Attraverso la sua arte cerca di mettere in discussione le concezioni tradizionali della corporeità esplorando la relazione tra il corpo e l’identità. Il pensiero occidentale ha tradizionalmente visto il soggetto umano in modo dualistico, come costituito da due entità separate: mente e corpo. Questa visione insiste sul fatto che “essere” significa soprattutto essere distinto dall’altro, essere sicuri e definiti entro i confini del corpo.

Attraverso la sua fotografia cerca di sfidare queste concezioni sollevando il soggetto da interrogativi su chiusura e integrità. L’autore presenta il corpo non come un involucro protettivo che definisce i nostri limiti, ma come un organo di interscambio fisico e psichico tra corpi, una sorta di intersoggettività che produce identità. Il corpo si presenta come instabile, ambiguo, fluido e costantemente in movimento.
Molte delle sue immagini hanno come soggetto uomini proprio per sfidare la tradizione dell’oggettivazione delle donne, lavorando contro un discorso stereotipato sulla mascolinità. I suoi soggetti sono vistosamente carnosi, imperfette, soggetti a decadimento e vulnerabili. Ciò si traduce in una sorta di frammentazione del corpo che non è più lo spazio che assicura l’idea di sé, è il dominio in cui il sé viene contestato e messo in discussione.



Ho trovato interessante questo video https://www.celesteprize.com/artwork/ido:424542/
Classe 1972, Antony Crossfield lavora a Londra ed era il favorito di Charles Saatchi, il “super collezionista” d’arte.
Date un’occhiata al suo sito che è pieno di cose interessanti, ciao
Sara
