesto c’è, e c’è anche due volte. E’ fra la donna che di corsa spinge la carrozzina, è con il giovane che corre con la bandiera, è con il calciatore che spinge in avanti il pallone. Tema tre volte rispettato.

*** Mara Lombardi di Gussago per “La musica”

Un’opera di suggestiva atmosfera. Ok per le molte presenze riflesse o appena accennate all’interno del fotogramma, e che sembrano evocare i ritmi musicali proposti. Ok infine per l’alone luminoso che incornicia suggestivamente i capelli dell’artista. Ed ok per l’armonia dell’insieme tutto.  Complimenti.

*** Martina Palermo di Vigevano per “Le ombre”

A Martina, va il mio primo premio. Scrive Martina “non sapevo come svolgere questo tema che però mi affascinava, e mi sono intestardita, e ho cercato e cercato fino a trovare questa soluzione che mi pare piuttosto buona” – Sì Martina, la tua proposta, per chi non ama il banale e l’omologazione, non è buona, ma è buonissima. Avanti tutta!

*** Federica Miglietta di Napoli per “l’attesa”  

Un acquarello dal cromatismo delicato con la bambina che chiaramente è in attesa di qualcuno o di qualcosa che si intuisce essere alla sua destra. Federica, le suggerisco una cosina facile: ruoti di 1° a destra la sua fotografia e vedrà quanto ci si guadagnerà con una raddrizzatina per quanto contenuta.

(foto)

*** Matteo Cavallini di Crema per “le ombre”

Questa prova è la sola delle sue sei foto che sia potabile.

Le ombre sono una miniera di foto/opportunità ma è fondamentale che abbiano evidenti positività, o narrative o di armonia grafica. Non si dispiaccia, “nisciuno è nato ‘mparato”. Ed eccomi a questa sua prova che supera gli esami; è equilibrata, e la parte alta del fotogramma delicatamente merlettata è in armonico equilibrio, per peso e per volume, con la parte in basso.

*** Angela Ravaioli di Genova per “l’attesa”

Angela, la sua foto è un esempio puntuale di cosa non meritasse uno scatto. Lei non si è accorta che la <sua> attesa era, nella misura dell’80% totalmente nascosta dal cartello pubblicitario della Hitachi? io per anni ho scritto della esigenza irrinunciabile di munirsi di un cestino. Ed ho scritto a lungo di quanto sia educativo <uccidere> con cattiveria molte, moltissime delle nostre fotografie.

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Simone Magli di Pistoia per “le ombre”

Simone, questa sua prova è certamente ok. Ma …, c’è un ma. Eccolo: la sua è una foto documentaria: in strada c’è un’ombra, ma c’è anche il cavallo che l’ha partorita. Quest’ombra, in assenza del cavallo sarebbe stata protagonista unica ed assoluta del fotogramma. Ed invece qui condivide lo spazio scenico con la scultura. Accanto al suo documento ecco una mia rivisitazione con meno documento e, però, con più creatività.

              

Andrea Tonezzer di Trento per “Le ombre”

Questa sua fotografia è magari saporita da vedersi, ma lei mi lasci il sospetto

che l’ombra dell’uomo non sia… un’ombra, ma una figura <reale> in secco controluce. L’esposimetro ha letto la parete chiara in fondo, e si è regolato di conseguenza.

Simone Sangalli di Cernusco s/n per “xxxxxxx”

Mi spiace, Simone, lei ci ha mandato 4 foto, incollate ed inseparabili l’una dalle altre, fino a formarne una sola. Ed io faccio fatica ad esprimermi su una unica fotografia risultante dalla fusione di quattro singole. Ritorni a trovarci.

Mariano Alterio di Milano per “l’uomo ed il manifesto”

Per questo esercizio si richiede imperativamente che la figura umana reale e quella cartacea siano in significativa relazione. E qui difatti il grappolo di belle figliole in carne ed ossa fa simpaticamente il verso ai giovani del manifesto. E c’è di più: la metà di sinistra del fotogramma è nera, la meta di destra è bianca, e la composizione ne risulta felicemente esaltata.

Andrea Tonezzer di Trento per “L’uomo e il manifesto”

Caro Andrea, questa fotografia lei avrebbe dovuto distruggerla prima dell’arrivo dei Carabinieri. Vede, nessun fotografo di qualsivoglia livello, affinerà il proprio foto/linguaggio fino a che non avrà deciso di essere ferocemente cattivo con le proprie foto. Nell’attrezzatura di ogni fotografo deve esserci sempre un grosso cestino. Andrea, non si è proprio accorto che le due figure femminili nella sua foto sono drammaticamente incollate l’una sull’altra?

Andrea Tonezzer di Trento per “L’uomo e il manifesto”

Una godibile soluzione connotata da un’immediata relazione tra le figure di sfondo e l’uomo del reale. Questa figura io l’avrei collocata alla sinistra del ftg, come in entrata nella scena, o forse anche a destra in uscita. Il racconto avrebbe molto guadagnato in spontaneità. O no?

Francesca Garau di Olbia per “La notte”

Una fortunata opportunità ha propiziato la ripresa di questa notte di quieta suggestione: una fiaccolata religiosa ha aggrumato a destra nel fotogramma un gruppo di fedeli, e bene infine ha fatto l’autrice a collocare nel margine sinistro un uomo che da qui guida lo sguardo dell’osservatore verso l’insieme.

Carmine Prestipino di Furci Siculo per “le ombre”

Caro amico, a guardarsi in giro di ombre se ne trovano a quintalate. Quelle però che giustifichino una medaglietta debbono segnalarsi per rigore grafico, per narrazione, e per pulizia. Questa sua è solo come una macchia provocata da un dito sporco d’inchiostro. Torni a trovarci con proposte più meditate.

Nicla Cannito d Manfredonia per “Le ombre”

Nicla e non Nicola – Genere femminile che in fotografia esprime sovente una sensibilità superiore a quella degli uomini. Quest’opera è connotata da un puntuale equilibrio di pesi e volumi assolutamente di marca super. Su di un fondale cromaticamente pulito e riposante si disegna, per quanto minuta, una presenza umana decisamente accattivante.

Nicla Cannito di Manfredonia per “Le ombre”

Quest’immagine mi lascia dubbioso. Lo sguardo vaga disorientato nel fotogramma alla non facile ricerca del <punto nodale>, del punto cioè che dovrebbe trattenere lo sguardo. E non lo trova. Ed è per questo che ho modificato la sua foto alla ricerca di un più valido equilibrio d’insieme. Sono stati sufficienti due colpetti di rasoio per trasformare una foto mediocre in una buona foto.

Maria Grazia Conti di Anzio per “La musica”

Una presa di buona ma non eccezionale fattura, che sa poco di ricerca pre/meditata. Soluzioni come questa se ne trovano a quintalate senza affaticarsi granché. Ok comunque per l’atmosfera raccolta del luogo, e dei musicisti, e degli ascoltatori. Maria Grazia, chi vuol fare della buona fotografia deve far girare al massimo il motore della creatività, e cercare, cercare, cercare. Ed infine, lei ha spedito le sue tre prove con altrettante mail. Ne bastava solo una per tutte.

Antonio Zancheddu di Genova per “L’uomo e il manifesto”

No Zancheddu, siamo completamente fuori tema. La figura umana che muove i suoi passi in primo piano con quale dei <due> manifesti dovrebbe relazionarsi? Con Edipo NO, e con Michelangelo NO. Per anni ho raccomandato la formula 3 su 36” – Era la stagione dell’analogico ed intendevo dire che da un film da 36 pose bisognava salvarne solo 3 – Non era una misura imposta d’imperio; era solo per affermare che <ghigliottinare> era ed è, uno strumento di apprendimento fondamentale. Più tardi, sparite o quasi le pellicole e nata la fotografia numerica, aggiornai la formula in “1 su 10” che era più o meno la stessa cosa.

Emanuele Dini di ……?…

di via Ettore Rolli, 15” – Prima o poi capirò in quale città si trova.

Vedo la sua titolata “solo contro tutti” e mi chiedo “perché ce l’ha mandata”, e perché mai ci si ostini a inventarsi dei titoli improbabili per le proprie fotografie. Mosso da una pressante curiosità ho cercato in Rete le sue fotografie. C’è di tutto, come in un bazar turco. Lei non ha ancora deciso quale è o quali sono i suoi generi preferiti. Mi ascolti, decida cosa vuole dalla Fotografia! E non pensi che esser pubblicato dappertutto valga come diploma di maturità.

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Antonio Zancheddu di Genova per “L’attesa”

Una composizione di sicuro equilibrio compositivo che si direbbe realizzata con una fotocamera full frame ben salda su di un cavalletto. E invece nasce da una compatta mirrorless di formato 4:3 – OK infine per il funzionale e potabile mosso del convoglio in uscita dalla sinistra del ftg, che affina il racconto.

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Ermanno Campalani di Sesto S/G per “Le ombre”

Caro amico, non metta un titolo alle fotografie. Non servono, e talora disturbano. In una sua fotografia lei considera ombre quelle che sono nient’altro che riflessi notturni in acqua. Questa sua <ombra> è certamente ok: le ombre che fanno il verso alla ringhiera danno vita ad un gradevole gioco grafico. Io, estimatore della ghigliottina, avrei però fatto sparire quel rettangolo bianco in alto che è cosa superflua. Qui la sua, e qui quella <sforbiciata>. Scelga e decidano anche i lettori quale è la più potabile.

Grazie! Cari amici tutti, è difficile che qualcuno possa saltare a piè pari le regole del gioco.  

Filippo Crea

“Compiti a casa” Leggiamo le tue fotografie!

Buongiorno a tutti, ecco l’appuntamento coi “Compiti a casa” di Filippo Crea.

Per partecipare alle letture dovreste inviare le vostre fotografie a pensierofotografico@libero.it con l’indicazione di nome e cognome dell’autore, e città di residenza, e il titolo del tema trattato, entro il  giorno 10 di ogni mese.

Ogni persona non potrà inviare più di 4 fotografie (in caso non si rispettasse questa regola, l’autore non verrà considerato).

Le fotografie dovranno rispettare questi parametri: formato JPG – profilo colore SRGB – risoluzione 72 – dimensione max 1920 pixel per il lato più lungo – peso max 2 MB. Le fotografie che non avranno queste caratteristiche o peseranno troppo, non verranno considerate.

Questa vuole essere un’opportunità per i fotografi che hanno voglia di condividere e capire le proprie immagini, non una vetrina per pochi eletti.

Ci scusiamo se non riusciremo a pubblicare tutte le immagini, nel caso ti dovesse succedere di non venire pubblicato, ritenta coi temi successivi.

I temi di questo mese:

l) LA MUSICA – per piacere, niente gruppuscoli musicali andini in centro città, niente bande musicali alla festa del Santo Patrono, niente violinisti con la ciotola per la raccolta delle monetine. OK per tutti?   

2) LA NOTTE – niente fotografie della Chiesa Matrice del Paese, o del Monumento ai Caduti nella piazza principale.

3) LE OMBRE – Sono un’opportunità creativa superiore. Cercatele con impegno programmato e con una inossidabile volontà di catturare prede di grande suggestione.

4) L’ATTESA – Considerate quante <attese> sono in attesa di un autore. Saranno almeno 9.999, e saranno tutte portatrici di narrazioni super.

5) L’UOMO ED IL MANIFESTO – andando in giro guardatevi intorno. Individuate un manifesto ruffiano, o mercantile, o politico, o di varia attualità, ed aspettate che davanti ad esso si materializzi una persona (o più) che dia vita ad un insieme che sia divertente, disturbante, armonico.

Ecco le prime immagini presentate! Divertitevi! Ciao
Sara

Giorgio Palmas di Corsico – LE OMBRE

Caro Giorgio, quando ci si sfida su un tema ben definito una esigenza irrinunciabile è il rispetto assoluto del … tema. E qui il tema era <le ombre>, e nella sua proposta non è certamente l’ombra l’ingrediente primario. La sua prova è elegante o, ancor meglio, <leccatina> – Rivela un buon bagaglio tecnico, ma ha poco da spartire con le ombre che debbono essere protagoniste immediate – Scrive un Maestro, Andreas Feininger “le ombre sono la testimonianza grafica della profondità perché soltanto oggetti in uno spazio tridimensionale possono proiettarle”. E nella sua foto non c’è alcunché che proietti qualcosa su qualcosa. Io ci riconosco nient’altro che un riflesso rimandato da una superficie specchiante.

Francesco Furlanetto di Noale – LA MUSICA

Un ambiente denso di atmosfera, si direbbe la cantina di un caseggiato dove pochi musicisti appassionati e di semplice matrice umana si ritrovano per <fare musica insieme>. Suggestiva e funzionale la suddivisione del fotogramma in tre distinti segmenti verticali. Quello centrale, chiaro, isola due presenze umane: a sinistra un estimatore, forse un amico, immobile e raccolto, è all’ascolto del suonatore che, a destra, funzionalmente sfuocato, vive un suo spazio personale. In alto, uno spot circolare, presenza non inutile, è coerente con la suggestione e la semplicità di questo spazio/musica. L’autore ha così “fabbricato” una suggestiva scenografia. Bravo davvero. Voto: 7 +

Francesco Furlanetto di Noale – L’ATTESA 

Un’immagine che avrebbe meritato una più attenta gestione tecnica. Un più graduale passaggio dei grigi e una messa a fuoco più mirata al pallone avrebbero fatto bene all’insieme. Chi mi conosce sa che io non sono un patito della giustezza tecnica e che, semmai, privilegio sempre le positività narrative. E qui il racconto c’è, ed è quello dell’attesa. Primo attore dell’insieme è il ragazzo decentrato a sinistra che attende lo svolgersi del gioco guidando in tal modo anche il nostro sguardo verso il fondo di questo palcoscenico. Il voto all’autore? Vada per la sufficienza.

Francesco Furlanetto di Noale LA NOTTE

Un purista troverebbe non pochi difetti in questa immagine che, a conti fatti non mi dispiace del tutto. Le notti regalate ai fotografi sono all’incirca 9.999 e tutte diverse tra di loro. C’è la notte del guardiano notturno, c’è quella del capannello davanti al chiosco dell’anguria, c’è la notte di chi è fermo alla fermata della corriera, c’è la notte dei ragazzi aggrumati davanti alla discoteca, Insomma di notte ce ne sono tantissime e voi potrete scovarle. La notte è straordinariamente fotogenica e stimola, talora, a decodificarne i fantasmi. Quali sono qui gli interrogativi da sciogliere? Qui si è stimolati a chiedersi cosa stanno guardando quei tre ragazzi, e cosa è quella presenza geometrica accesa in alto nel fotogramma. Io me lo sono chiesto e non sono riuscito a rispondermi. Pazienza, la vita continua! Non mi infastidisce, infine, il fuori fuoco del ragazzo in primo piano. Un voto di chiusura alla foto di questo amico? Io propongo 5 +. Ed è già tanto.

Francesco Furlanetto di Noale – LE OMBRE

Una immagine di bella fattura grafica. La prima evidenza è nella generale ed armonica convivenza dei neri e dei bianchi. Il fotogramma è suddiviso in due segmenti l’uno al servizio dell’altro. In alto un nero assoluto è l’ideale lavagna su cui si disegnano le due figure umane, sull’una delle quali è un‘ombra <portata> da una invisibile presenza fuori campo. In basso una scacchiera in bianco/nero correda suggestivamente l’insieme tutto. Francesco con questa sua opera supera brillantemente i suoi esami.

Angelo Notarmuzi di Torino – LE OMBRE

L’autore si aggiudica il primo CESTiNO della rubrica, la quale propone ben cinque temi. Ed il nostro amico fra venti opportunità (5 temi per quattro foto = 20) si è esibito con solo questa prova che evidentemente gli è parsa originale e super. Caro Notarmuzi, davvero niente di più potabile, e di meno inutile, nel suo archivio? E’ questo un genere fotografico abusato da fotografi che erano, e sono, buoni solo a riversare su corpi femminili carriolate di strisce nere omaggiate dalla tapperelle delle finestre di casa.

Ermanno Campalani di Sesto S.G. – L’UOMO E IL MANIFESTO

 Controlliamo, il manifesto grande e ricco di colore e, quindi di energia vitale ospita, simpaticament disposte alle estremità del fotogramma in basso. E giocano un gradevole contrasto cromatico con il colore vivacissimo della lavagna che le ospita. Bravo all’Autore.

Nicola Congia di Sanluri – LA NOTTE

Una notte armonicamente con l’insieme di fattura geometrica delle case, e che è stata trattata con misura in post/produzione. L’opera ha il suo plus nel contrasto tra la zona illuminata e quella in ombra – La marcia in più è comunque nelle micro/figura a destra in basso che assegna vita al racconto, arricchendone la suggestione. Bene così!

Nicola Congia di Sanluri – LE OMBRE

Equilibrata la convivenza tra il giallo della parete a sinistra e l’oscurità di destra. L’autore ha evidentemente atteso il passaggio della figura che si disegna sul muro. Io sostengo da sempre che un accessorio che non deve mai mancare nella borsa del fotografo è la <pazienza>. O no? Congia, non superi il numero canonico delle foto ammesse oppure …. pagherà pegno. Garantito!


Antonio Riva di Vedano al Lambro

Lei propone molte fotografie, troppe magari, ma solo poche di esse che pur rivelano doti di sicuro livello sono coerenti con i cinque temi proposti che richiedono immagini riprese dal reale e non inquinate da interventi <fabbricati> in studio.  Lei ha di certo conoscenza di certa fotografia francese, quella della tribù definita “umanista” (vedi Robert Doisneau, Brassai, Edouard Boubat, ecc.). Una straordinaria corrente europea, nata in Francia, che raccontava l’uomo nei suoi ambienti sociali. Le sue proposte, Riva, appartengono ad una fattura -da studio- presumo finalizzata ad impieghi mercantili. Niente di male, ovviamente, ma la “naturalità” è cosa ben diversa.

Ed ora ecco questa sua fotografia: è un’opera delicata impreziosita dalla leggerezza della tonalità d’insieme e da armoniche presenze (lo spartito nel leggio, la lampada scaldata dal colore, ecc.) –

Tiziana Cravero di Sommariva Bosco – LE OMBRE

L’ombra della sua sedia, alterata da una misurata deformazione prospettica, è davvero ok. Stacca su una superficie indefinita e l’insieme è ascrivibile ad un genere figurativo vagamente surreale. Bene l’averla collocata al margine del fotogramma, lasciando così spazio funzionale alla lavagna di fondo. Brava!  

Tiziana Cravero di Sommariva Bosco – LA MUSICA

Tiziana, stavolta lei è andata pesantemente fuori strada. Crede davvero che fotografare, anche male, la pagina di uno spartito sia una soluzione nuova al tema? A metterci accanto, allargando il campo di presa, una presenza diversa, complementare e coerente, non sarebbe stato meglio? Deve ripetere gli esami.

Emanuela Vanello di Carrara – L’ATTESA

No, Emanuela, con tutte le <attese> di marca super che possono scovarsi in una stazione ferroviaria, ei viene nel nostro spazio con una fotografiola malamente gestita, in cui il personaggio in attesa è una quasi illeggibile microscopica figura umana emarginata a sinistra in compagnia di quel che sembrerebbe una cane. Vada ancora, Emanuela, in quella stazione, e scoprirà che è una miniera inesauribile di foto/opportunità.

Emanuela Vanello di Carrara – LE OMBRE

Emanuela, davvero ok. Ed anche fortunata, cosa che non fa male alla salute.  Fortunata perché una grande lama di luce traversava l’area di presa, nella quale lei ha inserito la persona in primo piano ea figurina che è in fondo. Una prova di decisa suggestione.

Emanuela Vanello di Carrara – LA NOTTE

Una notte che è di notevole livello anche dal punto di vista compositivo. La parte inferiore del fotogramma, pesante e di non facile identificazione, introduce ed esalta lo spazio in luce della scena dove si muovono tre fantasmi estranei l’uno agli altri. Una scenografia che appare inquietante anche se nella realtà è solo un credibile e normale sito urbano. E’ la magia della fotografia che può essere od non essere documentaria.

Claudio Mormile di Napoli – ??? 

L’autore sia cortese, ci faccia sapere a quale dei nostri cinque temi è riconducibile la fotografia che ha titolato <biblioteca>. Grazie! Cari amici tutti, è difficile che qualcuno possa saltare a piè pari le regole del gioco.  

Mathieu Coulié di Cupramontana ­-

Non tragga in inganno il nome: Sì, Mathieu è francese ma vive da anni in Italia, ed ha trovato a Cupramontana (AN) gli stessi umori culturali e di vita del villaggio nel quale ha vissuto in Francia. Di Mathieu ho visto alcune fotografie in Rete, e mi duole che si sia proposto con un trittico molto raffinato su <L’attesa>. Mi spiace, ma colgo l’occasione per precisare a beneficio di tutti i lettori del blog che “Compito a Casa” vuole, come nella sua vita precedente, proporsi come stimolo alla bella fotografia, non banale però. Io definisco questo obiettivo come <pane e formaggio>. Non ospiterò quindi opere di foto/scrittura sofisticata. Non so se “ho stato spiegato”. Spero di sì. Saluti al <pomodoro e basilico>. 

Grazie! Cari amici tutti, è difficile che qualcuno possa saltare a piè pari le regole del gioco.  

Filippo Crea

👉Linguaggio, portfolio e stile fotografico – Musa fotografia

Per info

Buongiorno, come state? Presento oggi un percorso di studi legato al linguaggio fotografico, presso Musa Fotografia! 

Linguaggio fotografico per conoscerne i principi, le caratteristiche e gli elementi principali per scattare e leggere le fotografie con consapevolezza

Costruzione del portfolio per capire quali siano i metodi voltii alla produzione di progetti che mantengano un linguaggio coerente ed efficace.

Trovare il proprio stile per capire quali sono i generi per cui sei più portato e come sfruttare al meglio le tue capacità espressive al fine di prendere una direzione in termini di stile.

Metodi pratici per trovare idee Ho provato a mettere a punto un metodo, attraverso esercizi pratici e teorici che possa essere funzionale a sviluppare creatività e competenza di linguaggio, che può rivelarsi utile al fine di stimolarvi in modo creativo e trovare spunti per i vostri prossimi progetti.
A prescindere che tu segua i percorsi o corsi singoli, se ti iscrivi contemporaneamente a quattro corsi, ottieni uno sconto del 10%Questo anno scolastico è ricco di novità! Da Musa puoi seguire due tipi di formazione:

I PERCORSI DI STUDIO composti da più corsi singoli e strutturati secondo una cronologia che permette di seguire un percorso di crescita omogeneo in un determinato settore della fotografia.

Percorso autoriale Impara, trova la tua strada, scatta ed esponi

Percorso linguaggio fotografico Impara a parlare fotograficamente

Master in fotogiornalismo per sapersi muovere nel mondo del reportage professionaleStorytellingper costruire una storia insieme capendo modalità e funzione del racconto

CORSI SINGOLI tutti i corsi singoli organizzati per la nuova stagione scolastica

CORSI ONLINE proposta dei corsi di fotografia via web

Ti aspetto! Sara Munari

👉Letture portfolio ONLINE da Musa fotografia

Per info
Ciao!  Le letture organizzate per il 29 Novembre, si terranno online! Puoi partecipare da casa! Scegli i lettori!
La lettura portfolio, di solito organizzata da festival di fotografia o organismi di settore, è un’occasione durante la quale si ha l’opportunità di presentare il proprio portfolio a critici, galleristi, operatori nei musei, photoeditor e fotografi.
Si può assistere gratuitamente alle letture, ma se hai un lavoro e vuoi mostrarlo per trovare sbocchi o avere consigli, mostracelo! 
Data 29 Novembre 2020 
Se vuoi scoprire chi sono i lettori portfolio, vai al link! 
 Per iscriverti 
👉 Corsi di fotografia in partenza a Novembre
 Ecco le prossime proposte di corsi, ciao Sara!


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Per info Lettura immagine e linguaggio

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Per info “O capitano, mio capitano! La lezione fotografica dei Grandi Maestri”

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Per info Ipotesi di ritratto

Percorso di studi legato al linguaggio fotografico – Musa

Buongiorno, come state?

Presento oggi un percorso di studi legato al linguaggio fotografico, presso Musa Fotografia!

Questo percorso è composto di più corsi singoli ordinati con logica di crescita fotografica.

I corsi di cui è composto sono:

La lezione fotografica dei Grandi Maestri per assimilare grandi lezioni di stile, di gusto, di equilibrio, di coraggio e di tecnica di grandi autori che torneranno utili nel nostro percorso di crescita fotografica.

Linguaggio fotografico per conoscerne i principi, le caratteristiche e gli elementi principali per scattare e leggere le fotografie con consapevolezza

Costruzione del portfolio per capire quali siano i metodi voltii alla produzione di progetti che mantengano un linguaggio coerente ed efficace.

Trovare il proprio stile per capire quali sono i generi per cui sei più portato e come sfruttare al meglio le tue capacità espressive al fine di prendere una direzione in termini di stile.

Fotoritocco creativo per capire quali siano i ritocchi migliori, con un metodo semplice, per i tuoi progetti fotografici.

Metodi pratici per trovare idee Ho provato a mettere a punto un metodo, attraverso esercizi pratici e teorici che possa essere funzionale a sviluppare creatività e competenza di linguaggio, che può rivelarsi utile al fine di stimolarvi in modo creativo e trovare spunti per i vostri prossimi progetti.

Per info Percorso linguaggio fotografico 
A prescindere che tu segua i percorsi o meno, se ti iscrivi contemporaneamente a quattro corsi, ottieni uno sconto del 10%

Questo anno scolastico è ricco di novità! Da Musa puoi seguire due tipi di formazione:

I PERCORSI DI STUDIO composti da più corsi singoli e strutturati secondo una cronologia che permette di seguire un percorso di crescita omogeneo in un determinato settore della fotografia.

Percorso autoriale Impara, trova la tua strada, scatta ed esponi

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Fate bene a non difendere la Fotografia. Chissenefrega.

Io vi ringrazio, si, vi ringrazio tutti. Tutti quelli che leggeranno questo scritto e tutti quelli che lo commenteranno senza nemmeno aver aperto la pagina. Vi ringrazio perché mi date la possibilità di ragionare. Per come posso, chiaro.

Da fastidio, lo so, ho imparato, che qualcuno ti chieda: perché scatti fotografie? Cosa volevi dire?

Allora non ve lo chiedo più, chissenefrega del resto delle vostre motivazioni.
Chissenefrega delle motivazioni per cui scrivo o fotografo pure io.
La fotografia è democratica, giusto? Tutti abbiamo mezzi per fotografare la “nostra epoca”. Tutti fruiamo migliaia di immagini e tutti le produciamo.

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Fotografia di Sara Munari dal progetto “Be the bee body be boom”

Il punto non era questo. Ho commesso un errore.
Il punto vero è la consapevolezza. Produciamo e leggiamo immagini senza preoccuparci della consapevolezza necessaria legata al crearle e al subirle (fruirle). E’ aumentata la produzione di immagini e per assurdo, è diminuita la capacità di capirle.

Abbiamo accresciuto la nostra possibilità di informarci? E’ servito a migliorare la qualità dell’informazione esistente? Non credo.
Anche io, del resto, vado ad alimentare questo flusso continuo e veloce di produzione.

Così riempiamo il mondo di una serie infinita di amenità quotidiane. Una dimensione fotografica tutta personale che ci rende liberi dalla critica. Perché è vero che tutto ha un significato, come mi hanno fatto notare. Tutto ha un significato, si, ma per me. Chissenefrega se questo non ha una valenza sociale.

Lecito.

Tanto qui chiunque è nessuno. Tutti uguali e tutto niente.

Del resto che differenza c’è tra un fotografo e uno che produce immagini la domenica? Nessuna. La lettura delle fotografie avverrà con la stessa superficialità.

Non abbiamo preparato nessuno a leggerle perché eravamo troppo occupati a produrle e a produrle col cavolo. Do la colpa a me come fotografo e docente, alla critica, ai photoeditor che pubblicano e mostrano progetti senza alcun senso.

Tanto dietro il pc siamo tutti uguali.

E nel mondo “reale”, chi può cambiare questo corso che ci fa sentire tanto sicuri, ma peggiora la qualità della nostra cultura e delle informazioni di cui necessitiamo?
Che cosa sarà della mia memoria?

Si, ma del resto, chissenefrega.

Ironicamente Sara

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