Nozze d’argento con Photoshop (seconda parte)

06-david-furst_s07-david-furst_s

08-david-furst_s

David Furst, AFP. Raw (1) + Raw developped (2) + Digital imaging by 10b Photography

Ecco la seconda e conclusiva parte dell’intervista di Antonio Politano per Sguardi84 a Claudio Palmisano…

“…(AP)Tu ami citare il caso del fotografo danese Klavs Bo Christensen, escluso qualche anno fa dal concorso Picture Of the Year, nel suo paese, per eccesso di Photoshop…

16-klavs-bo-christensen_s17-klavs-bo-christensen_s

Klavs Bo Christensen

(CP)Quel caso l’ho citato perché è stato il primo caso di reale confusione. Il lavoro di Klavs Bo Christensen è stato pubblicamente scartato e messo alla gogna. A mio modesto parere, si trattava solo di fotografie un po’ deboli a cui era stata applicata una post-produzione eccessivamente contrastata e in generale un po’ sopra alle righe. Tuttavia non c’era stata manipolazione e sarebbe bastato scartare la foto dalla selezione delle premiate. Il paragone che poi è stato fatto tra RAW e file in gara, per confermare la squalifica, è stato, a mio avviso, un errore di valutazione enorme. Perché mai una fotografia lavorata dovrebbe assomigliare al suo RAW? Se scatto volutamente 5 stop sotto allora vuol dire che la scena era buia? Se imposto il bilanciamento del colore su “underwater” e poi scatto in montagna forse il RAW assomiglierà alla realtà?

(AP)A proposito di estetica della post-produzione, come si è evoluta? Pensi che oggi ce ne sia una prevalente? Tu stesso mi hai detto una volta che il tuo stile è cambiato, si è fatto più morbido, discreto. E a proposito di stile, ne esiste uno riconoscibile, riconducibile alle vostre scelte di intervento, intendo uno stile 10b Photography? E uno stile, delle regole Palmisano? Provo a semplificare: sì a bilanciare luci e colori, no a spostare pixel e colori …

(CP)C’è stato uno stile 10b Photography all’inizio della nostra esperienza e qualcuno ancora ce lo richiede! In realtà, si tratta di un approccio che abbiamo avuto anni fa, quando la post-produzione era in una fase piuttosto pioneristica e per comunicare un certo punto di vista era necessario “alzare un po’ la voce”. Abbiamo pensato alla percezione delle notizie, al forte impatto che ha avuto la televisione e la nostra abitudine a guardare certe storie attraverso il filtro del tubo catodico, così abbiamo costruito uno stile che ricordasse quel tipo di immagini. Era lo stile di alcuni fotografi che coprivano i conflitti. Per il resto, lavoravamo per pochi clienti e ognuno aveva uno stile molto preciso e differente. Oggi invece i clienti sono tantissimi e pensare ad un unico stile 10b Photography non avrebbe senso. Esiste invece un approccio “olistico”, tecnicamente rispettoso, che applichiamo a tutto il lavoro che riceviamo. Abbiamo sviluppato una tecnica, o meglio, un flusso di lavoro, che ci consente di lavorare in maniera assolutamente conservativa, ricalcando il sistema zonale di Ansel Adams e con un controllo dei dettagli nelle ombre e nelle luci oltre le capacità di visualizzazione di un monitor, a vantaggio di stampe fine art o tipografiche di alta qualità.

20-yuri-kozyrev_s21-yuri-kozyrev_s

Yuri Kozyrev, Noor – Raw + Digital imaging by 10b Photography

(AP)I punti di vista sono molteplici, il dibattito è infinito, d’accordo. Ma oltre naturalmente all’invito a osservare un’etica e sfuggire i cliché, ci sono dei consigli che ti senti di dare a chi post-produce, da sé, le proprie immagini? Cercare di far assomigliare la foto finale alla percezione di quel momento, a quel che si è visto e fermato con pensiero e memoria, una verosimiglianza cromatica con la scena reale? Produrre un mood comune ai singoli scatti? Creare un flusso di lavoro semiautomatico?

(CP)L’importante è non lasciarsi dominare dalle macchine. Esiste il giusto tempo per ogni cosa. Scattare le foto per mezza giornata e poi passare un mese a post-produrle non va bene. Usate il meno possibile plugin e automatismi (che non siano creati da noi!): può sembrare tutto bello, ma in realtà anche tutto molto uguale. Post-produrre le proprie foto da soli ha il grande vantaggio di avere un ricordo vivido delle scene, ma anche il limite di un’estrema difficoltà nell’avere una visione alternativa delle cose.

(AP)Tra bianco e nero e colori, hai preferenze?

(CP)Io amo la fotografia a colori. Trovo che sia contemporanea e ha ancora grandi margini di sperimentazione. Ma in generale mi piace tutta la fotografia, che sia in un contesto cartaceo, multimediale o televisivo (magari in 3D!). Il bianco e nero, in digitale, offre soluzioni tecniche, anche di tecnologia mista, molto interessanti. A studio facciamo grande sperimentazione in merito.

01-claudio-palmisano_s02-claudio-palmisano_s

Claudio Palmisano

(AP)Tu sei anche fotografo, fotoreporter per conto tuo, lavori per il New York Times e so che ti piace fotografare sott’acqua. Puoi parlarci, questa volta, del tuo sguardo che porta allo scatto? E farci qualche esempio? L’uso della post-produzione ha cambiato anche il tuo modo di fotografare?

(CP)Sicuramente tutta la fotografia che vedo ogni giorno, grandi fotografi, grandi storie, hanno contribuito a far evolvere il mio sguardo. Non so se sono diventato un fotografo migliore oppure no. Faccio ricorso alla post-produzione, in modo anche molto consistente, nella mia fotografia commerciale e pubblicitaria. Ho sicuramente molte più difficoltà a post-produrre le mie foto editoriali, proprio per quello che dicevo prima: se sei stato in un posto, ne hai avuto una certa percezione, magari limitata, ma sarà difficile averne una diversa quando sei davanti a un monitor. Nella fotografia pubblicitaria invece tutto è pianificato e costruito sin dall’inizio, quindi Photoshop è assoluto protagonista del flusso, a volta più degli scatti stessi. L’amore per il mare e per la fotografia subacquea è forse proprio l’eccezione che mi piace. Un’immersione, magari profonda, è assolutamente pianificata, però quello che fotograferai non lo sai finche non sei lì. La percezione dei colori e dei volumi è così alterata, che diventa facile e affascinante trasformare le cose successivamente, senza avere consapevolezza di dove si può arrivare.”

Se quindi sono cambiati i mezzi, non sono cambiati i modi per approcciarvisi; Adobe ha inventato Photoshop, ma non ha certo inventato le manipolazioni possibili sull’immagine, le ha probabilmente semplificate, ma quello che si può eseguire in camera chiara, lo si poteva, e si può tutt’ora, eseguire nella darkroom. La storia è piena di immagini stravolte, realizzate in periodi assai antecedenti a quest’ultimo quarto di secolo, così come grandi autori hanno lavorato sul negativo prima e/o durante la stampa.Il principio fondamentale resta l’onestà verso i lettori delle immagini, ma questo è un personalissimo parere.

Chi è Claudio Palmisano

Nato a Roma nel 1972. Diplomato all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma nel 1992, lavora per diverse testate nazionali e internazionali come fotogiornalista. Si occupa successivamente di fotografia commerciale sviluppando, grazie al suo background informatico, un interesse per la fotografia digitale. Diventa consulente di diversi fotografi, agenzie e infine lavora come post-produttore freelance, specializzato nella fotografia editoriale di reportage. Nel 2005 partecipa alla fondazione dello studio 2080 a Roma e poco dopo è co-fondatore dello studio 10b Photography di Roma, con Francesco Zizola. È tra i docenti dell’Istituto Superiore di Fotografia dal 1999 e ha un’intensa attività di consulenza e workshop. Tra i clienti del laboratorio da lui diretto i più grandi fotografi e le più grandi agenzie fotogiornalistiche del mondo. Pubblica come fotografo su: The New York Times, International Herald Tribune, La Repubblica, L’Unità, il manifesto, Berlingske Tidende, Business Week, Quattroruote, Vivere. Lavora per (Image Toning, Shooting, QTVR, Fotoritocco, Insegnamento, Consulenze): TIME Magazine, Newsweek, Magnumphotos, NOOR, VII, AFP, Contrasto, National Geographic, Russian Reporter, Saatchi & Saatchi, Renault, Kenzo, Phard, YELL, RCS, Mondadori, Comune di Roma, Provincia di Roma, Provincia di Perugia, Blue Panorama Airlines, Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata, Scuola Romana di Fotografia, Telecom Italia, Policlinico Gemelli.

 http://www.10bphotography.com/

  http://noorimages.com/

Postato da Angelo