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Vi do alcune buone ragioni per NON “fare” i fotografi

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Vi do alcune buone ragioni per non fare i fotografi.
Io amo il mio lavoro, non fraintendetemi, ma spesso non è semplice. Ho molte soddisfazioni, soprattutto negli ultimi anni, le cose stanno andando davvero molto bene.
Baratti, Toscana
Mi chiamano in giro per l’Italia e tengo conferenze, letture portfolio e workshop. Considerando poi la parte pratica sono ancora più fortunata, i miei lavori riscuotono un buon successo, vinco premi, espongo in Italia e in Europa…insomma che cacchio voglio di più?
Niente, io niente, ma vedo un sacco di giovani e adulti che si avvicinano alla Fotografia con leggerezza (questo potrebbe essere positivo) e superficialità, questo non lo è mai, positivo.
Quando dico che SONO fotografa, la reazione è, nella maggior parte dei casi di meraviglia e invidia, senza considerare che poi aggiungono “Sai, anche mio cugino fa il fotografo, fa matrimoni per gli amici”…e già mi parte l’embolo! (non per i colleghi fotografi di matrimonio che fanno un bellissimo lavoro ricco di soddisfazioni, ma, appunto per l’abuso della parola fotografo, che qui non approfondisco, anche perché ho già detto il mio parere riguardo.)
L’altra parte di popolazione mi compatisce, pensa che tutti i fotografi facciano la fame. In parte è anche vero, rispetto alla difficoltà per ottenere un buon progetto a livello documentativo o concettuale, il riscontro può essere davvero misero.
Santiago de Compostela
Io amo quello che faccio, mi emoziona e mi diverte e poco altro mi interessa.
Adesso vi spiegherò invece, quali sono a parere mio, tutte le difficoltà che incontro nel mio lavoro.
Io non ho orari, non ho giorni liberi, lo sanno bene gli amici più cari che fanno davvero fatica a beccarmi libera per una pizza un caffè, spesso mi ritrovo ad inserire anche loro in agenda, come appuntamenti e questa è una cosa che non mi piace, mi rattrista, ma non posso fare altrimenti. Mio nipote mi ha chiesto una volta: Zia, sei a casa o a cercare lo yeti? (Si riferiva ad un prossimo viaggio che devo fare in Siberia) Quando torni mi porti una sua foto? E io, ma amore, sono a Roma e lo yeti, non so se esiste… Lui, ah, allora sei vicina, vieni a portarmi l’uovo (Kinder)!
Vai a spiegargli che, tra aereo e tutto ci sono 4 ore di viaggio. Vai a spiegargli che lo yeti, non esiste ( ma potrei fotografarlo…) ecco a volte ci sto male!
Essere sempre in giro è, per la maggioranza delle persone, un fattore positivo. Vi assicuro che essere sempre in auto, in aereo, cambiare hotel e dormire soli, non è così simpatico. Trovo invece che mangiare sola, sia bellissimo. Per il resto è un incrocio di biglietti posizionati in ordine di utilizzo, nel cassetto della cucina.
Per diventare fotografi, fotografi davvero, bisogna avere una grandissima pazienza e perseveranza. Tenere duro, accettare di produrre progetti che, sebbene creati con la massima curanza e professionalità, fanno schifo. E fanno schifo, punto. Dedichi tempo a costruire storie che non funzionano…specialmente nel mio caso, dove la vendita a giornali o agenzie è secondaria, quindi le pippe mentali te le fai praticamente, da solo.
Il lavoro ha molti saliscendi economici, ci sono mesi che si guadagna davvero bene, altri che non si guadagna un cacchio, poi ci si abitua, ma io ho sempre come si dice, un po’ di pepe al culo!
Capita di passare lunghi periodi senza trovare ispirazioni e poi di colpo tutto succede, succede in 15 minuti e tu devi essere pronto, concentrato reattivo, non è per tutti, dico davvero!
Sulla strada per Santiago
Ormai siamo TUTTI FOTOGRAFI, se non siete più che sicuri del vostro lavoro, ci sarà sempre chi sarà pronto a prendere il vostro posto. Questa condizione diminuisce con il crescere della vostra professionalità e fama, ma all’inizio è una lotta. Poi la “lotta” comincia con te stesso e continua, credo, per sempre.
Noi non abbiamo un albo, non siamo riconosciuti, non abbiamo tutele, con tutte le conseguenze di questa condizione.
Un’altra cosa che mi spiazza, ma questa riguarda solo me forse o altri, non so. La gente parla, parla, parla di fotografia, intavolando delle discussioni infinite su cazzate fotografiche infinite. Avere pensieri legati alla Fotografia include dover studiare continuamente, leggere, vedere nuovi autori, capire le cose del mondo e avvicinarsi a queste con umiltà, curiosità e passione.
Continua…..Ciao Sara
Berlino, lo zoo
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