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Lasciare scorrere tempo per giudicare una foto.

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Una delle caratteristiche che ritengo più interessanti della fotografia analogica rispetto al digitale è lo scorrere lento del tempo.

Non avevamo l’opportunità di controllare subito il risultato delle fotografie prodotte e questo può aiutare molto.

Allora avevo la possibilità di staccarmi emotivamente dai miei scatti, questo mi permetteva di guardare, in fase di editing, il mio lavoro, con maggiore obbiettività.

Con il digitale, una “nuova caratteristica della fotografia” è diventata la velocità.

Immediatamente, la fase successiva allo scatto, è diventata la fase di controllo sullo schermo.

Tra l’altro, questa parte, che ormai è intrinseca allo scatto in sé, mi scollega dalla realtà per qualche secondo. Ho sempre pensato che potesse essere motivo della perdita di altri scatti, che probabilmente, sarebbero stati altrettanto interessanti, avvenuti proprio in quel lasso di tempo.

Quante volte ho pensato, questa foto è davvero interessante, poi ho scoperto dopo qualche settimana, che non solo non lo era, ma faceva proprio schifo.

Non so se per tutti i fotografi

Sara Munari

il procedimento sia lo stesso, probabilmente per qualcuno, lo scorrere del tempo diventa motivo di apprezzamento ulteriore sul proprio lavoro.

Io non riesco.

Quando ho tempo di rivedere i miei progetti scorsi, mi ritrovo a pensare che mai e poi mai, oggi, rifarei le stesse foto o affronterei la “storia” nello stesso modo.

La verità è che non posso consigliarvi di lasciare scorrere del tempo, prima di valutare un progetto.

Quello che posso dire è che in molte occasioni questo mi è servito per rendermi più “critica” e spero più oggettiva, sulle fotografie che avevo ripreso.

Forse potrebbe servire anche a voi.

Ciao

Sara

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