La solitudine del fotografo

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Be the bee body be boom. Sara munari

Qualsiasi fotografo che per un progetto specifico o per un lavoro continuativo (penso ai fotogiornalisti) abbia deciso di andare, partire per un posto vicino o lontano, sa a cosa mi riferisco.

Oggi vi parlo della mia solitudine, la solitudine di un fotografo.

La solitudine prende la testa e accompagna anche il corpo di chi viaggia, spesso per tutto il percorso. Non trovo sia una cosa negativa, è un modo, un sentimento che si insinua sulla strada che segui.

Non è il “lasciare le cose”, gli amici e la famiglia a casa.

Questo è per me anzi, stimolante.

Così come trovo insostituibile le sensazioni che si sentono nel provare nuovi cibi, vedere nuove facce, regalare gli occhi e la mente ad altri luoghi, per raccogliere immagini.

Ognuna di queste esperienze ti fa rivalutare te stesso, ti da l’opportunità di ridurre pregiudizi e povere categorie mentali.

Sembra tutto positivo.

Poi, in me, subentra questo sentimento che mi avvolge il giorno e peggiora durante la notte.

Non dipende dal fatto che tu sia solo o accompagnato.

Forse riguarda la comprensione delle cose, la presa di coscienza, la consapevolezza della fluidità della nostra vita, che tenti di bloccare ingenuamente su piccoli riquadri di carta bidimensionali.

Creo un legame sottile quanto un foglio di carta da stampa, con questi uomini, queste donne, imprigionate nelle mie “cornici”.

In qualche caso il legame è intenso e mi da l’opportunità di annodare anche voi a me, quando dedicate tempo a guardare la “vita nelle mie immagini”.

Il bagaglio (anche se io parto con uno zaino davvero piccolo) si fa più pesante e ho l’impressione che cresca la solitudine che provo.

Abbandonati pregiudizi e preconcetti ci si sente soli e vuoti finché non troviamo occhi nuovi con cui rubare vita agli altri e di conseguenza a noi stessi.

Costruiamo memoria e moriamo un po’.

Uaaaaaauaaaauaaauaaa (faccina che piange a dirotto)

Vado a fare un giro, va’.

Ciao Sara

I prossimi appuntamenti con Musa

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-Al nuovo Festival della fotografia a Ferrara
“Riaperture” con la mia mostra P|P|P|   (Place Planner Project)

Workshop “La creazione del portfolio”

Sabato 18 Marzo  Lettura portfolio

-Serata su di me e sulla progettazione del portfolio
6 Aprile a Musile di Piave dalle 20:45
Il progetto fotografico ed il relativo sviluppo.

-In occasione del Photofestival di Milano  Mostra “Be the bee body be boom”
Spazio Raw Milano Inaugurazione 11 Maggio 2017
ore 18,30 19,00

-Il 12 maggio  tengo una serata a Verona, presso Associazione Shoot, su “La  New Topographics”

-28 maggio presentazione del libro “Be the bee body be boom” al Festival della letteratura ad Arcore, presso le scuderie di Villa Borromeo

-9 giugno Borgomanero Serata su di me e sulla progettazione fotografica ore 21.00, per info vedi qui

-14 giugno Via S. Pio X 181, 31033 Castelfranco Veneto presso Yorick Photography Studio. Cercare di capire insieme come si affronta la progettazione e la costruzione del racconto in fotografia.

-Luglio:

  • Workshop a Palermo, in occasione di Santa Rosalia
  • Workshop a Matera, studio e fotografia

-Agosto: vacanzaaaaaaaaaaaa 🙂

-31 Agosto Serata a Precenicco (Ud) presso Anaxum Circolo Culturale e Fotografico ore 21.00

Per ora basta,

SPERO DI INCONTRARVI DA QUALCHE PARTE

ciao

Sara

Intervenire nella scena, voi lo fate?

A volte, per strada, mi capita di vedere gesti o espressioni, di essere coinvolta in piccole situazioni che si rivelano, ai miei occhi, eccezionali. Ma manca qualcosa. L’attimo perfetto, il momento che nella testa ti fa fare click. Immancabilmente me ne vado, consapevole che la foto stava per arrivare lì, pronta a farsi prendere, quasi c’era.

Io per scelta me ne vado, sempre. Mi è capitato solo un paio di occasioni di far fermare il soggetto e già mi è sembrato strano.

Una delle due fotografie è questa:

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Da “Be the bee body be boom” Sara Munari

Scattata a Bucarest, l’anno scorso. Il ragazzo si cambiava sotto una rampa per pattinatori, half pipe.

Da lontano ho visto le righe sul suo petto e mi sono avvicinata a passo veloce. Lui mi ha guardata e si è letteralmente bloccato, non capiva come mai gli andassi incontro così velocemente. Credo fosse anche un po’ preoccupato!

Comunque in questa occasione, ho sicuramente cambiato le scelte che avrebbe fatto il ragazzo da solo, senza il mio intervento.

E’ stato più forte di me.

I fotografi, per strada, non hanno tutti lo stesso atteggiamento.

C’è chi preferisce chiedere: “Lo rifaresti per me?”

In qualche caso le persone saranno ben contente di ripetere l’azione. Se dovesse accadere, state ben attenti a far rimanere la fotografia “fresca”. Mi spiego meglio.

Generalmente chi si sente fare questa richiesta, sapendo di essere fotografato, cambierà espressione o atteggiamento. Fate in modo che questo non sia visibile nello scatto, la fotografia, a mio parere dovrebbe comunque sembrare “candid”.

Certo non credo che la soluzione migliore sia dire “Fai finta che io non sia qui”, come ho spesso sentito dire…ma il risultato dovrebbe essere quello, insomma.

C’è chi vi ignorerà completamente e chi invece riderà e avrà completamente stravolto il senso della vostra fotografia. In questi casi, state lì a “giracchiare” fino a che non tornerete trasparenti e se la situazione lo permette ancora, scattate la vostra immagine.

Non giudico nessuna delle due scelte migliore dell’altra (la mia di andarmene o quella di intervenire), so solo che parte del mio divertimento è “beccarla al volo” la foto. Questo è il motivo per cui evito di intervenire, sarei meno soddisfatta e mi divertirei meno.

E voi cosa fate in queste situazioni?

Ciao

Sara

Fotoamatrice per sempre. Voi cosa cercate nelle fotografie che fate?

Quando mi sono avvicinata alla fotografia, una quindicina di anni fa, non sapevo minimamente quale sarebbe stata la mia strada.

Mi sono iscritta ad un corso biennale di fotografia, a Padova, perché i posti al corso di restauro, a Venezia, erano finiti. Forse l’esclusione non è stato il fattore più logico con cui scegliere, ma oggi posso dire di aver scelto bene. Mi sono divertita finora, quindi credo sia stata la scelta giusta.

Sono ancora sulla strada, cammino. Sto cercando. Certo, nel tempo ho acquistato consapevolezza, so cosa vorrei da ogni singolo scatto che va a comporre un mio portfolio, una mia storia, ma non so con certezza dove mi porterà questa strada.

Io cerco di mostrarvi il mondo per come lo vedo, qualche volta ci riesco, altre volte no.

Qualcuno mi chiede: ma cosa vogliono dire queste o quelle foto? Perché l’orso, il cane la bambina spaventosa?

Io non voglio spiegare quello che ho visto e non riesco a dire bene quello che sento. Una volta scelto il soggetto, perché la mia pancia, oltre che la mia testa, lo suggerisce, l’unico limite che mi pongo è che la foto non abbia una connotazione temporale. Cerco questo. Mi piacerebbe scattare fotografie che abbiano la stessa valenza con lo scorrere del tempo, tutto qui.

Quello che voglio dalla fotografia è che mi permetta di vedere con occhi più attenti le faccende del mondo, mi permetta di mostrarle al mondo e mi faccia divertire.

Ho già usato due volte la parola “divertire”, per questo ci sarà qualcuno pronto a dire: superficiale questa Sara…ecc. Ma io mi devo divertire per trovare le mie storie.

Sicuramente è poco, rispetto a molti colleghi fotogiornalisti o legati alla fotografia commerciale che hanno ben più alte responsabilità.

Io credo che rimarrò fotoamatrice per sempre. Esattamente, foto-amatrice. Sono una persona che ama la forza delle immagini, in sostanza. Amo scattare fotografie nelle quali sembra tutto sospeso, l’attimo in cui non avviene nulla di concreto, il preludio alle tempeste, il silenzio dopo uno scontro.

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“Be the bee body be boom” Sara Munari

Mi piace che tra molti anni mio nipote, o chissà chi, vedendo un libro di fotografie mie o una singola foto possa dire:

-Cavoli, emozionante!

Oppure:

-Cavoli, che cagata!

Non so, mi rende felice il farmi potenzialmente dedicare un pensiero, nonostante la mia definitiva assenza. Egocentrica assenza.

Ecco cosa vorrei dalla fotografia.

Ciao Sara

Le fotografie misteriose, funzionano?

Pensare che una fotografia sortisca lo stesso effetto e la stessa interpretazione da parte di tutti, è impossibile. Spiegare in continuazione i propri scatti è, a mio avviso un errore (che tante volte ho fatto).

Non mi è capitato finora, ma spesso noto che molti danno titoli allucinanti alle proprie immagini nella speranza che questi guidino i fruitori delle immagini in una direzione interpretativa piuttosto che un’altra.

Certo questo discorso vale solo se non siete fotogiornalisti o avete la necessità di una documentazione che sia il più coerente possibile con quello che ritenete sia eticamente giusto dire, di un determinato evento. In questi casi la didascalia è fondamentale. Così come in tutti i generi in cui la documentazione è il fulcro del vostro lavoro. Altre volte, il lavoro viene spiegato nelle presentazioni dei progetti, di solito di tipo concettuale. Senza queste spiegazioni, la comprensione sarebbe complicata, se non impossibile.

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Forse per la prima volta, parlo di fotografie singole.

Per l’ultimo mio lavoro “Be the bee body be Boom”, qualcuno mi ha chiesto, ma cosa vogliono dire queste fotografie, belle si, ma non raccontano l’Est Europa (luogo dove sono state scattate), non raccontano un fatto o un personaggio.

Tutto vero, raccontano semplicemente di me. So che può non essere sufficiente, lo so bene, ma la realtà è questa. Sono una fotografa “buttata” nel mondo e cerco di raccontarne la mia visione. Non lavoro per giornali o gallerie in particolare, non vendo nulla.

Desidero che le mie immagini siano suscettibili ad interpretazioni differenti, desidero che chi le guarda venga coinvolto a livelli e con modalità differenti.

Questo, lo potete fare anche voi.

Non dite tutto con la vostra fotografia, aggiungete mistero e ambiguità.

Dico sempre che di fronte ad un’immagine, chi la guarda dovrebbe farsi almeno una domanda, basta una domanda e il fotografo ha raggiunto il suo scopo.

Tentare di soddisfare sempre la curiosità della gente diventa, a volte, una necessità dalla quale non ci si può sottrarre. Credo che questo sia, in parte, legato all’insicurezza di chi le ha prodotte: non so se capirai quindi ti spiego tutto, in questo modo saprai che sono un buon fotografo.

So con certezza però, che le foto più enigmatiche (oltre a quelle tragiche e/o iconiche), sono quelle che vengono ricordate maggiormente.

Se riuscite a creare immagini per cui la gente si faccia domande invece che trovare la soluzione all’interno dello scatto stesso, avete, a mio parere una capacità non usuale, di usare la fotografia.

Spetta a chi guarda, attraverso la sua esperienza, sensibilità e intelligenza, dare un senso a ciò che vede e questo mi sembra magico.

Una sola fotografia, mille interpretazioni. Che “potere” abbiamo…

Ciao Sara

Tutti gli appuntamenti con Mu.Sa.

Nei prossimi mesi molti appuntamenti mi vedranno coinvolta in tutta Italia. Spero di vedervi. Ciao

 

Cerca il corso di Fotografia che più fa per te!
PRESENTAZIONI DEL LIBRO “BE THE BEE BODY BE BOOM”
  • 13 maggio h.18.00 Lecco, Libreria Volante
  • 19 maggio h. 21.00 Carugo, Libri al sette
  • 28 maggio h. 11.00 Monzambano Fotografia
  • 14 Giugno Istituto Italiano di fotografia Milano 18,30 da confermare
  • 15 giugno Bologna Leica Store ore 18,30
  • 2-3-4 Dicembre Photolux Lucca

Letture portfolio, workshop  e incontri in giro per l’Italia

  • Lettura portfolio a Monzambano 28/29 Maggio 2016
  • Inaugurazione mostra Be the bee body be boom 28/29 Maggio 2016
  • Workshop sulla costruzione del portfolio a Lugano, per Lugano photo days
  • Presentazione del mio libro a Istituto Italiano di fotografia 14 Giugno 18,30
  • Inaugurazione mostra Be the bee body be boom Bologna Leica store 15 Giugno 2015
  • Lettura portfolio a Mogoro (Sargegna) 18/19 Giugno 2016
  • Inaugurazione mostra “Sonia” Mogoro 18/19 Giugno 2016
  • New york workshop 24 Giugno rientro Agosto 2016
  • Inaugurazione Be the bee body be boom, Trieste fotografia 27 agosto 2016
  • Lettura portfolio a Trieste Fotografia
  • Presentazione libro Be the bee body be boom Savignano immagini Settembre 2016
  • Inaugurazione “be The bee body be boom” Verona Castelvecchio 23 settembre 2016
  • Workshop a Lisbona dal 29 Ottobre al 2 Novembre 2016
  • Presentazione libro “Be the bee body be boom” Photolux Lucca 2 Dicembre 2016
  • Workshop Lucca Photolux sula creazione del portfolio 3/4 Dicembre 2016

Vi aspetto, spero di vedervi da qualche parte e vi ringrazio per avermi seguita fin qui, ciao

Sara