Come scegliere il tema di un racconto fotografico

Se visitiamo una mostra o compriamo un libro di fotografie è perché abbiamo scelto di credere a l racconto fotografico che ci viene proposto… o almeno di capire se possiamo farlo.

Questo riguarda qualsiasi genere fotografico perché, in ogni caso, siamo incuriositi, vogliamo conoscere il lavoro, che cosa l’autore è riuscito a mostrarci e come. Lo facciamo per puro gusto, per distrarci, per essere intrattenuti, per trovare noi stessi o per tentare di trovare una verità.

Il tema è un’impressione, un punto di vista, una visione della vita che affiora come filo conduttore di un’opera fotografica; è il contenuto portante del nostro racconto fotografico.

Il consiglio è sì di dare retta alla nostra impellenza di esprimere la parte più profonda di noi o di raccontare una faccenda umana, ma soprattutto di modellare il progetto attraverso un’idea che possa dare forma ai luoghi, ai personaggi e all’atmosfera che rivivranno negli scatti.

Una volta individuato il tema, dobbiamo essere sicuri che la narrazione che svilupperemo intorno a esso sia credibile, oppure dobbiamo fare in modo che anche l’incredibilità lo diventi.

Da “Don’t let my mother know”- Sara Munari

Il tema potrebbe avere essere incentrato su un argomento di rilevanza sociale, una condizione esistenziale, o un sentimento.

Esistono diverse tipologie di temi:

  • temi descrittivi volti a delineare le caratteristiche di un soggetto, di un luogo, di una persona o uno stato d’animo;
  • temi espositivi, che offrono informazioni su uno specifico argomento e portano il destinatario a conoscere il soggetto;
  • temi argomentativi, che espongono il proprio punto di vista su un determinato argomento nel tentativo di convincere il fruitore che la nostra visione abbia senso.

In ogni caso, il fruitore si aspetta che dietro la nostra esposizione vi sia un messaggio, un modo di vedere la realtà, sia che si trovi di fronte a un lavoro di reportage, sia che osservi un lavoro concettuale, più ermetico e meno descrittivo.

La scelta stessa del tema, delle ambientazioni e del tipo di soggetto con un linguaggio specifico, inducono il destinatario a prendere una posizione o quanto meno, a tentare di entrare in connessione con il fotografo.

Il tema non dev’essere necessariamente lampante perché, se rendiamo tutto esplicito, rischiamo di diventare didascalici e monotoni. Il tentativo di istruire o indirizzare troppo potrebbe essere un errore che non lascia libero lo spettatore di interpretare, di dare al progetto una propria lettura. Non si racconta, quindi, solo per rispondere alla propria esigenza di esprimersi, ma anche per l’esigenza di chi guarda, che ha bisogno di emozionarsi e di entrare in empatia con noi e con la storia.

Un consiglio che do, a cui ho già accennato, è non pensare per forza a qualcosa fuori dall’ordinario. Scartare idee per paura che non siano all’altezza delle aspettative nostre e del pubblico ci porterà a una continua autocensura, mentre svilupparle ci permetterà di capire se la storia merita una possibilità. Siamo spesso troppo condizionati dal giudizio degli altri. Che cosa penseranno? Come valuteranno il mio lavoro? Li scontenterò?

Ricordiamo che saranno la nostra visione e il linguaggio con il quale presenteremo il racconto fotografico a cambiare le carte in tavola.

Quando invece le idee ci mancano, che cosa possiamo fare per inventare qualcosa di nuovo? Se siamo in questa fase o ci troviamo nella situazione di non riuscire a fare il primo passo, proviamo a farci queste domande (se scriviamo le risposte su un quaderno, potrà esserci ancora più utile):

  • Perché sento la necessità di fotografare?
  • Che cosa voglio comunicare?
  • Qual è un argomento che mi coinvolge, che conosco, a cui tengo e che desidererei condividere per dare spunti di riflessione a chi lo vedrà?

Non deve essere una lotta all’ultimo sangue per raccontare a ogni costo. Dobbiamo avere pazienza e far ripartire il processo creativo.

Se non siamo pronti a capire che cosa abbiamo dentro e a metterci a nudo, difficilmente troveremo idee buone e, anche se lo faremo, non riusciremo ad approfondire oltre la superficie.

Questo è un piccolo estratto del mio libro “Raccontare con le immagini“, spero possa interessarvi il tema!

Alla prossima, ciao a tutti! Sara

Partecipa al Premio Musa per fotografe!

Buongiorno, abbiamo voglia di vedere i vostri progetti! Partecipate! Ciao

Sara

SCADENZA 23 OTTOBRE 2023

Il Premio Nazionale Musa per fotografe è giunto, dopo una crescita davvero considerevole in termine di iscrizioni, alla sua quinta edizione nel 2023. 

Vi ringraziamo per la partecipazione!

Il premio Musa, è dedicato alla produzione di portfolio fotografici ed è rivolto a tutte le fotografe, senza nessuna distinzione tra amatrici e professioniste. Il lavoro che presenterete, verrà sottoposto a giudizio insindacabile della giuria composta da esperte.
La giuria è composta da professioniste nel settore della fotografia. L’ambito del premio è rivolto alla fotografia italiana femminile e possono partecipare fotografe che si esprimono in ogni settore fotografico, ogni genere, senza limitazioni relative al progetto scelto per essere presentato. Si possono presentare fino ad un massimo di tre progetti per partecipante.

­Vai al Premio

CORSI IN PARTENZA A BREVE

Visual Storytelling, incontro con te stesso

Questo corso si propone come obiettivo di indicare quali siano le modalità della narrazione fotografica, dalla ideazione del progetto, alla sua concretizzazione. 

Sara Munari, fotografa riconosciuta a livello internazionale, vi accompagnerà in questo viaggio volto a capire, sulla base degli argomenti proposti, come costruire una storia coinvolgente e unica. Il corso si rivolge ad amatori e professionisti che vogliono approfondire le conoscenze di struttura e editing di un progetto fotografico, pensato ed esteso. Il percorso prevede la realizzazione di un progetto personale che verrà strutturato e finito entro la fine delle lezioni. Lo scopo è di progettare un lavoro finito che si basi sulle attitudini e capacità dell’alunno. Sono previsti esercizi in interni ed esterni che possano stimolare e indicare nuove vie da seguire, in termini di linguaggio fotografico. Verrà spiegato come pensare, progettare, svolgere, organizzare e presentare un progetto fotografico compiuto, imparando a portare le conoscenze tecniche a favore della visione personale per un racconto fotografico articolato che possa sfociare addirittura in un libro. Verranno affrontati argomenti anche sul photoediting più professionale e le modalità per seguire un percorso corretto, a livello autoriale.­

Visual Storytelling online­­

Visual Storytelling in aula­

CORSI ONLINE
Per studiare comodamente da casa

 Corso annuale di fotografia online
Percorso linguaggio full
Percorso autoriale
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò NEW
Reportage fotogiornalistico con Pierpaolo Mittica
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò NEW
Photoshop con Fabio Viganò NEW
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Corsi ONE TO ONE
Corso base di fotografia con Fabio Viganò
Corso avanzato di fotografia con Fabio Viganò
Corso base più avanzato di fotografia online con Fabio Viganò­

Vai alla pagina dei corsi­

­Corso annuale in aula

­­Corso annuale online­

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO IN AULA
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente. Corsi in aula. 

Percorso linguaggio base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale – come farsi strada del mondo della fotografia

Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Photoediting creativo con Paola Riccardi
La costruzione del portfolio, come e cosa fare con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Creare un libro fotografico con Grazia Dell’Oro
Lightroom  con Fabio Viganò
Photoshop con Fabio Viganò­

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CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO ONLINE
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente.  

Percorso linguaggio full – base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale, come farsi strada del mondo della fotografia
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò 
Photoshop con Fabio Viganò 
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli­

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Premi fotografici in scadenza a Settembre

Buongiorno, ecco tutti i premi on scadenza a Settembre! Ci scusiamo se qualcosa come i link, non dovessero essere attivi ma scriviamo questo articolo da molto lontano ed è possibile che qualcosa vada storto.

Ciao Annalisa Melas

ND AWARDS 2023

L’acclamato ND AWARDS è un crogiolo di alcune delle anime più eccezionali e talentuose del mondo nel campo della fotografia, dove riconoscimento, prestigio e pubblicità vengono istantaneamente guadagnati dal progetto vincitore. Questo è un invito aperto. Unisciti a noi e partecipa al concorso!

Gli ultimi due anni sono stati un’evidente testimonianza del successo di ND AWARDS nel suo percorso per diventare uno dei concorsi professionali più ambiti tra i fotografi. Il nostro marchio di fabbrica è un approccio moderno alla fotografia abbinato al rispetto della tradizione. Nello spirito di reciprocità, a ND AWARDS, i nostri partecipanti sono il centro del concorso poiché questo organismo premiante non può esistere senza i suoi partecipanti. Questi ultimi sono altrettanto importanti per noi quanto noi lo siamo per loro. Allo stesso modo, illuminiamo il percorso verso lo sviluppo mentre continuiamo a scoprire, ispirare e scoprire la promozione delle tracce per i migliori artisti.

Le nostre categorie: Astratti, Architettura, Paesaggi urbani, Belle arti, Ritratto, Persone, Fotogiornalismo, Natura, Paesaggio, Nudi, Paesaggi marini, Strada, Viaggi, Subacqueo, Urbano, Fauna selvatica.

Deadline: 17 September 2023

Website: https://ndawards.net

DODHO 2023 CALL FOR ENTRIES

La nostra missione è scoprire il talento migliore, promuoverlo e diffonderlo, perché viviamo e respiriamo la fotografia, perché conosciamo la fatica, il lavoro e la passione dietro ogni immagine, il bisogno di trovare e catturare la bellezza, di trovare un momento unico, per interpretare la realtà che ci circonda. Della volontà che serve per raccontare una storia attraverso un reportage, e per decifrare la verità che in essa si nasconde.

Per noi la fotografia è luce, vita, emozione, comunicazione, sfida, ma è anche un atto puramente introspettivo che ci costringe a mettere in discussione il nostro modo di vedere il mondo, il nostro modo di guardare la realtà, impregnando ogni fotografia di un po’ di noi stessi.

La nostra edizione cartacea è stata pensata come uno strumento promozionale, uno strumento per presentare il proprio lavoro al mondo e dargli la spinta di cui ha bisogno. Di natura esclusivamente professionale, è distribuito alle principali gallerie, agenzie, festival e professionisti del settore per garantire che le tue immagini siano viste direttamente dalle persone giuste e in tempi record.

Deadline: 3 September 2023

Website: https://www.dodho.com/call-for-entries/

THE CONTEMPORARY LANDSCAPE

Il paesaggio, grandioso o personale, è stato un soggetto fotografico sin dall’inizio e ha svolto un ruolo importante nell’affermazione della fotografia come mezzo artistico. All’inizio, sia nella storia che nell’esperienza della maggior parte dei fotografi, il paesaggio era uno dei soggetti più accessibili e familiari disponibili.

Il Centro SE è alla ricerca di immagini del paesaggio, che si tratti di grandi panorami o di trattamenti più personali e intimi. Cerchiamo fotografi che possano lasciare il segno con i loro paesaggi, coinvolgerci e farci venire voglia di esplorare. Processi in bianco e nero o a colori, analogici, digitali o antichi, i fotografi di tutti i livelli e luoghi sono i benvenuti.

Deadline: 4 September 2023

Website: https://www.sec4p.com/contemporary-landscape-prospectus-23

GRAYSCALE EXHIBITION

La fotografia in bianco e nero prospera ancora oggi, nonostante l’emergere della fotografia a colori nel 1890. Dai neri profondi, ai grigi nostalgici ai bianchi brillanti, il genere si affida alla forma, alle linee e alla forma per raccontare la storia. Poiché le sfumature di grigio continuano a ispirare gli artisti della fotografia, stiamo cercando di onorare l’arte in questa mostra collettiva.

Deadline: 7 September 2023

Website: https://www.decodegallery.com/grayscale/

INTERNATIONAL 212 PHOTOGRAPHY COMPETITION

Il Concorso Internazionale di Fotografia 212, organizzato nell’ambito di 212 Photography Istanbul che si svolgerà dal 5 al 15 ottobre 2023, mira a scoprire fotografi con background diversi in tutto il mondo e ad aprire lo spazio per riunire esperienze diverse. Il concorso attende le candidature di fotografi dilettanti e professionisti di tutte le età interessati all’arte della fotografia fino al 10 settembre 2023.

Dal 2018, il Concorso Internazionale di Fotografia 212 presenta le opere selezionate dei 10 finalisti con una mostra speciale durante il periodo del festival; oltre ad un premio di 5.000 euro assegnato al primo classificato. Fin dal primo anno di concorso contribuisce ad aumentare la visibilità dei vincitori del concorso e dei premiati dalla giuria; facilita la loro presenza sulla stampa locale e internazionale. 

Deadline: 10 September 2023

Website: https://www.212photographyistanbul.com/en/

PROTOCOGNITION

La mostra d’arte e le performance organizzate dalla Bristol Art Gallery e dall’Unconventional Computing Lab UWE Bristol.

La protocognizione si riferisce alla capacità delle creature e delle sostanze non viventi senza sistema nervoso di acquisire informazioni, riconoscere spazi stimolatori, accumulare conoscenza e sviluppare saggezza. Comprende vari processi come la percezione, la mappatura delle decisioni, l’apprendimento, il ragionamento, il credere e persino l’esibizione di stati emotivi attraverso substrati chimici e fisici.

Artisti, scienziati, musicisti e ingegneri sono incoraggiati a presentare il proprio lavoro, esplorando come substrati apparentemente non intelligenti o addirittura non viventi dimostrino una notevole capacità di raccogliere in modo sensato e mirato informazioni sull’ambiente circostante, analizzare queste informazioni contemporaneamente e prendere decisioni basate su sull’analisi.

Deadline: 10 September 2023

Website: https://www.bristol-art-gallery.com

NUDE GEOGRAPHIES – AN INTERNATIONAL JURIED PHOTOGRAPHY EXHIBITION

La forma nuda è stata rappresentata nell’arte nel corso della storia, dall’epoca classica all’Illuminismo e all’era moderna. La figura nuda nell’arte occidentale, in particolare nella fotografia, ha espresso ideali di bellezza femminile e maschile insieme ad altre qualità umane tra cui la vita, l’energia e una serie di complicate emozioni umane.

La Praxis Gallery cerca la presentazione di opere fotografiche che esplorino il nudo in uno qualsiasi dei suoi vari stili, inclusi studi di figura, nudi ambientali e nudi impliciti, solo per citare alcune delle numerose iterazioni di questo genere. Sono ammessi tutti i tipi di acquisizione, i generi, i processi di post-produzione fotografica e digitale in bianco e nero e a colori, tradizionali e non tradizionali. 

Deadline: 17 September 2023

Website: https://www.praxisphotocenter.org/submission-guidelines

INTERNATIONAL WEDDING PHOTOGRAPHER OF THE YEAR AWARDS 2023

Gli International Wedding Photographer of the Year Awards sono orgogliosi di annunciare che il settimo premio è ora aperto a tutti i fotografi professionisti e amatoriali di matrimoni e fughe d’amore di tutto il mondo. Con l’aiuto dei nostri 6 giudici esperti premiamo l’eccellenza nel fotografo di matrimoni e promuoviamo questi successi attraverso i nostri ampi canali mediatici. 

Deadline: 21 September 2023

Website: http://iwpoty.com

ART TALENT FAIR – PADUA

Art Talent Fair rientra nel progetto voluto dalla “Moho Art Gallery” dedicato ai talenti emergenti nel prestigioso contesto delle fiere dedicate all’arte contemporanea.

Il premio “Art Talent Fair” è riservato ad opere di valore fino a 5.000 euro.

Un’importante opportunità riservata ai migliori talenti internazionali dell’arte contemporanea.

Il premio è rivolto ad artisti professionisti e dilettanti, grafici, pittori, fotografi, ecc. provenienti da tutto il mondo.

Deadline: 20 September 2023

Website: https://arttalentfair.com/en

TOKYO INTERNATIONAL FOTO AWARDS

Ai TOKYO INTERNATIONAL FOTO AWARDS riconosciamo, onoriamo e mettiamo in contatto fotografi di talento provenienti da tutto il mondo con un nuovo pubblico e nuovi occhi nei circoli creativi di Tokyo, in Giappone. Il concorso è aperto a tutti e invitiamo fotografi da tutto il mondo a presentare i loro lavori.

Deadline: 29 September 2023

Website: https://www.tokyofotoawards.jp/

OUR WORLD IS KIND PHOTOGRAPHY CONTEST

Cerchiamo immagini che mostrino atti di gentilezza e cura da tutto il mondo. Esistono anche categorie di premi speciali, anche per il lavoro senza scopo di lucro!

La scienza dimostra che l’esposizione a immagini di gentilezza può aiutare le persone a essere più gentili, più felici, più grate e ottimiste. Envision Kindness, un’organizzazione senza fini di lucro, ispira la gentilezza negli altri raccogliendo e condividendo immagini di gentilezza, compassione, gioia e amore con il mondo. Sappiamo che funziona: le persone sono più felici, più calme, più grate e più generose.

Le persone in tutto il mondo hanno bisogno di un modo per sentirsi più felici e più connesse agli altri. Per essere più gentile con gli altri. La tua fotografia potrebbe farlo.

Deadline: 30 September 2023

Website: https://www.envisionkindness.org/2023-our-world-is-kind-photo-contest/

WILD AND TAMED ANIMALS ART COMPETITION

Blue Koi Gallery ti invita a partecipare al concorso artistico Wild and Tamed Animals, una celebrazione delle creature nelle loro forme selvagge e addomesticate. Questo concorso incoraggia gli artisti a catturare l’essenza della fauna selvatica nei loro habitat naturali o a ritrarre la profonda connessione tra gli esseri umani e i loro compagni addomesticati. Aperto a tutti gli artisti, indipendentemente dal luogo in cui si trovano, e i partecipanti devono avere almeno 18 anni. Si consiglia di presentare domanda con vari mezzi e livelli di competenza fino alla scadenza del 30 settembre 2023.

Deadline: 30 September 2023

Website: https://koisartistaward.com/wild-tamed-juried-art-competition/

Ricordiamo che a Ottobre scade anche il PREMIO NAZIONALE MUSA PER FOTOGRAFE

Qui il link http://www.musafotografia.it/premio.html

http://www.musafotografia.it/premio.html

Ricordiamo che non sia.o responsabili per le vostre partecipazioni e che tutto va letto nei bandi specifici dei singoli premi.

Mostre consigliate per settembre

Ciao a tutti e bentornati!

Non poteva mancare il nostro appuntamento fisso con le mostre di fotografia.

Date un’occhiata a cosa ci riserva il mese di settembre!

Anna

PAOLO PELLEGRIN. L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI

Paolo Pellegrin, Un uomo arrestato dalla polizia per aggressione nei confronti del padre. Rochester, Stati Uniti 2012
© Paolo Pellegrin / Magnum Photos | Paolo Pellegrin, Un uomo arrestato dalla polizia per aggressione nei confronti del padre. Rochester, Stati Uniti 2012

Testimone dei conflitti della contemporaneità, ma anche degli effetti del cambiamento climatico, Paolo Pellegrin sarà il protagonista dell’esposizione L’orizzonte degli eventiin programma a Venezia dal 30 agosto 2023 al 7 gennaio 2024 a Le Stanze della Fotografia, iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini. Organizzata da Marsilio Arte e da Studio Pellegrin, la mostra è curata da Denis Curti e Annalisa D’Angelo e realizzata in collaborazione con Magnum Photos.

Gli oltre 300 scattiincluso un reportage per la prima volta in mostra sull’Ucraina e altre immagini inedite,coprono l’arco di tempo dal 1995 al 2023 e raccontano l’attività sul campo che ha portato Paolo Pellegrin a diventare uno dei più importanti fotografi internazionali.  Nato a Roma nel 1964 e membro dell’agenzia Magnum dal 2005, Pellegrin si è distinto da subito per l’umanità del suo sguardo, caratteristica che ha reso unici i suoi lavori e che gli ha permesso di andare sempre al di là della superficie.

«L’orizzonte degli eventi, nella fisica, è la zona teorica che circonda un buco nero, un confine oltre il quale anche la luce perde la sua capacità di fuga: una volta attraversato, un corpo non può più andarsene, se oltrepassa quel limite scompare del tutto dalla nostra vista» spiega Annalisa D’Angelo. «Nella sua lunga carriera di fotografo, Pellegrin tenta più volte di oltrepassare l’orizzonte, di entrare nel buco nero della storia, provando a superare gli ostacoli. E il suo mezzo per oltrepassare l’orizzonte e uscire idealmente dal buco nero è la fotografia, intesa come tramite, come un ponte ideale in un rapporto in cui lo spettatore gioca un ruolo fondamentale».

Pluripremiato – dal W. Eugene Smith Grant in fotografia umanistica al Photographer of the Year, passando per il Robert Capa Gold Medal Award – Pellegrin ha prima studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma e poi fotografia all’Istituto Italiano di Fotografia. Pubblicato da The New York Times, TIME, Newsweek e molti altri giornali e riviste, ad agosto il fotografo approda a Venezia con un’antologica che spazia da servizi realizzati nelle zone di drammatici conflitti, come in Iraq e a Gaza, a quelli su problematiche ambientali, come lo tsunami in Giappone e gli incendi in Australia, fino agli scatti sui cambiamenti climatici in corso, immortalati nelle immagini che ritraggono l’Antartide.

«Ovunque io sia, mi considero sempre un ospite e, in cambio, sono quasi sempre trattato come un ospite. La macchina fotografica diventa allora un passaporto straordinario» dice Paolo Pellegrin che a Venezia sarà presente anche con i suoi reportage negli Stati Uniti, i rifugiati a Lesbo e molte altre missioni che il fotografo ha compiuto nel buco nero della storia raccontando un’umanità che pochi colgono e raggiungono.

La complessità dei temi trattati e l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, trovano la sua casa ideale a Venezia, città fragile che ben rispecchia le caratteristiche dei luoghi attraversati da Pellegrin. Le sue immagini restituiscono la forza di un’umanità che si manifesta nella grandezza della natura, svelando uno dei temi cruciali della contemporaneità, la relazione tra l’uomo e l’ambiente naturale.

«Il tema dell’incontro con gli altri diventa il tema delle sue immagini. La sua è una fotografia di denuncia e di racconto che spazia all’interno di tematiche riguardanti le condizioni di vita altrui, dalla povertà alla violenza, fino alla fragile maestosità della natura» racconta Denis Curti. «Per Pellegrin la fotografia è mettere in discussione presunte verità per contribuire alla costruzione di un linguaggio inscatolabile fatto di grammatiche diverse e innovative».

La mostra si terrà nel nuovo centro espositivo Le Stanze della Fotografia, iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, uno spazio che prosegue il percorso iniziato nel 2012 alla Casa dei Tre Oci di Venezia nella convinzione che la fotografia, tra i linguaggi artistici più interessanti del contemporaneo, debba continuare ad avere una sua propria casa a Venezia.

Dal 29 Agosto 2023 al 07 Gennaio 2024 – Le Stanze della Fotografia – Isola di San Giorgio (Venezia)

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LIU BOLIN. HIDING IN FLORENCE

Liu Bolin, Hiding in Florence
Liu Bolin, Hiding in Florence

La Sala d’Arme di Palazzo Vecchio ospita, dal 30 agosto al 18 settembre, la personale di Liu Bolin, dedicata al progetto Hiding in Florence (2022), realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze. 

Liu Bolin, artista di fama internazionale è conosciuto dal grande pubblico per le sue performance mimetiche. Definito “l’uomo invisibile”, ha fatto del camouflage il suo tratto distintivo. Hiding in Florence è il lavoro che presenta a Palazzo Vecchio, continuazione e coronamento di una serie più ampia, Hiding in Italy, svolta dall’artista nel nostro paese, che ha visto protagoniste le città di Milano, Venezia, Verona, Roma e Caserta.

L’esposizione, promossa dalla Galleria Gaburro e curata da Marco Bazzini, è un’occasione per ammirare non solo le ultime opere del camaleonte dell’arte in una cornice unica, ma, anche, per scoprire i segreti del backstage, attraverso le riprese realizzate durante la costruzione degli scatti.

Dal 30 Agosto 2023 al 18 Settembre 2023 – Palazzo Vecchio – Firenze

VIVIAN MAIER. ANTHOLOGY

©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Dal 7 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 Palazzo Pallavicini, ospiterà nelle splendide sale rinascimentali, la mostra “Vivian Maier – Anthology”, una straordinaria esposizione di quasi 150 fotografie originali e Super 8mm di una delle fotografe più amate e apprezzate di questo secolo.
La mostra è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci di Pallavicini srl con la curatela di Anne Morin di diChroma photography sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greenberg Gallery di New York.

La curatrice ha eseguito una selezione molto accurata tra le migliaia di fotografie a disposizione; verranno infatti presentate 111 fotografie in bianco e nero, più una meravigliosa sezione di 35 foto a colori, divise in sei sezioni per un’Antologica mai vista a Bologna così completa. Novità assoluta a Bologna sarà la visione Super 8 che permetterà di seguire lo sguardo di Vivian Maier, che iniziò a filmare scene di strada, eventi e luoghi già nel 1960. Maier filmava tutto ciò che la portava a un’immagine fotografica: osservava, si soffermava intuitivamente su un soggetto e poi lo seguiva. Ha ingrandito il bersaglio per avvicinarsi da lontano, concentrandosi su un atteggiamento o un dettaglio, come le gambe o le mani delle persone in mezzo alla folla. Il film è sia un documentario — un uomo arrestato dalla polizia o la distruzione causata da un tornado — sia un’opera contemplativa — lo strano corteo di pecore diretto ai mattatoi di Chicago.

Il lavoro di Vivian Maier (1926-2009) è rimasto nell’ombra fino al 2007, quando John Maloof, acquista un box a un’asta. Dalla scatola emergono effetti personali femminili di ogni genere appartenenti a una donna, Vivian Maier, il cui contenuto è stato messo all’asta a causa di ritardi nel pagamento dell’affitto. Tra questi oggetti emerge anche una cassa contenente centinaia di negativi e rullini, tutti ancora da sviluppare. Dopo averne stampati alcuni ed averli mostrati in giro, Maloof si rende conto dell’immenso tesoro che ha tra le mani e, grazie alla sua intuizione ed accurata divulgazione, porta in breve tempo questa fotografa sconosciuta a essere apprezzata e affermata a livello mondiale. Dopo la morte della Maier, le sue fotografie vengono esposte in tutto il mondo. L’originalità di Vivian Maier si esprime nel grande talento nello scattare fotografie che catturano particolari e dettagli evocativi della quotidianità piuttosto che la visione d’insieme, raccontando così la strada, le persone, gli oggetti e i paesaggi. L’obiettivo della sua macchina fotografica intercetta con attenzione soggetti poco considerati all’epoca, rendendoli invece protagonisti del suo lavoro: la strada è il suo palcoscenico. Nello studio dei suoi lavori si riscontra un altro filone: la Maier sviluppa infatti una vera ossessione per il gesto del fotografare, per lo scatto vero e proprio e non per il risultato finale della fotografia. Il modus operandi dell’artista è di scattare tante più immagini possibili conservandole senza mostrarle a nessuno. Mentre nella società contemporanea l’apparire è una priorità, la Maier risulta essere sicuramente all’avanguardia nonostante i suoi tempi; come afferma infatti Marvin Heiferman,studioso di fotografia:

“Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata… Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto col produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi”.

Vivian Maier spesso diviene il soggetto delle sue fotografie con lo scopo, quasi ossessivo, di ricercare sé stessa, imprimendo la sua ombra, il suo riflesso, la sua silhouette nello scatto. Il gran numero di autoritratti presenti nella sua produzione fotografica sembra esprimere una sorta di eredità nei confronti di un pubblico che non voleva, o forse non poteva, rappresentare.

Significativa evoluzione nel lavoro di Vivian Maier è il passaggio da fotografie in bianco e nero a immagini a colori; il cambiamento non riguarda solo lo stile, ma anche la tecnica: dalla Rolleiflex passa alla Leica, fotocamera leggera, comoda da trasportare che dava la possibilità di scattare le foto direttamente all’altezza degli occhi. Il suo lavoro a colori è singolare, espressivo, libero, a volte anche giocoso, ma sempre con quella specifica caratteristica della casualità.

Dal 07 Settembre 2023 al 28 Gennaio 2024 – Palazzo Pallavicini – Bologna

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GRENZE ARSENALI FOTOGRAFICI. VI EDIZIONE

© Anna Maria Antoinette D’Addario, da Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light per gentile concessione dell’autrice
© Anna Maria Antoinette D’Addario, da Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light per gentile concessione dell’autrice

Sesta edizione per Grenze Arsenali Fotografici, il festival internazionale di fotografia organizzato in collaborazione con Assessorato alla Cultura – Turismo – Spettacolo – Rapporti con l’UNESCO del Comune di Verona e l‘Università Pontificia IUSVE.
Più giorni e più sedi tra cui il Bastione delle Maddalene per il Festival Internazionale di Fotografia Grenze che si svolgerà nel quartiere di Veronetta.
La formula è quella collaudata negli anni: forte vocazione internazionalepresenza degli artisti da tutto il mondomostreformazionelaboratoriworkshop e collaborazioni con le associazioni del territorio locale e nazionale.
Più giorni rispetto all’edizione precedente perché alcune sedi espositive saranno coinvolte in Art Verona con mostre inaugurate in ottobre ed esposte fino alla fine del mese.

Tema dell’edizione che inaugura il 7 settembre è Staunenmeraviglia. I progetti esposti sono stati selezionati per raccontare le sfumature dello stupore davanti a quell’inatteso che non si può comprendere o dire. Lo stupore è apertura all’altro, è deviazione dallo sguardo comune sulle cose, è gioia della novità ma anche trauma e angoscia davanti all’ignoto.

La curatela e la direzione artistica del festival sono di Simone Azzoni, docente universitario e critico d’arte, e Francesca Marra, fotografa e docente, affiancati da un team giovane e dinamico di studiosi, studenti e appassionati di fotografia.

Anche per l’edizione 2023 si ripropone il respiro internazionale che ha contraddistinto il festival nelle precedenti edizioni, con mostre di fotografi nazionali e internazionali provenienti da AustraliaStatiUnitiGreciaCubaKosovoSpagnaSerbiaBelgio e naturalmente Italia.
Tradizione e novità nella scelta delle diverse location che ospiteranno le mostre dell’edizione 2023. Al Bastione delle Maddalene di Vicolo Madonnina 12 è esposta la sezione principale. Le mostre di Charles H. Traub – Dolce Via Nova – e di Benedetta Sanrocco –  CHOCOLATE & DIRTY CLOTHES del Premio Musa nato in collaborazione con l’omonima scuola milanese, saranno esposti presso Grenze | Galleria d’Arte Contemporanea, in collaborazione con Isolo17, in via XX Settembre. In Fonderia Fonderia 20.9 ci sarà ASPETTATIVE TRADITE di Chiara BandinoGloria PasottiNicolò LucchiArielle Bonne Année. Il Lazzaretto di Verona ospita la sezione OFF mentre Lo Spazio Veronetta propone W O W uàu progetto di Jessica Noy Laufer, Chiara Fogliatti e Ginevra Gadioli.
Quattro le nuove sedi: Le Serre Comunali si aprono al pubblico proponendo tra limoni e sempreverdi due progetti: Ottantuno di Isacco Emiliani e Capre o Pecore di Kevin Horan. Il Teatro Nuovo in occasione della rassegna Theatre Art Verona, espone Teatro e fotografia una antologica di Enrico FedrigoliPorta Vescovo accoglierà lo spazio dedicato al libro di fotografia e alcuni incontri con gli autori.

Infine, inaugurato in maggio Il Meccanico, nuovo spazio espositivo del Festival in Via San Vitale 2b, espone in settembre una scelta dalla collezione dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, il progetto di Petros EfstathiadisESCAPE PODS e in ottobre, in collaborazione con Art Verona: Laure Winants con AlbedoIsacco Emiliani e la sua ultima ricognizione artica Climate Change e Elodie Cavallaro con Mère.
Per tutta la durata del festival la programmazione si allarga con eventi, conferenze, workshop e laboratori.   Presso Porta Vescovo dal 7 al 17 settembre sarà allestito un Book Corner con prodotti editoriali curati e scelti da: Limond, Magazzini Fotografici, Lazy Dog Press e Yogurt Magazine – Paper Room, che poi verrà collocato presso Il Meccanico fino alla fine di ottobre.

Per la main section: 

●     Da “Il Miracolo degli occhi”. Progetto didattico con i ragazzi delle enclave serbe in Kosovo e Metohija, libro e mostra a cura di Monika Bulaj

●     Francesco Comello | L’isola della salvezza

●     Anna Maria Antoinette D’Addario | Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light

●     BLACK7EVEN | Manifesto, opera NFT

●     Manuel Almenares | NIÑOS CUBANOS

●     Mitar Simikič | Mila

●     Glòria Giménez Carrillo | TRANSLITERALITAT

●     Caterina Morigi | Sea Bones

Dal 07 Settembre 2023 al 30 Ottobre 2023 – Verona sedi varie

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AMERICAN BEAUTY

Keith Haring, American Music Festival, 1988
Keith Haring, American Music Festival, 1988

American Beauty è il nome di una meravigliosa rosa rossa creata in Francia, che, esportata negli Stati Uniti, è diventata la più diffusa del continente nordamericano, oltre che fiore simbolo della città di Washington. Sono stati i petali di questa rosa ad accogliere il corpo nudo di Angela Hayes nell’omonimo, popolarissimo film.

American Beauty è una rosa magnifica e allo stesso tempo fragile. I suoi petali resistono a lungo prima di appassire, mentre il gambo rapidamente marcisce: metafora efficace della società statunitense e delle sue contraddizioni evidenti e nascoste.
Con il titolo American Beauty, a Padova, al Centro Culturale Altinate San Gaetano, dal 13 settembre al 21 gennaio, viene presentata una selezione di 130 opere che raccontano luci e ombre della nazione che più di ogni altra ha caratterizzato l’ultimo secolo a livello globale, gli Stati Uniti, appunto.
La mostra, organizzata da Artika in collaborazione con il Comune di Padova e Kr8te, è a cura di Daniel Buso.

Ad offrire questo originale ritratto degli States sono ben 120 artisti, americani ma non solo, con 130 opere.
È la fotografia a introdurre il visitatore alla lettura del trionfale e decadente universo statunitense. Si parte dal bianco e nero, con maestri assoluti come Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Diane Arbus ed Elliott Erwitt, per passare alle immagini a colori di Steve McCurry, Vanessa Beecroft e Annie Leibovitz.

Il percorso si esalta, di sala in sala, accogliendo creazioni dei maestri della Pop Art (James Rosenquist, Robert Indiana e Andy Warhol), fino ai protagonisti della Street Art: Keith Haring, Mr. Brainwash, Obey e Banksy. Dalla celebre immagine di propaganda di Joe Rosenthal (che esaltava la vittoria americana di Iwo Jima sul Giappone nel 1945), fino alle rivolte anarchiche nei murales di Banksy.

Le sezioni, identificate dal curatore Daniel Buso, affrontano alcune delle tematiche più importanti per entrare in profondità nell’analisi della cultura e della società americane.
L’inizio del percorso espositivo è dedicato al patriottismo, la bandiera americana è il simbolo per eccellenza chiamato a rappresentare l’attaccamento nazionalistico tipicamente americano. Una festa di colori e immagini in bianco e nero scattate da grandi fotografi internazionali, tutti impegnati a immortalare le centinaia di manifestazioni pubbliche o private di patriottismo statunitense.
La mostra continua cercando di tratteggiare i complicati rapporti internazionali intessuti negli ultimi cento anni dagli Stati Uniti. Partendo dalla partecipazione alla Seconda guerra mondiale, fino alle più recenti esperienze in Afghanistan e Iran.
Un altro focus della mostra analizza gli Stati Uniti e i conflitti che si consumano non soltanto a migliaia di chilometri di distanza ma anche tra le mura domestiche.
Molti artisti, fra cui Banksy e Paul Insect immortalano un’America in subbuglio, scossa da guerriglie urbane e dall’utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco; mentre Steve McCurry racconta la giornata più tragica per gli americani: l’11 settembre 2001. L’esposizione riserva anche spazio alla tematica più attuale nel dibattito sociale (interno ed esterno agli Stati Uniti), ovvero il Black Lives Matter.

“American Beauty” esplora così alcuni aspetti centrali per la comprensione delle contraddizioni che attraversano la superpotenza statunitense. Un racconto serrato capace di dar voce ad alcuni tra i protagonisti assoluti dell’arte internazionale.
Si è scelto di partire dall’immagine che forse più di ogni altra esprime lo spirito americano – spiega il curatore Daniel Buso – cioè il momento in cui un gruppo di marines alza la bandiera a Iwo Jima, nella fotografia di Joe Rosenthal. L’immagine fu un grande successo a livello globale, anche se alcuni retroscena ne misero in dubbio l’autenticità. La fotografia fu presto impiegata a scopi propagandistici mentre Rosenthal venne insignito del prestigioso Premio Pulitzer”. 

Dal 13 Settembre 2023 al 21 Gennaio 2024 – Centro culturale Altinate | San Gaetano – Padova

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STEFANO DE LUIGI. IL BEL PAESE

Stefano De Luigi, Duino (Trieste), gennaio 2023
© Stefano De Luigi | Stefano De Luigi, Duino (Trieste), gennaio 2023

l Bel Paese è un viaggio lungo i 4.365 km delle coste italiane che ci consegna un’immagine inedita del nostro Paese, latente e speculare a quella che appartiene all’immaginario collettivo. Da Trieste a Ventimiglia, passando per Venezia e la laguna veneta, la riviera romagnola e il litorale adriatico fino a Leuca, proseguendo lungo le coste ioniche della Puglia e della Basilicata fino alla Calabria, risalendo poi la penisola con le soste tradizionali del viaggio in italia, da Paestum a Napoli, da Roma e la campagna romana alla cascata delle Marmore, fino a Firenze e alla costa toscana, per arrivare infine a Genova e alle riviere liguri.

Attraverso un lessico che insiste sulla intrinseca relazione tra fotografia e memoria, i luoghi diventano una sorta di immagine latente, simile a quella che rimane impressa sul materiale fotografico sensibile, in quel momento unico, prima di essere rivelata dallo sviluppo, proprio come un substrato di memoria. “Ho, nella necessità della creazione, la ragione profonda di realizzare questo progetto, con il supporto di una visione personale che sia un punto finale, tra me e il mio passato privato e pubblico, consegnando un’idea visiva che fonda insieme la memoria di mio padre, la mia e quella del mio Paese”, afferma l’autore.

Lo sguardo di De Luigi sul paesaggio italiano origina dal passato, dal ricordo delle giornate trascorse insieme al padre al Museo di Roma davanti ai dipinti e alle incisioni che ci hanno restituito l’immaginario del Grand Tour, il viaggio che tra il Seicento e l’Ottocento portava in Italia giovani aristocratici, intellettuali e borghesi di tutta Europa. Su quell’immagine dell’Italia, sedimentata nelle fotografie degli Alinari e del Touring Club, è intervenuta l’opera di quegli autori che, dall’esperienza di Viaggio in Italia in poi, hanno contribuito a cambiare e guidare il pensiero sulla rappresentazione fotografica del paesaggio italiano.

Il Bel Paese
 si inserisce idealmente in questo discorso: “vedere attraverso tutte le immagini precedenti e nel contempo cancellarle per avere una propria prima visione”, come auspicava Luigi Ghirri, per arrivare alla costruzione di un immaginario che sia prima di tutto in grado di veicolare un’idea del nostro Paese e delle contraddizioni che lo abitano.

Le immagini di De Luigi restituiscono al paesaggio il proprio valore semantico. La geografia che ci consegnano ci interroga sull’attitudine del nostro sguardo, sulla necessità di ritrovare il desiderio e lo stupore del guardare quei luoghi dove ancora insistono e resistono la memoria e gli immaginari del passato e, con uguale urgenza, di porre maggiore attenzione alle caotiche e talvolta surreali scenografie che popolano la nostra esperienza quotidiana e che sono spesso il risultato di interventi improvvisati, incoerenti, non finiti, privi di pensiero sul futuro.

Luoghi vissuti e luoghi immaginati, luoghi conosciuti e luoghi dimenticati, luoghi di inattese rivelazioni e di ritrovamenti. Una sorta di archeologia visiva del paesaggio italiano in grado di sollecitare una riflessione al tempo stesso sulle sue trasformazioni e sulla storia della sua rappresentazione.

Un cortometraggio con la regia di Michela Battaglia, fotografa e videomaker, racconterà il viaggio compiuto dall’autore all’interno del percorso espositivo.

Dal 14 Settembre 2023 al 15 Ottobre 2023 – Palazzo Ducale – Genova

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TINA MODOTTI

Tina Modotti, Campesinos che leggono El Machete, Messico 1929
© Tina Modotti | Tina Modotti, Campesinos che leggono El Machete, Messico 1929

L’appuntamento con la più leggendaria delle donne fotografe è, dal 22 settembre al 28 gennaio 2024, in una estesa monografica – più di 200 immagini insieme a filmati e documenti – curata da Riccardo Costantini con la collaborazione di Gianni Pignat e Piero Colussi. La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e si avvale della collaborazione di Cinemazero e della segreteria organizzativa di Dario Cimorelli Editore.

Donna che non ammetteva barriere o limiti, Tina affrontò la vita con la grinta di pasionaria, forte di una bellezza che intrigava uomini e donne e di un talento che la condusse, dalla povera casa di via Pracchiuso 89 della natia Udine ad Hollywood, dove fu protagonista in tre film muti, e poi nella vivacità culturale di Città del Messico.

Ad introdurla alla fotografia fu il grande fotografo americano Edward Weston, di cui fu modella e assistente, arrivando a costruire un suo personale percorso tematico e stilistico. Tina Modotti sperimenta l’uso della macchina fotografica, spaziando dalle architetture alle nature morte, per poi dedicarsi anima e corpo a raccontare la vita, il lavoro, la quotidianità dei ceti popolari, contadini e operai, cui lei sentiva di appartenere.

L’esposizione documenta l’intera opera della Modotti facendo perno sulla ricostruzione dell’unica mostra da lei direttamente realizzata a Città del Messico, nel 1929, dove furono esposte una sessantina di opere oltre 40 delle quali saranno presenti in mostra.

Tina Modotti partecipa alla vivacità culturale della città, frequenta lo scrittore John Dos Passos, l’attrice Dolores Del Rio e diventa amica di Frida Kalho e Diego Rivera, e di quest’ultimo fotografa i murales.

Pablo Neruda colpito dalla morte improvvisa dell’amica, avvenuta la sera del 5 gennaio del ’42 mentre in taxi tornava da una cena con amici, le dedicò un accorato epitaffio: “Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella. Sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l’anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango”. Questi primi versi di Neruda compaiono nel pantheon degli artisti della capitale messicana. Gli ultimi dell’epitaffio: “Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:/di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,/d’acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,/la tua delicata struttura”, nella stele che alla Modotti è stata dedicata nella sua città natale.

L’opera di Tina Modotti fu per molti anni dimenticata fino alla sua riscoperta nell’occasione della mostra al Moma di New York, nell’inverno del 1977. Da quel momento la sua figura di donna intellettuale ed anticonformista, così come la sua opera fotografica, sono state oggetto di studi ed approfondimenti, confermandone il ruolo di grande protagonista del XX secolo.

Dal 22 Settembre 2023 al 28 Gennaio 2024 – Palazzo Roverella – Rovigo

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XV EDIZIONE DEL FESTIVAL DI FOTOGRAFIA A CAPRI – QUESTA È LA MIA TERRA

© Marzio Toniolo. Un Po mio
© Marzio Toniolo. Un Po mio

La Fondazione Capri dal 2009 organizza mostre di grandi artisti della fotografia, che nel corso degli anni hanno fotografato e restituito ognuno con una peculiarità personale l’isola di Capri, dal barone von Gloeden a Ferdinando Scianna e Giovanni Gastel, passando per Mimmo Jodice, Olivo Barbieri e Maurizio Galimberti. Profondamente consapevoli di un così autorevole ruolo delle immagini, ognuno di loro ha indagato lo spirito di questo magico luogo; ne ha tradotto poeticamente l’essenza; è riuscito a declinarne le forme più astratte e complesse in stupendi ritratti, architetture dirompenti e scorci unicamente mozzafiato. Adesso, grazie a uno sguardo democratico e assolutamente contemporaneo, la Fondazione Capri, presieduta da Gianfranco Morgano, coglie la sfida di una società in continuo mutamento, aprendo le sue porte a una nuova kermesse di autori.

La Fondazione Capri a marzo 2023 ha lanciato sui propri canali una open call aperta a tutti i fotografi, professionisti e non, per raccontare la quintessenza dell’isola di Capri ha chiesto ai candidati di esprimersi sul tema estremamente attuale dell’appartenenza e dell’inclusione. L’esito ha visto la candidatura di 185 fotografi da oltre 25 Paesi nel mondo, dall’Italia all’Ucraina, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti, con più di 1100 immagini ricevute. I fotografi selezionati accompagneranno il visitatore nella splendida cornice del Quarto del Priore della Certosa di Capri, raccontando le loro storie attraverso i volti e i paesaggi dei loro scatti. Sono stati quindi selezionati 3 portfolio degli autori Sam Gregg, Marzio Toniolo e Giulia Frigieri e 15 single shots di altrettanti autori.

La quindicesima edizione del Festival, realizzata nella Certosa di San Giacomo in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, è intitolata Questa è la mia terra e rinnova la sua volontà di contribuire, per mezzo di una precisa fusione tra medium espressivi e approcci differenti, a rivitalizzare la percezione iconografica del panorama caprese. Dando quindi la parola a fotografi nazionali e internazionali con oltre 60 immagini che, con le loro personali visioni artistiche, compongono una rassegna in bilico tra spazio e tempo. Si tratta di una scelta essenziale per riuscire a esprimere la quintessenza di Capri e, conseguentemente, restituirne un’immagine travolgente, svincolata da ogni stereotipo.

Sam Gregg – Londra, 1990

See Naples and die

Ispirato dal lavoro di Letizia Battaglia e di Josef Koudelka, Sam comincia a frequentare il capoluogo partenopeo nel 2014. Scatta un vero e proprio colpo di fulmine con la città e i napoletani, che lo porta anche a trasferirsi per un periodo e che ancora oggi lo spinge a tornare in quello che per lui è diventato un luogo dell’anima. In questi quasi dieci anni di ricerca, il fotografo riesce a costruire un esaustivo corpus di immagini, ascoltando il suo istinto e senza seguire un vero e proprio percorso progettuale studiato a tavolino. La sua Napoli è quella che vive la consuetudine come qualcosa di straordinario. Non importa quanto ordinario possa sembrare quello che ci si trova davanti agli occhi mentre si passeggia per la città, perché la differenza la fanno i dettagli. Lo sguardo di Sam Gregg è quello dei soggetti ritratti e ci permette di comprendere quanto potenziale narrativo ci sia dietro ogni cosa o persona. Non esistono storie ordinarie, a condizione che si abbia la pazienza di andare oltre le apparenze. Il suo approccio, carico di empatia e umanità, gli permette di tessere rapporti profondi con le persone che fotografa, mettendoci di fronte a un risultato ricco di sfaccettature, tra le quali sembra emergere anche il lato psicologico insito nella ritrattistica. Questo lavoro trasmette emozioni proprio perché cattura lo spirito e i sentimenti degli esseri umani ritratti. È davvero difficile rimanere indifferenti di fronte a certi volti o espressioni e atmosfere.

Marzio Toniolo – 1984 a Ponte dell’Olio (Pc)

Un Po mio

Il fiume per Marzio Toniolo rappresenta una perfetta metafora dell’esistenza. Ed ecco che il progetto intitolato “Un Po mio” si compone di frame capaci di abbandonare quei luoghi comuni tipici della documentazione di contesti desolati, per abbracciare l’imprevedibilità esplorativa. Ragion per cui tradizioni secolari, valori tanto inespressi quanto radicati nel tessuto ripario finiscono per tratteggiare un itinerario alla scoperta del territorio italiano. Un reportage dal sapore universale e certamente non privo di insidie. Infatti, Toniolo racconta in prima persona, nei suoi diari e nelle testimonianze social, di essersi trovato molte volte in situazioni pericolose, al limite della sopravvivenza, sbrogliate però da una catena di interventi salvifici. Marzio Toniolo dimostra un approccio lento e riflessivo, visivamente paragonabile all’immobilità grottesca propria degli scatti di Gregory Crewdson. In questo caso però l’impasto cinematografico non soltanto descrive il richiamo di una terra impossibile da abbandonare – ciascun personaggio, come negli scatti della serie Eveningside (2012-2021), sembra calcificato nella sua condizione marginalizzata -, bensì inquadra il Po come reliquia pagana grazie alla quale l’individualità del fotografo si dissolve in quella del soggetto riscrivendo le leggi di appartenenza comunitaria e geografica.

Giulia Frigieri – Generazione Vulcano

Coltivando la medesima familiarità ossessiva insita nelle foto di Sally Mann, Giulia Frigieri riesce a sintetizzare un’ambivalenza narrativa fatta di poeticità iconografica e rivelazione contenutistica. Assaporare i silenzi stagionali, cingere il grembo dell’isolamento territoriale, nutrire il seme dell’amicizia fraterna diventano le azioni di un manifesto giovanile che mette al centro i legami umani. Servendosi di inquadrature intime, pose sognanti ed elementi naturali come ancoraggi propiziatori in un abisso di incertezza, i ritratti di Giulia sottendono un deliberato processo di glorificazione dell’abbandono della fanciullezza. Come lei stessa afferma, in quella che ha tutta Via Li Campi 16 80073 Capri (Na) +39 081 8374082 info@fondazionecapri.org http://www.fondazionecapri.org l’aria di essere una meditata dichiarazione di intenti: «Documentando le stagioni dell’arcipelago e le sfumature della sua gioventù, il mio progetto, che si estende per oltre due anni, vuole offrire uno sguardo sul momento più complesso e affascinante della crescita, divisa tra inverni tranquilli e malinconici, estati gioiose e tutto ciò che sta in mezzo». È solo entrando in una dimensione onirica, una sorta di terra di mezzo popolata dalle reminiscenze infantili, che risulta possibile comprendere a pieno lo sconfinamento sensoriale racchiuso in “Generazione Vulcano”. Questo allontanamento dal reale, reso possibile dal linguaggio fotografico, consente di raccontare storie immaginarie che diventano fonte di ispirazione per l’esistenza altrui.

Dal 09 Settembre 2023 al 15 Ottobre 2023 – Certosa di San Giacomo – Capri

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LAGAZUOI PHOTO AWARD NEW TALENTS 2023

Lagazuoi Expo Dolomiti 2019. Manaz Productions
Lagazuoi Expo Dolomiti 2019. Manaz Productions

Hanno scalato pietraie, giocato con ottiche e cavalletti, consumato le suole degli scarponi sui sentieri del Lagazuoi, raccontando la loro avventura tramite i social con immagini e stories. Ed è solo l’inizio: i tre fotografi che hanno partecipato a Lagazuoi Photo Award New Talents presto potranno esporre i reportage video e fotografici creati in questa occasione. I loro lavori saranno al centro della mostra ospitata a Lagazuoi EXPO Dolomiti, il polo espositivo high tech situato all’arrivo della funivia Lagazuoi, tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia. 
 
Tre le scuole coinvolte nel progetto: l’Accademia Carrara di Bergamo, l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e le Officine Fotografiche di Roma. Ognuna ha selezionato uno studente, che lo scorso luglio ha potuto partecipare a una residenza artistica in quota: cinque giorni trascorsi “on field”, a oltre 2700 metri, in un paesaggio a tratti estremo. E, grazie alla partnership con Nikon Italia, i giovani sono stati affiancati da altrettanti tutor, tre fotografi professionisti del team #NikonCreators: Mattia Bonavida, Samuele Cavicchi e Alberto Papagni. Ogni binomio ha quindi creato un lavoro a quattro mani, supportato dagli strumenti di ultima generazione messi a disposizione dalla multinazionale specializzata nel settore della fotografia. 
 
Da questa esperienza sono nati tre progetti distinti, che raccontano l’alta montagna e il Lagazuoi a partire da una visione creativa, unica e differente. Il percorso, già dai primi giorni di luglio durante la residenza, ha visto popolarsi i canali social di Lagazuoi EXPO Dolomiti (#lagazuoidolomiti) di stories e contenuti dei partecipanti, in un flusso narrativo costante e coinvolgente.
 
L’opening della mostra con i progetti finali è in programma per sabato 2 settembre. Sarà l’occasione per premiare il vincitore, selezionato dalla giuria composta da Elisabetta Illy, fotografa, Ceo e Founder di Picture of Change, Roberto Bachis, responsabile Nikon School e Training Specialist, e Stefano Illing, ideatore di Lagazuoi EXPO Dolomiti. 
 
“Con questo progetto puntiamo a restituire al pubblico l’emozione di una riscoperta estetica della montagna, lontana dal cliché visivi imperanti. Abbiamo scelto una chiave di lettura originale, unendo due elementi che solitamente non si presentano insieme: la freschezza dello sguardo di tre giovani in formazione, alle prese con un territorio per loro sconosciuto, e l’esperienza consolidata dei professionisti Nikon, capace di tradurre visioni e immagini in una storia: è un’”esperienza di vita” racconta Stefano Illing, ideatore di Lagazuoi EXPO Dolomiti e organizzatore del progetto. “In questo modo vogliamo stimolare una cultura della montagna capace di guardare avanti, e in primis alle nuove generazioni”. 
 
“Nikon si impegna costantemente nel campo della formazione fotografica e video, offrendo supporto e tecnologie avanzate per aiutare i fotografi a raccontare il proprio punto di vista attraverso le immagini e video. Non potevamo non cogliere l’opportunità di supportare questo importante progetto di riscoperta del territorio montano, un percorso fatto di nuove prospettive, persone, creatività ed emozioni – ha dichiarato Roberto Bachis, Responsabile Nikon school e training specialist di Nikon Italia – Ringraziamo Lagazuoi EXPO Dolomiti per aver coinvolto i nostri #NikonCreators che, in qualità in tutor, hanno saputo guidare, insegnare e avvicinare i ragazzi all’utilizzo professionale del Sistema Nikon Z.”

Dal 02 Settembre 2023 al 22 Ottobre 2023 – Lagazuoi Expo Dolomiti – Passo Falzarego (Belluno)

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JIMMY NELSON. HUMANITY

Jimmy Nelson, New Hakahau Mont. Oave Ua, Pou, The Marquesas Island, French Polynesia, 2016
© Jimmy Nelson B.V | Jimmy Nelson, New Hakahau Mont. Oave Ua, Pou, The Marquesas Island, French Polynesia, 2016

Come fotografo, il mio viaggio ruota attorno al soggetto delle mie opere d’arte: i popoli indigeni. Radicato in un profondo senso di empatia, il mio lavoro mira a connettermi con persone di diverse culture e a ispirare gli altri ad abbracciare la bellezza dell’umanità, riconoscendo che siamo tutti un solo popolo.
Jimmy Nelson

Dal 20 settembre 2023 al 21 gennaio 2024, Palazzo Reale a Milano ospita JIMMY NELSON. Humanityuna mostra fotografica, promossa da Comune Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale e Skira Editore, in collaborazione con la Jimmy Nelson Foundation, curata da Nicolas Ballario e Federica Crivellaro.

Attraverso 65 fotografie di grandi dimensioni (alcune di 2×3 metri), appartenenti ai cicli più famosi della produzione di Nelson, la mostra documenta l’evoluzione creativa dell’autore, che ha trascorso la vita viaggiando per il mondo e fotografando alcune delle culture indigene più a rischio di scomparsa, raccontando gli usi e i costumi tradizionali che si sono preservati in un pianeta sempre più globalizzato e facendo emergere anche le loro emozioni.

Inizialmente attratto dalle culture indigene come custodi di antiche saggezze, esempi di resilienza e di radicamento, nel corso degli anni, il fotografo ha compreso quanto il suo lavoro potesse mettere in discussione e dissipare i preconcetti che classificavano queste etnie.

“Dal punto di vista artistico – afferma Jimmy Nelson – rimango affascinato dall’estetica delle popolazioni indigene. I loro indumenti vivaci, l’artigianato sofisticato e i paesaggi mozzafiato mi offrono un ricco arazzo visivo per catturare bellezza attraverso il mio obiettivo”.

Con le sue fotografie, Jimmy Nelson celebra la diversità culturale  incontrata nei suoi viaggi a contatto con le miriadi di comunità della Papua Occidentale, del Tibet, dell’Africa, della Siberia, del Bhutan o di altre zone del pianeta, e invita lo spettatore a vedere il mondo attraverso una diversa prospettiva, incoraggiandolo ad accogliere e ad apprezzare la bellezza intrinseca di tutti come parte integrante della grande famiglia umana.

“Credo fermamente nel potere trasformativo della bellezza – prosegue Jimmy Nelson. Ho testimoniato di persona come riconoscere e celebrare la bellezza possa portare a cambiamenti positivi negli individui e nelle comunità. Quando le persone sono incoraggiate ad abbracciare le proprie identità e valori unici, diventano più sicure e appagate e si genera un effetto a catena di trasformazione positiva nelle loro vite”.

Una delle cifre espressive tipiche del suo lavoro è rappresentata dai ritratti. Nei lunghi soggiorni nelle zone più remote della terra, Jimmy Nelson stabilisce un profondo legame con le persone che vi abitano, prestando meticolosa attenzione alle caratteristiche culturali delle comunità che ritrae, enfatizzando l’unicità e la bellezza di ognuna. Le sue composizioni sono sinfonie visive, dove l’elemento umano è armonizzato con l’ambiente naturale.

Le sue immagini ritraggono di frequente membri anziani delle comunità, i cui volti portano i segni del tempo e di una vita di esperienze, come nella fotografia dell’anziana signora Inuit.
Numerosi ritratti di Jimmy Nelson mettono in evidenza la forza e la bellezza delle donne come quello della ragazza kazaka, potente simbolo di emancipazione femminile. I suoi scatti testimoniano come anche nei riti tradizionalmente maschili, ad esempio la caccia con l’aquila, le donne stiano rompendo le barriere di genere.

“Un altro aspetto della fotografia di Jimmy Nelson – sottolinea Federica Crivellaro – è la rappresentazione delle persone in movimento, impegnate in rituali, che suonano strumenti musicali, che si arrampicano su rocce o cavalcano cavalli. Queste immagini non solo offrono uno sguardo sulle culture e sulle modalità di vita dei soggetti, ma servono anche a immergere lo spettatore in una cultura diversa in modo prudente e rispettoso. L’intenzione è quella di illustrare l’influenza dinamica di fattori esterni, come la globalizzazione, la tecnologia e la cultura popolare, sulle società tradizionali e sulle loro identità in evoluzione. Piuttosto che documentare le culture da una prospettiva etnografica, il suo focus è quello di mostrare la loro vivace contemporaneità e l’interazione tra tradizione e modernità.
Ne è un esempio l’immagine che ritrae un gruppo di Dani della Papua Occidentale, che cammina verso lo spettatore indossando occhiali da sole e una combinazione di oggetti tradizionali e non, tra cui un diploma incorniciato legato al braccio, esemplificando l’incorporazione di elementi non tradizionali accanto all’abbigliamento tipico”.

Il profondo rapporto che lega l’umanità e la natura è un altro aspetto fondante dell’arte di Jimmy Nelson. Gli sfondi, siano essi valli, montagne, pianure o corsi d’acqua, avvolgono le persone ritratte. Questi soggetti riescono inoltre a trasmettere un senso di profondo rispetto, quasi una reverenza per la natura, diventando nelle immagini del fotografo inglese simboli della difesa dell’ambiente e comunicando l’importanza di pratiche sostenibili per la conservazione della natura.
Spesso gli scatti di grande formato raffigurano gruppi di persone riunite, in piedi accanto o sopra alberi alti e saldamente radicati, che simboleggiano forza e stabilità e fungono da sfondo dove riecheggiano l’orgoglio e la fiducia espressi dalle persone che posano per il suo obiettivo.

Le opere di Jimmy Nelson richiedono una enorme abilità tecnica e insieme un esercizio di pazienza. Le scene corali comportano il coordinamento di una moltitudine di persone, molte delle quali poco avvezze alla macchina fotografica, che devono rimanere immobili per alcuni secondi.
La perfezione stilistica delle sue fotografie è frutto di lunga ricerca e sperimentazione. Prendendo a esempio due maestri come Richard Avedon e Irving Penn, Jimmy Nelson si avvicina ai suoi soggetti, prestando attenzione ai dettagli, utilizzando esclusivamente la luce naturale e dedicandosi a manifestare l’autentica essenza delle culture che incontra.

Dopo lunga sperimentazione con la fotografia analogica, l’artista ha cominciato a utilizzare un banco ottico di grande formato (10×8) in titanio, per poterlo trasportare con facilità – anch’esso esposto a Palazzo Reale – che gli garantisce una qualità d’immagine e una risoluzione eccezionali. Questo ha segnato una tappa significativa nella sua evoluzione artistica, avvicinandolo al processo di creazione di immagini che assomigliano a dipinti. Una selezione di questa serie di fotografie 10×8 è esposta per la prima volta al pubblico proprio in questa occasione, insieme a delle installazioni polittiche che segnano un nuovo modello espositivo dell’artista.

La mostra si avvale della collaborazione di TicketOne (ticketing partner), Ferrovie dello Stato (mobility partner), StreetVox (partner tecnico).
Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.

Un grande catalogo Skira accompagna la rassegna: uno scrigno di immagini straordinarie da conservare nella propria biblioteca.

Dal 20 Settembre 2023 al 21 Gennaio 2024 –  Palazzo Reale Milano

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MAX VADUKUL. THROUGH HER EYES – TIMELESS STRENGHT

Max Vadukul, Untitled (Hat)
© Max Vadukul | Max Vadukul, Untitled (Hat)

Dopo il grande successo di Dubai, arriva dal 18 settembre al 19 novembre 2023 all’interno delle Gallerie d’Italia di Milano la mostra fotografica Through Her Eyes – Timeless Strenght del grande maestro contemporaneo Max Vadukul
 
“Through Her Eyes” è un viaggio nell’eterno femminile: l’attento sguardo dell’artista attraversa i secoli e le tradizioni per farci dono di una rappresentazione della donna, scoprendo ai nostri occhi una figura poliedrica, in costante rapporto con i ruoli che ricopre in società e con il proprio mondo interiore. Musa ispiratrice e unica protagonista della sua ultima ricerca artistica è l’eterea Top Model Ludmilla Voronkina Bozzetti.
 
La Ludmilla di Vadukul è una, nessuna e centomila: spirito indipendente, al centro della vita sociale e familiare, in dialogo con il suo io interiore e con il proprio spazio. Vadukul dimostra che la donna è un caleidoscopio infinito di prospettive e mondi diversi, un mondo femminile infinito che non può essere semplificato in un’unica angolatura. 
 
Ludmilla è contemporaneamente figlia, moglie, madre, seduttrice, lavoratrice, è assorta e distaccata, a volte triste e pensierosa,ma anche forte, sicura di sé e trionfante. In ogni scatto il suo sguardo penetrante risveglia nello spettatore la profonda consapevolezza dell’impossibilità di etichettarla: lei è contemporaneamente tutto, racchiude nel suo grembo la vita e nelle sue mani il futuro. L’arte di Vadukul diventa, così, un tributo alla storia della donna, al suo incedere nel mondo nel corso dei secoli. L’energia e la forza femminile di Ludmilla – che attraversa la storia ed esplode negli scatti dell’artista – richiamano nel cuore di chi osserva il sempiterno rispetto dovuto alla donna. 
 
Il progetto artistico “Through Her Eyes – Timeless Strenght” nasce nel 2021, quando in occasione dello shooting per la Zero Collection di Roberto Cavalli, Vadukul incontrò Ludmilla, una delle modelle del cast. Max ne rimase folgorato: “Lei era diversa, davvero diversa. Aveva una storia ed un passato; una forza reale ed io ho iniziato a fotografarla più e più volte. Infatti, sentii di aver trovato qualcuno che può creare delle forti immagini Vadukul. Volevo creare un progetto di arte con lei”, afferma il fotografo.
 
I suoi scatti sono vere e proprie opere d’arte in cui i sentimenti di Ludmilla vengono catturati, mescolati e valorizzati dalla straordinaria arte di Vadukul, creando una perfetta fusione tra creatività ed emozioni. Vadukul ritrae la sua musa solo in scatti in bianco e nero, cifra stilistica dell’artista: con maestria, il fotografo gioca con il chiaroscuro dipingendo sul volto e il corpo di Ludmilla il passato e la sua storia.  
 
L’idea è ispirata totalmente e al 100% dalla mia storia e da un’unica donna, Ludmilla” dichiara Max Vadukul, che continua “Dietro il mio obiettivo, sono sempre vigile, il mio occhio è curioso, i miei riflessi rapidi, ma tutto volto alla scoperta dell’unicità del soggetto che ho davanti. Ho recentemente avuto il privilegio di catturare un soggetto che era insolitamente silenzioso, ma dominava il set con la sua presenza imponente. Man mano che ho appreso di più su Ludmilla, sono stato affascinato e ispirato a progettare una storia d’Arte Fotografica interamente intorno a lei, un tributo che ho chiamato “Through Her Eyes – Timeless Strenght”. È stato un viaggio straordinario in cui è emersa una visione di pura forza.
 
Continuando a riflettere sul suo ultimo lavoro, Vadukul condivide, “L’esposizione, composta da 40 stampe bianche e nere di grandi dimensioni, è un attestato dell’incomparabile potere di un individuo, un’essenza notoriamente difficile da catturare su carta fotografica. Questa mostra personale, focalizzata esclusivamente su una donna, è un tributo alla sua capacità di personificare la varietà di personaggi che ho immaginato. Il risultato avvincente di questo progetto mi ha semplicemente lasciato senza parole.”
 
Lo shooting si è tenuto all’interno di villa Gattoni a Meleti (Lodi), uno spazio congelato nel tempo, luogo ideale per creare un racconto di ricordi senza tempo per Ludmilla. Gli spazi della villa sono stati ridisegnati in una chiave cinematografica dall’attento sguardo di Nicoletta Santoro, direttore artistico dello shooting, già Direttore Creativo di Town and Country, Direttore moda di Vogue China, collaboratrice di Vanity Fair US, Vogue Francia, Vogue Italia ed Egoiste. 

Dal 18 Settembre 2023 al 19 Novembre 2023 – Gallerie d’Italia – Milano

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Straordinarie protagoniste del presente

Più di 100 ritratti e voci di donne italiane provenienti da molteplici ambiti della società contemporanea. Più di 100 professioniste che con il loro percorso testimoniano tanti modi diversi, e tutti possibili di affermarsi e realizzare le proprie ambizioni nonostante e oltre pregiudizi e discriminazioni.
Il progetto, a cura di Renata Ferri con le immagini realizzate da Ilaria Magliocchetti Lombi, verrà presentato nella mostra che sarà inaugurata mercoledì 13 settembre al MAXXI di Roma per promuovere la campagna indifesa che Terre des Hommes porta avanti ormai da 12 anni per la protezione dei diritti delle bambine e delle ragazze in Italia e nel mondo, attraverso progetti concreti sul campo, ma anche iniziative di sensibilizzazione come Straordinarie, per rivolgersi alle istituzioni e al grande pubblico e sostenere una cultura di rispetto e inclusione contro ogni pregiudizio e discriminazione di genere.
La mostra vuole celebrare queste donne che con le loro competenze, la loro creatività e il loro ingegno sono le vere protagoniste del presente, e vuole offrire la loro testimonianza alle bambine e alle ragazze, protagoniste del futuro, per renderle più consapevoli dei loro diritti e ispirarle a coltivare i propri talenti e realizzare i propri sogni.
Durante i giorni di apertura proprio per le scuole verranno realizzati incontri e visite ad hoc e all’interno del museo, la mattina del 6 ottobre, verrà presentato il XII Dossier indifesa, l’annuale report pubblicato da Terre des Hommes sulla condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo.

13 Settembre 2023 – 06 Ottobre 2023 – MAXXI – ROMA

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Tutti i corsi e gli eventi in partenza a Settembre

Buongiorno a tutti, si riparte con la nuova sessione scolastica di Musa fotografia! Ecco i corsi in partenza a Settembre! Buona giornata

Sara

Per avere info, clicca sulle immagini relative ai corsi.

EVENTI PROGRAMMATI DA MUSA FOTOGRAFIA


• 13 SETTEMBRE 2023
PRESENTAZIONE PREMIO MUSA ONLINE
EVENTO SU PRENOTAZIONE
Scrivere a sara@saramunari.it
• 19 SETTEMBRE 2023
OPENDAY ONLINE -PRESENTAZIONE DELLA SCUOLA E DEI CORSI
EVENTO SU PRENOTAZIONE
Scrivere a sara@saramunari.it
• 23 SETTEMBRE 2023
OPENDAY MOSTRA  ALUNNI STORYTELLING
ore 20.30 – Via Mentana 6 Monza ­

Visual Storytelling, incontro con te stesso

Buongiorno, ecco il mio corso del cuore, Visual Storytelling!

Questo corso si propone come obiettivo di indicare quali siano le modalità della narrazione fotografica, dalla ideazione del progetto, alla sua concretizzazione. Sara Munari, fotografa riconosciuta a livello internazionale, vi accompagnerà in questo viaggio volto a capire, sulla base degli argomenti proposti, come costruire una storia coinvolgente e unica. Il corso si rivolge ad amatori e professionisti che vogliono approfondire le conoscenze di struttura e editing di un progetto fotografico, pensato ed esteso. Il percorso prevede la realizzazione di un progetto personale che verrà strutturato e finito entro la fine delle lezioni. Lo scopo è di progettare un lavoro finito che si basi sulle attitudini e capacità dell’alunno. Sono previsti esercizi in interni ed esterni che possano stimolare e indicare nuove vie da seguire, in termini di linguaggio fotografico. Verrà spiegato come pensare, progettare, svolgere, organizzare e presentare un progetto fotografico compiuto, imparando a portare le conoscenze tecniche a favore della visione personale per un racconto fotografico articolato che possa sfociare addirittura in un libro. Verranno affrontati argomenti anche sul photoediting più professionale e le modalità per seguire un percorso corretto, a livello autoriale.­­­

Visual Storytelling in aula

Visual Storytelling online

CORSI ONLINE
Per studiare comodamente da casa 
Corso annuale di fotografia online
Percorso linguaggio full
Percorso autoriale
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò NEW
Reportage fotogiornalistico con Pierpaolo Mittica
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò NEW
Photoshop con Fabio Viganò NEW
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Corsi ONE TO ONE
Corso base di fotografia con Fabio Viganò
Corso avanzato di fotografia con Fabio Viganò
Corso base più avanzato di fotografia online con Fabio Viganò
Vai alla pagina dei corsi
Corso annuale in aula
Corso annuale online

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO IN AULA
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente.
Corsi in aula. 

Percorso linguaggio base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale – come farsi strada del mondo della fotografia
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Photoediting creativo con Paola Riccardi
La costruzione del portfolio, come e cosa fare con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Creare un libro fotografico con Grazia Dell’Oro
Lightroom  con Fabio Viganò
Photoshop con Fabio ViganòVai alla pagina dei corsi

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO ONLINE
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente. 

Percorso linguaggio full – base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale, come farsi strada del mondo della fotografia
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò 
Photoshop con Fabio Viganò 
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli

Vai alla pagina dei corsi

Catherine Opie, l’immagine dell’America contemporanea

Catherine Opie è nata a Sandusky, Ohio nel 1961. Opie indaga i modi in cui le fotografie documentano e danno voce ai fenomeni sociali nell’America di oggi, registrando gli atteggiamenti e le relazioni delle persone con sè stesse e con gli altri, e il modo in cui occupano il paesaggio contemporaneo. Al centro delle sue indagini ci sono domande legate alle relazioni con la comunità a livello sociale, che esplora a più livelli in tutti i suoi progetti fotografici.

Autoritratto con tagli autoinflitti


Lavorando tra approcci concettuali e documentaristici alla creazione di immagini, Opie esamina generi che variano tra foto scattate in famiglia – ritrattistica, paesaggio e fotografia in studio. Esegue spesso sorprendenti di immagini seriali con composizioni inaspettate. La sua ricerca riguarda argomenti anche radicalmente diversi che riesce però a trattare in parallelo. Molte delle sue opere catturano l’espressione dell’identità individuale attraverso gruppi (coppie, squadre, folle) e rivelano una connessione sottintesa con la sua storia personale che rispecchia nei suoi soggetti.

A 60 anni, Catherine Opie parla con grazia e forza che derivano da una vita trascorsa a forgiare il proprio percorso attraverso l’arte e a entrare in contatto con persone di ogni estrazione sociale, sia dietro la telecamera che davanti ad una classe. Come una delle principali fotografe della sua generazione, Opie ha raccontato le persone, i luoghi e la politica di Stati Uniti profondamente radicati nell’intersezione tra casa e identità, creando un ritratto intimo della vita americana contemporanea.

All’età di 13 anni, Opie si è trasferita dall’Ohio alla California ed è entrata al liceo come la “nuova ragazza”, piuttosto timida e incerta su come entrare in contatto con i ragazzi che sono cresciuti insieme. “Non ero brava a capire come fare amicizia”, ​​dice Opie.

Poi l’ispirazione l’ha colpita. Opie, che ha sperimentato la fotografia dall’età di nove anni, ha costruito una camera oscura e ha iniziato a fotografare i suoi amici durante le recite scolastiche. “Andavo a casa, stampavo le fotografie di notte e poi davo loro delle stampe”, ricorda Opie della sua esperienza formativa nel creare legami con nuovi gruppi. Le cose andarono a posto quando Opie trovò il suo ruolo di osservatore impegnato che poteva muoversi senza problemi tra i diversi gruppi.
Che si tratti di documentare movimenti politici, sottoculture queer o trasformazioni urbane, le immagini della vita contemporanea di Opie sono un ritratto dell’America contemporanea. l’autrice vorrebbe trasmettere idee che testimoniano l’importanza di “dell’apparenza in società”.

Nella sua città natale, Sandusky, Ohio, Catherine Opie vaga per le strade con la macchina fotografica, alla ricerca di quella che lei chiama “l’immagine artistica americana”. Visitando i siti della sua infanzia, Opie riflette su come le sue prime esperienze a Sandusky abbiano influenzato il suo approccio alla fotografia.

“È curioso che anche ora finisca per passare così tanto tempo da sola a fotografare”, dice Opie, “perché è ciò che ho sempre fatto anche da bambina”.


Catherine Opie ha ricevuto un BFA dal San Francisco Art Institute (1985), un MFA da CalArts (1988) e dal 2001 insegna all’Università della California, Los Angeles. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il President’s Award for Lifetime Achievement dal Women’s Caucus for Art (2009); Borsa di studio per artisti degli Stati Uniti (2006); Premio Larry Aldrich (2004); e il CalArts Alpert Award nelle arti (2003). Il suo lavoro è apparso in importanti mostre presso l’Institute of Contemporary Art, Boston (2011); Museo d’arte della contea di Los Angeles (2010); Museo Guggenheim, New York (2008); MCA Chicago (2006); e il Walker Art Center, Minneapolis (2002). Catherine Opie vive e lavora a Los Angeles, California.

Per approfondire: https://www.guggenheim.org/artwork/artist/catherine-opie

Tutte le immagini presenti nell’articolo sono e rimangono di proprietà di Catherine Opie e qui hanno solo scopo didattico informativo.

Tutti i corsi e gli eventi in partenza a Settembre. Musa fotografia

Buongiorno a tutti, si riparte con la nuova sessione scolastica di Musa fotografia!

Ecco i corsi in partenza a Settembre! Buona giornata Sara.

EVENTI PROGRAMMATI DA MUSA FOTOGRAFIA


• 13 SETTEMBRE 2023
PRESENTAZIONE PREMIO MUSA ONLINE
EVENTO SU PRENOTAZIONE
Scrivere a sara@saramunari
• 19 SETTEMBRE 2023
OPENDAY ONLINE -PRESENTAZIONE DELLA SCUOLA E DEI CORSI
EVENTO SU PRENOTAZIONE
Scrivere a sara@saramunari
• 23 SETTEMBRE 2023
OPENDAY MOSTRA  ALUNNI STORYTELLING
ore 20.30 – Via Mentana 6 Monza 

CORSI IN PARTENZA A BREVE

Visual Storytelling, incontro con te stesso

Questo corso si propone come obiettivo di indicare quali siano le modalità della narrazione fotografica, dalla ideazione del progetto, alla sua concretizzazione. 

Sara Munari, fotografa riconosciuta a livello internazionale, vi accompagnerà in questo viaggio volto a capire, sulla base degli argomenti proposti, come costruire una storia coinvolgente e unica. Il corso si rivolge ad amatori e professionisti che vogliono approfondire le conoscenze di struttura e editing di un progetto fotografico, pensato ed esteso. Il percorso prevede la realizzazione di un progetto personale che verrà strutturato e finito entro la fine delle lezioni. Lo scopo è di progettare un lavoro finito che si basi sulle attitudini e capacità dell’alunno. Sono previsti esercizi in interni ed esterni che possano stimolare e indicare nuove vie da seguire, in termini di linguaggio fotografico. Verrà spiegato come pensare, progettare, svolgere, organizzare e presentare un progetto fotografico compiuto, imparando a portare le conoscenze tecniche a favore della visione personale per un racconto fotografico articolato che possa sfociare addirittura in un libro. Verranno affrontati argomenti anche sul photoediting più professionale e le modalità per seguire un percorso corretto, a livello autoriale.­

Visual Storytelling online­­

Visual Storytelling in aula­

CORSI ONLINE
Per studiare comodamente da casa

 Corso annuale di fotografia online
Percorso linguaggio full
Percorso autoriale
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò NEW
Reportage fotogiornalistico con Pierpaolo Mittica
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò NEW
Photoshop con Fabio Viganò NEW
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Corsi ONE TO ONE
Corso base di fotografia con Fabio Viganò
Corso avanzato di fotografia con Fabio Viganò
Corso base più avanzato di fotografia online con Fabio Viganò­

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­Corso annuale in aula

­­Corso annuale online­

CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO IN AULA
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente. Corsi in aula. 

Percorso linguaggio base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale – come farsi strada del mondo della fotografia

Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Photoediting creativo con Paola Riccardi
La costruzione del portfolio, come e cosa fare con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli
Creare un libro fotografico con Grazia Dell’Oro
Lightroom  con Fabio Viganò
Photoshop con Fabio Viganò­

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CORSI SINGOLI SUL LINGUAGGIO ONLINE
Utilizzo del linguaggio fotografico e capacità di usarlo correttamente.  

Percorso linguaggio full – base per l’utilizzo corretto di immagini e gruppi di immagini
Percorso autoriale, come farsi strada del mondo della fotografia
Visual storytelling, incontro con te stesso, progetta un lavoro da zero con Sara Munari
Percorso fotoritocco e gestione immagini con Fabio Viganò
Il linguaggio fotografico con Sara Munari
Lo stile fotografico, come trovarlo con Sara Munari
Il racconto fotografico con Sara Munari
Viaggio nella fotografia contemporanea con Sara Munari
Photoediting funzionale e creativo con Paola Riccardi
Lightroom con Fabio Viganò 
Photoshop con Fabio Viganò 
Farsi strada come autori con Alessia Locatelli­

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