Site icon Musa Fotografia

La Street photography non esiste? Ma fatemi il piacere!

Annunci

Buongiorno!

Questo genere fotografico (che per qualcuno non esiste, per me si! 🙂 ) viene identificato come un tipo di fotografia che ritrae momenti non messi in posa, di soggetti umani, in luoghi pubblici.

Questa è la definizione più semplice ed è la definizione di cui si avvale uno stuolo di fotografi (anche mediocri nel genere) per autodefinirsi streetphotographer.

Analizziamo meglio, anche perché le definizioni, ultimamente, mi fanno schifo!

I fattori chiave sembrano essere:

– soggetto

– non in posa

– luoghi pubblici

Prima di tutto, per soggetto si intende soggetto umano?

Dal mio punto di vista non solo. Quindi, gli ‘animali’ senza umani, possono essere considerati soggetti per la street. Addirittura anche le ombre di umani o animali sono street, se vogliamo.

Sara Munari Palermo

Se l’uomo manca del tutto e nessun elemento si riferisce al ‘vivere quotidiano’ in termini attivi, io preferisco definire l’immagine con il termine ‘fotografia urbana’, anche se molti la definirebbero comunque “Street”.

Con Il termine ‘soggetto’ mi riferisco a soggetto umano o animale presente o di cui si percepisca la presenza avvenuta, la vita vissuta.

Sara Munari Estonia

Se il soggetto, umano oppure no, è ritratto da una distanza tanto ravvicinata da non permettere allo stesso di avere nessuna relazione con il contesto o con altri elementi umani o animali, la fotografia diventa un ritratto. Anche in questo caso, se una foto di ritratto in un contesto urbano, viene inserita in un portfolio di street, verrà percepito, nella narrazione, come una virgola in un racconto. Un piccolo fermo tra le storie delle singole fotografie all’interno del vostro portfolio.

Ricordate che comunque, l’altra caratteristica è ‘non in posa’ … quindi se il ritratto viene percepito come in posa, rientrerà più facilmente nella fotografia di viaggio o documentazione (che può essere sia in posa che no, a seconda dell’insieme di fotografie dell’intero lavoro). Per ‘non in posa’ intendo nella percezione di chi guarda. Questo è fondamentale. Guardando l’immagine dobbiamo avere la sensazione che l’immagine sia candid anche se effettivamente non possiamo sapere come si sia comportato il fotografo e quale rapporto abbia con il soggetto. Dobbiamo fidarci.

Sara Munari Barcellona

La definizione di luogo pubblico non si limita a contenere solo la strada, piuttosto tutti quei posti fruibili dal pubblico.

Sara Munari Hanoi Vietnam

Quindi le fotografie con un ‘approccio street’ si possono scattare anche in campagna o al mare…dal mio punto di vista, non necessariamente in città. Spesso però chi scatta foto in campagna o al mare fa rientrare il proprio lavoro nella fotografia di paesaggio, di viaggio o documentazione.

Sara Munari Lituania

Tutti i generi fotografici che riguardano la strada (documentazione, cronaca, ritratto, fotografia urbana, ricerca ecc.) possono essere inserite in un portfolio di street, a seconda delle esigenze del fotografo. Se manca l’elemento candid (non in posa) possiamo definirla fotografia di ritratto o documentazione, più raramente ‘street’.

Se si legge quello che ho scritto fino ad ora, si potrebbe pensare che, essendo il genere molto flessibile e spesso inseribile in altre categorie, manchino i presupposti per definire la Street Photography in un modo preciso, dato che rientra in tutti i generi che si scattano per strada.

Su Facebook è nata una piccola discussione su questo argomento ed io mi sono trovata in disaccordo sia con Settimio Benedusi che affermava, attingendo dal commento di un’altra persona: Sara Munari, La street è una scusa per uscire in strada a cazzo e fotografare senza alcuna idea persone buffe, disgraziate, eccetera e spacciare il tutto come genere figo. Se non fai “street” sei sfigato… io non so fare una sega bene ma evito di rompere le palle al mondo con presunti capolavori in BN 😀

Questa è chiaramente una boiata (alla quale sono certa non creda nemmeno Settimio) dettata da un approccio non professionale alla fotografia e non nello specifico alla fotografia di street. Nel reportage in generale il rispetto per la persona, per il luogo e gli accadimenti dipende dalla sensibilità e dell’etica del fotografo. Fotografare per strada non fa ‘figo’ se la foto non ha senso o non risponde ai criteri della fotografia DI strada (Street photography), molto differente dalla fotografia IN strada (scendere in strada e fotografare ad minchiam).

Anche con Roberto Morosetti mi trovo in disaccordo. Egli afferma: Sara Munari, Non esiste semplicemente come non esiste “la cucina di strada” ad esempio. Sulla strada puoi cucinare un hot dog, puoi preparare una spaghettata all’aperto, puoi organizzare la fiera del cinghiale, puoi metter su una porchetteria… e via dicendo. Street photography è un termine che vorrebbe dire tutto e per questa ragione non vuol dire nulla. È un contenitore, non un contenuto, ed oltretutto è un contenitore vuoto e nel quale si finisce col gettarvi dentro di tutto. In realtà lungo la strada puoi fare un ritratto, è quello è un ritratto non è “street photography”, puoi fare un paesaggio urbano, e quello è un paesaggio urbano non è “street photography”, puoi congelare un’azione tra più persone, e quella è una fotografia d’azione o di gruppo, a seconda dei casi… La strada è solo il “luogo” non è un “fine” del fotografare.

No! Non è solo un contenitore e spiego il motivo. Le fotografie di questo genere contengono SEMPRE un’eccezione.

Fino all’avvento di internet e del digitale poi, ho sempre pensato che la street fosse il racconto delle vicende dell’uomo tentando di catturarne le caratteristiche e le peculiarità o più semplicemente lo scorrere della vita in strada. Spesso, dato che riguardava proprio le caratteristiche specifiche di una certa società, questo genere era seguito da fotografi che vivevano in un luogo che poi avrebbero raccontato fotograficamente. Questo perché le peculiarità e quindi le eccezioni legate a quella società, erano riconoscibili solo da chi quella stessa società la conosceva bene. Non è sempre stato così, ma spesso.

Oggi le cose sono cambiate. Possiamo farci un’idea delle altre città guardando miriadi di immagini e di filmati, arrivando a conoscere i luoghi le sue abitudini e specificità. Possiamo raccontare New York anche se non siamo di quella città, perché la conosciamo bene, comunque. Ci muoviamo e raccontiamo il mondo con più semplicità.

È sicuramente un genere accessibile a tutti, dato che non serve attrezzatura particolare, ma è davvero molto difficile da produrre. Ci sono centinaia di fotografanti che stanno in strada ma pochi producono fotografia di strada.

La Street photography è una rappresentazione della vita reale (senza intervento del fotografo) infusa di consapevolezza relativa al luogo, alle sue stranezze, alle sue abitubini e all’estetica visiva contemporanea.

I fotografi di strada cercano scene che portino una risposta emozionale immediata attraverso l’umorismo o un eventi ambigui, strani o surreali.

Lo Street photographer può raccontare un mondo non reale, oppure si. A differenza del reportage (giornalismo, cronaca, viaggio…) il fotografo di strada non ha l’obbligo di documentare argomenti specifici o argomenti che siano funzionali ad una narrazione specifica, si può fare, oppure no. Chi scatta per strada fa una selezione di elementi a livello di luce, estetica e composizione che servano a raccontare una piccola storia che può anche risolversi nel singolo scatto. Vedi, scatti e racconti una piccola storia. Un attimo cruciale, in questo senso un’eccezione visibile solo perché fermata dal fotografo. Un processo quasi fulmineo, per questo complicato e per niente riproducibile.

Differente dagli altri generi perché la strada la srotoli sotto le scarpe, nella speranza che una foto ti colpisca, come un pugno in faccia. Non la puoi ricostruire (non dovresti) la devi beccare.

Nella fotografia di viaggio o di documentazione abbiamo inoltre la necessità di narrazione legata ad un evento ad un luogo, un gruppo di persone o un soggetto specifico. Niente di ciò è necessario nella Street photography. Non c’è notizia. Foto singole di street possono chiaramente essere inserite in portfolio di documentazione o viceversa, le due tipologie sono correlate, chiaramente.

Nel reportage fotogiornalistico o di viaggio metti in posa, sposti, interagisci, ritorni. Qui no, non dovresti. La fotografia di strada è un istante, tutto il resto della fotografia che si produce in strada fa necessariamente parte di una sequenza.

Chi dice che basta essere in strada e scattare per fare street, lo dice perché non vede eccezioni e se le vede non è in grado di fermarle in una fotografia.

Sorrido quando sento: riproduce gli scatti di Bresson, è una brutta copia di Frank o Winogrand. Non si può.

Questa è per me la Street photography e esiste, …eccome!

Ciao

Sara

Potrebbero interessarti anche:

I collettivi italiani di Street Photography

Da chi imparare a scattare in strada

Street Photography, consigli utili

Exit mobile version