Masterclass in fotogiornalismo, per diventare fotoreporter!

Buongiorno, come state? 

La Masterclass di fotogiornalismo ha come scopo quello di acquisire le modalità necessarie e gli strumenti per poter arrivare ad una preparazione professionale sufficiente, volta a rendervi consapevoli e preparati nell’ambito del mercato fotografico. 

Qui tutte le informazioni per seguire il corso tenuto da:

Docente Reportage: Pierpaolo Mittica Scopri chi è Pierpaolo
Docente Photoediting: Leonello Bertolucci Scopri chi è Leonello
Docente Agenzie fotogiornalistiche: Sara Guerrini
Docente Storia della fotografia: Sara Munari Scopri chi è Sara  

Sara Guerrini selezionerà tra i partecipanti uno o più possibili candidati alla Fellowship di Parallelozero che comprende:
● Consulenza nello sviluppo di progetti
● Assistenza nell’editing e confezionamento lavori fotogiornalistici nell’ottica della distribuzione
● Supporto nella progettazione (richiesta di accessi, lettere di accredito, ecc.) e nel percorso post-diploma
● Partecipazione gratuita a eventuali workshop fotografici, attività didattiche organizzate dall’agenzia
● Servizio di promozione e vendita dei lavori fotografici per l’editoria nazionale e internazional
Per informazioni clicca qui 

Studia coi migliori professionisti! Buona giornata! Ciao Baci! Sara 

Ecco tutti gli altri corsi di reportage e racconto fotografico:

 A prescindere che tu segua i percorsi o meno, se ti iscrivi contemporaneamente a quattro corsi, ottieni uno sconto del 10%

Questo anno scolastico è ricco di novità! Da Musa puoi seguire due tipi di formazione:

I PERCORSI DI STUDIO composti da più corsi singoli e strutturati secondo una cronologia che permette di seguire un percorso di crescita omogeneo in un determinato settore della fotografia.

Percorso autoriale Impara, trova la tua strada, scatta ed esponi

Percorso linguaggio fotografico Impara a parlare fotograficamente

Master in fotogiornalismo per sapersi muovere nel mondo del reportage professionale

Storytellingper costruire una storia insieme capendo modalità e funzione del racconto

CORSI SINGOLI tutti i corsi singoli organizzati per la nuova stagione scolastica

CORSI ONLINE proposta dei corsi di fotografia via web

Per informazioni sui corsi corsi@musafotografia.it

Ti aspetto!

Sara Munari 

Partecipa al Premio Musa per donne fotografe 

Mal di pancia fotografico n°1

Seychelles

MAL DI PANCIA n° 1

Stamani devo essermi svegliato di ottimo … malumore. E quando ciò avviene comincio a grattarmi furiosamente. Odio il “luogo/comunismo” ovunque ed ancor più in fotografia. E “i luoghi comuni” ammorbano il mondo della fotografia. Poco fa ho letto per la milionesima volta, di un consiglio … fondamentale per chi voglia affinare il proprio <far fotografia>. Eccolo: VIAGGIARE, VIAGGIARE, VIAGGIARE. Questo Signore è andato in auto nel Nord della Norvegia ed è tornato a casa con uno zaino con una quintalata di <aurore boreali>.

Ho ripensato a come e quanto siano stati …<broccoli> Maestri come Josef Sudek che ha fatto di Praga, e del giardino di casa sua, un set scenico di superiore valenza. Ho ripensato a Luigi Ghirri nato a Scandiano (RE) che non si è mai mosso dalla sua Emilia apparentemente anonima, per andare in Algeria o in Islanda a caccia di stimoli, e di cui qualcuno ha scritto con mirabile sintesi che è stato straordinario nel “rendere speciali i luoghi banalizzati dalla quotidianeità “. Pensoa Mimmo Jodice, nato a Napoli nel Rione Sanità,che non è mai stato nel Nepal, o nelle favelas di Rio de Janeiro, e che è stato capace di superiori opere di foto/poesia. E mi viene in mente la sua “Attesa” edita da Electa – e che animato una emozionante Mostra presso il Museo Madre di Napoli. E Mimmo Jodice definisce certi foto/mercenari italiani (e non solo) “una scomposta massa di ciechi>. Bene, torniamo <à nos moutons> come si dice in Francia. I nostri <montoni> sono quelli che si ricordano della loro fotocamera solo quando prendono il volo verso lidi esotici. Una settimana <tutto compreso> in Marocco, e poi rieccoli in Rete dove si legge “divide il suo tempo tra Milano e Marrakesh” oppure “sempre in volo tra Londra e il Messico dove è vivissimo il suo imprinting”. No, signori, la fotografia la si fa con la fotocamera e non costruendo improbabili identikit, ad uso e consumo di migliaia di velleitari a caccia disordinata ed ingenua di notorietà sovra/nazionale.

E per finire mi viene in mente un mio straordinario nipote che ha studiato fotografia, e che è stato più volte pubblicato da quotidiani e riviste a diffusione nazionale, e che ora vive felicemente in campagna. Non fa più fotografia, ma cura fragole e zucchine e melanzane.  Perché sto parlandovi di Alvin Crea? Perché Alvin anni fa realizzò un reportage molto interessante. Aveva osservato come negli Autogril, in autostrada, si materializzasse, cambiando di ora in ora, una fauna umana molto eterogenea. Verso le 23 ecco quelli della Polizia Stradale che prendono un caffè e sostano per qualche minuto. Verso le tre, assonnate e stanche, entrano in scena le amabili donnine che hanno fatto buona compagnia a camionisti di varia nazionalità. Alle otto di mattina un’altra pattuglia della Stradale dà il cambio a quella di notte. E arrivano operai ed impiegati che lavorano nelle località limitrofe. Alle undici ecco un rumoroso gruppo di studenti, appena disceso da un bus che li scarrozza per una gita scolastica. E con loro una bella ciurma di signore di mezza età dirette ad un vicino Santuario. Ore tredici/quattordici ecco agenti di commercio in pausa/pranzo. Ore sedici, riecco gli studenti in gita e le beghine che rientrano dal Santuario. Non voglio annoiarvi di più. Se riesco a recuperare le 24 ore di un Autogril e della sua varia umanità, ve le proporrò.

Ammetto, non sono stato bravo a raccontarle.

Però mi è servito per dire a quelli che <bisogna viaggiare per far fotografia”, che Alvin per 24 ore di fila si è parcheggiato in una stazione di servizio realizzando un racconto fotografico che io vi ho male anticipato, ma che, assicuro, è di marca super.

Ed allora, signori foto/apprendisti, restate coi piedi ben fermi per terra, e fate fotografia con serietà. Tornare a casa con l’aurora boreale non vi assegnerà la patente di bravo fotografo. E’ cosa più o meno equivalente alla ripresa di un tramonto nel Delta del Po.  

Filippo Crea