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Fotoamatrice per sempre. Voi cosa cercate nelle fotografie che fate?

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Quando mi sono avvicinata alla fotografia, una quindicina di anni fa, non sapevo minimamente quale sarebbe stata la mia strada.

Mi sono iscritta ad un corso biennale di fotografia, a Padova, perché i posti al corso di restauro, a Venezia, erano finiti. Forse l’esclusione non è stato il fattore più logico con cui scegliere, ma oggi posso dire di aver scelto bene. Mi sono divertita finora, quindi credo sia stata la scelta giusta.

Sono ancora sulla strada, cammino. Sto cercando. Certo, nel tempo ho acquistato consapevolezza, so cosa vorrei da ogni singolo scatto che va a comporre un mio portfolio, una mia storia, ma non so con certezza dove mi porterà questa strada.

Io cerco di mostrarvi il mondo per come lo vedo, qualche volta ci riesco, altre volte no.

Qualcuno mi chiede: ma cosa vogliono dire queste o quelle foto? Perché l’orso, il cane la bambina spaventosa?

Io non voglio spiegare quello che ho visto e non riesco a dire bene quello che sento. Una volta scelto il soggetto, perché la mia pancia, oltre che la mia testa, lo suggerisce, l’unico limite che mi pongo è che la foto non abbia una connotazione temporale. Cerco questo. Mi piacerebbe scattare fotografie che abbiano la stessa valenza con lo scorrere del tempo, tutto qui.

Quello che voglio dalla fotografia è che mi permetta di vedere con occhi più attenti le faccende del mondo, mi permetta di mostrarle al mondo e mi faccia divertire.

Ho già usato due volte la parola “divertire”, per questo ci sarà qualcuno pronto a dire: superficiale questa Sara…ecc. Ma io mi devo divertire per trovare le mie storie.

Sicuramente è poco, rispetto a molti colleghi fotogiornalisti o legati alla fotografia commerciale che hanno ben più alte responsabilità.

Io credo che rimarrò fotoamatrice per sempre. Esattamente, foto-amatrice. Sono una persona che ama la forza delle immagini, in sostanza. Amo scattare fotografie nelle quali sembra tutto sospeso, l’attimo in cui non avviene nulla di concreto, il preludio alle tempeste, il silenzio dopo uno scontro.

“Be the bee body be boom” Sara Munari

Mi piace che tra molti anni mio nipote, o chissà chi, vedendo un libro di fotografie mie o una singola foto possa dire:

-Cavoli, emozionante!

Oppure:

-Cavoli, che cagata!

Non so, mi rende felice il farmi potenzialmente dedicare un pensiero, nonostante la mia definitiva assenza. Egocentrica assenza.

Ecco cosa vorrei dalla fotografia.

Ciao Sara

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